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lunedì 16 settembre 2019

Mistery of the Batman [by Big John Creation]


"Mistery of the Bat-Man" è una serie amatoriale prodotta dal canale Big John Creation come omaggio all'Uomo Pipistrello creato nel 1939 da Bob Kane. La serie di corti, attualmente ancora in fase di pubblicazione, ricalca il format del cinema seriale degli anni trenta e quaranta, e si presenta come una perduta produzione girata negli anni 30. La prima, in teoria, a portare il personaggio di Batman sullo schermo, mai arrivata nelle sale e andata smarrita per decenni fino a un recente, fortuito, ritrovamento. Su queste premesse fittizie, si basa una serie di capitoli che riproducono atmosfere, tecniche e dinamiche del cinema d'intrattenimento di quegli anni andati. Un Batman grezzo, come poteva essere rappresentato negli anni 30. Un esperimento di fancinema bizzarro e un affettuoso atto d'amore verso uno degli eroi a fumetti più popolari di sempre.
Sarebbe simpatico se qualcuno si incaricasse di produrre dei sottotitoli in italiano.

martedì 16 gennaio 2018

DC comics, Bronze Age e Vecchi ganci...


Nel corso del tempo, le copertine dei fumetti supereroistici hanno spesso barato (bonariamente) con il lettore, dandogli in pasto qualcosa di ambiguo, in cui un semplice dettaglio può cambiare tutto. "Batman walks the last mile" (vale a dire Batman condotto alla sedia elettrica) uscì in America alla fine degli anni 60 e da noi nei primi 70, ingannando e sconvolgendo il bambino che ero. La storia, scritta da Frank Robbins e disegnata da Irv Novick, introduceva un villain nuovo, fuori di testa e dalla vita editoriale molto corta. 
Certo, era già facile pensare che alcuni eventi in una storia di supereroi non si sarebbero verificati mai, o che le cose non erano quelle che sembravano. Eppure certi ganci effettistici funzionavano, come nel caso di questa cover, pensandoci bene poco plausibile in ogni caso.


Era anche un periodo in cui fioccavano tante storie immaginarie (non ancora definite così), e il lettore abituale sapeva che poteva aspettarsi di tutto. Insomma, erano altri tempi, e la nostra ingenuità era premiata da facili espedienti che esaltavano quello che oggi definiamo hype. In questo caso svolti da una storia che si poneva tra una copertina (che in un certo senso fungeva da flashforword, altra espressione non ancora in uso) e la tavola finale che svelava i giochi. Con un pizzico di cerebralità perversa. Giusto per dire che i fumetti cambiano come andiamo cambiando noi, e che storie e lettori sono in fondo vasi comunicanti.



venerdì 27 ottobre 2017

Batman: Ashes to Ashes


"Batman: Ashes to Ashes" è un corto fan  movie francese realizzato nel 2009 da Samuel Bodin e Julien Mokrani. Il progetto consiste nel creare un'elseworld (cioè una versione alternativa al mondo ufficiale dell'Uomo Pipistrello e della sua mitologia) avvalendosi di un'estetica simile a quella usata per il film "Sin City" del 2005. Un gruppo di piccoli malviventi di origine italiana compiono un gesto che spezza l'ordine naturale degli eventi a Gotham City. Il risultato è un incubo di colori saturi che rasenta atmosfere da "torture porn", e l'ennesima visione malata del rapporto speculare tra Batman e Joker.

sabato 20 agosto 2016

Dave McKean vs i Supereroi


Batman - Arkhm Asylum. L'innovativo graphic novel scritto da Grant Morrison e disegnato da Dave McKean compie 25 anni dalla sua prima apparizione nel nostro paese. E gli anniversari sono spesso anche spunto di polemiche. Il grande Dave McKean, che dell'opera di Morrison firmò le spettacolari illustrazioni, oggi sembra non ricordare con troppo affetto quei suoi trascorsi lavorativi. Anzi, a suo dire pare il genere supereroistico sia addirittura dannoso, un gorgo culturale che potrebbe portare anche alla deriva politica degli Stati Uniti. Ma siamo sicuri che volesse dire questo? E soprattutto... quanto dobbiamo prenderlo sul serio?

sabato 13 agosto 2016

Reading Comics: The Killing Joke - Scena Finale [letta da Altroquando]


Mi sono accorto che questi miei primi esperimenti di drammatizzazione fumettistica (chiamo così le mie letture) sono rimasti un po' in disparte, sommersi dalla produzione video successiva. Inoltre fanno parte di video più lunghi e articolati, e di conseguenza sono stati ancora meno visibili. Dal momento che riciclandoli in "pillole" sulla piattaforma Vimeo sembrano essere graditi, ho deciso di creare una nuova playlist che poco per volta li raccoglierà. Il tag scelto è "Reading Comics". Piccoli esempi di lettura, spunti per immaginare come potrebbe essere ascoltare certi dialoghi topici nella nona arte. Anche se da un lettore modesto e imperfetto come me. E anche dei piccoli (e medi) trailer per il canale di Altroquando. Non so, io ci provo. Tenendo conto che alcuni di questi lavori hanno già un paio d'anni (ma altri sono seguiti e seguiranno). Comunque, ecco ancora (stavolta strategicamente posizionata sul Tubo) la mia versione della scena finale di "A Killing Joke" di Alan Moore e Brian Bolland.

martedì 1 settembre 2015

Gli Dei di Rimpiazzo: Supereroi, Religioni e Macchine del Tempo...


The Replacement Gods” (“Gli dei di rimpiazzo”) è un documentario americano del 2012 prodotto dalla Little Lights Studios, studio cinematografico senza scopo di lucro per la divulgazione religiosa presso i giovani, che tratta dei fumetti di supereroi e della loro ingombrante (e ovvia) parentela con le mitologie antiche, l'esoterismo, le simbologie bibliche. L'approccio è protestante e, benché il film non contenga alcun riferimento esplicito, si direbbe espressione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, cui è legato anche Light Channel Italia, che ne ha curato per l'appunto l'edizione italiana.

Un film di 95 minuti molto denso. Discutibile e interessante nello stesso tempo. Affascinante per la ricchezza dei contenuti e spiazzante per le improvvise cadute di tono. E' curioso notare (da liberi pensatori) come l'argomento alla base del documentario (che, ricordiamo, parla dei supereroi, della loro genesi e soprattutto della loro funzione) non è prettamente “protestante”, ma ha radici comuni al cattolicesimo più antico. Peccato che questo non sia un apprezzamento positivo o ecumenico. Quel che viene spontaneo commentare è che il mondo cattolico, con tutte le sue resistenze e pregiudizi, si esprimeva con determinati toni e messaggi nel Medioevo, agli inizi della sua storia istituzionale. Qui ci troviamo, invece, in presenza di un titolo del 2012. E la cosa, per chi ha un approccio laico alla vita e ai fumetti, è abbastanza disturbante.


E' il caso di premettere che le critiche (che ci saranno) non sono rivolte alla fede Avventista in sé, ma ai toni e ai contenuti di questo film (benché sia lecito supporre che siano stati approvati e allineati con le linee generali della confessione cui appartengono). Per capire subito di cosa stiamo parlando, basta un riassunto del tema principale del documentario prodotto dal Little Light Studios (e reperibile anche in italiano su Youtube). Il senso di tutto è che i fumetti di supereroi sono strumenti diabolici, volti a perpetuare (così come le antiche mitologie) un inganno nei confronti del genere umano, e indurlo a venerare falsi dei, in modo da confondere le acque e sviare dall'accoglienza di Cristo (soprattutto nella sua seconda venuta).

E' inquietante scoprire come le parole di Sant'Agostino in De Civitate Dei, agli albori della chiesa cattolica, siano state riciclate in ambito protestante riportando di fatto indietro il tempo (e il modo di intendere la spiritualità) di secoli. Per Agostino, le divinità dei pantheon pagani (buone o cattive che fossero) non erano semplicemente delle figure simboliche di forze della natura e di emozioni umane. Erano entità reali, ma di natura demoniaca, il cui ruolo era quello di farsi adorare al posto dell'unico vero Dio e di screditarne l'esistenza. Non a caso, in molte narrazioni di genere horror a tema demoniaco, le presenze diaboliche portano nomi di antiche divinità. Persino nel celebre romanzo e film “L'Esorcista”, il demone protagonista è Pazuzu, un tempo divinità assiro-babilonese dei venti e delle tempeste. La patristica e i padri della chiesa riscrissero pazientemente le mitologie pagane per creare il nemico di cui la propaganda della nascente istituzione ecclesiastica aveva bisogno. Per questo, oggi, vedere un film come “Gli Dei di Rimpiazzo” è un'esperienza bizzarra. Interessante e irritante nello stesso tempo.


Il documentario si apre e si chiude nel modo peggiore possibile. Lo spezzone iniziale è un documento d'epoca che ci riporta alla nascita del comics code americano, alla crociata contro i fumetti dello psichiatra Fredric Wertham e al suo “La Seduzione dell'Innocente”. Al termine di quella sequenza, lo spettatore è indotto a pensare che il filo del discorso verrà ripreso. Invece no. Termina lì, quasi fosse un'epigrafe posta a memento per i posteri. In sostanza, per il film, quanto contestato ai fumetti da Fredric Wertham era vero e legittimo. E sembra suggerire che sarebbe una posizione da recuperare in questi anni bui. La tirata finale, invece, è tra le più scontate in ambito religioso (tanto da livellare praticamente qualsiasi confessione cristiana), e conclude la disamina affermando che uno solo è il supereroe che dovremmo tutti adorare e che ci salva, e cioè l'unico e solo Gesù Cristo.

Un documentario di propaganda religiosa, dunque, ma non privo di spunti di interesse. I rapporti tra la nascita dei supereroi e le antiche mitologie è curato e supportato da fonti che destano la curiosità dello spettatore. Non lesina neppure l'inserimento di interviste o citazioni di opere di Alan Moore e Grant Morrison, e il loro rapporto con l'occulto. Peccato che alla fine scopra i giochi con l'affermazione puerile e dichiaratamente propagandista che niente di buono può venire da storie a fumetti scritte da chi è abituato a flirtare con i demoni. Il concetto di inversione (cioè mettere Lucifero al posto di Cristo e rendere il primo un eroe e il secondo un malvagio protettore dello status quo) avrebbe (qualora affrontato in modo più distaccato) potuto prestarsi a un'affascinante lettura metaforica (e politica) di rovesciamento dei ruoli precostituiti. Batman, esempio di eroe moderno che fa della simbologia demoniaca un lampante ribaltamento tra luce e tenebre, tra bene e male, dovrebbe essere uno dei punti cardine di questa analisi religiosa. Succede, però, che “Gli Dei di Rimpiazzo” finisce con il disinnescarsi da solo, quando (esaminando le pellicole dedicate all'Uomo Pipistrello nel corso degli anni) confonde con ingenuità disarmante il personaggio di Joker con quello dell'Enigmista, come se fossero un unico villain. E lo fa più volte, con uno scivolone che non sfugge ai lettori abituali, rivelando una falla molto grossa nella conoscenza e nell'attenzione degli autori nei confronti del media di cui stanno discutendo. Né parliamo di un errore da poco, giacché se ho una tesi da dimostrare, e sono in grado di citare la Bibbia, la Cabbala, antiche leggende e testi esoterici, dovrei dimostrare di conoscere i rapporti e le identità di banali personaggi dei fumetti. Ancora più allarmante è l'uso parziale e manipolatorio delle interviste tratte da più documentari preesistenti. La testimonianza farlocca (un semplice scherzo, in realtà) di Warren Ellis sulle presunte pratiche negromantiche di Grant Morrison, estratta dal film "Talking with Gods", è proposta fuori contesto, come un atto d'accusa talmente serio e inquisitorio da dare i brividi.
Questi elementi causano un clamoroso autogoal. Infatti, tutto ciò che si è ascoltato nei minuti precedenti si appanna, diventa dubbio. Posso e devo fidarmi delle notizie fornite da una fonte così dichiaratamente faziosa, apparentemente erudita, ma pronta a scivolare così platealmente su una buccia di banana?


Alla resa dei conti, “Gli Dei di Rimpiazzo” è un documentario pensato per denunciare un complotto mistico in cui i fumetti di supereroi giocherebbero un ruolo importantissimo. Far credere ai giovani che Cristo è malvagio, rendere la sua divinità irriconoscibile come lo fu per chi lo inchiodò alla croce, e alimentare l'attesa di un messia più terreno, più pragmatico, che salvi fisicamente e non spiritualmente. I temi trattati restano stimolanti dal punto di vista storico e antropologico, ma non può che far balzare il cuore in gola per la profonda arretratezza del messaggio di base, l'incapacità di accettare l'innocenza dei sogni, delle simbologie popolari più ingenue e la loro fondamentale inoffensività. Sembra, a tratti, di essere veramente tornati ai tempi del dottor Wertham, e si prova disagio per il fatto di non riuscire a smettere di guardare, di ascoltare. Sì, perché “Gli Dei di Rimpiazzo”, nonostante la consistente falla di credibilità, dimostra una forza affabulatoria non da poco, e i vari parallelismi possono essere seguiti e apprezzati da chi ama i supereroi senza leggervi nessun contenuto volto a influenzare la nostra personale visione religiosa.

Gli Dei di Rimpiazzo” è un documentario che va visto. Magari criticato. Ma non evitato per preconcetto. Anzi, va conosciuto proprio per scoprire quanti punti di vista differenti possano esistere sulla Nona Arte e sulla figura, oggi sfruttatissima, del supereroe. Il film commette anche l'errore di predicare ai convertiti (il tono dello speaker è sempre da sermone e dà molto, troppo per scontato di stare parlando a un pubblico credente) e di utilizzare in modo strumentale (e forse anche un poco scorretto) testimonianze più o meno dirette di due mostri sacri del mezzo: Moore e Morrison, qui presentati (sebbene tra le righe) quasi come profeti del Male e sabotatori dell'opera di rivelazione dell'unico vero Dio. Peccato, aggiungerei, che gli autori abbiano completamente dimenticato l'opera “Promethea” di Alan Moore e il suo particolare concetto di Apocalisse. Ne avremmo visto e sentite delle belle. Ma forse, Promethea e i suoi miracoli è troppo buona, troppo saggia, troppo donna per figurare come messia nero. Probabilmente è per lo stesso motivo che il personaggio di Wonder Woman, presente nel documentario, non è approfondito più di tanto. Eppure sarebbe stato uno spunto per parlare del nascente femminismo, delle streghe e del loro rapporto con i segreti della natura, osteggiate dal maschio detentore del potere tanto in famiglia quanto presso l'ordine costituito. Ma parliamo di un'opera di propaganda, e non possiamo aspettarci che sia quello che non è. Possiamo prendere ciò che offre di accattivante, e cioè le concatenazioni tra mito e fumetto contemporaneo, con la sacrosanta raccomandazione di controllare le fonti e approfondire per conto proprio. Non sia mai di confondere un personaggio con un altro, servendo su un piatto d'argento al nostro uditorio una ricca porzione di dubbi su quanto detto prima e dopo.

Gli Dei di Rimpiazzo” è un documentario non mainstream, non contiene niente di politicamente corretto. E' schierato, è quello che è: un veicolo di propaganda religiosa. E va fruito con questa consapevolezza. Pertanto, guardate il film, pensateci su, discutetene con i vostri amici. Una cosa è sicura. Lo spunto di conversazione (o dibattito) è molto consistente.







martedì 17 marzo 2015

Sorriso Amaro: la questione della cover di Bargirl 41


Cosa succede quando il politically correct porta degrado culturale e diventa triste caricatura di se stesso.
La cover disegnata da Rafael Albuquerque per Batgirl 41 (realizzata in occasione del 75nario del personaggio del Joker) che allude dichiaratamente allo storico "A Killing Joke" di Alan Moore, viene attaccata da movimenti femministi che richiedono la sua sostituzione. La motivazione è che l'immagine alluda al passato violento di Batgirl-Barbara Gordon, quando - in quello storico racconto - venne (temporaneamente) resa invalida dal Joker che le sparò per poi mostrare le sue foto (nuda e insanguinata) al padre, Jim Gordon, per tormentarlo e farlo impazzire.

Personalmente trovo bizzarro che ci si indigni davanti alla citazione, e non si chieda a questo punto il rogo (come al tempo fu per "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci) per l'opera originale, dove lo sparo, la nudità e la (teorica, mai confermata esplicitamente) violenza sessuale vengono perpetrati. Trovo ipocrita che la caratterizzazione delle supereroine che combattono il crimine con le cosce nude e quasi in topless non susciti le medesime reazioni. Le eroine nudiste sono ampiamente sdoganate in quanto tributo all'imperante punta di vista del lettore di sesso maschile, ma l'allusione a un passato traumatico, resa in modo insinuante suscita prurigine. Trovo strano che dopo decenni di esistenza di Wonder Woman (quasi sempre mostrata in pose bondage nelle sue copertine storiche) ci si turbi per una cover che mostra l'eroina in balìa del cattivo (elemento che peraltro è frequentissimo in tutte le copertine dei fumetti supereroistici, dove il protagonista, sia uomo o donna, spesso è mostrato in difficoltà se non sconfitto e umiliato dal villain di turno). Lo trovo strano, quasi buffo... sociologicamente curioso.
Questo sì.

domenica 15 febbraio 2015

Torna FanZinema, e parte la campagna di recupero per l'insegna di Altroquando


Altroquando-FanZinema è un appuntamento aperiodico in cui l'associazione culturale Altroquando propone rassegne di corti, mediometraggi e lungometraggi amatoriali e no profit, prevalentemente ispirati al mondo dei fumetti. Giunti alla terza edizione (le prime due hanno avuto luogo alla bibliofficina booq di Vicolo della Neve), la rassegna presentata al circolo Arci Porco Rosso, in via Casa Professa 1 a Palermo, il prossimo 27 Febbraio alle ore 20,00, è interamente dedicata al mondo di Batman, e consisterà nella proiezione di tre mediometraggi fanmade statunitensi, doppiati in italiano da volenterosi appassionati. Il trittico è composto da “Puppett Master”, ambientato nella stessa realtà delle pellicole cinematografiche dirette dal regista Christopher Nolan, “Paziente J”, film incentrato sul personaggio del Joker, e il seguito di quest'ultimo “Batman: Città Sfregiata” prodotti dalla crew americana Bat in the Sun.


La terza edizione di Altroquando-FanZinema, il cui ingresso è gratuito, è inoltre dedicata al progetto di recupero e restauro dell'insegna storica di Altroquando, prima libreria specializzata in fumetti fondata a Palermo da Salvatore Rizzuto Adelfio nel 1991, e diventata associazione culturale nel 2014. Nell'ambito del progetto di un museo del fumetto a Palermo che porti il nome di Salvatore Rizzuto Adelfio, l'associazione Altroquando metterà in vendita memorabilia legate all'esperienza della storica libreria-centro culturale e spazio di militanza LGBT, da sempre vicino ai centri sociali e alle forme antagoniste di espressione. Cartoline pubblicitarie, segnalibri, cartoline promozionali delle celebri mostre intitolate "Sguardi e Visioni", opere fotografiche dello stesso Rizzuto Adelfio e gadget vari saranno messi in vendita, a prezzi popolari, durante la serata dedicata alla proiezione e l'incasso destinato ai necessari lavori di falegnameria volti al recupero dell'insegna originale, disegnata da Salvo Gurgone, la cui proprietà registrata appartiene all'associazione Altroquando, e che per ragioni logistiche si trova attualmente ancora esposta nel vecchio locale di corso Vittorio Emanuele, oggi sede di un punto vendita Alastor. Una volta restaurata dall'artista che l'ha realizzata, l'insegna storica sarà destinata a occupare lo spazio che le spetta nel progetto di una futura biblioteca del fumetto a Palermo.



Un ringraziamento agli artisti del collettivo Pee Show per avere messo a disposizioni i loro lavori sull'Uomo Pipistrello. 



Ci vediamo il 27 Febbraio alle ore 20,00 presso Arci Porco Rosso in via Casa Professa 1 a Palermo, per vedere insieme qualche buon corto, mangiare, bere, e ricordare il passato affinché si possa costruire il futuro. Perché c'è sempre un altro quando. 

A Killing Joke - un corto di Claudio Di Biagio


Dopo l'exploit di Dylan Dog: Vittima degli eventi, mediometraggio dedicato all'indagatore dell'incubo di casa Bonelli grazie al supporto dei fans attraverso le dinamiche del crowdfunding, e molto dopo l'esperimento (interrotto) della web serie Freaks!, Claudio Di Biagio (Non aprite questo Tubo) continua sulla strada che ormai è dichiaratamente la sua via maestra. Affermare il suo talento di filmaker e l'abilità della crew che collabora alle sue opere. Ecco quindi arrivare su Youtube A Killing Joke, un corto (cortissimo) liberamente ispirato al celebre fumetto firmato da Alan Moore e Brian Bolland. Il breve video non pretende di adattare la trama dell'opera di Moore, ma si limita a inscenare tramite un montaggio espressivo e un ritmo incalzante la famosa “barzelletta” con cui il Joker, nel finale, suggerisce a Batman che dopotutto tra loro due non c'è molta differenza. Sono entrambi pazzi da legare. Ed così che il Joker ci viene mostrato. In ceppi, contenuto in una camicia di forza. E, a sprazzi, con la sua tenuta d'ordinanza, con tanto di papillon, per sottolineare l'atmosfera onirica e allucinata in cui il breve monologo è calato. Claudio Di Biagio stesso presta la sua mimica mefistofelica al protagonista, mentre la voce recitante è di Mattia Giuseppe Tassar. Il make up che trasforma Di Biagio nella nemesi dell'Uomo Pipistrello è invece opera di Francesco Sanseverino.



Che dire? Che si tratta di un esercizio di stile davvero egregio. Breve, com'è giusto che sia una prova tecnica. Tagliente, come la voce di Tassar, veramente bravo, e che buca il video con la presenza di Di Biagio che qui si mostra (a parer nostro) in una delle sue migliori performance. La sua fisionomia già di per sé giullaresca (e già abbondantemente sfruttata altrove, dando vita a personaggi beffardi al limite dell'urtante, vedi Freaks!) trova in questa prova fulminea la sua dimensione ideale. La “maschera” di Di Biagio è probabilmente fatta per sposare i make up che ne fanno risaltare i tratti sardonici, e non ci dispiacerebbe vedere in futuro altre prove come questa.

Un bel, piccolo lavoro che, senza particolari pretese, dà contezza dell'evoluzione tecnica della ciurma guidata da Di Biagio. Una chicca imperdibile per tutti i fans di Batman.

lunedì 19 novembre 2012

Batman - Terra Uno



Gotham City: una città che per i suoi abitanti è sinonimo di corruzione e marciume. Un luogo dove l'ingiustizia regna e ogni ombra nasconde insidie spaventose. Ora, un misterioso personaggio mascherato da pipistrello ha preso ad aggirarsi per le strade della metropoli degradata, assetato di vendetta, furioso e confuso. La rabbia lo acceca, non sembra molto pericoloso, ma le sue apparizioni concitate suscitano caos.  La stampa locale ha battezzato questo pazzo fuori controllo... Batman.

La genesi di Batman – Terra Uno è la medesima che ha prodotto la miniserie Superman – Terra Unofirmata da J. Michael Straczynski e disegnata da Shane Davis, del quale è in uscita, negli Stati Uniti, l'atteso seguito. L'etichetta Terra Uno era stata concepita dalla DC Comics come speculare alla linea Ultimate della concorrente Marvel. Un universo alternativo, dove personaggi classici potevano essere ridefiniti partendo da zero, con l'aggiunta di varianti più o meno significative rispetto alle versioni ufficiali. Il recente reboot del cosmo DC, quel New 52 che ha rimodellato l'intero olimpo supereroistico che conoscevamo, non ha intaccato l'espandersi del progetto Terra Uno, che va avanti e già annuncia un seguito anche per il Batman riveduto e corretto da Geoff Johns e Gary Frank in questo primo volume. Niente di rivoluzionario, certo. Ci troviamo di fronte al consueto aggiornamento di icone ormai ben salde nell'immaginario collettivo di molte generazioni, e neppure il recente riavvio dell'intero parco testate deve far pensare che ci sarà mai alcunché di definitivo al riguardo. Nonostante tutto, però, questa ennesima rilettura delle origini dell'Uomo Pipistrello non manca di spunti interessanti, e pur non suscitando particolari entusiasmi offre forse più occasioni di divertimento del Superman rivisitato da Straczynski. 


La città di Gotham, col trascorrere del tempo e l'avvicendarsi degli autori, si è fatta sempre più torbida e  amaramente plausibile. La Gotham descritta da Geoff Johns è un inferno urbano dal quale si può sopravvivere solo fuggendo o strisciando nella condizione di servi. Le forze dell'ordine sono colluse o pavide di fronte al potere criminale che pervade le istituzioni da cima a fondo, mai così impudente e saldo. Simbolo della decadenza morale della città è il fatiscente edificio di Arkham, disabitato e temuto come luogo stregato, segreta profonda dove si celano scheletri su cui nessuno osa indagare. In città si mormora che tutti i membri della famiglia Arkham fossero portatori di una linea di follia, compresa l'ultima discendente della stirpe: la moglie del miliardario Thomas Wayne, ultimo rampollo dell'altra facoltosa dinastia che contribuì a fondare Gotham e che ora si prepara a concorrere come candidato a sindaco. Questi spunti non servono solo a suggerire che in Bruce Wayne-Batman potrebbe ardere oggettivamente una scintilla di psicosi, ma anche a collocare la genesi dell'Uomo Pipistrello in un'architettura più ampia, al centro di un'ambigua ragnatela di complotti e coincidenze che non esclude neppure una parziale responsabilità del piccolo Bruce nella morte violenta dei suoi genitori.


Il Batman di questa Terra Uno è sempre il vigilante nato per portare giustizia là dove questa è assente, ma ossessionato, stavolta, da una vendetta personale molto più incanalata. Non è frequente, nei fumetti, vedere Batman, giovane e irascibile, perdere il controllo della situazione. Ancora meno vederlo fallace e goffo ai limiti del ridicolo, mentre le sue armi s'inceppano, l'addestramento lo tradisce e le sue prime, impacciate sortite non lasciano certo presagire la reputazione del Cavaliere Oscuro che conosciamo. Ma la vera innovazione di Batman – Terra Uno è il personaggio cardine di Alfred Pennyworth, qui trasformato in un maturo reduce dalle potenzialità letali, maggiordomo soltanto di nome e reale mentore del futuro Uomo Pipistrello. Ridefinito con un look e un temperamento nuovi di zecca, Alfred è il principale sensei chiamato a forgiare il crociato mascherato. Ad avere la responsabilità di crescerlo, di frenarlo e persino di sgridarlo nei modi più aspri. E' liberatorio, per i lettori di vecchia data, vedere finalmente qualcuno mettere in discussione la scelta di vestire un costume da pipistrello supponendo che i propri avversari (criminali pronti a tutto) subiscano la stessa suggestione che Bruce sperimentò da bambino. Neppure all'ingombrante mantello (elemento iconico ormai irrinunciabile del personaggio) è risparmiata una gustosa frecciata (subito rovesciata in modo inusualmente brutale per gli standard del Cavaliere Oscuro).
Anche il lifting di James Gordon sembra funzionare abbastanza bene. Gordon diventa la sintesi dell'ufficiale di polizia disilluso e inerte, ridotto a marionetta priva di significato che troverà occasione di redenzione non tanto nell'avvento dell'Uomo Pipistrello quanto nelle peripezie di sua figlia Barbara e nell'esuberante nuovo collega Harvey Bullock, davvero distante dalla sua ruvida controparte canonica. 


L'incupimento progressivo cui il personaggio di Batman è andato incontro negli ultimi anni, influenzato anche dalla lettura cinematografica di Christopher Nolan, gioca da sempre sul filo sottile del grottesco. Così è in Terra Uno in cui è la novità e l'inesperienza a caratterizzare un protagonista ancora lontano dalla sua piena maturità. Un'ironia suggerita che si alterna a sottotesti horror, dove all'ossessione di Bruce Wayne fa eco una realtà spigolosa e poco incline a premiare le azioni di vigilanti in costume. L'approccio noir ci presenta inoltre un Oswald Cobblepot-Pinguino forse più maligno del solito, cuore nero di Gotham e paradigma di tutti i mali che il nuovo Batman potrebbe affrontare in futuro. Geoff Johns (Lanterna Verde), profondo conoscitore del cosmo DC, orchestra la sua personale cover sulle origini dell'Uomo Pipistrello in modo intrigante, eseguendo ogni deviazione dai cliché tradizionali con ritmo adeguato. Il disegnatore Gary Frank (Supreme Power) dona ulteriore carattere ai personaggi rinnovati con le sue matite classiche e nello stesso tempo moderne, tratteggiando un Batman dinamico nella sua immaturità e forse più umano nella sua ossessiva risolutezza. Quel che manca è forse un vero twist finale, e il sapore da episodio gancio per uno o più seguiti è un po' troppo standardizzato. Nel complesso, Batman – Terra Uno è comunque un divertente gioco di citazioni e stravolgimenti. Derivativo, in quanto prevede da parte del lettore una complicità e una conoscenza preesistenti, ma efficace nel mescolare le carte di quello che è ormai un mito moderno in continua trasformazione. Il Batman di Johns e Frank regala qualche brivido e fa sorridere sotto i baffi, con un contrasto agrodolce che probabilmente piacerà alla maggior parte dei fans del multiforme, intramontabile Uomo Pipistrello.


 
Questa recensione è stata pubblicata anche su FantasyMagazine.


[Articolo di Filippo Messina]


lunedì 10 settembre 2012

Batman di Shanghai


Mentre impazza ovunque la batmania sull'onda dell'ultimo capitolo della trilogia cinematografica diretta da Christopher Nolan, emergono nuovi tasselli legati alla mitologia dell'Uomo Pipistrello, così come piccoli omaggi, video amatoriali, corti sperimentali e quant'altro. The Bat Man of Shanghai è un corto animato prodotto dal Wolf Smoke Studio, laboratorio di animatori cinesi che ha realizzato questa bizzarra versione dell'eroe e del suo mondo come una sorta di plot (trasmesso da Cartoon Network e presentato nell'ambito del Comic-Con ) che potrebbe diventare una vera e propria serie qualora la Warner Bros (detentrice dei diritti sul personaggio per l'uso sullo schermo) non avesse nulla da ridire.


Il risultato è veramente interessante. L'azione è ambientata negli anni trenta, in una coloratissima Shanghai dove Batman, Catwoman e Bane si contendono una preziosa reliquia. L'estetica orientale, le arti marziali, le trasfigurazioni fisiche e il ritmo serrato, fanno di questo cortometraggio una chicca preziosa per tutti gli appassionati del Cavaliere Oscuro. Mai così sfuggente e surreale. Un piccolo trip spettacolare e psichedelico che va ad allungare le ormai innumerevoli rivisitazioni di quello che è ormai un vero e proprio mito moderno.




giovedì 30 agosto 2012

Batman: Puppet Master


Gotham: sono trascorsi pochi mesi dalla morte del procuratore distrettuale Harvey Dent, e l’opinione pubblica, come pure le forze di polizia, sono ancora convinte che a ucciderlo sia stato lo stesso Batman. Nel frattempo, una nuova mente criminale sta tramando per prendere il controllo della malavita. Il misterioso Scarface, che nessuno sembra avere mai visto. Quando qualcuno causa un’evasione di massa dal manicomio di Arkham, l’Uomo Pipistrello è costretto a tornare in azione per fermare la furia omicida del serial killer noto come Mr Zsasz. Ma il disegno criminale è più machiavellico di quanto sembra, e lo scontro finale si consumerà durante un teso incontro tra Scarface, il suo tremebondo segretario e l’enigmatico agente speciale che afferma di chiamarsi Edward Nigma, risoluto a catturare Batman una volta per tutte…


Batman: Puppet Master è un corto amatoriale che riserva molte piacevoli sorprese. Diretto da Bryan Nest con mano sicura e interpretato da un pugno di attori molto convincenti, il breve film si propone non soltanto di riprodurre le atmosfere e l’approccio noir adottato da Christopher Nolan per la sua trilogia cinematografica sull’Uomo Pipistrello, ma si colloca idealmente tra il secondo e terzo film del regista come una sorta di convincente fill-in, ambientato nel medesimo mondo.



L’obbiettivo è a nostro avviso pienamente centrato. La rivisitazioni di personaggi iconici segue la chiave metropolitana e hard boiled già usata da Nolan per raccontare le figure del Joker e dello Spaventapasseri. Lo stesso protagonista è a suo modo abbastanza convincente. I mezzi, per quanto ridotti, sono usati con perizia. Insomma, un piccolo gioiello tra quei prodotti che in rete siamo ormai abituati a chiamare fanmade.
Un esempio di come la passione e la conoscenza dell’argomento (ma anche delle tecniche, non dimentichiamo) possa assottigliare il confine tra il gioco e la prestazione professionale.
Buona visione.






lunedì 16 luglio 2012

Batman contro Wolverine: sfida all'ultimo sangue


Lo scontro tra popolari eroi dei fumetti, anzi tra eroi in costume, sono all'ordine del giorno. La ricetta storica è sempre la stessa: gli eroi si incontrano, gli eroi si menano (senza ragione o per vaghi e spesso sciocchi fraintendimenti), gli eroi discutono, gli eroi si alleano contro una minaccia comune. Il verdetto su chi di loro sia più forte, solitamente, rimane sospeso.

Stavolta non è così. Super Power Beat Down è un sito che si propone proprio di giocare con le leggende dell'immaginario popolare moderno, fumettistico, cinematografico e videoludico, realizzando dei corti (molto ben fatti) in cui diverse leggende si scontrano con risultati decisamente meno concilianti di quelli a cui siamo abituati. Insomma, lo scontro è all'ultimo sangue, come in Celebrity Deathmatch. Il risultato è una singolare webseries di combattimenti improbabili che hanno visto scontrarsi personaggi come Lara Croft (Tomb Raider) e Nathan Drake (Uncharted), Gandalf (Il Signore degli Anelli) e Darth Vader (Guerre Stellari). Il vincitore (superstite) è scelto in base a un sistema di votazione degli utenti che ricorda in parte il meccanismo adoperato da Marvel e DC ai tempi dello storico scontro tra i due universi fumettistici, unico in cui ogni duello aveva un vincitore effettivo, scelto in base alle preferenze dei lettori.


In passato, abbiamo discusso della bella prova di animazione realizzata da Michael Habajan per portare in scena un combattimento tra Hulk e Superman. Il lavoro era egregio, ma qui il gioco si fa duro, e il cortometraggio è interpretato da attori in carne e ossa. Il video in live action che vi proponiamo illustra l'ipotetica battaglia mortale tra due personaggi amatissimi: l'Uomo Pipistrello per antonomasia e il cattivo ragazzo artigliato degli X-Men. Sia Wolverine che Batman sono resi in modo tutt'altro che spregevole per un cortometraggio senza particolari pretese. Gadgets, effetti e performance sono molto curati e convincenti, tenendo conto della volontà di ammiccare in modo fedele a certi tic fumettistici dei personaggi in questione. La Bat in the Sun, il team che lo firma, ha già realizzato in passato esperimenti niente male, e merita di essere tenuto d'occhio. Riguardo il duello, niente spoiler. Per scoprire chi vince (ed è quindi stato votato in massa dagli utenti di SPBD) dovrete vedere il video fino alla fine.
Voi, piuttosto, chi fareste vincere tra il selvaggio Wolverine e il controllato e letale Batman?

lunedì 23 gennaio 2012

Batman: le evoluzioni del logo


Il logo (o se vogliamo lo stemma) del personaggio di Batman è uno di quelli che hanno visto più variazioni con il passare degli anni, pur restando sempre riconoscibile. Il celebre pipistrello stilizzato, dapprima applicato direttamente sulla calzamaglia, poi incorniciato da un ovale giallo, in seguito di nuovo libero, passando per molti stili, legati alla grafica del tempo, alle rivisitazioni dei vari illustratori e persino alla caratterizzazione di determinate saghe. Questo video li riassume un po' tutti, dando una piccola ma interessante lezione di grafica promozionale.

venerdì 9 dicembre 2011

Steve Buscemi in un corto su Batman


Si ispira chiaramente al franchise cinematografico diretto da Christopher Nolan questo cortometraggio parodistico mandato in onda nel corso del Saturday Night Live. Star del breve film è l'attore Steve Buscemi (Le Iene, Ghost World), nei panni di un commissario Gordon che sembra non gradire le improvvise apparizioni (e repentine sparizioni) dell'Uomo Pipistrello. Si ironizza molto sulla trilogia, ormai prossima a concludersi, dedicata al celebre vigilante DC. Il suo incedere da fantasma, la voce rauca e irritante. Buon divertimento.

lunedì 21 novembre 2011

Batman: Death Mask


Contrariamente a quanto potreste pensare dal titolo, quello di cui voglio parlarvi in questa occasione è un manga. Nella storia del fumetto, è successo molto raramente che personaggi dei comics americani venissero scelti come protagonisti di opere di autori giapponesi. Quello del fumetto orientale è stato sempre un mondo particolare, che per tradizione e qualità non ha nulla da invidiare al fumetto europeo o americano. Tuttavia il concetto del supereroe è sempre stato praticamente un’esclusiva delle produzioni americane. Negli ultimi anni, però, si è assistito ad un fenomeno di commistione tra questi due mondi così distinti. In alcune occasioni, protagonisti dei comics sono stati reinterpretati da autori giapponesi, e uno dei primi fu proprio Batman, con la miniserie Il figlio dei sogni ad opera di Kia Asamya. Questo stesso autore ha poi lavorato su alcuni supereroi della Marvel comics, in particolare gli X-Men, curandone per un certo periodo i disegni. E su questa scia, anche altri eroi Marvel hanno avuto una interpretazione in chiave orientale. Tuttavia, fino ad ora, si trattava solo di una impostazione grafica tipicamente giapponese di opere che per il resto restavano occidentali. Con l’opera di Yoshinori Natsume, invece, assistiamo alla creazione del primo vero manga con protagonista un eroe americano.


Contrariamente a quanto può sembrare, il manga non è solo un modo di disegnare, ma un vero e proprio stile concettuale del fumetto. Infatti, accanto ai tratti grafici tipicamente orientali (ragazze dai grandi occhi luccicanti, uomini dal fisico scultoreo, scene d’azione in pieno stile arti marziali, ecc.), possiamo trovare tutte le caratteristiche del fumetto del Sol levante. Intanto l’impaginazione e l’impostazione delle tavole è quella tipica del fumetto giapponese, da destra a sinistra. Inoltre, anche la densità del testo rispetto alle tavole ricorda in pieno altre opere manga. Essendo queste ultime prodotte principalmente, se non esclusivamente, da un singolo autore, la narrazione della storia è affidata molto alla componente grafica piuttosto che alle parole. Infine, mentre gli autori occidentali lavorano quasi sempre su protagonisti che sono proprietà delle case editrici, offrendone un’interpretazione più o meno personale, i mangaka lavorano su loro creature, caratterizzandole come vogliono e senza dover fare i conti con un passato di storie molto spesso ingombrante e limitante.


Proprio per questo, in Batman: Death Mask non troviamo nessuno dei nemici classici dell’uomo pipistrello, e la storia che leggiamo ha solo qualche lieve richiamo al passato del protagonista. Non di meno, Natsume riesce a cogliere e rappresentare alla perfezione tutti gli aspetti peculiari del personaggio, in particolare il suo rapporto con la maschera che indossa. Un rapporto molto spesso conflittuale e angosciante per Bruce Wayne, che molte volte si è soffermato a chiedersi se il suo vero io sia il miliardario playboy o il tenebroso giustiziere della notte. Proprio su queste basi si sviluppa il tema della maschera, con una interpretazione quasi pirandelliana del rapporto tra soggetto osservante e soggetto osservato. Chi è reale, Brice Wayne o Batman? Quanto di quello che fa scaturisce dalla sua volontà e quanto è dettato dal fatto stesso di indossare quel mantello e quella maschera? L’autore non manca di inserire in questa concezione del cavaliere oscuro anche elementi soprannaturali propri della tradizione del suo paese. Gli Oni (spiriti demoniaci) che si impossessano del corpo degli uomini controllandone le azioni sono un perfetto esempio della tradizione popolare giapponese. Infine, non manca una riflessione sulle motivazioni che spingono ad agire, e su cosa renda realmente diversi i ‘buoni’ dai ‘cattivi’, posto che ci sia spazio per queste distinzioni in un mondo come quello in cui si muove Batman, un mondo costantemente avvolto dalle ombre, un mondo in cui i confini netti perdono gran parte del loro reale significato per farsi labili e facilmente valicabili. Solo una ferma disciplina e una profonda sicurezza nelle proprie motivazioni possono impedire di sconfinare dalla parte sbagliata. Ma questo il cavaliere oscuro l’ha imparato a sue spese già da molto tempo.


Per concludere, Batman: Death Mask è un’opera perfetta per tutti gli appassionati di fumetti manga, per tutti i fan dell’uomo pipistrello, e per tutti quelli che vogliono leggere un fumetto senza il peso di settant’anni di storie precedenti ma che esprime perfettamente tutto quello che quelle storie hanno consolidato in tanto tempo.

[Articolo di Filippo Longo]

Questa recensione è stata pubblicata anche su Cose Preziose