Gotham
City: una città che per i suoi abitanti è sinonimo di
corruzione e marciume. Un luogo dove l'ingiustizia regna e ogni ombra
nasconde insidie spaventose. Ora, un misterioso personaggio
mascherato da pipistrello ha preso ad aggirarsi per le strade della
metropoli degradata, assetato di vendetta, furioso e confuso. La
rabbia lo acceca, non sembra molto pericoloso, ma le sue apparizioni
concitate suscitano caos. La stampa locale ha battezzato questo
pazzo fuori controllo... Batman.
La genesi di Batman – Terra Uno è la medesima che ha prodotto la miniserie Superman – Terra Uno, firmata da J. Michael Straczynski e disegnata da Shane Davis, del quale è in uscita, negli Stati Uniti, l'atteso seguito. L'etichetta Terra Uno era stata concepita dalla DC Comics come speculare alla linea Ultimate della concorrente Marvel. Un universo alternativo, dove personaggi classici potevano essere ridefiniti partendo da zero, con l'aggiunta di varianti più o meno significative rispetto alle versioni ufficiali. Il recente reboot del cosmo DC, quel New 52 che ha rimodellato l'intero olimpo supereroistico che conoscevamo, non ha intaccato l'espandersi del progetto Terra Uno, che va avanti e già annuncia un seguito anche per il Batman riveduto e corretto da Geoff Johns e Gary Frank in questo primo volume. Niente di rivoluzionario, certo. Ci troviamo di fronte al consueto aggiornamento di icone ormai ben salde nell'immaginario collettivo di molte generazioni, e neppure il recente riavvio dell'intero parco testate deve far pensare che ci sarà mai alcunché di definitivo al riguardo. Nonostante tutto, però, questa ennesima rilettura delle origini dell'Uomo Pipistrello non manca di spunti interessanti, e pur non suscitando particolari entusiasmi offre forse più occasioni di divertimento del Superman rivisitato da Straczynski.
La genesi di Batman – Terra Uno è la medesima che ha prodotto la miniserie Superman – Terra Uno, firmata da J. Michael Straczynski e disegnata da Shane Davis, del quale è in uscita, negli Stati Uniti, l'atteso seguito. L'etichetta Terra Uno era stata concepita dalla DC Comics come speculare alla linea Ultimate della concorrente Marvel. Un universo alternativo, dove personaggi classici potevano essere ridefiniti partendo da zero, con l'aggiunta di varianti più o meno significative rispetto alle versioni ufficiali. Il recente reboot del cosmo DC, quel New 52 che ha rimodellato l'intero olimpo supereroistico che conoscevamo, non ha intaccato l'espandersi del progetto Terra Uno, che va avanti e già annuncia un seguito anche per il Batman riveduto e corretto da Geoff Johns e Gary Frank in questo primo volume. Niente di rivoluzionario, certo. Ci troviamo di fronte al consueto aggiornamento di icone ormai ben salde nell'immaginario collettivo di molte generazioni, e neppure il recente riavvio dell'intero parco testate deve far pensare che ci sarà mai alcunché di definitivo al riguardo. Nonostante tutto, però, questa ennesima rilettura delle origini dell'Uomo Pipistrello non manca di spunti interessanti, e pur non suscitando particolari entusiasmi offre forse più occasioni di divertimento del Superman rivisitato da Straczynski.
La città
di Gotham, col trascorrere del tempo e l'avvicendarsi degli autori,
si è fatta sempre più torbida e amaramente
plausibile. La Gotham descritta da Geoff Johns è un inferno
urbano dal quale si può sopravvivere solo fuggendo o
strisciando nella condizione di servi. Le forze dell'ordine sono
colluse o pavide di fronte al potere criminale che pervade le
istituzioni da cima a fondo, mai così impudente e saldo.
Simbolo della decadenza morale della città è il
fatiscente edificio di Arkham, disabitato e temuto come luogo
stregato, segreta profonda dove si celano scheletri su cui nessuno
osa indagare. In città si mormora che tutti i membri della
famiglia Arkham fossero portatori di una linea di follia, compresa
l'ultima discendente della stirpe: la moglie del miliardario Thomas
Wayne, ultimo rampollo dell'altra facoltosa dinastia che contribuì
a fondare Gotham e che ora si prepara a concorrere come candidato a
sindaco. Questi spunti non servono solo a suggerire che in Bruce
Wayne-Batman potrebbe ardere oggettivamente una scintilla di psicosi,
ma anche a collocare la genesi dell'Uomo Pipistrello in
un'architettura più ampia, al centro di un'ambigua ragnatela
di complotti e coincidenze che non esclude neppure una parziale
responsabilità del piccolo Bruce nella morte violenta dei suoi
genitori.
Il Batman di questa Terra Uno è sempre il vigilante nato per portare giustizia là dove questa è assente, ma ossessionato, stavolta, da una vendetta personale molto più incanalata. Non è frequente, nei fumetti, vedere Batman, giovane e irascibile, perdere il controllo della situazione. Ancora meno vederlo fallace e goffo ai limiti del ridicolo, mentre le sue armi s'inceppano, l'addestramento lo tradisce e le sue prime, impacciate sortite non lasciano certo presagire la reputazione del Cavaliere Oscuro che conosciamo. Ma la vera innovazione di Batman – Terra Uno è il personaggio cardine di Alfred Pennyworth, qui trasformato in un maturo reduce dalle potenzialità letali, maggiordomo soltanto di nome e reale mentore del futuro Uomo Pipistrello. Ridefinito con un look e un temperamento nuovi di zecca, Alfred è il principale sensei chiamato a forgiare il crociato mascherato. Ad avere la responsabilità di crescerlo, di frenarlo e persino di sgridarlo nei modi più aspri. E' liberatorio, per i lettori di vecchia data, vedere finalmente qualcuno mettere in discussione la scelta di vestire un costume da pipistrello supponendo che i propri avversari (criminali pronti a tutto) subiscano la stessa suggestione che Bruce sperimentò da bambino. Neppure all'ingombrante mantello (elemento iconico ormai irrinunciabile del personaggio) è risparmiata una gustosa frecciata (subito rovesciata in modo inusualmente brutale per gli standard del Cavaliere Oscuro).
Anche il lifting di James Gordon sembra funzionare abbastanza bene. Gordon diventa la sintesi dell'ufficiale di polizia disilluso e inerte, ridotto a marionetta priva di significato che troverà occasione di redenzione non tanto nell'avvento dell'Uomo Pipistrello quanto nelle peripezie di sua figlia Barbara e nell'esuberante nuovo collega Harvey Bullock, davvero distante dalla sua ruvida controparte canonica.
L'incupimento progressivo cui il personaggio di Batman è andato incontro negli ultimi anni, influenzato anche dalla lettura cinematografica di Christopher Nolan, gioca da sempre sul filo sottile del grottesco. Così è in Terra Uno in cui è la novità e l'inesperienza a caratterizzare un protagonista ancora lontano dalla sua piena maturità. Un'ironia suggerita che si alterna a sottotesti horror, dove all'ossessione di Bruce Wayne fa eco una realtà spigolosa e poco incline a premiare le azioni di vigilanti in costume. L'approccio noir ci presenta inoltre un Oswald Cobblepot-Pinguino forse più maligno del solito, cuore nero di Gotham e paradigma di tutti i mali che il nuovo Batman potrebbe affrontare in futuro. Geoff Johns (Lanterna Verde), profondo conoscitore del cosmo DC, orchestra la sua personale cover sulle origini dell'Uomo Pipistrello in modo intrigante, eseguendo ogni deviazione dai cliché tradizionali con ritmo adeguato. Il disegnatore Gary Frank (Supreme Power) dona ulteriore carattere ai personaggi rinnovati con le sue matite classiche e nello stesso tempo moderne, tratteggiando un Batman dinamico nella sua immaturità e forse più umano nella sua ossessiva risolutezza. Quel che manca è forse un vero twist finale, e il sapore da episodio gancio per uno o più seguiti è un po' troppo standardizzato. Nel complesso, Batman – Terra Uno è comunque un divertente gioco di citazioni e stravolgimenti. Derivativo, in quanto prevede da parte del lettore una complicità e una conoscenza preesistenti, ma efficace nel mescolare le carte di quello che è ormai un mito moderno in continua trasformazione. Il Batman di Johns e Frank regala qualche brivido e fa sorridere sotto i baffi, con un contrasto agrodolce che probabilmente piacerà alla maggior parte dei fans del multiforme, intramontabile Uomo Pipistrello.
Questa recensione è stata pubblicata anche su FantasyMagazine.
[Articolo di Filippo Messina]