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domenica 22 dicembre 2019

A Christmas Horror Story


"A Christmas Horror Story" è un film horror antologico canadese diretto nel 2015 da ben tre registi diversi: Grant Harvey, Steven Hoban e Brett Sullivan. Il titolo già ci spiega in che territorio ci troviamo. Orrore a Natale, per un portmanteau (un film a episodi) che in questo caso non separa in modo netto i vari capitoli, ma li frulla tra loro, alternando i vari sviluppi narrativi, legati da fugaci collegamenti che sta a noi cogliere. Siamo dalle parti dell'antinatalizio arrabbiato.


Un istrionico dj radiofonico interpretato da William Shatner fa da collante al film, e introduce quella che sarà una vigilia molta particolare, mentre nella stazione radio da cui trasmette i suoi collaboratori vanno sparendo misteriosamente e dall'esterno iniziano ad arrivare notizie allarmanti. Un anno prima, proprio per la vigilia di Natale, in una scuola della cittadina, è stato commesso un efferato duplice omicidio che ancora non ha un colpevole. L'anno dopo, sempre alle soglie del Natale, un gruppo di ragazzi si mette in testa di tornare sul luogo del crimine per girare un documentario. La fidanzata di uno di loro è in visita con la famiglia presso il maniero di una vecchia zia, un po' svampita, un po' strega. E tira una pessima aria in quelle campagne su cui aleggia la leggenda del Krampus. Il poliziotto che aveva fatto il sopralluogo alla scuola del delitto, vuole procurare un albero di Natale molto bello per il suo figlioletto. E per farlo si avventura in un campo cui è vietato severamente l'accesso. Non è una sorpresa che tutta la famigliola avrà di che pentirsene. Nel frattempo, nella fabbrica di Babbo Natale, inizia a diffondersi un'epidemia zombi tra i folletti operai, e Santa Claus è costretto ad armarsi e a diventare un ammazzasette per sopravvivere alla famelica orda...


"A Christmas Horror Story", nonostante l'apparente confezione natalizia con incursioni nel fantastico, non è un film per ragazzi. E' un vero e proprio horror, anche piuttosto violento e crudo. Alcune atmosfere sono molto riuscite (non avevo mai visto statue del presepe così inquietanti), e certe soluzioni veramente malvagie. A vestire i panni di Babbo Natale c'è il caratterista George Buza, spesso voce di personaggi animati (era la voce di Bestia nella seria animata degli X-Men negli anni 90). Un Santa Claus arcigno che si trasforma presto in guerriero infuriato e coperto di sangue. "A Christmas Horror Story" non è un film del tutto riuscito. Ma riesce nel suo intento di intrattenere rompendo il tabù che vuole il Natale come festa idilliaca. Magari troppo. E forse, nel cattivissimo finale, riesce persino a farci dire... Beh, dopotutto non c'è niente di male a passare un paio di giorni scambiandosi regali e cercando di stare in pace. Sempre meglio di un macello simile. E' uno dei pregi dell'horror. La sua funzione medicinale. Ed è per questo che a me piace tanto aggiungerlo come spezia al Natale.

mercoledì 18 dicembre 2019

"Better Watch Out" di Chris Peckover


"Better Watch Out" è un film horror del 2016 diretto dall'esordiente Chris Peckover, che si guadagna un posto di tutto rispetto nel novero dei thriller "anti-natalizi", per malvagità, imprevedibilità e carica iconoclasta. Olivia DeJonge ("The Visit") è la classica baby sitter chiamata a prendersi cura di un ragazzino durante l'assenza dei genitori in prossimità del Natale. La casa, il bimbetto, il vicinato, sembrano un territorio noto e amichevole, ma... inutile specificare che qualcosa non andrà secondo i programmi, e che un incubo senza fine è in agguato dietro l'angolo. Non solo per lei, ma anche per l'ignaro spettatore che non si attende certi pugni nello stomaco. E' difficile definire "Better Watch Out". E' un horror? In un certo senso sì, perché porta in scena uno dei mostri più riusciti e temibili degli ultimi anni. E' sicuramente un thriller, e sotto certi aspetti un racconto grottesco impregnato di un cattivissimo humor nero. Altro sarebbe meglio non dire, perché "Better Watch Out" è una bestia strana cui è meglio accostarsi sapendo il meno possibile del film che ci accingiamo a vedere. Vogliamo dire in modo sibillino che potremmo leggerlo come il rovesciamento crudele e beffardo di un altro notissimo classico natalizio? In un certo senso... come apparirebbe se fosse (terribilmente) reale? "Better Watch Out" è in ogni caso un film da cardiopalma. Una corsa sulle montagne russe che fa vomitare per lo shock e lascia le vertigini appena scesi. Da vedere per stemperare (se si vuole) la melassa natalizia. E mi raccomando, non perdetevi la scena post credits.

giovedì 20 dicembre 2018

Natale 2018: The Believer - di Budd Lewis e Richard Corben


Ci scommetto, è Natale. E l'universo cospira per farmi dire la mia sulla festa più attesa, detestata, commercializzata, respinta, satireggiata, e nonostante tutto... da qualcuno ancora amata... dell'anno. Beh, da che lo scrivo a fare? Tanto queste righe non le legge nessuno. Potrei scrivere pure parolacce. Ma siccome sono nonostante tutto un professionista, ecco qua. Raccontiamo e commentiamo insieme “The Believer” (Il Credente), breve racconto natalizio di Budd Lewis e Richard Corben apparso per la prima volta su “Creepy” nelle prima metà degli anni settanta. Un Natale cupo e forse... diseducativo, come piace a noi. Una morale (natalizia, antinatalizia...) ci scappa sempre. Buone feste, terrestri.


lunedì 25 dicembre 2017

...in fondo, Buon Natale!



E alla fine... in fondo... Buon Natale1
VIZ è una rivista satirica inglese nata nel 1979 dietro iniziativa dei fratelli Chris e Simon Donald, cui si sarebbero successivamente uniti altri artisti indipendenti. VIZ era una rivista autoprodotta che nasceva nel solco tracciato dalle punk fanzine del suo tempo, e presentava umorismo grasso e dissacrazione trasversale senza una posizione politica ben definita. Il successo la portarono a diventare una vera rivista e un oggetto di culto imitato anche da altri editori. Tra le tante strips prodotte dai Donald, in mezzo a tanto Humor of toilette (umorismo da cesso) c'erano le disavventure del Sig. Giles (o Piles) della serie "Nobby's Poiles". Avete visto il film "Idiocracy"? Ricordate lo show televisivo "Ahia, le palle!". Beh, siamo da quelle parti lì. Nobby è un poveraccio tarchiato eternamente sofferente di emorroidi la cui unica caratteristica è quella di beccarsi nel coolo praticamente di tutto. Ecco una sua avventura dal sapore natalizio.


lunedì 18 dicembre 2017

Era la Notte prima di... KRAMPUS!


Natale: ricorrenza, tradizione… festività? Come che sia, qualcuno ama rispettare certi appuntamenti. Il Natale è la festa della nostra infanzia, ma può anche essere il pretesto per osservare con occhio più smaliziato i rottami di un giocattolo che nel tempo si è guastato (ma con il quale si può sempre giocare e trasformare in altro). Riparliamo del Klaus di Grant Morrison (pensavate che fosse finito là dove l’avevamo lasciato? Naaaaa!) e dell’indipendente Tim Baron con il suo “T’Was the Night Before KRAMPUS”. Un alternativo, psichedelico, tenebroso, cinico, goliardico, piacevole Natale a tutti quelli che apprezzano almeno un pezzetto di questo menu festivo. 

giovedì 22 dicembre 2016

Rocket Balloon Speciale Natale

Ascolta Rocket Balloon Ep 4: SPECIALE NATALE" su Spreaker.

In occasione delle feste natalize, ecco il primo speciale di Rocket Balloon dedicato al Natale, qui in versione podcast su Spreaker (dove è possibile recuperare l'intera serie della trasmissione). Si parla ovviamente di fumetti a tema Natalizio, ma anche di cinema (natalizio), di incarnazioni più o meno trasgressive di Babbo Natale e persino del recente trailer di Spider-Man: Homecoming, che riporterà l'Uomo Ragno al cinema con il volto del giovane attore Tom Holland. Il tutto servito da Runtimeradio.it e sempre condotto dal sottoscritto e dallo spumeggiante Peppe Saso. 
Buon ascolto e buone feste.

domenica 18 dicembre 2016

The Believer [di Budd Lewis e Richard Corben]

Un piccolo "dono" da un Altroquando, per un Natale alternativo (ma che sia sempre Natale). Le matite particolarissime di Richard Corben su testi di Budd Lewis. Ecco a voi una caramella underground direttamente dagli anni 70, pubblicato per la prima volta in America su "Creepy" #77 nel 1976, e giunta in Italia nel volume "Il mondo straordinario di Richard Corben", nella collana Gli Umanoidi.
"The Believer" (Il Credente). Quando il Natale è uno stato d'animo cui si può legittimamente aspirare, senza condizionamenti di sorta. Ma solo con il diritto a un attimo di gioia, vissuto secondo le esigenze di ognuno, e per una volta senza ipocrisie. Prima di "Lobo: Sangue a Natale", prima di "Last Christmas", prima (Sigh!) di "Santa the Barbarian" e anche di "Battle Pope"... è arrivato "The Believer". Perché l'importante è credere in qualcosa. E l'uomo può essere uomo solo se cammina diritto (questo, però, era Victor Jara). Salute e anarchia.












martedì 13 dicembre 2016

Klaus e Happy: il Natale secondo Grant Morrison


Attenti! Il Natale vi insegue. Inutile scappare. Potete solo provare a nascondervi, e sperare che non vi trovi. Ma quello è scatenato, e non sarà contento se non vi avrà travolto in un modo o nell'altro. Quindi si salvi chi può, e cerchiamo di vivere le feste nel modo che ci è più congeniale. Altrimenti si trasforma. Diventa astuto. Dispettoso. Pericoloso. Tenetelo buono come potete. Lusingandolo, se volete, o ignorandolo se preferite... Ma non dategli mai da mangiare dopo la mezzanotte. Solo che ci sarà sempre una parte del mondo in cui la mezzanotte è passata. E allora potrebbe arrivare il Krampus e... Insomma, è ancora una volta Natale, e la creatura più sexy del mondo distribuisce regali a tutti... o quasi. Ancora una volta, da un Altroquando, un "buone feste" che si propone di essere vario, ironico, e quanto più festoso possibile, in barba (bianca) a ogni omologazione commerciale. Quest'anno ci vengono in aiuto il mito del Krampus, ma sopratto Grant Morrison con due sue opere dedicate al Natale: Klaus (ovvero le origini di Babbo Natale) e Happy, un crime natalizio brutto, sporco, ma dopotutto non troppo cattivo. In fondo è Natale. Anche per i gremlins.
Buone feste da un Altroquando.

sabato 27 dicembre 2014

Doctor Who: The Last Christmas


«Alien?! Esiste davvero un film dell'orrore intitolato "Alien"? E' offensivo! Non mi stupisce che tutti vi invadano!»

C'era una discreta attesa per "The Last Christmas", il primo speciale natalizio di Doctor Who con protagonista Peter Capaldi. Che dire? Per cominciare, che il colpo di scena finale farà sicuramente incazzare qualcuno. Che Steven Moffat è un prestigiatore dispettoso e come tutti i suoi colleghi, alla fine del numero, non spiega i trucchi. Che Doctor Who è una serie cinquantennale che deve la sua longevità all'intrinseca follia, alla sua assenza di logica solida, alle sue atmosfere surreali. Personalmente, ho adorato questo episodio, già definito "Babbo Natale incontra Alien". Peter Capaldi è ormai il Dottore a tutti gli effetti, e Nick Frost un Santa Claus mefistofelico e trasgressivo. Godibilissime le sue scaramucce verbali con il Doctor. Tra gli elfi, intravediamo anche l'ex Finn di Misfits, a suo agio con le orecchie a punta. E poi la tensione, la paura... e Clara. Si può dire quel che si vuole, ma Doctor Who è il trionfo della fantasia infantile che smette di interrogarsi e si riappropria del nostro io adulto. A volte facendocene vergognare un pochino, ma comunque coccolandoci, intrattenendoci. Una serie di citazioni, un ritmo indiavolato, l'ennesimo sberleffo di Moffat. E la battutta: «Come fai a far entrare i regali per tutti i bambini del mondo in una sola slitta?» «E' più grande all'interno!»


Una fiaba nerissima per giungere a un ottimismo indomabile. Quello del Dottore.
Dimenticavo... Il colpo di scena, il tradimento mediatico, quello che farà incazzare alcuni esegeti della serie... io l'ho adorato!


mercoledì 24 dicembre 2014

Buone Feste da Altroquando Palermo



E anche quest'anno ci tocca. Quella trappola che sono la rete, e so'prattutto i social network... prescindibile abitudine indispensabile, soppressore di freni inibitori, di educazione e di maturità... bruciatore di amicizie presunte, megafono di idiozie e tam tam di bufale cosmiche, divulgatore di ciarpame... che tuttavia accorcia distanze e rende possibili comunicazioni altrimenti impervie... Insomma... ci tocca augurare BUON NATALE a tutti. Compresi quelli che ci sfuggono, che non riusciremo a chiamare perché assediati da mille pensieri simili a zombi famelici. 




Il Natale è comunque uno spartiacque temporale. Un'ordalia: il momento critico in cui il bambino dentro di noi si dà un'occhiata allo specchio per stabilire quanto è in salute. Qualcuno tenta di ucciderlo. Qualcun altro lo ha già fatto. Qualcun altro ancora pensa ghignando di averlo già eliminato da tempo, e non sa di essere in suo potere e di portarlo scritto in fronte. Il Natale è un cimento, una prova da superare ogni anno. Si può provare a lasciarlo fuori dalla porta, a negarlo, a condannarlo e a irriderlo. Solo che il Natale è invincibile. Se ferito più volte, più volte si rialza. Sì, anche in questo caso come un morto vivente che non vuol saperne di finire sottoterra. Questo accade perché il fantasma del Natale (quello che in tanti chiamano "spirito natalizio") è un imprinting antico subito dalla maggior parte di noi. Se proviamo a negarlo per non sentirci bambini ci ritroviamo a essere bambini due volte, giacché il livore natalizio, alla lunga, risulta stucchevole e odioso quanto il suo esatto contrario: il commercio, il buonismo, le tradizioni familiari. Cerchiamo un modo alternativo, a noi consono, e superiamo questa annuale forca caudina. In pace, se non altro. Laddove possibile, affrontiamolo in modo indolore, e se ci riesce... piacevole. Lo auguro sinceramente... anche a quelli che avremo dimenticato, per premura o caos o altro. 

Un abbraccio da un Altroquando.



lunedì 23 dicembre 2013

Natale in Vendita (un corto di Sergio Algozzino)

 

Sergio Algozzino lo conosciamo soprattutto come autore-disegnatore di fumetti dallo stile personalissimo. Colorista, organizzatore di eventi, ma anche musicista e cantante eclettico. Quest'anno, Sergio ci regala questo delizioso cortometraggio natalizio. Per un Natale fuori dagli schemi, e che sia in grado di salvare l'ottimismo laddove una festa dall'ingombrante zavorra commerciale rischia sempre di generare più irritazione che allegria. Un corto dalla regia pulita, lineare e dal ritmo coerente dall'inizio alla fine. Bravi nella loro spontaneità i due interpreti, Claudio Casisa e Annandrea Vitrano. Il resoconto leggero di un Natale "ai confini della realtà", dove il sapore dello stile algozziniano emerge dai dialoghi e dalla generale limpidezza. Un altro aspetto di un artista eclettico della nostra Palermo. Una parentesi video che consigliamo a tutti di regalarsi.





lunedì 14 gennaio 2013

Canto di Natale Zombi



Lo sappiamo. Già ci sembra di sentirlo: «Natale è passato, non ve ne siete accorti?»
E' vero, è un fumetto di cui sarebbe stato meglio parlare durante le feste. Detto questo, premettiamo che esistono comunque tre buone ragioni per parlare di questo Canto di Natale Zombi, targato Marvel.

1 – Natale sarà pure passato, ma gli zombi, di questi tempi, sono di gran moda.

2 – L'opera in questione è tratta da un classico intramontabile della letteratura inglese, rivisitato in mille modi e da mille media, e per la potenza dei suoi contenuti è un racconto che trascende le festività durante le quali è ambientato.

3 – Per quanto sia lecito guardarlo con sospetto, è davvero molto, molto carino.

Tutti conoscono (o almeno dovrebbero) la storia di Ebenezer Scrooge, il granitico taccagno uscito dalla penna di Charles Dickens e divenuto icona universale della redenzione di un'umanità indurita dalle amarezze della vita. Come dicevamo, Canto di Natale, di Dickens, conta un numero sterminato di versioni, riletture e adattamenti. Film, parodie, un celebre lungometraggio della serie animata Mr Magoo, e più recentemente un bellissimo speciale natalizio di Doctor Who, dove il signore del tempo deve riuscire ad ammorbidire in fretta l'animo cagliato di una versione avveniristica dell'irriducibile misantropo, assumendo il ruolo degli spiriti del Natale passato, presente e futuro.


Domanda: che cosa c'entrano... anzi, come possono entrarci gli zombi in un racconto che fa della riscoperta dei valori semplici e della gioia di vivere i propri cardini fondamentali?


C'entrano, c'entrano... Ed è tutto merito di George A. Romero, padre di tutti i morti ambulanti dell'età moderna, quelli cannibali, che già nello storico La Notte dei Morti Viventi, simboleggiavano un popolo di diseredati che si ridestava per divorare fino all'osso la società corrotta che li aveva resi reietti. In Canto di Natale Zombi, i fantasmi protagonisti del racconto originale lasciano posto a creature molto vicine all'attuale mitologia zombesca, ma tornando ad attingere ai sottotesti politici sdoganati da Romero nella sua fortunata serie cinematografica. Londra è allo stremo, assediata da un'orda di creature affette da una pestilenza che è stata definita morte famelica. Gli esseri umani contagiati mutano in cadaveri animati da un appetito insaziabile che una volta consumato tutto il cibo disponibile sbranano i propri simili, seminando morte e diffondendo il contagio. Natale è alle porte e l'unico cittadino che ancora possiede risorse in grado di tenere a bada la mostruosa fame della popolazione mutata è proprio il ricchissimo e inavvicinabile Scrooge. Ma che cos'è veramente la morte famelica? Da dove è arrivata fin nel cuore di Londra, come ha iniziato a diffondersi? La risposta non è scontata, e s'incastra in modo sorprendente con i temi dell'opera di Charles Dickens grazie alla sceneggiatura divertita e ispirata di Jim McCann, capace di riscrivere con una grazie inattesa una delle più grandi storie natalizie di sempre infondendole la componente horror di maggiore successo mediatico del momento.


Per un'operazione del genere, il kitsch e l'inutile profanazione letteraria erano rischi ovvi, eppure il lavoro di McCann funziona benissimo, accompagnato alle matite da David Baldeon, cartoonesco e malizioso quanto basta per evocare tanto Scrooge e gli spiriti del Natale che ben conosciamo quanto un'apocalisse zombi del tutto funzionale alla trama. L'avventura notturna di Scrooge e le tappe morali della sua redenzione rimane deliziosamente intatta, e la presenza (anche concettuale) dei morti viventi contribuisce all'ulteriore divulgazione di questo classico della letteratura. Commozione e divertimento non mancano, in una confezione che sprizza simpatia e sarebbe un bel regalo (non soltanto natalizio) per i più giovani che ancora non conoscono questo classico della narrativa inglese, ma anche per chi lo ama e può godere appieno questa nuova, riuscita variante.

Una sorpresa che magari non resterà negli annali del fumetto d'autore, ma che in mezzo a tante uscite trascurabili (e a tanti, troppi zombi) merita la lettura più di altro. E se fosse la sua origine letteraria a farvi arricciare il naso... Beh, sapete una cosa?
«I morti ti prenderanno, Barbara... I morti ti prenderanno...»




[Articolo di Filippo Messina]