lunedì 14 gennaio 2013

Canto di Natale Zombi



Lo sappiamo. Già ci sembra di sentirlo: «Natale è passato, non ve ne siete accorti?»
E' vero, è un fumetto di cui sarebbe stato meglio parlare durante le feste. Detto questo, premettiamo che esistono comunque tre buone ragioni per parlare di questo Canto di Natale Zombi, targato Marvel.

1 – Natale sarà pure passato, ma gli zombi, di questi tempi, sono di gran moda.

2 – L'opera in questione è tratta da un classico intramontabile della letteratura inglese, rivisitato in mille modi e da mille media, e per la potenza dei suoi contenuti è un racconto che trascende le festività durante le quali è ambientato.

3 – Per quanto sia lecito guardarlo con sospetto, è davvero molto, molto carino.

Tutti conoscono (o almeno dovrebbero) la storia di Ebenezer Scrooge, il granitico taccagno uscito dalla penna di Charles Dickens e divenuto icona universale della redenzione di un'umanità indurita dalle amarezze della vita. Come dicevamo, Canto di Natale, di Dickens, conta un numero sterminato di versioni, riletture e adattamenti. Film, parodie, un celebre lungometraggio della serie animata Mr Magoo, e più recentemente un bellissimo speciale natalizio di Doctor Who, dove il signore del tempo deve riuscire ad ammorbidire in fretta l'animo cagliato di una versione avveniristica dell'irriducibile misantropo, assumendo il ruolo degli spiriti del Natale passato, presente e futuro.


Domanda: che cosa c'entrano... anzi, come possono entrarci gli zombi in un racconto che fa della riscoperta dei valori semplici e della gioia di vivere i propri cardini fondamentali?


C'entrano, c'entrano... Ed è tutto merito di George A. Romero, padre di tutti i morti ambulanti dell'età moderna, quelli cannibali, che già nello storico La Notte dei Morti Viventi, simboleggiavano un popolo di diseredati che si ridestava per divorare fino all'osso la società corrotta che li aveva resi reietti. In Canto di Natale Zombi, i fantasmi protagonisti del racconto originale lasciano posto a creature molto vicine all'attuale mitologia zombesca, ma tornando ad attingere ai sottotesti politici sdoganati da Romero nella sua fortunata serie cinematografica. Londra è allo stremo, assediata da un'orda di creature affette da una pestilenza che è stata definita morte famelica. Gli esseri umani contagiati mutano in cadaveri animati da un appetito insaziabile che una volta consumato tutto il cibo disponibile sbranano i propri simili, seminando morte e diffondendo il contagio. Natale è alle porte e l'unico cittadino che ancora possiede risorse in grado di tenere a bada la mostruosa fame della popolazione mutata è proprio il ricchissimo e inavvicinabile Scrooge. Ma che cos'è veramente la morte famelica? Da dove è arrivata fin nel cuore di Londra, come ha iniziato a diffondersi? La risposta non è scontata, e s'incastra in modo sorprendente con i temi dell'opera di Charles Dickens grazie alla sceneggiatura divertita e ispirata di Jim McCann, capace di riscrivere con una grazie inattesa una delle più grandi storie natalizie di sempre infondendole la componente horror di maggiore successo mediatico del momento.


Per un'operazione del genere, il kitsch e l'inutile profanazione letteraria erano rischi ovvi, eppure il lavoro di McCann funziona benissimo, accompagnato alle matite da David Baldeon, cartoonesco e malizioso quanto basta per evocare tanto Scrooge e gli spiriti del Natale che ben conosciamo quanto un'apocalisse zombi del tutto funzionale alla trama. L'avventura notturna di Scrooge e le tappe morali della sua redenzione rimane deliziosamente intatta, e la presenza (anche concettuale) dei morti viventi contribuisce all'ulteriore divulgazione di questo classico della letteratura. Commozione e divertimento non mancano, in una confezione che sprizza simpatia e sarebbe un bel regalo (non soltanto natalizio) per i più giovani che ancora non conoscono questo classico della narrativa inglese, ma anche per chi lo ama e può godere appieno questa nuova, riuscita variante.

Una sorpresa che magari non resterà negli annali del fumetto d'autore, ma che in mezzo a tante uscite trascurabili (e a tanti, troppi zombi) merita la lettura più di altro. E se fosse la sua origine letteraria a farvi arricciare il naso... Beh, sapete una cosa?
«I morti ti prenderanno, Barbara... I morti ti prenderanno...»




[Articolo di Filippo Messina]

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