lunedì 25 dicembre 2017
...in fondo, Buon Natale!
E alla fine... in fondo... Buon Natale1
VIZ è una rivista satirica inglese nata nel 1979 dietro iniziativa dei fratelli Chris e Simon Donald, cui si sarebbero successivamente uniti altri artisti indipendenti. VIZ era una rivista autoprodotta che nasceva nel solco tracciato dalle punk fanzine del suo tempo, e presentava umorismo grasso e dissacrazione trasversale senza una posizione politica ben definita. Il successo la portarono a diventare una vera rivista e un oggetto di culto imitato anche da altri editori. Tra le tante strips prodotte dai Donald, in mezzo a tanto Humor of toilette (umorismo da cesso) c'erano le disavventure del Sig. Giles (o Piles) della serie "Nobby's Poiles". Avete visto il film "Idiocracy"? Ricordate lo show televisivo "Ahia, le palle!". Beh, siamo da quelle parti lì. Nobby è un poveraccio tarchiato eternamente sofferente di emorroidi la cui unica caratteristica è quella di beccarsi nel coolo praticamente di tutto. Ecco una sua avventura dal sapore natalizio.
lunedì 18 dicembre 2017
Era la Notte prima di... KRAMPUS!
Natale: ricorrenza, tradizione… festività? Come che sia, qualcuno ama rispettare certi appuntamenti. Il Natale è la festa della nostra infanzia, ma può anche essere il pretesto per osservare con occhio più smaliziato i rottami di un giocattolo che nel tempo si è guastato (ma con il quale si può sempre giocare e trasformare in altro). Riparliamo del Klaus di Grant Morrison (pensavate che fosse finito là dove l’avevamo lasciato? Naaaaa!) e dell’indipendente Tim Baron con il suo “T’Was the Night Before KRAMPUS”. Un alternativo, psichedelico, tenebroso, cinico, goliardico, piacevole Natale a tutti quelli che apprezzano almeno un pezzetto di questo menu festivo.
mercoledì 6 dicembre 2017
Una lezione di Storia del Fumetto: l'Accademia di Belle Arti di Palermo nella nostra Biblioteca
Una bella esperienza, oggi, ospitando alla Biblioteca Salvatore Rizzuto Adelfio presso il TMO - Teatro Mediterraneo Occupato, una lezione di Storia del Fumetto del Professore Camillo Bosco (che ringraziamo) per il corso di Fumetto dell' Accademia di Belle Arti di Palermo. Non potevamo sperare in un inizio più promettente. Grazie a tutti gli studenti che hanno partecipato. Il sogno di Salvatore Rizzuto Adelfio di far vivere il suo progetto oltre la chiusura della sua libreria si è definitivamente realizzato. Un progetto di condivisione e sinergie tra più forme di creatività.
Nuova vita. Nuovo Tardis. Nuovi companions. Nuovi viaggi.
Ci sarà sempre un Altroquando a Palermo.
venerdì 1 dicembre 2017
Doomsday Clock #1: ...è il seguito di Watchmen?
Qualche riflessione sull'inizio di "Doomsday Clock", di Johns e Frank. La rinascita del cosmo DC partita con "Rebirth" entra nel vivo, e si parla di (blasfemo) seguito del capolavoro di Alan Moore: Watchmen. Raffreddiamo il bollenti spiriti, esaminiamo le premesse di questo primo capitolo e cerchiamo di capire dove potrebbe portarci nei mesi a venire...
lunedì 27 novembre 2017
Riapertura della Biblioteca Salvatore Rizzuto Adelfio
La serata di rilancio della Biblioteca Salvatore Rizzuto Adelfio è stata un evento partecipato, interessante e per me commovente. Grazie a tutti. Lo spazio sta già continuando a crescere, nello spirito che era quello dell'Altroquando di Salvatore. Speriamo di riuscire a farne un nuovo luogo di cultura e condivisione a Palermo. Grazie al TMO - Teatro Mediterraneo Occupato, grazie a AniMa Nerd Family - Palermo, a Claudio Iemmola, ad Arcigay Palermo, ad L'Abattoir... e scusate se mi sfugge qualcuno. Grazie per i bellissimi doni, libri, fumetti e anche altro, che avete continuato a portare durante la serata. Siete stati grandi. E' bello crescere insieme a voi.
La biblioteca è aperta il pomeriggio nei giorni di Giovedì, Venerdì e Sabato dalle ore 16:30 alle ore 20:00. E' comunque possibile convenire visite su appuntamento anche per le Domeniche o nelle mattinate contattandoci con la messaggistica di questa pagina o inviando una mail a altroquandopalermo@gmail.com.
domenica 26 novembre 2017
Marvel's The Punisher: Impressioni finali
Terminata la visione di questa prima, e
per ora unica stagione, la serie Netflix dedicata a The Punisher, si
colloca a mio giudizio su livelli molto alti, contendendo il primato
a Daredevil, non fosse per la sua natura derivativa e
cronologicamente subalterna.
Lo dico, lo accenavo già durante la
visione dei primi episodi, perché questa serie mi ha piacevolmente
spiazzato. Non sono particolarmente legato al personaggio
fumettistico del Punisher, che trovo troppo bidimensionale, e spesso
narrato in modo eccessivamente ottuso, cavalcando la
spettacolarizzazione di una violenza che sacrifica l'approfondimento
narrativo.
Be', tutto questo nella serie interpretata da Jon Bernthal non c'è. Questo Punisher arriva quasi a scrollarsi di dosso l'etichetta di antieroe facendo prevalere la seconda metà di questa doppia qualifica. La violenza è dosata (e badiamo bene, non manca affatto) a favore di un racconto teso, e della caratterizzazione di un protagonista non banale, dove i salti temporali danno a tutto (specialmente nello splatteroso finale) un crescendo da tragedia elisabettiana. L'ossessione onirica del Punisher, la sua fondamentale rettitudine, non erano mai state raccontate così bene. Non in versione live action, almeno. Finora.
Be', tutto questo nella serie interpretata da Jon Bernthal non c'è. Questo Punisher arriva quasi a scrollarsi di dosso l'etichetta di antieroe facendo prevalere la seconda metà di questa doppia qualifica. La violenza è dosata (e badiamo bene, non manca affatto) a favore di un racconto teso, e della caratterizzazione di un protagonista non banale, dove i salti temporali danno a tutto (specialmente nello splatteroso finale) un crescendo da tragedia elisabettiana. L'ossessione onirica del Punisher, la sua fondamentale rettitudine, non erano mai state raccontate così bene. Non in versione live action, almeno. Finora.
Non solo. Per una volta il villain,
riconoscibile immediatamente solo da chi conosce bene la fonte
fumettistica (e questo, stavolta, non è un difetto) è una nemesi
sfaccettata, ben costruita, carismatica e buca lo schermo fino al
twist finale sul quale è meglio tacere. Fanservice per i lettori
affezionati, chiusura del cerchio per il pubblico più generalista.
Un finale in cui il Punitore è il Punitore, ma in modo sottile, non
banale.
La serie, inoltre, prende abbastanza le
distanze dalle precedenti serie targate Marvel Netflix. Niente
Rosario Dawson, nessun riferimento alla battaglia di New York. Solo
Frank Castle con la sua storia e un personaggio chiave che fa da
legame funzionale (ma non solo) alla sua precedente apparizione nella
seconda stagione dedicata a Daredevil.
Per tutte queste ragioni, mi aspetto
che a tanti questa serie non piaccia. Proprio perché riesce a
rimuovere la fondamentale banalità del personaggio cartaceo, a
umanizzarlo e a intrecciare gli aspetti più violenti con un
procedere del racconto secondo i criteri del thriller.
Per una volta, una trasposizione che
spiazza in modo positivo e arricchisce, a mio modesto avviso, una
fonte spesso stereotipata. Un tempo, in qualche redazionale, il
Punitore fu definito “ottuso”. Bene. Stavolta non lo è. Ma
proprio per niente. E' possibile empatizzare. E senza sentirsi in
colpa.
Non era facile, e per questo promuovo
Marvel's The Punisher a pieni voti.
domenica 19 novembre 2017
Marvel's The Punisher: Prime impressioni...
Devo ammettere che ero abbastanza prevenuto sulla serie Netflix dedicata a "The Punisher". Il debutto del personaggio, stavolta con il volto dell'attore John Bernthal, nella seconda stagione dedicata a "Daredevil" era stato molto convincente. Ma puntava tutto sulla scelta di affidargli un ruolo da antagonista e non, a differenza dei tre film precedenti, da protagonista assoluto. Questo permetteva un'introduzione graduale di Frank Castle e un crescendo che permetteva di empatizzare con il personaggio nonostante gli aspetti estremi. Dimostrazione che gli adattamenti seriali di stampo televisivo, quando parliamo di alcune trasposizioni dai fumetti al live action, funzionano meglio (almeno per gli appassionati delle controparti cartacee) se centellinate sul piccolo schermo che sintetizzate su quello grande. Ma the Punisher è un personaggio difficile da adattare. Troppe le parentele con icone cinematografiche abusate, tra cui troviamo i vari giustizieri della notte, Rambo e relativa progenie. Una cosa - pensavo - è vedere intrecciare la sua storia a quella del diavolo di Hell's Kitchen, con un parallelismo tra due differenti visioni di giustizia. Altro è narrarlo da solo, abbandonandolo alla consueta orgia di violenza. Beh, forse (dico forse) non è così. Almeno dalle prime tre puntate, la strada imboccata sembra prendere le distanze dal modello sparatutto che avevo paventato. Ed è possibile che proprio questo diventi l'elemento che deluderà alcuni fans di Frank Castle, che magari attendevano qualcosa di diverso. L'azione e la violenza (che non mancano, eh!) si fanno attendere e sono dosate nel corso di una narrazione noir dove ha molta importanza una battaglia mentale, fatta di sotterfugi, interazioni, rivelazioni, e dove gioca un grosso ruolo l'arrivo del personaggio fondamentale di Micro.
L'alternanza temporale e gli inserti onirici che rappresentano l'origine (più complessa di quello che sembrava) e l'ossessione di Frank Castle, permettono ancora una volta di calarsi nella mente di un personaggio sfaccettato, e non di un'ottusa macchina di morte (che in ogni caso esiste, e quando scatta fa veramente paura). Un Punisher, dunque, riflessivo e misurato, ma in senso buono, se la serie conserverà questa scelta ritmica (anche se è probabile che a un certo punto inizieranno le mitragliate e tutto bruci, bisogna vedere con quale conto alla rovescia). Un Punisher, oltretutto, più marvelliano di quelli visti finora. E non soltanto per la presenza di Karen Page o l'inserimento del già citato Micro. Una serie di inside joke e riferimenti potrebbero far sorridere i Marvel fans. Non sono indispensabili, ma siamo pur sempre di fronte a un prodotto di ispirazione fumettistica. E stavolta, più delle precedenti, si guarda parecchio alla fanbase. Vedremo come procederà. Per adesso lo sto apprezzando più delle ultime produzioni Marvel's Netflix. Magari sono in controtendenza, o i prossimi episodi mi faranno cambiare idea, considerato che ormai difficilmente mi entusiasmo per questo genere di prodotti.
Per il momento, mi sento solo di dire, come fa uno dei personaggi: «Bentornato, Frank!»
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