Ieri ho avuto una notizia dolceamara...
E' come se la scena della demolizione del Nuovo Cinema Paradiso si fosse protratta per tre lunghissimi, dolorosi anni. Un istante sospeso, trascinato nel tempo come un fuoco che ti arde senza concederti il lusso di morire. Ora quell'interminabile tuffo al cuore può iniziare a concludere la sua corsa, mentre la lotta per la memoria di ciò che è stato e ciò che ancora potrà essere continuerà.
Alastor, il punto vendita di una grossa catena di distribuzione che si era insediato con una nuova licenza nel vecchio locale in affitto dove un tempo c'era la libreria Altroquando per rilevarne la clientela, sta traslocando. Probabilmente con una sua insegna identificativa (sarebbe logico), e in una zona meno problematica dal punto di vista commerciale (nessuno lo sa meglio di me che l'ho vissuta). Quella bottega, dunque adesso sarà chiusa per un po', e se sarà affittata ad altri e riaperta è molto improbabile che presenti la stessa tipologia di attività. Si conclude dunque quella sensazione di identità strappata (fino a pochi giorni fa, clienti di Alastor, cercando la fumetteria, si sono rivolti a me sui social della nuova associazione culturale Altroquando). Data la superficialità di una città con la memoria debole, il rischio della sovrapposizione rimane, e pertanto la mia battaglia per l'identità culturale di Altroquando (che ricordiamo, non era soltanto una fumetteria) non si ferma qui. Oggi sicuramente c'è un cambiamento importante, il resto lo scopriremo. Ma vedere indossare da estranei l'abito di una persona cara, e il nome della mia famiglia attribuito a qualcosa di totalmente diverso, ha allungato l'elaborazione del lutto oltre i tempi massimi.
Palermo, non deludermi. Adesso non hai più scuse per voltare pagina, o per scambiare un centro commerciale per un centro culturale. Ci sarà sempre un Altroquando. Quello di Salvatore Rizzuto Adelfio, che ti parla di fumetti, sì... ma anche di tante altre cose, perché è fatto di sogni, di idee, di impegno, di passione e voglia di condividere.
Ci vediamo presto in un Altroquando. Addio (perdonami, ma era ora) pezzo di vita in Via Vittorio Emanuele 143. Ti ricorderò come qualcosa che si è fatto amare e odiare nello stesso tempo, come tutte le storie d'amore. Ma come Papillon aggrappato alla sua zattera, resisto e grido a pieni polmoni: «Sono ancora vivo, maledetti bastardi! Sono ancora vivo!»
So per certo che Salvatore avrebbe adorato questa citazione.
---- oooO- LE STRADE PER UN ALTROQUANDO -Oooo ----
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