venerdì 11 ottobre 2019
Coming Out Day 2019
Oggi è il coming out day. Personalmente, non ho avuto questo problema né in famiglia né sul lavoro. Semmai l'ho avuto con me stesso, con cui ho giocato a nascondino per lunghi anni prima di comprendermi e accettarmi. E scoprire che era tutto molto più facile di quanto pensassi. Lo celebro con questa (per me fantastica) foto di un attore e personaggio che amo molto (sì, anche in quel senso). Sembra che David Harbour sia del tutto consapevole di essere diventato un'icona sexy per gli orsi gay, e che abbia preso a giocare in rete ammiccando anche a questi ammiratori. A giudicare dalla terza stagione di "Stranger Things", direi che ne sono consapevoli anche sceneggiatori e registi (a buon intenditore...). Un augurio di vita migliore a chi continua a porsi problemi. Che magari a volte esistono, ma che hanno bisogno di essere affrontati per poter scomparire.
lunedì 7 ottobre 2019
The Head Hunter [di Jordan Downey]
"The Head Hunter"(Il cacciatore di teste) è un bizzarro film (Fantasy? Horror?) diretto dal regista Jordan Downey nel 2018. Un film pressoché muto (i dialoghi ci sono, ma ridotti a un osso di pochi centimetri) che punta gran parte della sua durata (breve, dura poco più di un'ora) sull'atmosfera e la presenza, in sostanza, di un solo personaggio protagonista (l'attore norvegese Christopher Rygh). Un cavaliere vive isolato in una casupola in mezzo ai boschi dove, tempo prima, la figlioletta è stata uccisa da una creatura soprannaturale. La sua vita è scandita dall'attesa della vendetta e da una costante lotta contro i mostri che infestano quelle lande. Forse orchi, forse troll o altro (il film è molto avaro di spiegazioni). Qualcuno gli segnala la presenza dei mostri per mezzo di messaggi inviati su pergamena, quasi dei bollettini che segnalano la presenza di banditi ricercati, come i cartelli "wanted" del far west.
Il cavaliere, però, non è un cacciatore di taglie, ma di teste, che conserva come trofei, impalandole su pioli dentro la sua casa o su bastoni nel campo circostante. Le sue battaglie contro le creature mostruose sono tutte tenute rigorosamente fuori scena. Quella che ci viene narrata è la sua quotidianità, tra uno scontro sanguinoso e l'altro. Il cavaliere torna ogni volta con una nuova testa mostruosa da aggiungere alla sua macabra collezione. Cura le proprie ferite con erbe e pozioni magiche (veramente magiche!) e attende l'incontro finale con il suo antico nemico. Giorno dopo giorno, i suoi rituali diventano per noi familiari. Finché qualcosa non andrà storto. Tremendamente storto...
"The Head Hunter", con la sua narrazione minimalista, i suoi lunghi silenzi e lo sconcertante finale, potrebbe dare l'idea di un cortometraggio allungato oltre misura. Eppure sarebbe ingeneroso giudicarlo così. Il film di Jordan Downey, che si era fatto notare nel 2013 con l'horror comedy "Thankskilling", con protagonista un tacchino demoniaco, è un vero dipinto vivente. Un film dove i silenzi, la fotografia, i dettagli, il sangue e l'attesa dell'inevitabile, contribuiscono a plasmare un'esperienza cinematografica totalizzante, che non ha bisogno delle parole per essere completa. Un piccolo gioiello da ammirare con attenzione.
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sabato 5 ottobre 2019
Martin Scorsese contro i cinecomics
A
proposito della questione Scorsese vs cinecomics...
L'espressione
"Non è vero cinema" andrebbe riportata con i piedi per
terra. Non presa alla lettera, insomma. E soprattutto bisognerebbe
imparare a non offendersi per questo genere di cose. Io non ne ho
memoria, ma è stato mai detto che i cinepanettoni non sono vero
cinema? In ogni caso qualcuno potrebbe dirlo. E anche in quel caso
sarebbero solo parole. Perché persino i cinepanettoni sono cinema.
Un brutto cinema. Un'espressione deteriore del cinema, che a lungo il
botteghino ha premiato. Dire che qualcosa "non è cinema",
ma anche "non è musica" o altro, è da intendere
semplicemente come "non lo condivido. Non lo apprezzo. Non lo
capisco. Non lo pratico. Per me la vera arte si esprime in modi
diversi". E' tutto qui, e penso proprio fosse quello che Martin
Scorsese intendesse dire, che lo si condivida o meno. Anche il
paragone con i luna park è scontato. Quanti film kolossal, nel corso
della storia, sono stati paragonati a baracconi? E' solo un modo di
dire, per affermare che il proprio interesse e il proprio rispetto si
focalizza su altri aspetti di quella forma d'arte. Ed è soprattutto
legittimo, anche se può non piacere.
Prendete
"Avengers: Endgame", film che ha emozionato molti
spettatori e irritato altri. Io stesso sono un fruitore del Marvel
Cinematic Universe, e per primo a mio modo apprezzo alcuni (non
tutti) di questi film, compreso l'ultimo Avengers.
Eppure,
se qualcuno, metodicamente, mi spiega che la sceneggiatura è piena
di buchi logici e tante cose non funzionano, non posso fare a meno di
dire a me stesso: «Minchia! E' vero!»
Ciò
non toglie che il film possa essere apprezzato. Anche da me che ne
vedo i limiti. Perché gli stessi limiti logici, le stesse pecche e
contraddizioni, sono il pane quotidiano dei fumetti seriali (per loro
natura caotici e pasticciati) che questi film traspongono al cinema.
Richiedono la disponibilità ad accettare l'inaccettabile (parliamo
di supereroi e di universo condiviso). Un tipo di sospensione
dell'incredulità che non va bene per tutti. Un tipo di suggestione
che ignora la logica narrativa a beneficio di altri tipi di
suggestione, legati al carisma di personaggi e dinamiche che non
tutti possono, e soprattutto sono tenuti, a gradire. Sentir dire
pertanto che i cinecomics "non sono cinema" non è una
bestemmia, non è un'offesa alle nostre madri. Ma solo una formula di
chi cerca la suggestione cinematografica prevalentemente altrove.
Prendiamo la frase come un classico “nun me piace 'o presepe".
E ricordiamo che c'è gente, ancora oggi, che dice che certi tipi
d'amore non sono vero amore. E certi tipi di famiglia non sono una
vera famiglia. E questo, se permettete, è veramente grave e richiede
la nostra attenzione. Cerchiamo di dare il giusto peso alle cose e a
prendere i diversi modi di fruire il cinema con più leggerezza.
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venerdì 4 ottobre 2019
JOKER di Todd Phillips
Non
sono mai propenso a definire un film appena visto come un
"capolavoro". Sottoscrivo l'adagio che i capolavori, i film
epocali, sono quelli che si dimostrano tali nei tempi lunghi, e solo
successivamente manifestano la loro immortalità. Inoltre la parola
con la C mi suona troppo come un contemporaneo sinonimo di «Wow!
Figata!». E questo lascia il tempo che trova. Senza girarci
ulteriormente intorno, dirò che il film mi è piaciuto. Ancora non
so se molto o abbastanza, ci sono cose che hanno bisogno di essere
metabolizzate affinché le si possa comprendere a pieno. A visione
ultimata, direi che è un bel film. Che resta dentro e spinge a
ruminare quanto visto per decifrarlo meglio. La polemica cinecomics
sì o no, oltre a essere inutile è totalmente campata in aria. Il
film di Phillips non potrebbe esistere senza i twist che alludono
alla sua origine fumettistica e ne reinventano determinati elementi,
prospettandoli sotto una luce inedita. O almeno perderebbe buona
parte della sua ragion d'essere, cioè la rilettura in chiave critica
di un mito moderno. E' un film di forte impatto, non un film
perfetto. E' un film che farà discutere, soprattutto per i suoi
contenuti più audaci che si prestano a dibattiti anche discretamente
accesi. Altro non si può aggiungere, perché andremmo a toccare
snodi di trama che è meglio scoprire al cinema. Ma ci sarebbe tanto
da dire. In tutto questo, la performance di Joaquin Phoenix è
eccelsa. Da premiare con l'oscar? Non spetta a me dirlo. Bisognerebbe
aver visto e valutato con attenzione tutte le interpretazioni
candidabili di questa stagione. Diciamo solo che è un'ottima prova e
che alla fine del film, Phoenix è senz'altro il Joker. Un Joker più
complesso del solito, di cui abbiamo visto delle fragilità, ma non
per questo meno sinistro. Nel doppiaggio, Adriano Giannini si è
riscattato alla grande dai suoi recenti lavori meno ispirati. Nel
complesso, un film da vedere e di cui parlare. E su questo non ci
piove. Ne parleremo. Oh, se ne parleremo...
giovedì 3 ottobre 2019
La Biblioteca SRA si rinnova e si rilancia
La Biblioteca Salvatore Rizzuto Adelfio si riorganizza e riparte con nuovi progetti inerenti sia il TMO - Teatro Mediterraneo Occupato che l'associazione Altroquando di Palermo. L'obiettivo è adesso quello di moltiplicare le iniziative e rendere il progetto biblioteca più variegato e interessante. A questo scopo, lo spazio presso il Teatro Mediterraneo Occupato andrà verso una fase di miglioramento strutturale, volto a ottimizzare i locali per ospitare sempre meglio libri e iniziative che possano integrarsi con le attività del teatro stesso. Contestualmente, il patrimonio fumettistico viene spostato presso la sede dell'associazione culturale Altroquando (in zona Notarbartolo), dove (dopo opportuni lavori di predisposizione) sarà di nuovo possibile visitare e fruire la Biblioteca del Fumetto.
L'iniziativa pertanto continua a crescere e la biblioteca, in un futuro prossimo, declinerà il suo nome al plurale “biblioteche”, con più specifiche culturali sempre intitolate alla memoria di Salvatore Rizzuto Adelfio, fondatore di Altroquando a Palermo e indimenticato operatore culturale.
Vi terremo puntualmente informati delle tempistiche. Grazie per la pazienza e per tutto il sostegno che state dimostrando, aiutando a crescere il nostro sogno di condivisione culturale.
Grazie
a tutti per il costante sostegno e le frequenti donazioni lbrarie.
Presto documenteremo i nuovi arrivi e vi terremo informati degli
sviluppi. E a fine settimana, sul canale Youtube arriva il secondo
capitolo della Storia dei Cinecomics. A presto.
Per
sostenere la biblioteca autogestita potete donare libri e fumetti
(contattateci alla mail altroquandopalermo@gmail.com) o fare una
piccola donazione monetaria sul nostro conto
Paypal: http://paypal.me/altroquandopalermo
Ma
potete anche scegliere di acquistare un titolo ancora assente dallo
scaffale e farlo pervenire alla nostra associazione. Grazie a tutti
per l'affetto e la solidarietà che dimostrate. Ci sarà sempre un
Altroquando.
WISHLIST
AMAZON: http://amzn.eu/5qHcH99
sabato 28 settembre 2019
Un fumetto... un mese... un anno
Per il giorno del mio compleanno ho voluto fare un gioco.
Cercare quale fumetto era uscito lo stesso mese e anno della mia nascita, nel mio caso, quindi Settembre del 1963. Il risultato è stato il numero #4 di Spider-Man (per me l'Uomo Ragno per tutta la vita): "Nothing can stop... the Sandman". Anche se da noi in Italia sarebbe arrivato solo nel 1970, questo è il fumetto della mia nascita. Per festeggiare a modo mio, ho voluto rileggerlo. E' curioso notare che uno dei personaggi che più mi hanno influenzato uscisse nelle edicole proprio il mese in cui nascevo presentando uno dei suoi villain più iconici. L'Uomo Sabbia. L'episodio presenta un Uomo Ragno in cui sono presenti tutti i tratti fondamentali che hanno reso il protagonista un eroe fuori dagli schemi fino a quel momento canonici. Un ragazzino che commette errori (interviene per fermare dei ladri prima che commettano l'effrazione, e questi lo denunciano), che non sa che pesci pigliare davanti a un nemico potente (che lo apostrofa "E tu saresti un supereroe?"). E che alla fine vince non grazie ai suoi poteri speciali, ma all'ingegno. Insomma, una storia in cui ancora oggi posso ritrovare tutto l'Uomo Ragno che ho conosciuto e amato da giovanissimo. Come ci trovo l'amore per il fumetto che avrebbe influenzato tutta la mia vita anche da adulto, tracciando la rotto in più occasioni.
Grazie per tutti gli auguri che mi state inviando. Grazie a tutti quelli che hanno donato e che donano per sostenere la Biblioteca del Fumetto dedicata alla memoria di Salvatore. Grazie per essere presenti. Ci sarà sempre un Altroquando.
lunedì 16 settembre 2019
Mistery of the Batman [by Big John Creation]
"Mistery
of the Bat-Man" è una serie amatoriale prodotta dal canale Big
John Creation come omaggio all'Uomo Pipistrello creato nel 1939 da
Bob Kane. La serie di corti, attualmente ancora in fase di
pubblicazione, ricalca il format del cinema seriale degli anni trenta
e quaranta, e si presenta come una perduta produzione girata negli
anni 30. La prima, in teoria, a portare il personaggio di Batman
sullo schermo, mai arrivata nelle sale e andata smarrita per decenni
fino a un recente, fortuito, ritrovamento. Su queste premesse
fittizie, si basa una serie di capitoli che riproducono atmosfere,
tecniche e dinamiche del cinema d'intrattenimento di quegli anni
andati. Un Batman grezzo, come poteva essere rappresentato negli anni
30. Un esperimento di fancinema bizzarro e un affettuoso atto d'amore
verso uno degli eroi a fumetti più popolari di sempre.
Sarebbe simpatico se qualcuno si incaricasse di produrre dei sottotitoli in italiano.
Sarebbe simpatico se qualcuno si incaricasse di produrre dei sottotitoli in italiano.
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