La prima famiglia Marvel ritorna dopo un periodo di letargo. Molte aspettative e un cast di autori collaudato. Siamo solo all'inizio, ma certe cose non cambiano mai. «Io ti osservo, Marvel! Io ti OSSERVO!»
Un mito del fumetto americano. Un altro del fumetto italiano. La fine di Rat-Man ci fornisce lo spunto per parlare di Leo Ortolani e della sua poetica, tra umorismo ed echi marvelliani, omaggio e crescita artistica. E di riparlare di una delle sue prime prove d'autore: l'ultima avventura dei Fantastici Quattro, partendo là da dove Jack Kirby aveva abbandonato la sua creatura dopo gli screzi con Stan Lee. Molto più di un tributo da parte di un autore già molto avanti rispetto agli anni novanta in cui ha prodotto quest'opera. Leggi i Fantastici Quattro di Leo Ortolani: http://www.rat-man.org/i-fantastici-quattro/
Ok, potrebbe essere (e forse sarà) un film del tutto inutile. Magari proprio brutto. Stupido. Infedele al massimo alla controparte cartacea. E io tutta sta voglia di difendere qualcosa che non si è ancora visto, che conosciamo solo da annunci e trailer, non ce l'ho. So però che comincio a scazzarmi nel sentirlo vituperare a mitraglia. Mi sembra più infantile di quanto un film (forse, probabilmente, inutile e mediocre) potrà riuscire a essere. E c'è anche qualcosa di talebano. Anzi, talebanerd. Io la vedo così. I Fantastici Quattro sono un fumetto le cui fondamenta iconiche sono profondamente avvinghiate agli anni sessanta. L'uomo non era ancora arrivato sulla luna e l'ingenuità regnava sovrana. Presumere di farli tali e quali non può fisiologicamente portare troppo lontano dagli esiti di Tim Stoy. L'idea di provare a trarne ispirazione per dire altro (forse come Ang Lee con il suo controverso Hulk) mi suscita un minimo sindacale di curiosità. Il film non s'intitola nemmeno Fantastic Four, ma gioca con la parola "Fantastic" integrando il 4 in modo che il riferimento ci sia e non ci sia. Sentire parlare della Torcia di colore mi ha stancato (ma è davvero una trasgressione così terribile?! Veramente non vi siete ancora dati pace?!). Sentire che la Cosa non ha gli occhioni blu come Lisa nella canzone di Mario Tessuto mi fa ridere fino alle lacrime. Ma non possiamo attendere di vedere che hanno combinato e discuterne con cognizione di causa? Nerd sì, ma... con juicio, perdinci!
Può avere senso discutere di un film
non ancora uscito?
Ma sì, dai, che non si fa male a
nessuno. Al limite si spreca un po' di tempo... si punzecchia
qualcuno sui social network, oppure ci si esalta con aspettative alte
o basse. E' Internet, bellezza! Ma non è stato
sempre così, è storia recente. E con i cinefumetti sta andando
anche peggio. Certo, il cinema attinge a letteratura e teatro sin
dalle sue origini, ma vuoi mettere la nona arte? La storia del cinema
è zeppa di adattamenti, ma i lettori di fumetti sanno sempre quello
che vogliono. Ti aspettano al varco e non perdonano. Ogni film è
preceduto da una lunga novena, e – confessiamolo – il rituale
dell'attesa fa parte del piacere. Sono come gli esercizi spirituali
che precedono la Pasqua cattolica. A quanti piace spulciare quelle
notiziole, spesso imprecise se non del tutto false, che abbiamo
imparato a chiamare rumors? Vuoi mettere il delizioso, quasi mistico,
piacere che danno al nerd che è in noi quando annunciano che il film
in lavorazione conterrà questo o quell'elemento? E sbirciare quelle
prime immagini... i concept, i bozzetti, e i casting... Wow!
Applaudire o restare senza saliva a forza di sputi contro
l'attore/attrice di turno è uno sport tutto nuovo e decisamente in
fase di espansione. Importa poco se tutto è pura teoria, tutto
rimandato all'uscita effettiva della pellicola. Dopotutto che
possiamo saperne, si chiacchiera di aria fritta. E alla resa dei
conti, i giudizi sbagliati non sono neppure mancati. Ricordate il
dissenso per la statura di Hug Jackman, troppo alto per incarnare
Wolverine, quando vedemmo le prime immagini del casting relativo al
primo X-Men di Bryan Singer? E della valanga di pomodori lanciati alla foto
di Quicksilver interpretato da Ewan Peters, ne vogliamo parlare?
Stavolta però il discorso è diverso.
Parliamo del nuovo film dedicato ai Fantastici Quattro per la regia
di Josh Trank, regista che si è fatto notare per l'esperimento
Chronicle, pellicola girata in POV che esplorava il mondo dei
superpoteri senza attingere a nessuna fonte fumettistica cartacea. I
Fantastici Quattro, al cinema, hanno avuto finora poca fortuna. Non
impelaghiamoci sui titoli precedenti, e non per cieco disprezzo, ma
perché ci porterebbero fuori strada. Parliamo di Trank e del suo
film, del quale è da poco uscito il trailer, e delle aspettative
che, contro ogni previsione, è riuscito a conquistare. Sì, perché
fino a poche settimane fa, il film sulla prima famiglia Marvel
diretto da Trank era tra le produzioni più ignorate, dileggiate,
sottovalutate dal fandom. Il concetto di reboot (nel senso di nuovo
punto di partenza senza legami con le pellicole precedenti) è sempre
spinoso. Sicuramente l'annuncio che il personaggio chiave di Johnny
Storm, la scoppiettante Torcia Umana, il membro più spettacolare del
gruppo, non sarebbe stato un giovane guascone biondo, ma l'attore
Michael B. Jordan, che essendo di colore si colloca molto distante
dalla figura conservata per decenni nell'immaginario dei lettori di
mezzo mondo, aveva gettato parecchia acqua sul fuoco. La ribattezzata
Torcia Nera è stata la pietra dello scandalo che ha suscitato prima
un'ondata di indignazione generale (e giù a premettere di non essere
razzisti, ma...), poi la rimozione del film di Trank dall'agenda dei
progetti più attesi, quasi non esistesse neppure più.
Le acque sono tornate a bollire quando
è stato annunciato l'intero cast e sono state pubblicate le foto. Un
vero tornado nelle menti dei marvel fans, funestate da un casting a
base di attori giovanissimi e tutti clamorosamente fuori ruolo. Non
hanno aiutato neppure il rumor riguardo una Sue Storm che
probabilmente non amerà Reed Richards ma (forse) Ben Grimm
(interpretato stranamente da Jamie Bell, l'ex bambino danzante di
Billy Elliot) e l'origine totalmente riscritta del Dottor Destino,
qui un giovane e arrogante blogger. Meno scalpore ha suscitato il
riferimento alla Zona Negativa e al suo ruolo nell'acquisto dei
poteri da parte del quartetto. Niente raggi cosmici, sorry. Del
resto, “raggi cosmici” significa poco, visto che quando
Fantastici Quattro iniziò le pubblicazioni i viaggi nello
spazio erano appena iniziati e di cosa c'era effettivamente là fuori
non si sapeva praticamente nulla. E poi c'è la versione Ultimate a
fare da capro espiatorio. La serie era brutta, ma l'espediente della
Zona come fonte delle origini non era proprio da scartare.
Mettiamoci i volti giovani e poco empatici degli altri interpreti e
la frittata è stata fatta. Fantastici Quattro di Josh Trank
era il male, e nessuno lo aspettava proprio più, se non per
vituperarlo ancora e pure svogliatamente.
Che cosa è cambiato, allora, nelle
ultime settimane? Due cose, fondamentalmente.
Intanto, Josh Trank ha rotto il
silenzio e ha parlato diffusamente della sua idea del film e di come
intende rivisitare il quartetto. In un'intervista succosa ha
affermato che per approcciare a questi quattro supereroi e alla loro
nemesi si è ispirato al cinema “del corpo” di David Cronenberg.
Il racconto avrà un tono cupo e molto spazio sarà dato alle
mutazioni mostruose e shockanti che i protagonisti dovranno subire.
«Alcune scene» ha affermato Trank, «vi ricorderanno film come
Scanners e La Mosca.»
Il secondo evento è stata l'uscita del
primo trailer. Un video di pochi minuti che per atmosfere ricorda
recenti colossi della fantascienza d'autore (Interstellar,
Gravity), una colonna sonora cui ha contribuito nientemeno che
Philip Glass, ma soprattutto alcune scene, velocissime e seminali,
che sembrerebbero confermare la lettura fantascientifica e
cronenberghiana annunciata da Josh Trank.
I Fantastici Quattro come Scanners
e La Mosca, quindi.
Sarà vero?
Certo, se a Trank riesce di mandare la
palla in buca sarebbe uno sballo.
Resta il fatto che i Fantastici Quattro
marvelliani ne uscirebbero snaturati. Ma sarebbe così grave?
L'idea base, il tono della serie
(soprattutto all'inizio della gestione di Lee e Kirby) erano tra le
più leggere, ingenue, e quindi tra le più difficili da traghettare
nel linguaggio cinematografico senza scadere in un prodotto
infantile, oppure senza tradirne gli aspetti iconici.
La sensazione che suscita questa
campagna mediatica è strana. Come se ogni mossa pubblicitaria avesse
giocato con gli umori del fandom a bella posta, quasi ci si stesse
divertendo a provocarli.
Adesso è abbastanza chiaro che il film
di Trank (a prescindere sia bello o brutto) si propone come un
esperimento fuori dal coro. In una fase commerciale in cui l'aderenza
alla fonte fumettistica si dimostra vincente, questo titolo sembra
imboccare deliberatamente la strada opposta, e presentarsi come una
rivisitazione che prenderà spunto dall'essenza dei personaggi, ma
che si riserva di sviluppare atmosfere e contenuti tutti suoi.
Qualche parentela (ideale) con l'Hulk
di Ang Lee? Anche quel film fu disprezzato da molti, né mancarono
spettatori infuriati che affermarono che con Hulk la pellicola di Lee
non aveva niente a che vedere.
Sorge il sospetto che persino la
scelta di un attore afro per il ruolo tradizionalmente
biondoocchioceruleoragazzobiancoammerigano di Johnny Storm
abbia poco a che fare con il politically correct imperante. Si è
scritto tanto, si è detto tanto, della scelta mediatica di un attore
nero solo per ragioni politicamente inclusive. Si è parlato del
rapporto fratello-sorella con Sue, del fatto che saranno fratelli
adottivi (ed è Sue, la ragazza bianca, a essere stata adottata). Ci
si è pure chiesti (legittimamente) perché non fare di loro due
fratelli dalle madri diverse... e tutto potrebbe starci. Quello che
irrita è la difesa fuori luogo (miope, e probabilmente involontaria)
del concetto di famiglia naturale (ebbene sì). C'è persino chi ha
detto che Johnny e Sue non possono essere fratelli adottivi, giacché
una delle caratteristiche fondanti dei Fantastici Quattro è il loro
essere famiglia, e che sarebbe un peccato rinunciare a questo legame
fondamentale tra i personaggi.
Perdonate. Sorvolando sul fatto che
essere stati adottati non rende meno famiglia... ricordiamoci di Ben
Grimm. Nel quartetto ha sempre svolto il ruolo dello zio, un po' come
se fosse il fratello di Reed. Ma non lo è. E' solo un vecchio,
carissimo amico. Eppure nessuno si è mai sognato di dire che la Cosa
non facesse parte della Prima Famiglia Marvel. E non credo si
comincerà adesso.
E sì, i fumetti non saranno più una
cosa per bambini, ma a volte certe cose vanno ricordate ugualmente.
Tornando alla Torcia Nera, esiste una
minuscola possibilità che il politically correct sia solo un
pretesto, e che in realtà si tratti di un gancio mediatico che si
sta rivelando anche piuttosto efficace. Oltre a far tanto parlare, il
Johnny Storm afro era solo l'apripista di un intero cast che a un
lettore accanito non può che apparire disastroso. Sì, disastroso,
se quello che ci si aspetta, che si desidera, è una trasposizione su
schermo pedissequa e rassicurante del fumetto che abbiamo sempre
letto.
Il trailer ci mostra (per pochissimi
secondi) una Cosa esplodere da una massa rocciosa apparentemente
informe. Una torcia infiammarsi da lontano per un istante e un
braccio protendersi fuori scena (forse allungandosi) con grande
fatica. Niente di tutto questo garantisce che alla fine della fiera
vedremo un film riuscito, o realmente in linea con l'estetica
fantascientifica e “corporale” di David Cronenberg. Ma se si
voleva giocare sul contrasto, sulla variante di icone amatissime,
penso che il progetto sia ormai scoperto.
E il titolo? La grafica del logo originale si presenta così: FANT4STIC. Come se il vero titolo fosse, insomma "Fantastico" e il numero "4" fosse in qualche modo suggerito, implicito, ammiccante.
I Fantastici Quattro di
Josh Trank, comunque vada, non sembra proporsi come un cinefumetto
convenzionale, ma come una fantasia arbitraria su un modello di cui
resteranno soltanto alcune tracce essenziali. Questo ci induce ad
attenderlo con curiosità, se non altro per scoprire cosa diavolo
hanno combinato, e se magari tante deroghe al fumetto non possano
produrre alla fine uno spettacolo cinematografico perlomeno
interessante.
Giusto? Sbagliato? Chi lo sa? E ancora
una volta abbiamo parlato e scritto di aria fritta. Quello di cui
discorriamo veramente, noi nerd, quando ci avventuriamo in queste
congetture, sono le nostre passioni, quello che ci piacerebbe vedere
e quello che temiamo di trovarci davanti. Niente di più.
Il resto è solo attesa e speranza di
riuscire ancora a stupirsi.
L'atteso episodio che dovrebbe raccontare la dipartita di un membro storico dei Fantastici Quattro, nel nostro paese non è ancora uscito. Riesce difficile pensare che, nell'era di Internet, dei forum e delle anticipazioni più o meno sussurrate, ci sia ancora qualcuno che ignora l'identità del morituro (per quanto nessuno creda possa trattarsi di una morte definitiva). Per correttezza, evitiamo spoiler, per quanto possano essere ormai scontati, e parliamo d'altro. Parliamo del futuro immediato della serie Fantastic Four dopo la scomparsa di un protagonista illustre. Negli Stati Uniti, è già avvenuto. L'improvviso lutto muta lo status quo del quartetto (meno uno), il titolo della testata, l'estetica generale e i comprimari. Sempre per evitare fastidiose anticipazioni, siamo costretti a limitarci nell'uso delle immagini, ma possiamo rivelare che (almeno per il momento) la testata Fantastic Four è stata sospesa, e che al suo posto ha iniziato a uscire la sua erede, intitolata FF - Future Foundation.
Il quartetto, diventato un trio, rinnoverà il suo statuto trasformandosi in una fondazione scientifica cui aderiranno altri eroi ben noti ai Marvel fans. Il primo tra questi? L'Uomo Ragno (evidentemente, la sua militanza nei Vendicatori non bastava), giunto a riempire il vuoto appena creatosi nel gruppo con un look che sarà comune a tutti gli altri elementi della squadra, rivoluzionando la classica uniforme azzurra con lo stemma del 4. A ideare le nuove divise è stato l'editor Tom Brevoort, mentre il disegnatore Marko Djurdjevic li ha realizzati graficamente aggiungendovi del suo, come la struttura a cellette romboidali che prende il posto dello stemma storico.
Dopo l'Uomo Ragno nero e l'Uomo Ragno d'oro, quindi, ci toccherà vedere in azione l'Uomo Ragno bianco, membro ufficiale della Fondazione Futuro, diretta evoluzione di quelli che sono stati i Fantastici Quattro.
In America, il primo numero di Future Foundation è uscito lo scorso Marzo 2011, e ha subito scalato la vetta delle classifiche superando le 100.000 copie vendute. Un vero record, il che dimostra che gli espedienti marvelliani, volti a eliminare ciclicamente un personaggio e a ridefinirne lo scenario, ha tuttora un discreto impatto commerciale.