giovedì 19 gennaio 2017

The Savage Sword of Jesus Christ [di Grant Morrison e Molen Bros]


«Non sono venuto a portare la pace... ma la spada!»

La frase del Vangelo diventa il simbolo di una nuova opera provocatoria dell'autore scozzese Grant Morrison, il cui primo capitolo è appena stato pubblicato sul numero 284 della rivista statunitense Heavy Metal. Un Gesù feroce e invincibile, che scende dalla croce per andare alla conquista di un mondo che reclama come suo regno. Questo secondo la fantasia malata di Adolf Hitler, in un'ipotetica applicazione di quello che fu il Cristianesimo Positivo, progetto nazista di epurazione della matrice ebraica dalla religione cristiana per forgiare un vessillo funzionale al Terzo Reich. L'irriverenza di Morrison si serve di quella folle reminiscenza storica per produrre una metafora sulla contraffazione strumentale delle culture e dei linguaggi. Un fumetto violento, ironico e grottesco che sicuramente farà discutere.

Cover of Conan Theme (Anvil of Crom by Basil Poledouris) di Camilo Melgaço Canale Youtube di Camilo Melgaço: https://www.youtube.com/channel/UCe91...

Aquista Heavy Metal 284 (formato Kindle in inglese) su Amazon: http://amzn.to/2jyaeJX

mercoledì 18 gennaio 2017

Vedute: Jim Steranko



Marvel, anni sessanta... una galassia lontana, lontana, verrebbe da dire guardando, oggi, le tavole psichedeliche di Jim Steranko, e il suo lavoro su Nick Fury – Agent of S.H.I.E.L.D. (pubblicato sulla rivista contenitore Strange Tales). Nel contemplare l'opera di Steranko non si può fare a meno di pensare a quanto alcuni artisti siano talmente in anticipo sui tempi da arrivare praticamente in ritardo. La tecnica surreale con influenze di optical art, una tecnica astratta in seguito divenuta rara sulle pagine dedicate ai supereroi. Anzi, a una spia che si muoveva, strisciava, si nascondeva, saltava tra le pieghe dell'universo supereroistico. Un contesto fantascientifico ipnotico e destabilizzante come pochi. Se Steve Ditko, con le sue storie del Doctor Strange aveva saputo creare un mondo mistico composto da geometrie sfuggenti, le tavole di Steranko erano pura arte pop ipercinetica. Qualcosa di troppo potente, troppo anarchico, forse, per diventare canone in un genere conservatore come quello degli eroi in tuta. E non è forse un caso se la sua carriera di artista è proseguita svicolandosi dalla nona arte.







martedì 17 gennaio 2017

Sherlock Holmes è un supereroe?


Abbiamo visto che gli eroi con superpoteri discendono da miti, leggende e poemi cavallereschi. Ma anche dalla letteratura popolare, nutrita dall'immaginario collettivo del suo tempo. Spesso scoviamo antenati insospettabili frugando tra le pieghe della fantasia. Sherlock Holmes, l'investigatore per antonomasia, non sarà uno di questi? E se la risposta fosse sì, perché? Ragioniamo sulla natura del più celebre degli investigatori privati, sulla sua storia e sulle riletture più recenti, passando dai fumetti (anche supereroistici) fino all'acclamata serie britannica interpretata da Benedict Cumberbatch. E' lecito domandarsi: Sherlock Holmes è un supereroe?

La cover del tema di Sherlock è eseguita da The Radical Array Project
Canale The Radical Array Project: https://www.youtube.com/channel/UC-wYklxb1kBxs90ZfXGs45w

lunedì 9 gennaio 2017

Vedute: Junji Ito



Frankenstein di Mary Shelley ha avuto numerosissime letture a fumetti. Alcune hanno avuto forma di seguiti apocrifi, più o meno fedeli alle atmosfere orrorifiche e gotiche del romanzo o trasfigurate in chiavi del tutto differenti, fino alla serialità confinante con il genere che fa capo ai supereroi. Altre si sono cimentate nell'illustrazione del libro della Shelley o in veri e propri adattamenti dell'opera originale. Non si può non ricordare, a questo proposito, il lavoro di Bernie Wrightson, che sicuramente rimane tra le prove d'autore più degne di nota. A sua volta l'opera di sintesi svolta da Junji Ito, maestro dell'orrore giapponese contemporaneo, attraverso la lente della sensibilità tutta orientale per il macabro e la paura dell'ignoto, colpisce per la sua tenebrosa intensità. Il suo estro per “l'orrore del corpo” è a suo agio nel mito del moderno Prometeo. E tocca corde quanto mai inquietanti, dipingendo un mostro raramente così spaventoso e nello stesso tempo tragico.







sabato 7 gennaio 2017

Cat Eyed Boy di Kazuo (Umezz) Umezu



Se ci sono autori che fanno scuola, Kazuo (UMEZZ) Umezu è sicuramente tra questi. Patriarca dell'orrore nipponico e pioniere del perturbante a fumetti nelle sue successive declinazioni, è rimasto a lungo inedito nel nostro paese. Quel vuoto oggi è colmato dalle edizioni Latitudine 42 con Cat Eyed Boy (Nekome Kozo) con quattro volumi che raccolgono la saga del ragazzo per metà demone felino. Ma all'orizzonte c'è dell'altro. Il 2017, per l'Italia, potrebbe essere l'anno della rivincita di Umezu, visto che la Hikari ha già annunciato un'altra sua importante opera: Aula alla deriva. Yokai maligni, body horror, ansia e perturbante. Un manga che conserva ancora oggi più di un motivo di interesse.

giovedì 5 gennaio 2017

Vedute: Jason Pearson


Quello di Jason Pearson, tra i disegnatori “non canonici” (ammesso che dire così oggi abbia ancora senso) attivi nell'ambito supereroistico, è uno degli stili che amo di più. Per chi è cresciuto conoscendo e adorando le anatomie spettrali di Steve Ditko su l'Uomo Ragno delle origini, in seguito canonizzato dal più regolare e realistico John Romita Sr., il disegno di Pearson ha un sapore che mixa la nostalgia con la voglia di trasgredire. Un tratto quasi umoristico, ma virato di oscurità ed epicità. In grado di presentare nella medesima tavola personaggi dai lineamenti essenziali e pose di grande impatto visivo. Un piglio grottesco e nello stesso tempo eroico. A volte ai limiti del parodistico, ma senza mai sconfinare nella vera e propria caricatura. Personalmente, adoro il suo Wolverine tracagnotto, quasi goffo ma inquietante e bestiale come non mai. Basta osservarlo per avere la sensazione di ascoltarne il ringhio. Così come ho adorato la sua Tempesta, algida e minimalista (ma proprio per questo efficacissima) del suo primo Annual degli X-Men. I volti spesso deformati in smorfie esagerate che rievocano quasi antiche pose da cinema espressionista. 

Una Emma Frost altezzosa e ironica come una diva del muto. Un Wolverine posseduto dalla Covata (anche se è solo una simulazione) che sostanzialmente mostra il volto estremo della ferocia che già porta in sé. Un Ciclope quadrato, leader tutto d'un pezzo. E' un po' come se la matita di Pearson grattasse via dagli eroi in tuta la patinatura eroica, e mostrasse anche il senso del buffo, del sardonico, che può trasparire dalle loro imprese sopra le righe. Un rompere la buccia supereroistica per affondare i denti nella polpa. Un gusto forse non per tutti, ma sicuramente forte.








mercoledì 4 gennaio 2017