Marvel, anni sessanta... una galassia
lontana, lontana, verrebbe da dire guardando, oggi, le tavole
psichedeliche di Jim Steranko, e il suo lavoro su Nick Fury – Agent
of S.H.I.E.L.D. (pubblicato sulla rivista contenitore Strange Tales).
Nel contemplare l'opera di Steranko non si può fare a meno di
pensare a quanto alcuni artisti siano talmente in anticipo sui tempi
da arrivare praticamente in ritardo. La tecnica surreale con
influenze di optical art, una tecnica astratta in seguito divenuta
rara sulle pagine dedicate ai supereroi. Anzi, a una spia che si
muoveva, strisciava, si nascondeva, saltava tra le pieghe
dell'universo supereroistico. Un contesto fantascientifico ipnotico e
destabilizzante come pochi. Se Steve Ditko, con le sue storie del
Doctor Strange aveva saputo creare un mondo mistico composto da
geometrie sfuggenti, le tavole di Steranko erano pura arte pop
ipercinetica. Qualcosa di troppo potente, troppo anarchico, forse,
per diventare canone in un genere conservatore come quello degli eroi
in tuta. E non è forse un caso se la sua carriera di artista è
proseguita svicolandosi dalla nona arte.