Il nome di Alan Moore fa certamente suonare un campanello nella memoria di molti appassionati di fumetti. Il fondamentale Watchmen, certo. Il geniale V for Vendetta, ovvio. L'ambizioso e inquietante From Hell, il giocoso La Lega degli Straordinari Gentlemen. I lettori più onnivori e attenti ricorderanno anche piccole gemme firmate dal bardo di Northampton, come la storia immaginaria (non lo sono tutte?) dedicata a Superman, Che cosa è successo all'Uomo del Domani? Batman, The Killing Joke. La saga di Capitan Bretagna, le brevi run sullo Spawn di Todd McFarlane e altro ancora. Ma in quanti penserebbero a Devil? Ebbene, non sono molti a ricordarlo in Italia, ma l'avvocato cieco protettore di Hell's Kitchen è passato, in qualche modo, anche sotto il pennino fatato di Moore.
E' avvenuto negli anni ottanta, sulla rivista britannica intitolata proprio The Daredevils (Gli Spericolati), dove apparirono per la prima volta gli episodi di Capitan Bretagna firmati da Moore e disegnati da Alan Davis, e dove fu ristampata anche lo storico, fortunato ciclo di Devil scritto da Frank Miller che ridefinì del tutto il personaggio del vigilante cieco e del suo mondo.
Alan Moore pubblicò sulla rivista questa breve parodia tutta dedicata alla versione milleriana di Devil, al suo tono da romanzo hard boiled, alle sue ambientazioni cupe e ai suoi personaggi ruvidi. Non a caso il breve racconto si intitola GRIT (praticamente, Il Grinta), canzonatura sul tono da scuola dei duri che Frank Miller aveva impresso alla serie sul diavolo rosso. Atmosfere malsane, oscure ambientazioni metropolitane, villain mai così crudeli e morti improvvise. Un vero spartiacque stilistico che avrebbe influenzato, nel bene e nel male, molte celebri icone a fumetti, fino alla ridondanza e alle sue applicazioni più estreme e commerciali (come ha fatto notare l'autore Mark Waid, recentemente trionfante agli Eisner Awards proprio per la sua gestione di Daredevil). GRIT, la parodia di Moore gioca esattamente con le spigolosità del racconto che si propone come noir a ogni costo, e le mette alla berlina con humor britannico proprio nel loro periodo di maggiore popolarità. Le didascalie hanno un tono sarcastico, quasi provocatorio nei confronti del lettore, mentre il disegnatore Mike Collins offre a sua volta una gustosa citazione dello stile di Miller, delle sue ombre e dei suoi manierismi. Daredevil, l'Uomo senza Paura, diventa così Dour (Cupo, Tetro) Devil, l'Uomo senza il senso dell'Umorismo, e la sua crociata contro il crimine di New York è sbeffeggiata con il medesimo spirito di casa su riviste come Mad, magazine noto anche per le sue parodie supereroistiche. E' probabile che questo breve scherzo sarebbe caduto nel dimenticatoio se a firmarlo non fosse stato l'autore di così tanti classici moderni. Ma una delle arti più seducenti del mago Alan Moore è sempre stata anche la sua duttilità, la capacità di cambiare pelle e sorprendere. E' con piacere, dunque, che riscopriamo questo suo divertito, grintoso, esercizio di stile.