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mercoledì 24 agosto 2016

Torna a casa, Makkox (Lettera aperta a un vecchio amico)



Il rapporto di Altroquando con Makkox è di lunga data, e risale a tempi ormai eroici. Tempi in cui la nostra fumetteria a Palermo era ancora esistente (e se leggendo queste righe vi sorprendete, significa che camminate senza guardare le insegne e forse neppure la faccia delle persone). Coreingrapho era un sito giovane e in piena attività. Si parlava sempre più spesso di fumetto verticale e autori, oggi di culto, come Makkox e Zerocalcare iniziavano a emergere dalla rete per approdare sulla carta stampata. I tempi cambiano. I linguaggi pure, e persino le persone. Oggi Makkox, a fianco di Zoro a Gazebo, è soprattutto un personaggio televisivo. Cosa che non ha incrinato la sua forza artistica e ha incrementato la sua popolarità, ma su un piano mediatico differente rispetto agli esordi. Questa lettera aperta, questo video, è una rimembranza nostalgica, e anche un domanda, rivolta a un vecchio amico con il quale abbiamo percorso un pezzo di strada insieme.

lunedì 5 novembre 2012

Makkox: Satiri e Satira - L'intervista di TG3web


Se qualcuno se la fosse persa, la corposa, interessante (e divertente) intervista del TG3Web a Marco Makkox Dambrosio (con l'intervento dei lettori in videochat) è tutta disponibile qui, grazie agli archivi del TG3. Il grande vignettista e narratore a fumetti (a noi piace definirlo così) si racconta e risponde liberamente alle domande del suo pubblico con la consueta verve. Alla vigilia di Lucca Comics and Games 2012 (appena concluso), TG3 ci ha offerto un viaggio nei progetti, nei pensieri e nelle impressioni di uno dei personaggi più importanti e sfaccettati del fumetto italiano emersi nell'ultimo decennio. In attesa de I Pescecani, volume della Bao Publishing che segnerà il finale dell'ancora incompiuta saga pubblicata su Canemucco, parliamo di Full Monti, di satira e satiri veri, quelli con le corna. Insomma... Makkox è qui. 
Buona visione.

sabato 19 novembre 2011

Zerocalcare - La profezia dell'armadillo - Il booktrailer


Zerocalcare - La profezia dell'armadillo è una delle produzioni su cui l'eclettico Makkox ha steso la sua ala, consentendo a un giovane artista ancora poco noto (Zerocalcare, appunto) di raggiungere una più vasta fetta di pubblico dopo gli assaggi apparsi nell'antologico (e rimpianto!) Canemucco. Preparatevi a ridere a ogni pagina, seguendo le vicende quotidiane (eppure surreali) di un incasinato giovane artistoide e del suo amico immaginario. Una sorta di Harvey di hollywoodiana memoria, solo che al posto del gigantesco coniglio troviamo un malizioso armadillo, nel ruolo non sempre facilmente distinguibile di coscienza o suggeritore di soluzioni a volte feroci per i mille problemi di ogni giorno. Con un tratto essenziale e caratteristico, Zerocalcare crea così un proprio microcosmo comico, spesso grottesco e di forte impatto visivo. Zerocalcare - La profezia dell'armadillo può essere richiesto direttamente all'autore presso il suo sito http://ink4riot.altervista.org/, o acquistato presso le rivendite cui è stato distribuito (sempre nel sito troverete l'elenco). Per chi vive a Palermo e dintorni, poi... lo trovate da AltroQuando, che diamine!




mercoledì 4 maggio 2011

Ladolescenza di Makkox...

Ladolescenza, la nuova, particolare fatica di Makkox, autoprodotta e a tiratura limitatissima, è qui. Un lavoro certosino per confezionare due versioni del medesimo volume, ognuna pregiata a suo modo. Raccoglie storie già pubblicate su rivista più un racconto inedito. Due le versioni, di 10 euro la più economica, mentre per 30 euro potrete portare a casa l'edizione stampata su carta di qualità e impreziosita da un acquerello originale (differente in ogni copia) a firma dell'autore.

Così Makkox descrive il suo lavoro:

"L’Albo tecnicamente è un albo alla francese con variazione, in quanto non ha copertina cartonata, per scelta. È grande, formato A4, ha 48 pagine, è stampato su carta naturale pura cellulosa di alta qualità e grammatura, è rilegato a filo, non semplicemente incollato, ha copertina della stessa carta dell’interno, ma due volte e mezzo più pesante com’è corretto che sia, la copertina non è tagliata a filo con le pagine, ma ha le bandelle piegate per offrire al pollice quel dentino lì che dici oh, ora apro e lo leggo, oppure rimani a fare flip flip flip che ti piace sentire quella listella sporgente sotto il pollice".

Ogni ulteriore premessa è superflua. Ladolescenza parla della prima parte della vita, di quella zona sconosciuta, temuta, rimpianta, amata, odiata, sopravvalutata, spesso sprecata... e che... dole.

Insomma, è Makkox. E se non sapete con chi avete a che fare... Beh, siete voi a perderci.



martedì 5 aprile 2011

Il Canemucco 4


 Ogni uomo uccide ciò che ama... Chi ha coraggio usa la spada... Chi è codardo, un bacio...

Ogni nuova uscita del Canemucco è diventata un piccolo evento. Un parto artistico lungamente sospirato, lento, struggente. Dopo molti mesi dall’uscita del terzo numero, un volumetto interamente dedicato a Makkox e a una delle sue migliori storie, ecco arrivare il nuovo atteso capitolo. L’episodio precedente aveva lasciato i lettori annichiliti e ammirati, con un finale che semplicemente non poteva essere diverso. Dettato dalle regole, non scritte ma nobili, del crescendo e della buona narrazione. Nel quarto Canemucco ci troviamo davanti a un interludio che potrebbe traghettarci in un ciclo tutto da scoprire, dopo la conclusione della prima, meravigliosa trilogia.

Ritroviamo l’eroe di Makkox che più abbiamo imparato ad amare in una storia retrospettiva dal sapore elegiaco, che ci svela qualche dettaglio sulla giovinezza di Mimì e sulla sua origine di “Ronin” metropolitano. La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde ci echeggia nella memoria lungo tutta la durata di questo racconto introspettivo, che sfrutta un collaudato cliché da soap opera per portare in scena un viaggio nella mente e nelle motivazioni del protagonista. Mimì, maschera di una compassione che non mostra mai il suo volto, magistrale sintesi delle miserie e delle grandezze umane. L’epica di fondo ci ricorda le passioni tribali cantate da Léopold Sédar Sengor a proposito di Chaka, condottiero Zulu che per conquistare una forza superiore è costretto a uccidere la sua amata Noliwe. Makkox attinge ai semi di questa mitologia selvaggia e li scalda con le pulsioni mediterranee che gli sono proprie, il suo linguaggio tagliente e quella sensibilità per immagini che è ormai il suo segno distintivo. Forse qualche concessione di troppo alla verbosità, o magari un legittimo momento di riflessione dopo l’intensità dei capitoli precedenti. Le emozioni, però, non mancano e suscitano ulteriore attesa.

Roberto Recchioni riscopre la tradizione orale, e ci propone un viaggio negli anni ottanta, fatto di colori, sapori, languori e speziato con una generosa dose di ironia al testosterone. Parcheggiato per un momento l'elogio dell'ignoranza con cui aveva esordito nel numero precedente, il Recchioni irriverente e leggero, ammiccante all'underground e alla provocazione d'annata, buca la pagina con maggiore efficacia. Quel che lascia perplessi sono le prove degli altri autori, e non certo perché manchino di talento o di suggestioni, ma forse soltanto perché la personalità del capocomico (e in questo caso anche il mestiere del nostromo) rubano la scena ai comprimari senza averci fatto assistere a nessuna vera competizione. Il sommario del Canemucco, principalmente nato come veicolo per il teatro disegnato di mastro Makkox, fatica ancora a offrire un menu che sia armonico e vario. Le capacità grafiche e descrittive di Ennio Buffi e Davide G. G. Caci sono ben sopra la media, ma la breve storia di senilità non commuove, così come l'altrettanto crepuscolare racconto di Manlio3, e a suo modo la novella minimalista di Flaviano Armentario. Un trittico di racconti che sembrano tratti dall'antologia di un unico autore, dove si respira la poetica di Raymond Carver, fatta di quotidiane amarezze, e dove è possibile ammirare prove pittoriche più che piacevoli. Ma è proprio l'uniformità di atmosfere a pesare sul tutto impedendo alla mongolfiera di prendere davvero il volo, e a conferire ai pur gradevoli fumetti presentati un sentore di prova d'esame, tecnicamente riuscita ma appena scolastica. Il discorso non è troppo diverso per Zerocalcare, più a suo agio con l'umorismo surreale, ma anche lui armato di una spada non ancora adeguatamente affilata.

Il Canemucco, del resto, nasce come un curioso esperimento di alchimia fumettistica, non a caso definito “spettacolo di carta”. Dove andrà, come evolverà, è tutto da vedere. Il risultato attuale, con tutti i suoi pregi come tutti i difetti, lo rende però già un prodotto fuori da molti dei canoni vigenti. Difficile da collocare, e perennemente sospeso tra le arti dell'illustrazione e della narrativa come raramente un fumetto riesce a essere. Per questo ce lo teniamo stretto, con tutti i suoi nei. Perché, con il Canemucco, è un piacere anche contare quelli. Uno per uno.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.


[Articolo di Filippo Messina]

 


martedì 5 ottobre 2010

Toglietemi TUTTO... ma non il Canemucco!


Perché il Canemucco... è!

Il Canemucco 3



[Lettera aperta. Riceviamo e pubblichiamo]


Fammi un po’ capire, MakCocks...
Davvero pensavi di passarla liscia? Sei talmente pieno di te da sentirti in una botte di ferro?
Prima fai aspettare i tuoi lettori DUE MESI. Poi (squillino le trombe) sforni un terzo numero del Canemucco con i crismi del One-Man-Show. Così, quasi ti fosse scappata una goccia troppo generosa dal pannolone. Opsss! Dovevi dimostrarlo per forza, vero? Che quella goccia era la più limpida, la più frizzante, la più buona, neanche fosse acqua Rocchetta che ti fa diventare bella, alta e Miss Italia. Cerrrrrto. Nessuno doveva dubitare che eri in grado di mettere su un albo tutto da solo, senza zavorra né rete di sicurezza. E sì! Subdolo come sei, questo era un colpo di mano che sicuramente progettavi da tempo. E questo, poi! Questo Perline qui! Questo racconto che puzza di sociale, di coscienza malata (come la tua, semplicemente fetida!), e della più sporca, la più putrida, feroce delle redenzioni. Puah! Okay, okay! I pensieri infilati come perline in un ago fino a formare una collanina... un braccialetto... o una storia di Makkox. Tutte queste carinerie, simili a una graziosa e profumata pianta carnivora che ti alletta, ti blandisce e... ZAFFE!

Ma dico! La presenza dell’acqua, buia e gelida, sin dal principio... Questo cavolo di incipit sommessi pronti a uncinarti le budella neanche fossi Ian McEwan (ma cosa sogni? Il premio Pulitzer?). Quegli stronzissimi, improvvisi lampi di crudeltà, talmente asciutta e somministrata a tempo da sembrare quasi poesia. Ma si può sapere chi ti credi di essere? So io dove te lo dovrebbero cacciare quell’ago, pensa tu. Per poi tirarlo fuori e ricominciare daccapo. Te la combino io una bella collanina. Non ti bastavano due numeri di una rivista così fuori dal coro? Dovevi per forza andare oltre! Beh, la pacchia è finita, Mak. Le lodi da due soldi le lasciamo ai radical chic del fumetto. I tuoi lettori fanatici possono farsi un giro, nessuno ti proteggerà. Vedrai! quando meno te lo aspetti, ti raggiungerò nel sonno, e ti darò la sonora lezione che meriti.

Chi sono? Dai, sapevi che sarebbe successo. Basta poco. Un po’ di rumore in rete, quattro disegni fatti con la mano manca, un minimo di popolarità... la reazione chimica giusta perché il caos generi la tua immagine speculare. Stavolta, Mak, vengo alle rotte. Davvero, non ti digerisco neanche col bicarbonato. Ti detesto e voglio farti del male. Sono la tua nemesi: il Caneminchia! Pronto ad addentarti le chiappe fino a spremerne sangue nero. E non ti darò tregua, né allenterò la presa...
Perché questa non me la dovevi proprio combinare.

In giro, un coglione ha scritto che i tuoi fumetti ricordano il teatro. Sì, quello dei Pupi. Le tavole di Perline a me ricordano proprio quei fondali lì, dove Bradamante e qualche moro se le danno con grande strepito perdendo vituzze e chiodini su tutte le assi del palcoscenico. Solo che sul TUO palcoscenico, tutto seminato di ciarpame tagliente, gli spettatori tu ce li fai BALLARE A PIEDI NUDI, pezzo di sadico depravato! Non contento, gli cacci pure le dita negli occhi. Con quelle splashpage descrittive e dense che levati. Certo che nella tua sconfinata presunzione, riterrai che queste siano il mezzo per rallentare il racconto e introdurre (tacendo, per fortuna) i pensieri più riposti dei personaggi. Tavole intere dedicate a questo per accaparrarti l’intero albo, egocentrico della madonna. Macchie di colore da accecare un daltonico. A qualche boccalone, digiuno del buon fumetto, darai pure a bere che non lo fai a benefizio di natura. Ma non vedrai scodinzolare il Caneminchia alla tua corte, no. Lascia pure che gli sprovveduti pensino che usi il colore per comunicare a un livello profondo, e non in modo assolutamente casuale o solo perché ti attizza l’effetto di quella tinta. Il cromatismo che diventa una sola cosa con la narrazione... figuriamoci! L’azzurro e il color sabbia per introdurre un clima leggero e vacanziero, dove prevalgono toni pastello, squarciati ogni tanto da prosaici grigioverdi o vampate di ocra tiepido. Poi, d’un tratto: quel rosso cupo e quel giallo acido. Tosti come la collera, come l’amarezza, come il dolore. Vorresti farmi credere che adesso fai parlare i tuoi personaggi anche attraverso le scelte cromatiche? Ma vaffanzappa! Nessuno lo fa. Perché tu dovresti?

E non ho mica finito... ti prendi tutto questo tempo per scrivere una storiaccia che sembra la caricatura di un episodio dell’Ispettore Derrick, e di che parli? Ci sbatti dentro gli ultimi, neanche a farlo apposta proprio quelli nell’occhio del ciclone in questi mesi. E la cronaca. Quella assente, quella a margine, quella che nessuno vuole ascoltare, minchia di un cane!
E l’ironia, maledetto! Quell’ironia che... fa male! E non dovrei odiarti? Volerti vedere finito? Umiliato? Ridotto a un grumo di muco che frigge sull’asfalto cocente? Ma li hai letti i fumetti italiani popolari? Hai imparato niente nella vita? I personaggi di carta non parlano così. Non rompono il cazzo al lettore pretendendo di saltare fuori dalla pagina, e soprattutto...

Ma che dai in ciampanelle?! Non ti perdonerò mai!

Perline è l’inizio della tua fine. I calci nel sedere potevo anche sopportarli. Ma un colpo al cuore, no. Per questo non c’è perdono. Dicano pure, i cretini, che sei un artista come in Italia non se ne vedevano da tempo (ne avessi una sporta). Che migliori a ogni uscita (in malvagità e tracotanza). Che la qualità dei tuoi fumetti e la particolarità della tua arte fanno di te un personaggio unico da leggere assolutamente (per poi morire disperati). Adesso basta, qualcuno deve fermarti prima che tu faccia troppi danni. Il mercato è già in crisi, e non ha bisogno che una scheggia impazzita come te, come Mimì  (ma la sua squinzia, sempre in topless, si chiama Michela o Miriam, diascane?!), come Tony Capatonda e il loro malefico microcosmo, apra altre brecce alla sperimentazione. Non ti darò tregua, e quando non passerai le notti turbato da incubi raccapriccianti in cui il commissario Corrado Cattani ti strizza le palle fino a farti decolorare ogni singolo pelo del corpo, saprai che dietro ogni angolo, ogni spigolo acuminato, sotto ogni chewingum incollato sul posto a sedere del tram, sotto ogni cacca di cane che ti appresti a pestare, potrei esserci nascosto io. E quando l’angoscia ti avrà consumato e ti avrà reso l’ombra di quello che sei (altro del paperotto allampanato che usi come controfigura), il Caneminchia mostrerà i denti. Ti salterà alla gola e succhierà quel brodo di pollo che ti scorre nelle vene. Devo distruggerti, affinché l’ossessione che ho per te e il tuo discutibilissimo modo di fare fumetto non mi costringa ad acquistare e leggere ogni singola stronzata porti sopra il tuo odiato nome: Makkox! Potrebbe andarmi in vacca il cervello. Anzi, è già così. Ed è tutta colpa tua...

Perline, me le chiama!
Sticazzi! Non lo dovevi fare...






Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.



[Articolo di Filippo Messina]


lunedì 12 luglio 2010

A qualcuno piace Makkox...

L'esilarante, conturbante, interessante, sfiancante, nevrotizzante, affascinante, edificante, effervescente presenza di Makkox da AltroQuando. Una ciurma di canemucchi adottivi e ululanti è corsa a raccogliersi intorno al loro padre spirituale. Caponata, vino bianco e allegria a tignité. Un caloroso grazie a Marco e Valeria per la loro simpaticissima visita.


domenica 11 luglio 2010

Makkox a Palermo: Prime tracce

  

Sole cocente, impepata di cozze, polpette di sarde, caponata, oloturie umane, canemucchi e Makkox.

...succede solo da AltroQuando.

 

 

Gli artisti sono sempre recalcitranti a far scattare foto quando disegnano su tovaglie e roba del genere. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare... E all'Arte quel che è dell'Arte.

Nel film di Ken Russell "Messia Selvaggio", lo scultore Henry Gaudier diceva: «L'arte è di tutti. Mangiate l'arte! Pulitevici il culo, magari! Ma non ignoratela! Usatela e vivetela!»

 

venerdì 9 luglio 2010

E Makkox si avvicina...


Benvenuto da AltroQuando.

Makkox, l'autore del fumetto evento "Le [di]visioni imperfette", pubblicato da Coniglio Editore, sarà a Palermo il prossimo 10 Luglio 2010, alle 17,30 presso la fumetteria AltroQuando in via Vittorio emanuele 143, per incontrare i suoi lettori e presentare la sua nuova rivista intitolata "Il Canemucco". Makkox (pseudonimo di Marco Dambrosio) esordisce qualche anno fa su Internet, sperimentando un innovativo sistema d'impaginazione della tavola a fumetti appositamente pensato per il web e la lettura in senso verticale. Si fa subito notare per lo stile grafico personale e l'umorismo caustico, in grado di spaziare da seri temi politici all'ironia più spassionata. Gestisce il sito Core Ingrapho [http://www.coreingrapho.com/], magazine elettronico dedicato a firme emergenti del panorama fumettistico italiano. Dopo aver pubblicato “Le [di]visioni imperfette”, nel 2010 lancia “Il Canemucco” [http://www.canemucco.com/], rivista che definisce un palcoscenico di carta, vetrina per le sue storie più ambiziose con l'intervento di amici autori sia affermati che esordienti. Il 10 Luglio, da AltroQuando, Makkox parlerà proprio del “Canemucco”, della sua genesi e dei suoi orizzonti. Si discuterà di fumetti, si disegnerà bevendo vino bianco e degustando caponata. Interverrà anche l'attore palermitano Davide Enia.

Per informazioni: Tel. 091. 6114732; info@altroquando.org

Sito Web: http://altroquandopalermo.blogspot.com

Altroquando su Facebook: http://www.fbartist.com/altroquando

 

 

giovedì 8 luglio 2010