venerdì 30 novembre 2018

Gli Amori di Altroquando: Episodio 1


Primo (ma secondo, dopo lo sperimentale numero Zero) episodio del Podcast "Gli Amori di Altroquando". 
Stavolta a essere proposto in questo formato, è un adattamento della mia conferenza sulla violenza di genere, tenuta ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo nell'ambito della manifestazione "Lame di Non Amore", in occasione della Giornata contro la violenza sulla donna. Dai fumetti neri degli anni 60 a Watchmen, passando dai supereroi Marvel e DC, tra morti che camminano e topi immaginari... per riflettere su come la violenza sulle donne sia stata rappresentata nel tempo e con differenti linguaggi nella nona arte. 

lunedì 12 novembre 2018

Ciao, Stan...


Ci mancheranno i camei nei film Marvel...

E' il primo pensiero da "coccodrillo" giornalistico che mi viene in mente, davanti alla notizia che Stan Lee, volto storico della Marvel Comics, è appena passato a miglior vita all'età di 95 anni. Beh, ha vissuto più di mio nonno. Ha avuto successo in vita, un'esistenza florida e attiva anche nei suoi ultimi anni. Messa giù così, è puro corso naturale delle cose, e non è nemmeno il caso di rattristarsi. O si sconfinerebbe in una forma di egoismo, trattenere gli altri oltre il tempo massimo, oltre i loro limiti...
Certo, adesso inizieranno le polemiche. Stan aveva una fama ambigua, legata anche ai dissapori e alle controversie sulla paternità di molti personaggi con tanti artisti che hanno transitato per la grande casa editrice che lui ha contribuito a rendere una gigantesca macchina macinasoldi internazionale. Ma per oggi soprassediamo.

Da oggi non potremo più vedere i suoi siparietti nei cinecomics della Marvel. Una piccola firma prescindibile, ma simpatica, cercata dai fans come le apparizioni di Hitchcock nei suoi films.

Ciao, Stan. Excelsior.

The Heap: dalle radici...



C'è poco da dire. Andando alla ricerca di archetipi fumettistici, non si smette mai di imparare.
Che nulla si crea e nulla si distrugge, ma che tutto ha origine da qualcos'altro, ormai dovremmo saperlo. E anche in uno studio recente ho definito L'Uomo Cosa marvelliano e lo Swamp Thing della DC Comics, nati lo stesso anno, come il paradigma di quelle creazioni gemelle che negli anni hanno caratterizzate i due colossi editoriali concorrenti. Se è difficile dire quale delle due case abbia “copiato” l'altra, è interessante puntualizzare che entrambi i personaggi si rifacevano a una oggi dimenticata creazione della golden age del fumetto, edita negli anni 40 dalla Hillman Periodicals. Un personaggio chiamato The Heap (il “mucchio” o se vogliamo il “pagliaio”), che a tutti gli effetti è l'antenato sia di Swampy che della “Cosa Umana”. Precedente di decenni anche alla breve storia di House of Secrets che avrebbe fatto da prologo al mostro della palude creato da Len Wein e Bernie Wrightson per la DC.

The Heap, creato da Harry Stein e Mort Leav sulle pagine di “Air Fighter Comics”, è stato dunque il primo punto di riferimento per tutte le cose paludose dei fumetti che sarebbero arrivati. E a sua volta ha avuto più incarnazioni. Anche lui, come Alec Holland e Ted Sallis era un'essere umano prima di mutare in un mucchio di fango e alghe. Era un soldato della Grande Guerra, il barone Eric Von Emmelman, asso dell'aviazione tedesca, abbattuto e caduto con il suo aereo in una palude, ma tenuto in vita per intervento della dea Cerere, che ne conserva l'essenza mescolata alle sostanze primordiali della madre terra. The Heap è una creatura fortissima, ma sostanzialmente benevola, che vaga per il mondo, costantemente fraintesa, aiutando chi può. Il suo aspetto fangoso e vegetale è quello di un pagliaio verde ambulante, dalla sagome rozzamente antropomorfa. Da notare la radice che gli attraversa la faccia come un lungo naso. Dettaglio che sarà ereditato e perfezionato graficamente dal successivo Uomo Cosa della Marvel.

The Heap entra in seguito nel cast della serie Airboy e vi rimane fino alla chiusura della serie. Negli anni 80, la Eclipse Comics acquista i diritti del personaggio (Swamp Thing e Man Thing sono nati nel 1974) e lo ricicla nella serie The New Wave. Altre sporadiche apparizioni non ufficiali del personaggio, con origini e identità modificate, sono avvenute nel corso degli anni su riviste della Skywald Pubblications (in quel revival c'entrava lo zampino dello sceneggiatore Roy Thomas, che in Marvel aveva contribuito a creare Man Thing). Ripreso dalla Image Comics per la serie di Spawn, The Heap diventa una delle creature metafisiche combattute dalla progenie infernale, un barbone chiamato Eddie che entra in contatto con la materia oscura che costituisce il corpo di Spawn, fondendosi con la spazzatura e diventando un nuovo Heap. Quest'ultimo, però, sfoggia poteri mistici simili a quelli di Swamp Thing, e cioè la connessione con un universo verde, legato alla vita vegetale del pianeta.



Insomma, sia Man Thing (che ne ha ereditato il naso) che Swamp Thing sono nipoti di The Heap. Personaggio che li ha ispirati per poi citare i “nipoti” molti anni dopo in successive apparizioni.
L'industria (e i sogni) del fumetto è tanto vasta quanto piena di parentele più o meno evidenti. Ed è scoprendo il passato (come dovrebbe essere con la nostra Storia) che potremo guardare al presente con maggiore comprensione. E divertimento, perché no?













mercoledì 31 ottobre 2018

Jeffrey Dahmer: An Artistic Portrait (by ShivaProduzioni feat. Altroquando)


Una collaborazione di cui sono onorato. Shiva Produzioni esplora la storia di Jeffrey Dahmer in senso transmediale, senza trascurare il fumetto (il graphic novel di Def Backderf "My Friend Dahmer"). Se vi affascina l'argomento serial killer, questo corposo documentario, cui sono felice di avere contribuito, è pane per i vostri denti.

martedì 30 ottobre 2018

Witch Doctor: tra Lovecraft e Harry Potter


Buon Halloween, terrestri. Ecco a voi Witch Doctor, di Brandon Seifert e Lukas Ketner. Un fumetto horror caciarone che realizza un curioso cocktail, mixando atmosfere alla Lovecraft con un mondo soprannaturale che ricorda quello immaginato da Joanne K. Rowling per Harry Potter. Ecco a voi il medico stregone per la cura delle malattie soprannaturali. Tra le malattie che cura ci sono la possessione demoniaca, il vampirismo e... l'Apocalisse.

sabato 20 ottobre 2018

Gli Amori di Altroquando: Episodio Zero


Ed ecco arrivare "Gli Amori di Altroquando". Un nuovo podcast, un esperimento, pensato che sommarsi (non sostituirsi) all'attività su Youtube e differenziare (nella forma) le comunicazioni altroquandiane. Gli "amori" al posto degli "orrori" del celebre titolo di uno speciale storico di Dylan Dog che ispirò anche il nome della nostra fumetteria, sta sempre per i fumetti e tutto quanto c'è di nerd nell'universo conosciuto e oltre. 
Dopo l'esperienza radio di "Rocket Balloon", mi cimento da solo con la comunicazione audio, ben consapevole di tutti i miei limiti tecnici. Chiamo in aiuto i miei personali fantasmi, il demone famiglio Azazelo, e tutti voi. Questo episodio zero ricicla (adattandola al format) la conferenza che ho tenuto al Palermo Comic Convention 2018. Se non c'eravate, potete scoprirla. Se c'eravate, cercate le differenze (che ci sono). Ma soprattutto, aiutatemi a scoprire se vale la pena continuare su questa strada. Se ritenete che il podcast possa essere sfruttato anche su altre piattaforme, se volete suggerire qualche modifica del format, e se Azazelo rompe troppo i maroni. Tutto è ancora in divenire. Il seguito di questa nuova avventura in un Altroquando dipende soprattutto da voi. 
A presto.

domenica 14 ottobre 2018

Titans: Un inizio sconcertante, ma...


Visto "Titans". Giusto l'episodio pilota del già controverso adattamento televisivo dei "Teen Titans" fruibile sul servizio streaming on demand DC Universe e presto anche su Netflix. "Controverso" già per primi trailer e rumors, "Titans" va a collocarsi in una dimensione DC Live Action quanto mai tumultuosa e divisa. Tra discutibili adattamenti cinematografici giunti troppo tardi a inseguire i fasti del rodato Marvel Cinematic Universe, e serie televisive (quelle targate CW) che raccolgono tanto consensi quanto critiche, contribuendo a confondere sempre più un immaginario distante dalla coerenza costruita dalla Marvel. Ancor di più confonderà e farà discutere questo "Titans", pare già confermato per una seconda stagione all'indomani della pubblicazione del pilota. Una cosa è sicura. Vedendolo, i puristi si incazzeranno come iene. La fanbase dei fumetti si straccerà le vesti, ululerà al sacrilegio, si rotolerà in preda alle convulsioni graffiandosi la faccia, urinerà e defecherà in pubblico salmodiando in aramaico, scalerà le pareti lisce e Cthulhu sa cos'altro. Inutile illudersi. Succederà, e Internet sanguinerà, assieme all'anima nerd delle schiere.

Nondimeno... al sottoscritto questo episodio iniziale... è piaciuto.



O forse sarebbe più corretto dire che non gli è dispiaciuto. Parliamo pur sempre di un episodio pilota, e sospendere il giudizio definitivo sarebbe cosa buona e giusta. Tanto più che la serie si presenta da subito con una trama decisamente orizzontale. Sono consapevole che la cosa mi porterà critiche e pernacchie. Mi rassegnerò. Non sono anticonformista per partito preso, ma sono possibilista quando si tratta di narrazioni.  Vediamo di capire perché.

Partiamo dai tasti dolenti.
Si è detto, esaminando il trailer: "E' troppo dark. E il dark ha rotto il cazzo!"
Ok. Precisiamo che questo commento si basa sull'esito non proprio felice del Superman di Zack Snyder e (ancora peggio) sul Batman v. Superman dello stesso regista, che tanto hanno fatto soffrire gli appassionati. Due pellicole nelle quali, probabilmente per una malintesa digestione della trilogia di Christopher Nolan sul Cavaliere Oscuro, si è optato per un tono cupo delle atmosfere.
Bene. "Dark", in fondo, è soltanto una parola. Come lo è "Comedy". Presa da sola non è né buona né cattiva. Tutto sta a vedere la resa del prodotto cui si applica. Nel caso di "Titans", poi, il dark non c'è. Esatto. "Titans" non si può definire una serie supereroistica dai toni dark. "Titans" è nero. Anzi, nerissimo (anche questa è un'etichetta). Nero come la pece, che non lesina una discreta componente splatter nelle sue frequenti esplosioni di violenza. Il concetto di base che si coglie dalla visione è che il progetto stia tentando di giocare un'altra carta, parzialmente inedita rispetto all'ormai familiare "dark" che ha stufato tanti. "Titans" si propone di avere un approccio ai supereroi che mescola toni da horror soprannaturale a elementi crime. Un mondo in cui i superpoteri fanno paura, se non hanno un'origine diabolica, sono di provenienza aliena e del tutto amorale, e sono usati in modo spietato. Il bene e il male si confondono e l'idea stessa di eroe in costume si sfoca.


Detto questo, possiamo mettere una pietra tombale su una questione. Chi cerca in questa serie i Teen Titans dei fumetti... beh, se li può scordare.
Prendiamo Robin, il Dick Grayson oggetto di polemiche già dalla sua prima apparizione nei trailer, da quel famigerato «Vaffanculo, Batman!» che segnalava di per sé una distanza dalla fonte cartacea. Anche qui c'è da rassegnarsi. Il Dick Grayson che vedrete non è quello cui siete abituati dalle pagine dei fumetti. Forse è un Punisher con pose da ninja e gadget raffinati. Non si può negare che la violenza di questo Robin lasci scossi, e se il trailer vi ha dato fastidio, la scena di combattimento nella prima parte dell'episodio pilota si farà venire un attacco di itterizia. Il perché e il per come di questo suo comportamento è ancora tutto da scoprire (ci è stato suggerito da alcuni rumors). Diciamo che Dick è alla ricerca di una sua identità e di un affrancamento da chi lo ha addestrato in un certo modo. Vorrebbe non essere più Robin, lo vediamo esitare a infilarsi nel costume da vigilante. Eppure non riesce a evitarlo. Un po' come Rachel-Raven, che sente emergere la sua natura demoniaca e a tratti è costretta a scatenarla.
Quindi siamo distanti dalle controparti cartacee. E' un fatto. Piaccia o non piaccia. Personalmente, la cosa non mi ha turbato più di tanto. Arrivando addirittura a pensare di dare una chance a questa serie, e scoprire come evolverà.

Perché? Perché, a mio modesto avviso, la fedeltà alla fonte fumettistica non è una virtù inviolabile. Tutto è subordinato all'interesse della narrazione, alla capacità di intrattenimento del prodotto. E se questo riesce in qualche modo ad agganciare la mia attenzione, riesco a infischiarmene se un personaggio non è identico alla sua controparte di carta. "Titans" sembra proporre in modo dichiarato quello che nei fumetti è definito un "elseworld", una realtà alternativa, dove i personaggi hanno fatto percorsi differenti da quelli canonici. La accettiamo nei fumetti, perché non farlo nelle trasposizioni live action, sempre che la narrazione funzioni. Il tradimento del personaggio di Robin (cosa che la maggioranza non perdonerà, ne sono sicuro) è da rapportare a un quadro generale. Tutti i protagonisti sono versioni totalmente rivisitate degli eroi che conosciamo. I loro caratteri, il loro look, la loro storia personale. Starfire, criticata e sbeffeggiata sin dall'apparire delle prime foto, è forse la più spiazzante. Non per il fatto che sia nera (questa resistenza ha rotto le palle ed è diventata stucchevole quanto e più della tendenza del cambio di etnia in uso a Hollywood). Ma per il suo look appariscente, kitsh, da battona. Quel che spiazza è l'introduzione del personaggio, ancora misterioso, in cui - senza fare spoiler - il look da prostituta potrebbe rivelarsi tematico e addirittura contestuale al racconto. Tutto sta ad accettare la riscrittura dell'origine e della natura di questa creatura aliena (quale cazzo è il suo vero aspetto non si sa), e soprattutto a comprendere che non si è tentato minimamente di renderla visivamente simile al suo omologo a fumetti. La Starfire vera è dentro un involucro, una maschera, e la giustificazione (o meno) dipenderà dal prosieguo della storia.



Il clima da racconto horror è inoltre l'altro elemento che (a dispetto di molti) rende per me curiosa questa lettura. Era prevedibile che la storia diabolica di Raven facesse da filo conduttore. La scena iniziale (un mix tra cronaca di origini e citazioni da L'Esorcista) in qualche modo è un biglietto da visita che dice tutto. La cattiveria da vigilante di Dick, la visione lontana di un Batman violento, si incastrano abbastanza bene in un'atmosfera del terrore, dove più che il bene si dovrà scegliere il minore dei mali, e dove essere supereroi è qualcosa di fottutamente inquietante.

Insomma, "Titans" sembra partire come un esperimento. Un esperimento ancora lontano dall'essere concluso e riuscito. Diciamo che questo inizio ha centrato l'obiettivo di interessarmi, proprio per la sua capacità di disattendere le aspettative. Cosa che potrebbe anche essere un pregio, perché vedere riprodurre pari pari i propri eroi sullo schermo solletica un tipo di piacere nerd. Vederli diventare materia per costruire una forma diversa, con tutti i rischi del caso, titilla altre forme di perversione ludica. Se "Cloack and Dagger" falliva, trasmettendo soprattutto noia, questo "Titans" se non altro, spiazza e incuriosisce. Incuriosisce me, proprio perché trasgredisce.

Vedremo che cosa ci riserveranno i prossimi episodi. Adesso, attendiamo i flame e facciamo: OMMMMMMMM....