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venerdì 15 settembre 2017

Sul Coming Out di Willwoosh


In queste ore il Coming Out di Willwoosh, il popolare Guglielmo Scilla, giovane astro del web che ha contribuito a dare forma allo strumento Youtube come mezzo di intrattenimento, è – com'era prevedibile – oggetto di discussione.

In alcuni casi, i commenti dovrebbero essere superflui. Dovrebbero, insomma, essere dati per scontati. Ma viviamo nell'era dei social, dove a ogni singolo starnuto fa eco non un convenzionale “Salute”, ma qualcosa di spesso farraginoso e imponderabile. In altre parole, non necessario.

Ed è questo il punto di cui parlerò. Di cosa è necessario e di cosa non lo è.

Il commento in primo piano è: «Lo sapevano tutti. Non era necessario.»

Un commento che si palesa non soltanto tra il pubblico “generalista”, ma anche nell'ambito del mondo LGBT, non nuovo a divisioni interne e ad atteggiamenti variegati.

Il mio commento personale, invece, è: «Anche se fosse?»

Personalmente, sarò ingenuo, ma non lo sapevo. Non ci pensavo. Non mi interessava saperlo. Anzi, in verità da qualche parte del mio cervello immaginavo il contrario, ma senza dare all'argomento una particolare rilevanza. Quello che invece mi chiedo è: perché avrebbe dovuto essere scontato?
Forse per la caratteristica di Willwoosh, comune a tanti altri comici più anziani di lui, di essersi fatto conoscere presentando spesso ruoli “in drag”? O perché qualcuno ritiene che emanasse gaytà nel gestire (io non l'ho mai notata)? Ma la domanda rimane quella: che cosa dovrebbe cambiare?

Dire “tutti sapevano... è la scoperta dell'acqua calda”, che fosse vero o no, significa decentrare completamente il bersaglio e banalizzare il tutto. Svuotare il coming out del suo significato politico e sottovalutare l'effetto mediatico del gesto quando a farlo è un personaggio noto e popolare.

Per questo, io voglio ringraziare Guglielmo Scilla. Ha compiuto un gesto costruttivo. Sì, a prescindere che qualcuno lo sapesse già o no. E' di questa seconda istanza che non m'importa. Sì, francamente, miei cari, me ne infischio della vostra onniveggenza gaya.

Qualche anno fa, alla morte di Lucio Dalla, partì la consueta mascoliata social a base di celebrazioni e detrazioni. Di Dalla, infatti, si sapeva DAVVERO da tempo immemore della sua omosessualità, e qualcuno gli rimproverò aspramente di non aver mai fatto coming out. Da un estremo all'altro, in sostanza. Io stesso ci pensai su. Ricordai il mio vivere nel centro storico di Palermo con la mia immagine di gay dichiarato, ricevendo segni di rispetto o insulti a seconda dei casi, ma senza la protezione della fama e forse anche del benessere economico di cui disponeva il noto cantautore. Il coming out di un personaggio popolare contribuisce a lasciare una traccia nell'immaginario, a spezzare i pregiudizi attraverso la visione di una persona pubblica nella sua complessità di artista e di individuo. Insomma, è un gesto con una forte valenza sociale e non è mai il caso di minimizzarlo. Lucio Dalla scelse di non farlo, e una volta defunto fu oggetto di inutili recriminazioni postume. Inutili in quanto nessuno, nemmeno un vip, un personaggio di spettacolo, è obbligato a fare qualcosa che non vuole fare, e questo a prescindere che le sue ragioni siano condivisibili. E' invece apprezzabile quando lo fa. E ridurre tutto al banale “lo sapevamo già” è solo indice di miopia sociale. Quello “sticazzi” (pure legittimo) gratta solo la superficie di un discorso complesso che ha profonde radici storiche. Un discorso che culmina nei moti di Stonewall e che continua a crescere, tra conquiste e passi indietro, in un mondo che sotto questo aspetto non ha ancora raggiunto l'età matura. Fingere che il coming out non sia importante è a mio avviso sbagliato e controproducente. Una retromarcia verso quella mentalità ipocritamente normalizzante che tende in realtà a spazzare la polvere sotto il tappeto per non essere costretti a guardarla e ammettere che esiste un problema.
Certo, ormai siamo tutti uguali, abbiamo tutti gli stessi diritti, nessuno subisce discriminazioni, certe parole non sono più usate con l'intento di offendere, nessuno... nessuno ci fa più caso.
Beh, chi afferma questo o è in malafede o ha qualche problema.

Mi torna in mente quel fumetto di Zerocalcare sulla “Città del decoro” in cui, parlando d'altro, il fumettista romano dipinse un quadretto tipico del senso comune italiota.

«Io ho tanti amici così... che per primi schifano a questi. Loro sono bravi. Se ne stanno nascosti, come le Tartarughe Ninja nelle fogne. Non come questi che si fanno vedere!»

Quando l'ironia dice tutto. Non cadiamo nella trappola che la lotta per i diritti sia finita, che il coming out (di tutti, famosi e no) non sia necessario. Non banalizziamo episodi mediatici come questo, o avremo fatto l'ennesimo passo indietro. Uno dei tanti che l'Italia ha fatto e sta continuando a fare negli ultimi anni.


E per questo: Grazie, Guglielmo. Per la tua spontaneità, per la tua leggerezza, per il tuo essere da oggi una persona ancora più vera.

martedì 29 gennaio 2013

Freaks! 2x10 - Freaky Friday

Veramente simpatico questo episodio! Si comincia a quagliare, mentre l'estro dei ragazzi finalmente decolla. Bella citazione da Misfits Season 3 (forse ancora più spudorata). Divertente gioco di ruoli e qualche performance godibilissima. Claudia Genolini (Cicciasan), sempre più brava e bella, spadroneggia in un ruolo che... ma guardatevi la puntata! :)
A tutto Freaks! 

 

mercoledì 5 dicembre 2012

Freaks! La nostra ipotesi...


Approfittiamo dell’arrivo della puntata riassuntiva Freaks! Puntata Recap (che ripercorre gli eventi salienti della seconda stagione, commentati fuori campo dal regista Matteo Bruno) per dire la nostra sull’argomento più scottante che riguarda i Nuovi Mostri di Youtube (e ormai anche di DeejayTV e chi più ne ha più ne metta): che cavolo sta succedendo? Qual è la vera trama? Che cosa stiamo guardando?

Come abbiamo sempre detto, noi, nerd di comprovata fama, abbiamo apprezzato sin da subito Freaks! The Series come un prodotto amatoriale che si avvicinava moltissimo a un titolo professionista grazie alla passione, alla competenza tecnica e all’inventiva di un gruppo di giovani talenti riuniti dalla rete. Operazione che di per sé ci ha reso tutta l’iniziativa simpatica, e di conseguenza indulgenti verso alcune imperfezioni (le peggiori, a nostro parere, riguardano la dizione inintelligibile di alcuni interpreti occasionali, ma vabbuò!). Gli esiti della prima stagione ci hanno fatto capire che una discreta fetta di pubblico e di critica era d’accordo con noi. Freaks ha ricevuto premi, contributi professionali, ha ampliato il suo spazio d’azione… e la cosa ci fa molto piacere. Rimane, comunque, un nodo gordiano che tuttora pesa come un macigno sul progetto. Un’ombra dai contorni sfumati simile a quella che ha angosciato gli spettatori di Lost fino all’atteso e temuto finale della serie. Insomma! Che cazzo significa? I commenti su Youtube si sprecano, da quelli più feroci e già delusi a quelli più fiduciosi (o speranzosi). E noi?


Noi ci siamo sparati un trip. Cioè… abbiamo attinto al nostro bagaglio nerd e filtrato gli accadimenti mostrati in Freaks! per cercare di formulare un’ipotesi di risposta. Un po’ come all’epoca si faceva proprio con Lost, pratica ch’era diventata una sorta di gioco di società in cui ognuno si divertiva a cogliere indizi e a elaborare la propria possibile soluzione al problema.
Specifichiamo (se ce ne fosse bisogno) che quanto segue non è dunque uno spoiler. Noi non sappiamo un… tubo (ci sta!) di cosa ronzi nelle menti di Matteo Bruno, Guglielmo Scilla e Claudio Di Biagio. Ma proprio zero. Quanto diremo sono soltanto nostre ipotesi che potrebbero essere spazzate via e sconfessate già dai prossimi episodi. Se qualcuno preferisce non ricevere suggerimenti e formulare da solo le proprie interpretazioni… eviti il paragrafo di colore diverso. Noi non ci offenderemo. E speriamo neppure lo staff di Freaks! Dopotutto è un gioco, e siamo convinti che anche loro si stiano divertendo come pazzi a far fondere le meningi del pubblico.

Ebbene, noi pensiamo che…

 

E’ dichiarato quanto Freaks! The Series sia debitore alla serie britannica Misfits. Forse più di quanto non sembri a una lettura superficiale. La caratteristica fondante di Misfits è quella di descrivere i superpoteri come una manifestazione estrema e metaforica della personalità di ogni personaggio (per cui il disadattato diventa invisibile, la fatalona fa impazzire di desiderio chiunque la sfiori, e così via). Il mondo finora rappresentato da Freaks! The Series è strano, onirico, confuso. E in tanti hanno attribuito la cosa a un difetto di sceneggiatura. E se invece quello che stiamo vedendo non avvenisse nel mondo che conosciamo?

Il nostro pensiero è passato per Misfits, è rimbalzato contro decine di altri serial ed è andato a cozzare dritto contro un film thriller di qualche anno fa che amiamo molto (ma del quale sadicamente, non diremo il titolo). Il nocciolo ipotetico sarebbe questo. E se i freaks non fossero tanti, ma soltanto uno? Forse proprio Gabriele, il misterioso personaggio interpretato da Giampaolo Speziale, oggetto di esperimenti in un oscuro (e in parte fatiscente) laboratorio. Se Marco, Andrea, Viola, Silvio… Giulia… Ma anche altri personaggi apparsi qua e là, vivessero soltanto nella sua mente, e rappresentassero diversi aspetti della sua personalità frammentata. Frammenti che in alcuni casi cercano di coesistere e cooperare, in altri di eliminarsi a vicenda. Qualcosa sembra suggerire l’esistenza di un progetto di “purificazione e semplificazione” delle personalità, volto a eliminare quelle meno controllabili (come Giulia). In qualche caso tentando di sottometterle, in altri semplicemente di distruggerle. Da questo punto di vista, l’Uomo senza Volto, lo Slender, il babau che sin dall’inizio perseguita i freaks potrebbe essere una sorta di anticorpo, e la sua mancanza di lineamenti potrebbe simboleggiare proprio questo: la ricerca di una sintesi e la modellazione di un’unica personalità coerente (o è un agente, una cura iniettata dall’esterno?). 




Non sappiamo se l’impavido marchettaro ucciso (ma è davvero morto?) fosse una delle personalità ipotetiche destinate al rifiuto (la strana preghiera di Andrea suggerisce di sì), e neppure se il laboratorio è reale o parte integrante di una mente schizzata e potentissima che cerca disperatamente di rimettere insieme i pezzi della propria identità. Persino il blackout di mesi e il suo successivo azzeramento fa pensare a ciclici reboot con cui il mondo-individuo tenta di mettere ordine tra i suoi incubi, alla ricerca di una vita normale. Gli indizi che mostrano Gabriele in grado di influenzare la realtà intorno a lui non sono pochi né nascosti. Di solito li archiviamo come semplici visioni o sogni, ma se non fosse così?



Ok, sproloquio finito. Ribadiamo che è tutto un nostro flash, e che degli ulteriori sviluppi del mistero di Freaks! The Series non sappiamo niente. Lo seguiremo con tutti gli altri, con la consueta simpatia, e speriamo sinceramente di esserne sorpresi.
Yatta!











giovedì 18 ottobre 2012

Freaks! - seconda stagione: Episodio 1

 

Ed ecco la prima, attesissima puntata della seconda stagione di Freaks!, la webserie fantastica tutta italiana che ha spopolato l'anno scorso, facendo incetta di consensi, fans e premi. La parte tecnica è (com'era facile aspettarsi) ulteriormente migliorata (anche se la recitazione in qualche caso difetta di chiarezza nella compitazione, e il volume a volte basso non aiuta), e la confezione si fa sempre più professionale.
Se la parentela con il britannico Misfits (molto più che con Heroes) era chiara sin dalla prima serie, stavolta l'omaggio si fa dichiarato (non aggiungiamo altro per non spoilerare) e si addensa il tema (già sfiorato) dei paradossi temporali e delle possibili realtà alternative, mentre si delinea l'ombra di un misterioso complotto che potrebbe essere alla radice di tutto. Rivedremo lo spaventoso Uomo senza Volto, mentre i piani narrativi si confondono (Lost docet!) e i poteri dei ragazzi s'incasinano ulteriormente generando nuovi interrogativi.


Quel che ci lascia un pochino perplessi non sono le tante domande ancora irrisolte poste dal racconto, ma il tono generale che risulta poco chiaro in quanto a impostazione. Le atmosfere, inizialmente surreali e virate di ironia, hanno lasciato posto a uno stile sempre più dark, e ancora non si nota un reale equilibrio tra i due elementi, come se la serie stesse ancora cercando una propria identità definitiva. Nondimeno, Freaks! continua a essere un affascinante esperimento di fiction autoprodotta, e merita tutta l'attenzione che riceve. Buona visione!

  



giovedì 4 ottobre 2012

Tornano i Freaks!


Ricordate Freaks! La bizzarra webserie di fantascienza prodotta con budget limitatissimo direttamente per Youtube, premiata al Telefilm Festival del 2011 come migliore serie italiana dopo aver raggiunto otto milioni di visualizzazioni sul web, e trasmessa successivamente anche da Deejay TV?
La prima stagione (sette episodi della durata di dieci minuti circa) ci aveva lasciato con mille domande e la sensazione di avere assistito a uno strano, labirintico incubo. Beh, Guglielmo Scilla (Willwoosh), Claudio Di Biagio, Ilaria Giachi e tutta la compagnia di scherzi della natura metropolitani stanno per tornare. Ci attendono ulteriori misteri, viaggi nel tempo, vampiri e altre stramberie.
La nuova stagione partirà il 16 ottobre prossimo, sempre su Youtube, e pare che ne vedremo delle belle. I Misfits italiani dai poteri più balordi del mondo hanno acquistato sicurezza, l'esperimento tecnico è riuscito e l'attesa di scoprire che cosa accadrà (e soprattutto come ci verrà mostrato) è tanta.
Restate sintonizzati, dunque. I supersgorbi sono ancora tra noi, e stanno per scatenarsi di nuovo. Nell'attesa, ecco il teaser della seconda stagione.