E alla fine arriva... Carol. Il Capitan
Marvel femminile attualmente detentore del titolo e destinata a
essere protagonista del film in live action omonimo, cosa che lascia
supporre una sua rinnovata iconicità e il perdurare del suo ruolo
nel cosmo Marvel fumettistico. Abbiamo detto “alla fine”, ma non
per ultima. Carol Danvers, al contrario, arrivò proprio in
principio, nelle primissime storie del Capitano Marvelliano. Carol
era un ufficiale dell'aeronautica americana e responsabile della
sicurezza di un'importante base militare. Il suo ruolo la portò
precocemente a incrociare la strada con Mar-Vell (che all'epoca era
venuto sulla terra come spia) e a essere salvata da questi,
innamorandosene senza speranza (l'amore della vita di Mar-Vell era la
dottoressa Kree Una, al centro di un classico triangolo
fanta-soap-operistico). Carol rimase comunque a lungo un comprimario
importante del Capitano per buona parte della sua carriera, finché
non fu coinvolta in una battaglia che la vide investire da un'onda
energetica, e quindi sparire temporaneamente di scena. Qualche tempo
dopo, si scoprì che l'esplosione del dispositivo alieno aveva
alterato la sua struttura fondendola con quella di Mar-Vell,
trasformandola di fatto in un ibrido terrestre-Kree e dotandola degli
stessi poteri del Capitano. La Marvel (la casa editrice) stava
pianificando una versione femminile di Mar-Vell (come già nel mondo
Fawcett esisteva Mary Marvel, controparte di Marvel-Shazam) e la
scelta cadde su Carol che diventò così Miss Marvel.
Era l'inizio di una gavetta
supereroistica che sarebbe durata circa 35 anni, e avrebbe fatto
passare Carol attraverso una lunga serie di trasfigurazioni.
All'inizio delle sue avventure, il rapporto tra Carol e la sua nuova
natura Kree aveva dello schizofrenico. Le due identità condividevano
il corpo, ma agivano ognuna per proprio conto (come il personaggio DC
della Spina). Presto le due nature di Carol si fusero e Miss Marvel
iniziò una lunga militanza tra gli Avengers. Il personaggio, però,
era irrequieto. Lo erano gli sceneggiatori, e i lettori anche. Una
serie di intrighi incrinò il rapporto di Carol con i compagni di
squadra, ma soprattutto, per intervento dello scrittore Chris
Claremont, la scena le fu rubata (letteralmente) da un nuovo
personaggio che i lettori avrebbero amato molto di più. Rogue,
futura punta di diamante degli X-Men, ma inizialmente membro della
Confraternita di Mystica, aggredì Carol e ne assorbì integralmente
i poteri e la mente. Il risultato fu per Carol il coma, per Rogue
l'acquisizione di tutti i poteri dell'altra e la presenza della sua
identità dentro di sé, pronta a emergere senza preavviso,
realizzando la convivenza in un solo corpo tra una ragazzina
arrabbiata e un'esperta donna con addestramento militare (tornava il
tema della schizofrenia).
Mentre Rogue intraprendeva il suo
cammino di redenzione tra le fila degli X-Men, Carol fu in qualche
modo curata dal telepate Charles Xavier, che tentò di ripristinarne
i ricordi e la personalità. Il risultato fu una donna nuova che
conservava i ricordi di Carol, ma non poteva condividerne del tutto
le emozioni («Forse un giorno, Rogue proverà per voi quello che
dovrei provare io» ...esattamente). Ad ogni modo, la appena
risvegliata Carol Danvers condivise con gli X-Men l'avventura nello
spazio contro la genia di alieni noti come la Covata. E siccome piove
sempre sul bagnato, fu sottoposta a degli esperimenti che si
innestarono sulle tracce rimaste della precedente influenza Kree.
Carol attinge ai poteri di un'entità cosmica definita Buco Bianco e
diventa Binary, un essere spaziale che andrà a cercare una nuova
ragione di esistenza tra le stelle.
Ma come cantano gli After Hours: non
c'è niente che sia per sempre (e soprattutto la Marvel è incostante
da paura). Nel tempo, il potere di Binary si affievolirà lasciando
riemergere le originali caratteristiche di Miss Marvel. Insomma, lo
status quo di Carol Danvers viene praticamente ripristinato. Oddio,
almeno in parte, visto che tutti glie eroi Marvel sono nati per
soffrire.
Tornata a militare con gli Avengers, Carol (spinta dagli editor) decide che il nome Miss Marvel è stucchevole, soprattutto se attribuito a una virago forzuta e volante. Ed ecco cambiare il nome di battaglia in Warbird. Ma non tutto oro è quel quel riluce. I trascorsi di Carol (le esperienze nello spazio come Binary, le continue cicliche trasformazioni, i fallimenti editoriali, vorrei vedere voi...) le inducono una forma di depressione che la spingono sulla strada dell'alcolismo. Cosa che la farà nuovamente allontanare dagli Avengers. Seguono una serie di rimpasti, narrativi ed editoriali, con ritorni e ulteriori uscite dalla squadra ammiraglia di casa Marvel. Alla fine (per ora), dopo altre cento battaglia anche interiori, Carol decide di prendere il nome di Capitan Marvel in memoria dell'eroe Kree che tanta influenza ha avuto sulla sua vita, e indossa un'uniforme che ne recupera lo stemma (ma con un design più contemporaneo). Attualmente è anche a capo di una squadra di Avengers ed è ritenuta una delle personalità più influenti del cosmo Marvel. La sua lunga esperienza, militare e di super-eroina, le conferiscono autorità, e pare che per lungo tempo rimarrà l'unico Capitano Meraviglioso della Casa delle Idee.
L'accento, oggi, è posto sul concetto di eredità, il cammino di
Mar-Vell da spia a difensore della terra, i suoi legami con l'impero
Kree, si specchiano nelle vicissitudini, nelle crisi e nelle
rinascite di Carol, che per prima lo ha conosciuto. La meraviglia,
attualmente, è la pertinacia di un personaggio che ha cambiato pelle
molte volte, tuttora resiste e che oggi si prepara a conquistare il
cinema.
Per concludere, come cantava Domenico
Modugno: «Meraviglioso!»