Nel 1967, la Marvel Comics si era ormai
aggiudicata il diritto di usare quello che era diventato il proprio
nome editoriale (la casa, nel tempo, si era chiamata prima Timely e
poi Atlas) preceduto dall'appellativo di capitano. Era giunto dunque
il momento di lanciare un personaggio che portasse il nome di
famiglia e rimpiazzasse nella memoria dei lettori più maturi i vari
“Marvel” delle defunte edizioni Fawcett (il primo Capitan
Marvel-Shazam, aveva infatti uno stuolo di comprimari, tutti radunati
sotto il nome di Marvel Family). Ecco nascere dunque il marvelliano
(tautologico) Capitan Marvel, su testi di Stan Lee e disegni di Gene
Colan. Stavolta si trattava di un alieno Kree, razza extraterrestre
che si era già affacciata molte volta nella continuity condivisa dei
supereroi del rampante colosso editoriale. Il suo vero nome era
Mar-Vell, nome alieno che per un capriccio del caso faceva assonanza
con la parola inglese “Marvel”, mentre la qualifica di capitano
era il suo effettivo grado militare nella flotta Kree. Mar-vell,
inizialmente, era una spia inviata dal suo governo per tenere
d'occhio gli infidi terrestri e per eseguire ai danni del pianeta dei
veri e propri sabotaggi. La natura nobile di Mar-Vell, però, insieme
all'avversione per gli intrighi politici e personali dei suoi
superiori, lo portò a tradire la propria razza e a usare le sue
capacità per difendere i terrestri, diventando un rinnegato
interplanetario. Qui la storia di Superman è sostanzialmente
specchiata e riscritta. In origine abbiamo un bambino alieno
superstite di un pianeta distrutto che allevato sulla Terra ne
diviene il protettore essenzialmente per influenze culturali.
Mar-Vell arriva sulla terra da adulto, indottrinato dal proprio
sistema imperialista, e inizialmente non ha il ruolo di paladino, ma
di agente infiltrato. In teoria, quindi, è una minaccia. Ma è la
vicinanza con i terrestri, la fondamentale rettitudine e il senso
critico nei confronti dell'autorità, che lo portano a cambiare
bandiera e a rivestire il ruolo di campione terrestre.
La prima versione di Capitan Marvel
vestiva un'uniforme verde e bianca, modello standard della flotta
Kree, completo di elmetto che faceva da maschera. Poteva volare e
nelle prime storie usava una pistola che sparava raggi energetici,
presto sostituita da un dispositivo da polso con la stessa funzione
(non sia mai che un supereroe impugni dichiaratamente un'arma, anche
se il surrogato produce i medesimi effetti).
Dopo un primo ciclo di storie, il
personaggio subì una trasfigurazione di look e status quo, a opera
dello sceneggiatore Roy Thomas. Le entità cosmiche Suprema
Intelligenza, e in seguito Eon, interferiscono con il suo
abbigliamento e le sue attitudini. E' così che arriviamo al costume
rosso-bluastro-giallo con il marchio stellare sul petto (prima era un
pianeta Saturno stilizzato) che oggi conosciamo. La Marvel qui gioca
sporco, e ricicla in modo malizioso una caratteristica fondamentale
del primo Capitan Marvel-Shazam. La trasformazione fisica e il legame
con un ragazzo normale. Mar-Vell, rimasto intrappolato nella Zona
Negativa (celebre dimensione fittizia descritta per la prima volta
nelle storie dei Fantastici Quattro) si collega al giovane Rick Jones
(avventuroso adolescente che in passato era già stato comprimario di
Hulk e Capitan America) mediante l'uso di due fantascientifici
braccialetti. Facendo sbattere tra loro questi orpelli, il giovane
Rick scambiava gli atomi del suo corpo con quelli dell'esiliato
Mar-Vell, finendo diritto nella Zona Negativa al posto dell'eroe che
si materializzava al suo posto. Una contorta variante di metamorfosi
che echeggiava l'effetto della parola magica “Shazam” e la
trasformazione di Billy Batson nell'omone mitologico. Uno sberleffo
marvelliano a una pagina di storia del fumetto che fu, in verità già
praticato sulle pagine di Thor, inizialmente legato al mortale Donald
Blake che cambiava nel dio del tuono (con la trasformazione
sottolineata da fulmine e boato) ogni volta che percuoteva il terreno
con il suo bastone.
Il nuovo Capitan Marvel ebbe vita
abbastanza lunga, venendo anche investito del vago e difficilmente
comprensibile potere definito “coscienza cosmica”, e promosso a
sorta di messia spaziale. Fu proprio Capitan Marvel a contrastare i
primi piani malefici del titano pazzo Thanos (che aveva esordito in
una storia di Iron Man) e a guidare l'alleanza di tutti i supereroi
contro i progetti nichilisti del temibile villain. Dopo lunga e
onorata carriera, Mar-Vell lasciò questa valle di lacrime non sul
campo di battaglia, ma vittima del cancro, in una memorabile storia
scritta da Jim Starlin.
Ma la Marvel non era pronta a
rinunciare al proprio Capitano di rappresentanza. Si apriva un nuovo
capitolo fumettistico, fatto di emulazione e di eredità. Senza
dimenticare che, sin dalle primissime avventure di Mar-Vell, avevamo incontrato una certa Carol Danvers. Personaggio che
avrebbe fatto mooolta strada...
Nessun commento:
Posta un commento