martedì 31 luglio 2018

Capitani Meravigliosi - 5



E alla fine arriva... Carol. Il Capitan Marvel femminile attualmente detentore del titolo e destinata a essere protagonista del film in live action omonimo, cosa che lascia supporre una sua rinnovata iconicità e il perdurare del suo ruolo nel cosmo Marvel fumettistico. Abbiamo detto “alla fine”, ma non per ultima. Carol Danvers, al contrario, arrivò proprio in principio, nelle primissime storie del Capitano Marvelliano. Carol era un ufficiale dell'aeronautica americana e responsabile della sicurezza di un'importante base militare. Il suo ruolo la portò precocemente a incrociare la strada con Mar-Vell (che all'epoca era venuto sulla terra come spia) e a essere salvata da questi, innamorandosene senza speranza (l'amore della vita di Mar-Vell era la dottoressa Kree Una, al centro di un classico triangolo fanta-soap-operistico). Carol rimase comunque a lungo un comprimario importante del Capitano per buona parte della sua carriera, finché non fu coinvolta in una battaglia che la vide investire da un'onda energetica, e quindi sparire temporaneamente di scena. Qualche tempo dopo, si scoprì che l'esplosione del dispositivo alieno aveva alterato la sua struttura fondendola con quella di Mar-Vell, trasformandola di fatto in un ibrido terrestre-Kree e dotandola degli stessi poteri del Capitano. La Marvel (la casa editrice) stava pianificando una versione femminile di Mar-Vell (come già nel mondo Fawcett esisteva Mary Marvel, controparte di Marvel-Shazam) e la scelta cadde su Carol che diventò così Miss Marvel.


Era l'inizio di una gavetta supereroistica che sarebbe durata circa 35 anni, e avrebbe fatto passare Carol attraverso una lunga serie di trasfigurazioni. All'inizio delle sue avventure, il rapporto tra Carol e la sua nuova natura Kree aveva dello schizofrenico. Le due identità condividevano il corpo, ma agivano ognuna per proprio conto (come il personaggio DC della Spina). Presto le due nature di Carol si fusero e Miss Marvel iniziò una lunga militanza tra gli Avengers. Il personaggio, però, era irrequieto. Lo erano gli sceneggiatori, e i lettori anche. Una serie di intrighi incrinò il rapporto di Carol con i compagni di squadra, ma soprattutto, per intervento dello scrittore Chris Claremont, la scena le fu rubata (letteralmente) da un nuovo personaggio che i lettori avrebbero amato molto di più. Rogue, futura punta di diamante degli X-Men, ma inizialmente membro della Confraternita di Mystica, aggredì Carol e ne assorbì integralmente i poteri e la mente. Il risultato fu per Carol il coma, per Rogue l'acquisizione di tutti i poteri dell'altra e la presenza della sua identità dentro di sé, pronta a emergere senza preavviso, realizzando la convivenza in un solo corpo tra una ragazzina arrabbiata e un'esperta donna con addestramento militare (tornava il tema della schizofrenia).

Mentre Rogue intraprendeva il suo cammino di redenzione tra le fila degli X-Men, Carol fu in qualche modo curata dal telepate Charles Xavier, che tentò di ripristinarne i ricordi e la personalità. Il risultato fu una donna nuova che conservava i ricordi di Carol, ma non poteva condividerne del tutto le emozioni («Forse un giorno, Rogue proverà per voi quello che dovrei provare io» ...esattamente). Ad ogni modo, la appena risvegliata Carol Danvers condivise con gli X-Men l'avventura nello spazio contro la genia di alieni noti come la Covata. E siccome piove sempre sul bagnato, fu sottoposta a degli esperimenti che si innestarono sulle tracce rimaste della precedente influenza Kree. Carol attinge ai poteri di un'entità cosmica definita Buco Bianco e diventa Binary, un essere spaziale che andrà a cercare una nuova ragione di esistenza tra le stelle.
Ma come cantano gli After Hours: non c'è niente che sia per sempre (e soprattutto la Marvel è incostante da paura). Nel tempo, il potere di Binary si affievolirà lasciando riemergere le originali caratteristiche di Miss Marvel. Insomma, lo status quo di Carol Danvers viene praticamente ripristinato. Oddio, almeno in parte, visto che tutti glie eroi Marvel sono nati per soffrire.


Tornata a militare con gli Avengers, Carol (spinta dagli editor) decide che il nome Miss Marvel è stucchevole, soprattutto se attribuito a una virago forzuta e volante. Ed ecco cambiare il nome di battaglia in Warbird. Ma non tutto oro è quel quel riluce. I trascorsi di Carol (le esperienze nello spazio come Binary, le continue cicliche trasformazioni, i fallimenti editoriali, vorrei vedere voi...) le inducono una forma di depressione che la spingono sulla strada dell'alcolismo. Cosa che la farà nuovamente allontanare dagli Avengers. Seguono una serie di rimpasti, narrativi ed editoriali, con ritorni e ulteriori uscite dalla squadra ammiraglia di casa Marvel. Alla fine (per ora), dopo altre cento battaglia anche interiori, Carol decide di prendere il nome di Capitan Marvel in memoria dell'eroe Kree che tanta influenza ha avuto sulla sua vita, e indossa un'uniforme che ne recupera lo stemma (ma con un design più contemporaneo). Attualmente è anche a capo di una squadra di Avengers ed è ritenuta una delle personalità più influenti del cosmo Marvel. La sua lunga esperienza, militare e di super-eroina, le conferiscono autorità, e pare che per lungo tempo rimarrà l'unico Capitano Meraviglioso della Casa delle Idee. 

L'accento, oggi, è posto sul concetto di eredità, il cammino di Mar-Vell da spia a difensore della terra, i suoi legami con l'impero Kree, si specchiano nelle vicissitudini, nelle crisi e nelle rinascite di Carol, che per prima lo ha conosciuto. La meraviglia, attualmente, è la pertinacia di un personaggio che ha cambiato pelle molte volte, tuttora resiste e che oggi si prepara a conquistare il cinema.
Per concludere, come cantava Domenico Modugno: «Meraviglioso!»

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