Seguiamo le tracce dei “capitani meravigliosi” che hanno fatto storia nei fumetti fino ad arrivare a Carol Danvers, attuale detentrice di questo nome e ora protagonista anche di un film. Dalla parola magica Shazam e alle fantasie robotiche di Carl Burgos alle disparate incarnazioni targate Marvel Comics. Gli intrighi degli alieni Kree, i tradimenti, il lascito e gli emuli.
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lunedì 11 marzo 2019
martedì 31 luglio 2018
Capitani Meravigliosi - 5
E alla fine arriva... Carol. Il Capitan
Marvel femminile attualmente detentore del titolo e destinata a
essere protagonista del film in live action omonimo, cosa che lascia
supporre una sua rinnovata iconicità e il perdurare del suo ruolo
nel cosmo Marvel fumettistico. Abbiamo detto “alla fine”, ma non
per ultima. Carol Danvers, al contrario, arrivò proprio in
principio, nelle primissime storie del Capitano Marvelliano. Carol
era un ufficiale dell'aeronautica americana e responsabile della
sicurezza di un'importante base militare. Il suo ruolo la portò
precocemente a incrociare la strada con Mar-Vell (che all'epoca era
venuto sulla terra come spia) e a essere salvata da questi,
innamorandosene senza speranza (l'amore della vita di Mar-Vell era la
dottoressa Kree Una, al centro di un classico triangolo
fanta-soap-operistico). Carol rimase comunque a lungo un comprimario
importante del Capitano per buona parte della sua carriera, finché
non fu coinvolta in una battaglia che la vide investire da un'onda
energetica, e quindi sparire temporaneamente di scena. Qualche tempo
dopo, si scoprì che l'esplosione del dispositivo alieno aveva
alterato la sua struttura fondendola con quella di Mar-Vell,
trasformandola di fatto in un ibrido terrestre-Kree e dotandola degli
stessi poteri del Capitano. La Marvel (la casa editrice) stava
pianificando una versione femminile di Mar-Vell (come già nel mondo
Fawcett esisteva Mary Marvel, controparte di Marvel-Shazam) e la
scelta cadde su Carol che diventò così Miss Marvel.
Era l'inizio di una gavetta
supereroistica che sarebbe durata circa 35 anni, e avrebbe fatto
passare Carol attraverso una lunga serie di trasfigurazioni.
All'inizio delle sue avventure, il rapporto tra Carol e la sua nuova
natura Kree aveva dello schizofrenico. Le due identità condividevano
il corpo, ma agivano ognuna per proprio conto (come il personaggio DC
della Spina). Presto le due nature di Carol si fusero e Miss Marvel
iniziò una lunga militanza tra gli Avengers. Il personaggio, però,
era irrequieto. Lo erano gli sceneggiatori, e i lettori anche. Una
serie di intrighi incrinò il rapporto di Carol con i compagni di
squadra, ma soprattutto, per intervento dello scrittore Chris
Claremont, la scena le fu rubata (letteralmente) da un nuovo
personaggio che i lettori avrebbero amato molto di più. Rogue,
futura punta di diamante degli X-Men, ma inizialmente membro della
Confraternita di Mystica, aggredì Carol e ne assorbì integralmente
i poteri e la mente. Il risultato fu per Carol il coma, per Rogue
l'acquisizione di tutti i poteri dell'altra e la presenza della sua
identità dentro di sé, pronta a emergere senza preavviso,
realizzando la convivenza in un solo corpo tra una ragazzina
arrabbiata e un'esperta donna con addestramento militare (tornava il
tema della schizofrenia).
Mentre Rogue intraprendeva il suo
cammino di redenzione tra le fila degli X-Men, Carol fu in qualche
modo curata dal telepate Charles Xavier, che tentò di ripristinarne
i ricordi e la personalità. Il risultato fu una donna nuova che
conservava i ricordi di Carol, ma non poteva condividerne del tutto
le emozioni («Forse un giorno, Rogue proverà per voi quello che
dovrei provare io» ...esattamente). Ad ogni modo, la appena
risvegliata Carol Danvers condivise con gli X-Men l'avventura nello
spazio contro la genia di alieni noti come la Covata. E siccome piove
sempre sul bagnato, fu sottoposta a degli esperimenti che si
innestarono sulle tracce rimaste della precedente influenza Kree.
Carol attinge ai poteri di un'entità cosmica definita Buco Bianco e
diventa Binary, un essere spaziale che andrà a cercare una nuova
ragione di esistenza tra le stelle.
Ma come cantano gli After Hours: non
c'è niente che sia per sempre (e soprattutto la Marvel è incostante
da paura). Nel tempo, il potere di Binary si affievolirà lasciando
riemergere le originali caratteristiche di Miss Marvel. Insomma, lo
status quo di Carol Danvers viene praticamente ripristinato. Oddio,
almeno in parte, visto che tutti glie eroi Marvel sono nati per
soffrire.
Tornata a militare con gli Avengers, Carol (spinta dagli editor) decide che il nome Miss Marvel è stucchevole, soprattutto se attribuito a una virago forzuta e volante. Ed ecco cambiare il nome di battaglia in Warbird. Ma non tutto oro è quel quel riluce. I trascorsi di Carol (le esperienze nello spazio come Binary, le continue cicliche trasformazioni, i fallimenti editoriali, vorrei vedere voi...) le inducono una forma di depressione che la spingono sulla strada dell'alcolismo. Cosa che la farà nuovamente allontanare dagli Avengers. Seguono una serie di rimpasti, narrativi ed editoriali, con ritorni e ulteriori uscite dalla squadra ammiraglia di casa Marvel. Alla fine (per ora), dopo altre cento battaglia anche interiori, Carol decide di prendere il nome di Capitan Marvel in memoria dell'eroe Kree che tanta influenza ha avuto sulla sua vita, e indossa un'uniforme che ne recupera lo stemma (ma con un design più contemporaneo). Attualmente è anche a capo di una squadra di Avengers ed è ritenuta una delle personalità più influenti del cosmo Marvel. La sua lunga esperienza, militare e di super-eroina, le conferiscono autorità, e pare che per lungo tempo rimarrà l'unico Capitano Meraviglioso della Casa delle Idee.
L'accento, oggi, è posto sul concetto di eredità, il cammino di
Mar-Vell da spia a difensore della terra, i suoi legami con l'impero
Kree, si specchiano nelle vicissitudini, nelle crisi e nelle
rinascite di Carol, che per prima lo ha conosciuto. La meraviglia,
attualmente, è la pertinacia di un personaggio che ha cambiato pelle
molte volte, tuttora resiste e che oggi si prepara a conquistare il
cinema.
Per concludere, come cantava Domenico
Modugno: «Meraviglioso!»
lunedì 30 luglio 2018
Capitani Meravigliosi - 4
Dopo la morte del primo Capitan Marvel
propriamente marvelliano (in senso editoriale), le cose si fanno
confuse (e a tratti anche ridicola). Infatti, il nome di battaglia di
quello che nelle intenzioni dell'azienda avrebbe dovuto essere l'eroe
portabandiera inizia a rimbalzare tra più personaggi, nessuno dei
quali eguaglia il carisma del capostipite. Prima erede del titolo di
Capitan Marvel è la poliziotta afroamericana Monica Rambeau,
personaggio che non aveva nessun legame con Mar-Vell se non la scelta
del titolo. L'eroina militò tra gli Avengers e arrivò a diventarne
anche il leader per qualche tempo, quando si vide “plagiato” il
nome d'arte da Genis-Vell, il figlio del Capitan Marvel originale.
Questi (inizialmente chiamato Legacy) era stato concepito in provetta
partendo dalle cellule del soldato Kree, e ne condivideva l'aspetto e
i poteri. A differenza del padre biologico, però, il terzo Capitan
Marvel è parecchio instabile. E col tempo finisce col rivelarsi una
minaccia per l'universo, morendo e resuscitando ben due volte tra
perdite di controllo e temporanei ravvedimenti. La cosa buffa è che,
dopo la sua prima resurrezione, il personaggio decise di cambiare
nome in Photon. Stesso nome adottato dalla Rambeau dopo che le era
stato soffiato l'appellativo di Capitan Marvel (povera stella!). Ad
ogni modo, Genis-Vell a un certo punto si decise a morire per davvero
e uscì di scena come si conveniva a un fallimentare succedaneo.
Ad assumere il manto di Capitan Marvel
è allora Phyla-Vell. Una... ipotetica sorella di Genis-Vell. In
realtà inesistente fino a qualche tempo prima, ma generata dai
giochetti del fratello con l'universo che avevano finito con alterare
la realtà (Aaaaarg! Che bordello!). Phyla-Vell è dunque la prima
versione femminile di questo Capitan Marvel, del quale ereditava
tutte le caratteristiche e il ruolo di paladino cosmico. Ma come
Marvel ha vita breve, evolve assumendo il nome di secondo Quasar
(Capitan Marvel non è l'unico a ispirare successori) e viene infine
uccisa da Thanos durante una delle sue tante performance in cui fa
terra bruciata in giro per l'universo.
La storia del quinto Capitan Marvel è,
se possibile, ancora più incasinata. Creato dallo scrittore Grant
Morrison con il nome di Marvel Boy, Noh-Varr era un alieno Kree, ma
giunto sulla nostra terra da una dimensione alternativa e quindi
digiuno di tutte le relazioni inerenti alla realtà condivisa fino a
quel momento. Appena giunto sul pianeta è coinvolto in vari intrighi
di potere e il suo carattere bellicoso lo porta inizialmente a
sviluppare un discreto risentimento nei confronti dei terrestri (un
po' come il Sub-Mariner dei primi tempi). Il personaggio è preso in
mezzo a vari crossover marvelliani, quali Secret Invasion
(l'invasione segreta degli alieni mutaforma Skrull) e Dark Reign,
durante il quale entra a far parte dei Dark Avengers di Norman Osborn
in cui ogni membro era una versione distorta e perversa dei veri
eroi. Osborn affida così a lui il ruolo di Capitan Marvel
(aridaje!). Ma nonostante la testa calda, Noh-Varr è
fondamentalmente una brava persona, e compresi i malvagi piani di
Osborn diserta per diventare un vero eroe. Non sarà tuttavia
l'ultimo, né il definitivo Capitan Marvel a portare questo nome.
Nel frattempo, ha luogo l'evento
editoriale “Marvel contro DC”, in cui gli eroi di entrambe le
ditte concorrenti si incontrano e si scontrano... finendo a un certo
punto per amalgamarsi temporaneamente. In quell'esperimento
goliardico che è definito “Universo Amalgam”, tra le file della
JLX (la fusione di Justice League e X-Men) incontriamo... Capitan
Marvel. Sintesi tra il primo Marvel-Shazam e il soldato Kree
marvelliano.
In qualche modo, il cerchio si stava
chiudendo...
sabato 28 luglio 2018
Capitani Meravigliosi - 3
Nel 1967, la Marvel Comics si era ormai
aggiudicata il diritto di usare quello che era diventato il proprio
nome editoriale (la casa, nel tempo, si era chiamata prima Timely e
poi Atlas) preceduto dall'appellativo di capitano. Era giunto dunque
il momento di lanciare un personaggio che portasse il nome di
famiglia e rimpiazzasse nella memoria dei lettori più maturi i vari
“Marvel” delle defunte edizioni Fawcett (il primo Capitan
Marvel-Shazam, aveva infatti uno stuolo di comprimari, tutti radunati
sotto il nome di Marvel Family). Ecco nascere dunque il marvelliano
(tautologico) Capitan Marvel, su testi di Stan Lee e disegni di Gene
Colan. Stavolta si trattava di un alieno Kree, razza extraterrestre
che si era già affacciata molte volta nella continuity condivisa dei
supereroi del rampante colosso editoriale. Il suo vero nome era
Mar-Vell, nome alieno che per un capriccio del caso faceva assonanza
con la parola inglese “Marvel”, mentre la qualifica di capitano
era il suo effettivo grado militare nella flotta Kree. Mar-vell,
inizialmente, era una spia inviata dal suo governo per tenere
d'occhio gli infidi terrestri e per eseguire ai danni del pianeta dei
veri e propri sabotaggi. La natura nobile di Mar-Vell, però, insieme
all'avversione per gli intrighi politici e personali dei suoi
superiori, lo portò a tradire la propria razza e a usare le sue
capacità per difendere i terrestri, diventando un rinnegato
interplanetario. Qui la storia di Superman è sostanzialmente
specchiata e riscritta. In origine abbiamo un bambino alieno
superstite di un pianeta distrutto che allevato sulla Terra ne
diviene il protettore essenzialmente per influenze culturali.
Mar-Vell arriva sulla terra da adulto, indottrinato dal proprio
sistema imperialista, e inizialmente non ha il ruolo di paladino, ma
di agente infiltrato. In teoria, quindi, è una minaccia. Ma è la
vicinanza con i terrestri, la fondamentale rettitudine e il senso
critico nei confronti dell'autorità, che lo portano a cambiare
bandiera e a rivestire il ruolo di campione terrestre.
La prima versione di Capitan Marvel
vestiva un'uniforme verde e bianca, modello standard della flotta
Kree, completo di elmetto che faceva da maschera. Poteva volare e
nelle prime storie usava una pistola che sparava raggi energetici,
presto sostituita da un dispositivo da polso con la stessa funzione
(non sia mai che un supereroe impugni dichiaratamente un'arma, anche
se il surrogato produce i medesimi effetti).
Dopo un primo ciclo di storie, il
personaggio subì una trasfigurazione di look e status quo, a opera
dello sceneggiatore Roy Thomas. Le entità cosmiche Suprema
Intelligenza, e in seguito Eon, interferiscono con il suo
abbigliamento e le sue attitudini. E' così che arriviamo al costume
rosso-bluastro-giallo con il marchio stellare sul petto (prima era un
pianeta Saturno stilizzato) che oggi conosciamo. La Marvel qui gioca
sporco, e ricicla in modo malizioso una caratteristica fondamentale
del primo Capitan Marvel-Shazam. La trasformazione fisica e il legame
con un ragazzo normale. Mar-Vell, rimasto intrappolato nella Zona
Negativa (celebre dimensione fittizia descritta per la prima volta
nelle storie dei Fantastici Quattro) si collega al giovane Rick Jones
(avventuroso adolescente che in passato era già stato comprimario di
Hulk e Capitan America) mediante l'uso di due fantascientifici
braccialetti. Facendo sbattere tra loro questi orpelli, il giovane
Rick scambiava gli atomi del suo corpo con quelli dell'esiliato
Mar-Vell, finendo diritto nella Zona Negativa al posto dell'eroe che
si materializzava al suo posto. Una contorta variante di metamorfosi
che echeggiava l'effetto della parola magica “Shazam” e la
trasformazione di Billy Batson nell'omone mitologico. Uno sberleffo
marvelliano a una pagina di storia del fumetto che fu, in verità già
praticato sulle pagine di Thor, inizialmente legato al mortale Donald
Blake che cambiava nel dio del tuono (con la trasformazione
sottolineata da fulmine e boato) ogni volta che percuoteva il terreno
con il suo bastone.
Il nuovo Capitan Marvel ebbe vita
abbastanza lunga, venendo anche investito del vago e difficilmente
comprensibile potere definito “coscienza cosmica”, e promosso a
sorta di messia spaziale. Fu proprio Capitan Marvel a contrastare i
primi piani malefici del titano pazzo Thanos (che aveva esordito in
una storia di Iron Man) e a guidare l'alleanza di tutti i supereroi
contro i progetti nichilisti del temibile villain. Dopo lunga e
onorata carriera, Mar-Vell lasciò questa valle di lacrime non sul
campo di battaglia, ma vittima del cancro, in una memorabile storia
scritta da Jim Starlin.
Ma la Marvel non era pronta a
rinunciare al proprio Capitano di rappresentanza. Si apriva un nuovo
capitolo fumettistico, fatto di emulazione e di eredità. Senza
dimenticare che, sin dalle primissime avventure di Mar-Vell, avevamo incontrato una certa Carol Danvers. Personaggio che
avrebbe fatto mooolta strada...
venerdì 27 luglio 2018
Capitani Meravigliosi - 2
CAPITANI MERAVIGLIOSI – 2
Nel 1953, la sentenza in appello che
riconosce alla DC Comics l'accusa di plagio di Superman intentata
contro il personaggio Capitan Marvel (che per inciso aveva preso a
vendere più albi del prototipo), condannò la casa editrice Fawcett
a pagare alla concorrenza un risarcimento altissimo e a ritirare dal
commercio le riviste che vedevano come protagonista l'eroe oggetto
del contendere. Si concludeva così (temporaneamente) la vicenda
editoriale del primo Capitan Marvel-Shazam, che solo molto tempo dopo
sarebbe stato recuperato dalla stessa DC Comics e integrato nel
proprio cosmo narrativo con un differente titolo di testata. Negli
anni che seguirono la sentenza, però, si creò un vuoto riguardo al
copyright. In sostanza il nome “Capitan Marvel” diventò di
pubblico dominio, e ci sarebbe voluto ancora qualche tempo prima che
la Marvel Comics piantasse la propria bandiera sul brand garantendosi
i diritti su tutti i capitani meravigliosi che sarebbero venuti da lì
a quel momento.
E' in questo intervallo giuridico che,
nel 1966, appare nei fumetti americani... Capitan Marvel di Carl
Burgos. Lo stesso Burgos che nel 1939 aveva creato la prima, storica
Torcia Umana per la Timely Comics, etichetta che successivamente si
sarebbe evoluta prima nella Atlas, e poi nella Marvel che conosciamo.
Il suo Capitan Marvel, nato sotto il marchio editoriale Myron Fass
Enterprise, non aveva niente a che vedere con il suo predecessore
magico. Piuttosto, suggeriva che Burgos doveva avere una vera
passione per gli androidi romantici. Infatti, come già la prima
Torcia (umanoide più che umana) era un robot con poteri di fiamma,
anche questo secondo Capitan Marvel era un automa senziente venuto da
un altro pianeta. Un essere robotico dotata di emozioni umane che
aveva la capacità di scomporre il suo corpo mandando le singole
unità (mani, piedi, braccia, testa) a svolgere azioni indipendenti.
A innescare la separazione degli arti era la parola (magica? In
codice?) “Split!” (ma tu guarda!). E “Xam!” per poi
reintegrarsi. La missione di questo Capitano robotico era, al pari di
Superman, quella di mantenere l'armonia sulla terra. Si nascondeva
dietro l'identità segreta di un archeologo, il professor Roger
Winkle, e la sua vita di facciata era quella di un normale essere
umano, con pulsioni e sentimenti del tutto normali. Nelle sue storie
compariva un comprimario che in qualche modo rappresentava una
citazione di Billy Batson, alter ego del primo capitano della
Fawcett, chiamato però “Baxton”. La vita editoriale del secondo
Capitan Marvel fu molto breve. Solo quattro albi nel 1966. Ma la
dinastia dei Capitani Meravigliosi era lungi dal concludersi. La
Marvel sarebbe presto arrivata a dire la sua. E avrebbe declinato la
ricetta fino allo sfinimento. Non senza ammiccare al prototipo che
era arrivato per primo...
giovedì 26 luglio 2018
Capitani Meravigliosi - 1
Di personaggi chiamati "Capitan Marvel" ce ne sono stati più di uno. La loro storia è complessa e si dipana nel corso di decenni. Quello che oggi conosciamo come SHAZAM nasceva negli anni 40 sotto il marchio Fawcett Comics (due anni dopo l'esordio editoriale di Superman) e inizialmente si chiamava Capitan Thunder. Nome che fu presto accantonato perché echeggiava le generalità di un altro personaggio edito da un'etichetta concorrente. L'eroe diventò così Capitan Marvel (Shazam era solo la parola magica che pronunciava per trasformarsi, e il nome del mago che lo aveva investito dei suoi poteri). Capitan Marvel nasceva dichiaratamente come emulo dell'Uomo d'Acciaio di casa DC, cui si contrapponeva per la sua natura magica invece che fantascientifica (Superman è un alieno, Capitan Marvel è un adolescente terrestre scelto come campione da forze esoteriche). Sorprendentemente, negli anni quaranta, le vendite di Capitan Marvel superarono quelle di Superman (fu anche il primo supereroe a diventare protagonista di un serial in live action). La DC Comics fece causa per plagio alla Fawcett Comics e la disputa legale sarebbe durata molti anni. Una prima sentenza vide prevalere la Fawcett, ma la DC ricorse in appello, e per la Fawcett, indebolita anche dalla crisi che negli anni 50 fece crollare le vendite dei fumetti di supereroi, le cose si misero male. Capitan Marvel chiuse così i battenti, generando un vuoto legale di cui sarebbe giovata la Marvel Comics, registrando il nome dell'eroe e garantendosene il futuro utilizzo. Quando, anni dopo, il personaggio fu acquisito dalla DC ed entrò a far parte del suo parco testate, il nome Capitan Marvel non poteva più essere usato. Ed ecco nascere "Il potere di Shazam", titolo di testata per l'eroe che nelle storie continuava a chiamarsi Marvel, ma sempre più di rado.
Ma di Capitan Marvel, non solo targati Marvel Comics, ce ne sarebbero stati altri...
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