Dopo la morte del primo Capitan Marvel
propriamente marvelliano (in senso editoriale), le cose si fanno
confuse (e a tratti anche ridicola). Infatti, il nome di battaglia di
quello che nelle intenzioni dell'azienda avrebbe dovuto essere l'eroe
portabandiera inizia a rimbalzare tra più personaggi, nessuno dei
quali eguaglia il carisma del capostipite. Prima erede del titolo di
Capitan Marvel è la poliziotta afroamericana Monica Rambeau,
personaggio che non aveva nessun legame con Mar-Vell se non la scelta
del titolo. L'eroina militò tra gli Avengers e arrivò a diventarne
anche il leader per qualche tempo, quando si vide “plagiato” il
nome d'arte da Genis-Vell, il figlio del Capitan Marvel originale.
Questi (inizialmente chiamato Legacy) era stato concepito in provetta
partendo dalle cellule del soldato Kree, e ne condivideva l'aspetto e
i poteri. A differenza del padre biologico, però, il terzo Capitan
Marvel è parecchio instabile. E col tempo finisce col rivelarsi una
minaccia per l'universo, morendo e resuscitando ben due volte tra
perdite di controllo e temporanei ravvedimenti. La cosa buffa è che,
dopo la sua prima resurrezione, il personaggio decise di cambiare
nome in Photon. Stesso nome adottato dalla Rambeau dopo che le era
stato soffiato l'appellativo di Capitan Marvel (povera stella!). Ad
ogni modo, Genis-Vell a un certo punto si decise a morire per davvero
e uscì di scena come si conveniva a un fallimentare succedaneo.
Ad assumere il manto di Capitan Marvel
è allora Phyla-Vell. Una... ipotetica sorella di Genis-Vell. In
realtà inesistente fino a qualche tempo prima, ma generata dai
giochetti del fratello con l'universo che avevano finito con alterare
la realtà (Aaaaarg! Che bordello!). Phyla-Vell è dunque la prima
versione femminile di questo Capitan Marvel, del quale ereditava
tutte le caratteristiche e il ruolo di paladino cosmico. Ma come
Marvel ha vita breve, evolve assumendo il nome di secondo Quasar
(Capitan Marvel non è l'unico a ispirare successori) e viene infine
uccisa da Thanos durante una delle sue tante performance in cui fa
terra bruciata in giro per l'universo.
La storia del quinto Capitan Marvel è,
se possibile, ancora più incasinata. Creato dallo scrittore Grant
Morrison con il nome di Marvel Boy, Noh-Varr era un alieno Kree, ma
giunto sulla nostra terra da una dimensione alternativa e quindi
digiuno di tutte le relazioni inerenti alla realtà condivisa fino a
quel momento. Appena giunto sul pianeta è coinvolto in vari intrighi
di potere e il suo carattere bellicoso lo porta inizialmente a
sviluppare un discreto risentimento nei confronti dei terrestri (un
po' come il Sub-Mariner dei primi tempi). Il personaggio è preso in
mezzo a vari crossover marvelliani, quali Secret Invasion
(l'invasione segreta degli alieni mutaforma Skrull) e Dark Reign,
durante il quale entra a far parte dei Dark Avengers di Norman Osborn
in cui ogni membro era una versione distorta e perversa dei veri
eroi. Osborn affida così a lui il ruolo di Capitan Marvel
(aridaje!). Ma nonostante la testa calda, Noh-Varr è
fondamentalmente una brava persona, e compresi i malvagi piani di
Osborn diserta per diventare un vero eroe. Non sarà tuttavia
l'ultimo, né il definitivo Capitan Marvel a portare questo nome.
Nel frattempo, ha luogo l'evento
editoriale “Marvel contro DC”, in cui gli eroi di entrambe le
ditte concorrenti si incontrano e si scontrano... finendo a un certo
punto per amalgamarsi temporaneamente. In quell'esperimento
goliardico che è definito “Universo Amalgam”, tra le file della
JLX (la fusione di Justice League e X-Men) incontriamo... Capitan
Marvel. Sintesi tra il primo Marvel-Shazam e il soldato Kree
marvelliano.
In qualche modo, il cerchio si stava
chiudendo...
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