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sabato 11 febbraio 2017
domenica 22 febbraio 2015
Addio a Luca Ronconi, mad doctor del teatro italiano
Diciamolo. La televisione non è stato
di sicuro il suo palcoscenico preferito, ma dal pubblico della mia generazione è ricordato prima di ogni altra cosa per il suo bizzarro
(e faraonico) adattamento teatrale dell'Orlando Furioso di Ludovico
Ariosto. Spettacolo risultato da un adattamento del poeta Edoardo
Sanguineti, che modificò i versi di Ariosto in modo che gli attori
potessero recitarli in prima persona, e della mente teatrale
“tecnologica” di Ronconi, avezzo già da allora a usare
macchinari, carrucole e pannelli mobili per realizzare quelli che
oggi chiameremmo “effetti speciali”. Non si può nascondere.
L'Orlando Furioso portato in televisione (cinque puntate) era
qualcosa di insostenibile. Inutile. Pomposo. Pretenzioso. Pare che il
risultato fosse diverso in teatro (Ronconi realizzò lo spettacolo
nel 1969 e lo portò in tourné molto a lungo, ma l'adattamento
televisivo arrivò nel 1975), dove la manifestazione acquistava il
valore aggiunto dell'happening, con il pubblico coinvolto
nell'azione, a spingere macchinari, ad azionare strumenti che
avrebbero fatto volare l'ippogrifo e così via. Un'alchimia da scienziato pazzo dell'arte scenica, con effetti magari non del tutto riusciti, ma che difficilmente si potevano ignorare per complessità e potenza.
Un esperimento (discutibile quanto si
vuole) che rivisto oggi (in età adulta) non mancava di fascino, e
che Ronconi in seguito ritentò, portando in scena un altro lavoro
letterario (stavolta un romanzo moderno) e cioè Quer
pasticciaccio brutto di via Merulana di Carlo Emilio Gadda.
Luca Ronconi, insomma, era un regista
discusso e discutibile, ma cui sicuramente non difettava una
personalità che si farà ricordare. Capace di osare, di giocare, di
inventare... e di far recitare i versi di Ariosto a un'attrice del
calibro di Edmonda Aldini.
Non è poco. Anzi, è una grande impronta.
Non è poco. Anzi, è una grande impronta.
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lunedì 12 gennaio 2009
Noccioline (insanguinate)

Le “Noccioline” del titolo (in Germania lo spettacolo è stato intitolato “Peanuts”) sono un gruppo di ragazzi che rimandano dichiaratamente ai piccoli personaggi delle strisce disegnate da Charles Schultz. E proprio come Charlie Brown, Linus, Lucy e compagni, ciascuna di queste noccioline identifica un diverso sentimento o un sogno umano. Sono, insomma, delle maschere, le cui dispute adombrano i più delicati fenomeni sociali. Facciamo così la conoscenza di Buddy, novello Charlie Brown, chiamato
"Noccioline", forse, soffre di qualche incertezza in prossimità del finale, per alcuni versi ambiguo. Ma è interessante notare quanto Paravidino sia riuscito a far rivivere il migliore linguaggio del teatro dell’assurdo moderno, con echi di atmosfere alla Harold Pinter (i salti temporali, l’uso della mimica), ma anche con la freschezza allegorica dell’immenso (e purtroppo dimenticato in Italia) Ezio D’Errico.
I cosiddetti “Intermezzi” da incubo ambientati nella caserma, sono uno dei momenti più alti dello spettacolo. Brevi e co

Il cast funziona senza particolari sbavature. La recitazione agile e la discreta presenza scenica di tutti gli interpreti conduce senza impedimenti fino alla fine. Una menzione particolare va alle interpreti femminili, qui visibilmente più vivaci e duttili dei loro, pur apprezzabili, colleghi.
Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Bellini di Palermo fino al 18 Gennaio 2009. La scelta giusta per passare una serata in modo diverso, disertando un cinema ormai alla frutta, e per riscoprire il piacere di una forma di teatro che ormai (almeno dalle nostre parti) si vede di rado.
“Noccioline” di Fausto Paravidino. Regia di Valerio Binasco. Interpreti: Elena Arvigo, Alessia Bellotto, Vittoria Chiacchella, Luigi Di Pietro, Denis Fasolo, Iris Fusetti, Aram Kian, Lucia Mascino, Mauro Parrinello, Fulvio Pepe, Michele Sinisi.
TEATRO BELLINI
piazza Bellini
tel. 0917434312
botteghino@teatrobiondo.it
20 euro intero, 15 euro ridotto

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