Caro amico patetico,
ti chiamo patetico perché, da come ti
esprimi non viene naturale definirti omofobo, e neppure razzista. Da
quel che hai scritto trasudi tanta di quell'ottusità che al massimo
sei un idiota, sempre che non ci si trovi davanti a un ragazzino
disgustosamente maleducato. Scrivo questa lettera aperta, ma non la
indirizzo a te. So che non ti interessa, e non potrà interessarti
mai. Lo faccio perché annoto in un blog le cose che mi colpiscono, e
alcune di queste – penso – meritino di essere condivise. La tua
furia, il tuo orgoglio, il tuo ossessivo bisogno di rivalsa,
assomiglia tanto, ma davvero tanto a quello di molte minoranze
discriminate nel mondo. E per questo ispiri più compassione che
altro. Ma ripeto... probabilmente sei poco più di un bambino. Anzi,
lo spero. Per te. Per tutti.
I social sono una brutta bestia, lo
sappiamo. Come gli aeroplani. Macchine che realizzavano il sogno
dell'uomo di volare, ma che finirono con l'essere usati per sganciare
bombe. Lo sappiamo tutti che la possibilità di interloquire con
persone distanti, che non ci vedono, che non conosciamo, è qualcosa
di delicato che spesso porta a scontri inutili. Da bambini, appunto.
Vedi, a me hanno insegnato che vedere
qualcosa di sbagliato senza intervenire equivale a giustificarlo. Per
questo intervengo ogni volta che m'imbatto in un comportamento
razzista. Nel caso specifico, stavo conversando con un amico,
commentando per la precisione, un suo video sul grande tubo. L'amico
mi saluta dicendo “Ti abbraccio”. Io rispondo al saluto scrivendo
“Abbraccio ricambiato”. Dal nulla, salti fuori tu, perfetto
sconosciuto, e spari un commento non pertinente alla conversazione,
attribuendo senso di scandalo all'attore Gerard Depardieu (infilato a
forza solo a causa di una citazione filmica) per dire che il tuo
attore preferito (che tu definisci un “vero uomo”) schiferebbe quelle che
per te erano “smancerie tra maschi adulti”.
Veri uomini.
Smancerie tra maschi adulti.
Sì, devi essere veramente molto, molto
giovane.
Ripeto anche questo. Lo spero con tutte
le mie forze, perché il contrario sarebbe sinistro.
A quel punto ti faccio notare che se
anche Depardieu in persona si permettesse di dirmi una cosa del
genere lo manderei affanculo. Che sentire il bisogno di mostrarsi
maschi a tutti i costi allontana dall'essere quello che tu etichetti come “veri uomini”. E concludo facendoti presente che stai parlando
con un gay che ci mette la faccia, giusto per farti notare che
entrare in una stanza dove c'è gente che non conosci dovrebbe farti
pensare due volte a fare battute che prevedono una complicità da
scuola media.
Ok, sono un idealista illuso. Bisogna
ripassare un concetto di base.
Scusarsi, oggi, è una capacità che
possiedono solo superuomini e superdonne. Quindi, davanti a una
gaffe, le possibilità si riducono a due. Tacere o gonfiare il
petto, perseguendo gli stessi argomenti e peggiorando di molto la
situazione.
Ed ecco, dunque, un lungo delirio sulla
militanza gay, la “politicizzazione del proprio ano”, sulla
“censura” (parola che ormai ha perso di senso e ha acquistato il
significato di “libertà di dire stronzate senza che nessuno te le
faccia notare”), insulti assortiti, minchiate a sfondo neanche
tanto velatamente razzista... (“la strage di Orlando, beduini o non
beduini...”) e un fiume di parole incomprensibili, scritte in un
italiano opinabile, e del tutto prive di un senso compiuto che non sia
l'ululato di un marmocchio fuori di sé perché è stato rimproverato e non
resiste all'impulso di prendere a sassate la finestra di chi gli ha
detto che le cose sporche non si mettono in bocca.
Così, tentando di togliere un
sassolino dalla scarpa, ho scoperto che avevo invece pestato una
cacca di cane. Mi ritrovo uno stalker che mi ingiuria sia sul canale
degli amici che con messaggi privati (senza peraltro rendersi conto
che questo lo sta già facendo sconfinare in un reato di natura
penale). I contenuti sono espressi con una linguaggio che
richiederebbe l'intervento di un esorcista, o forse di un esperto di
lingue primitive, chissà. Gli argomenti addotti non meritano
analisi, tanto varrebbe interpretare le scritte sul muro di un
cesso... insomma, il piagnisteo di qualcuno che non ha sopportato di
sentirsi dire che avrebbe potuto comportarsi meglio in casa d'altri.
Ho sentito (esagerando, lo ammetto) il
bisogno di rammaricarmi per avere dato l'input a un tale proliferare
di spazzatura sul canale di amici. Ma oggi non vedo perché dovrei
farmi carico dell'inciviltà altrui. Il meccanismo è sempre lo
stesso dell'età scolare. Il bullo bullizza. Quando gli si resiste o
viene punito per le sue azioni, sente la necessità di vendicarsi
della vittima che ha importunato. Io non ho alcun controllo su questi
meccanismi di cui la nostra società è ancora malata. Posso solo
riconoscerli e riprenderli, come faccio sempre.
Le opzioni di Internet lasciano il
tempo che trovano. Bloccarti su Google, ovviamente, non è servito a
nulla. Sicuro, come spieghi tu, tutti abbiamo più di un profilo.
Credi davvero, poverino, che non me lo aspettassi? Pensi seriamente
che perda tempo a leggere ogni virgola di quello che ancora ti ostini
a scrivermi? Credi che, visto che ci tieni tanto, non esibisca i tuoi attacchi come medaglie? Davvero non ti rendi conto dello spettacolo miserrimo che stai facendo di te stesso? Che ogni cosa che scrivi è uno sputo che ti ricasca addosso?
No?
Mi dispiace molto per te.
Ma sei hai scelto di annegare nella tua stessa saliva, accomodati.
Sai una cosa, non ti odio. Temo, piuttosto, che tu abbia
seriamente bisogno d'aiuto, perché tale insistenza a cercare
riscossa è uno dei sintomi della nevrosi ossessivo compulsiva, e
alla lunga se non arginata peggiora in modo drammatico, a volte
sfociando in situazioni psicologicamente definite borderline. Ma devo
ricordarmi che sto parlando a un campione di civiltà, che può insegnarmi tanto su molti fronti, e che di sicuro
non ha interesse per certi futili argomenti accademici, e cui non frega nulla di conoscere veramente il suo interlocutore. Anche per questo ho
smesso di leggere i tuoi deliri, e probabilmente (ma non sicuramente,
perché non porgo l'altra guancia per sempre) stavolta non ti
bloccherò. Lascerò che la tua ignoranza faccia spettacolo di sé.
Che la tua arroganza si alimenti fino a scoppiare. Non confuterò i
tuoi deliranti insulti, i tuoi vaneggiamenti pseudopolitici. Anzi, li
sfoggerò. Sei stato maleducato, ma potevi evitare di apparire anche un
mentecatto. Tuttavia, se ti fa sentire meglio, se non sei in grado di
riconoscere una brutta figura, continua pure su questa strada. Spero
solo che tu abbia vicino qualcuno che comprenda quanto stai male e ti
aiuti. Perché non sei un omofobo, e neppure un razzista. Sei una
creatura patetica. Piccola e bizzosa.
Ma c'è davvero tanta differenza?
Be', questa è una grande domanda.