Palermo Pride 2016... il settimo a
Palermo.
Solo poche parole, dopo aver vissuto
ancora una volta la parata.
Va da sé che quest'anno la ricorrenza
del Pride (festa politica) che trova la sua origine nei moti di
Stonewall, dove un gruppo di transessuali (più di altri) trovarono
per la prima volta la forza di resistere alle vessazioni arbitrarie
di una polizia deviata, fosse legato alla tragedia di Orlando. Un
episodio drammatico che resterà nella storia del movimento LGBT
internazionale, per la sua folle gratuità, per la generica
indifferenza e per aver fatto da scintilla a commenti di un'omofobia
che rialza la testa senza la vergogna che avrebbe tutte le ragioni di
provare.
Il costume di Massimo Milani (metà
della storica coppia palermitana conosciuta come Massimo e Gino) è
stato di una teatralità elegante e struggente. Una scelta riuscita,
che coniuga rispettosamente il tributo al dolore per la violenza
insensata che ha spezzato tante vite innocenti e la tradizionale
manifestazione festosa che va comunque avanti, inesorabile come il
progredire della storia e una lotta politica che più di prima deve
vederci determinati. Un abito da sposa insaguinato (citazione filmica
a Kill Bill di Quentin Tarantino) e la scritta “We Will
Survive” (Noi sopravviveremo). Una sposa che sembra cadere
sotto i colpi di una cieca violenza, ma che si rialza più forte di
prima e combatte come una leonessa fino alla vittoria.
Questo Palermo Pride 2016, come già
altre sue edizioni passate, potrà forse essere definito “poco
trasgressivo” o “troppo poco fantasioso”. Ma non è su questo
che intendiamo concentrarci. Pensiamo piuttosto (al di là di quel
che vorremmo vedere) alla forza inclusiva e alla generale compostezza
di quella che ancora oggi da molti è definita come una “indecente
carnevalata”.
C'è da chiedersi cosa abbiano
visto. Dove, e se la buona fede abbia casa dalle loro parti. Il
Palermo Pride si è connotato sempre più come una manifestazione
politica aperta e solidale con realtà che LGBT non sono. Quest'anno
il tema ufficiale erano i migranti e l'accoglienza, ma nel corpo del
corteo abbiamo avuto modo di incontrare anche associazioni per la
tutela dei diritti degli invalidi (dimostrando che la guerra tra
poveri può essere superata, e che non esistono battaglie che vengono
prima di altre, ma piuttosto battaglie per una vita migliore che
dovrebbero essere un'unica cosa).
Le famiglie arcobaleno, sempre più
numerose e presenti, con i loro bambini, sono ormai un punto nodale
della manfiestazione. Un Pride che forse deluderebbe chi cerca
trasgressione ad ogni costo, nudità e provocazioni. Ma che dimostra
una volta di più che la presunta “carnevalata” del Pride (molto
più compito a Palermo di certe feste che celebrano vittorie
calcistiche) non è che un comodo spauracchio. Un inesistente
fantasma, creato a bella posta per giustificare inerzia e la (magari
inconsapevole) pulsione a restare nell'ombra con l'illusione di
essere migliori.
Non ho mai partecipato ad un pride ma mi sarebbe piaciuto sfilare insieme a voi ^^ Su Orlando non ci sono parole, devastante..
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