Diario del Capitano, data bestiale
09.09.2017
E' un po' che non parlo dei sogni
lucidi. Il fenomeno in base al quale è possibile acquistare durante
il sonno la consapevolezza di sognare e prendere in qualche modo il
controllo del proprio viaggio onirico. Come dico sempre, sono un
pessimo discepolo di questa pratica, che prevederebbe esercizi,
meditazione e la scrittura regolare di un diario dei sogni. Inoltre,
era qualche mese che non vivevo più esperienze simili. Dopo una fase
di intensa attività onirica, il tutto si era dissolto come neve al
sole e i miei sogni erano tornati a essere evanescenti e
inafferrabili.
Senza preavviso, la scorsa notte è
successo di nuovo.
Stavolta non è stato esattamente
piacevole, ma comunque interessante.
Il sogno consisteva nel mio incontro
con una persona cara che non è più tra noi. Un camminare insieme
per luoghi che erano un delizioso ibrido di realtà e fantasia.
L'incantevole rudere della chiesa dello Spasimo a Palermo, nella
dimensione del mio sogno, si apriva su un'icantevole spiaggia sotto
la luce di un incipiente tramonto. Dettagli buffi, ma affascinanti,
consistevano in contaminazioni contemporanee tra i resti di una
chiesa costruita nel XVI secolo. Come residui di una Disneyland di
epoca classica, anche questa decaduta e recante i segni del tempo.
Rammento una statua in pietra, simile per aspetto allo stile greco,
ma raffigurante Mickey Mouse. Un Topolino bianco sasso che si
stagliava a pochi passi dalla spiaggia. Evidente gancio alle mie
attività quotidiane legate al mondo dei fumetti e della cultura pop.
La passeggiata con la persona a me cara
si snodava per questo ambiente che mutava ogni volta che si girava un
angolo. Lo Spasimo-Disneyland diventava a tratti un'abitazione
moderna con vista sul mare. Praticamente una sintesi tra monumento
storico e confort molto piacevole, almeno in ambito onirico. A un
tratto, però, le cose cambiavano. Mi ritrovavo solo, e guardandomi
il polso notavo qualcosa di strano. Portavo il mio orologio intorno
al polso destro (cosa che non è nelle mie abitudini) e il quadrante
era completamente rovesciato. Notavo questa stranezza anche nel sogno
e iniziavo a slacciare il cinturino per guardare meglio l'orologio,
conscio che significava qualcosa.
La disciplina meditativa che accompagna
la ricerca dei sogni lucidi prevede l'uso di un totem di riferimento.
Un oggetto che si conosce bene, con un preciso funzionamento, che
dovrebbe segnalarci con le sue possibili variazioni che ci troviamo
immersi in un sogno. Il mio nano gestalt, però, quello che in
posizione orizzontale acquista le sembianze di un uccello, non era
con me. In qualche modo l'orologio ne stava prendendo il posto, ma
non mi sono subito reso conto del significato dell'avvertimento.
Lo scenario era ormai diventato una
grande casa con terrazzo e ormai fuori imbruniva. Ormai ero rimasto
solo a percorrere quello scenario, e molto presto, il sogno si
sarebbe trasformato in un incubo. Andavo per uscire sul terrazzo e mi
trovavo davanti a una scena inquietante. Due persone di mia
conoscenza (non vicinissime e non frequentazioni abituali) si
trovavano immobili ai lati del terrazzo. Dritti e fermi come statue.
Erano loro, potevo riconoscerli, ma nello stesso tempo non lo erano.
Nei loro visi riconoscevo delle distorsioni molto simili a quelle che
si possono vedere nelle immagini meme relative alla creepypasta
Zalgo. Occhi simili a pozzi neri incavati e sanguinanti, lineamenti
impietriti in espressioni prime d'emozione. Per farla breve, diciamo
che la sensazione era quella di trovarsi di fronte a due zombi per il
momento immobili, ma che sembravano prepararsi ad attaccarmi.
Iniziavo a sentire dardeggiare la sensazione sgradevole di minaccia e
tornavo in fretta sui miei passi per sottrarmi alla vista di quelle
creature. Quindi, un lampo. Ricordavo di aver guardato l'orologio e
il suo quadrante rovesciato in modo del tutto improbabile.
Adesso ero consapevole di trovarmi in un sogno, e che il pericolo era irreale. Permaneva però un senso di angoscia per niente piacevole. Decidevo pertanto che volevo svegliarmi per uscire da quello scenario prima che l'incubo degenerasse. Ricordo di aver preso una cartella (molto simile a una cartella di plastica che uso nella realtà) e di averla scaraventata sul pavimento con l'intenzione di produrre uno shock che potesse svegliarmi. Niente. Allora mi inoltravo nella casa. Casa che aveva preso ad assomigliare sempre più al mio vero appartamento. Accendevo la luce nell'ingresso, battevo le mani, ma senza produrre suoni. Allora ho cominciato a schiaffeggiarmi ordinandomi di svegliarmi. Niente. Il sonno resisteva nonostante ormai fossi del tutto consapevole di stare sognando. Continuavo a muovermi per casa toccando di tutto alla ricerca di stimoli che mi agganciassero alla realtà, e finalmente vedevo accendersi la luce nella cucina, e sentivo i passi e la presenza di mia sorella intenta a preparare il caffè come ogni mattina. Ma non era ancora realtà. Solo il sogno che imboccava un sentiero di ritorno verso il risveglio.
Adesso ero consapevole di trovarmi in un sogno, e che il pericolo era irreale. Permaneva però un senso di angoscia per niente piacevole. Decidevo pertanto che volevo svegliarmi per uscire da quello scenario prima che l'incubo degenerasse. Ricordo di aver preso una cartella (molto simile a una cartella di plastica che uso nella realtà) e di averla scaraventata sul pavimento con l'intenzione di produrre uno shock che potesse svegliarmi. Niente. Allora mi inoltravo nella casa. Casa che aveva preso ad assomigliare sempre più al mio vero appartamento. Accendevo la luce nell'ingresso, battevo le mani, ma senza produrre suoni. Allora ho cominciato a schiaffeggiarmi ordinandomi di svegliarmi. Niente. Il sonno resisteva nonostante ormai fossi del tutto consapevole di stare sognando. Continuavo a muovermi per casa toccando di tutto alla ricerca di stimoli che mi agganciassero alla realtà, e finalmente vedevo accendersi la luce nella cucina, e sentivo i passi e la presenza di mia sorella intenta a preparare il caffè come ogni mattina. Ma non era ancora realtà. Solo il sogno che imboccava un sentiero di ritorno verso il risveglio.
Pochi istanti dopo questa tappa,
finalmente, mi sono svegliato.
Bizzarra esperienza. Acquistare
consapevolezza nella fase onirica, ma faticare a uscirne. Una cosa
che ancora non mi era capitata. I sogni lucidi sono strani, ambigui,
e non sempre facili da gestire.
Soprattutto da uno studente
indisciplinato come me.