Diario del Capitano, data bestiale 5
Marzo 2016
La notte scorsa ho avuto la mia seconda
esperienza con i Sogni Lucidi.
Anche stavolta l'episodio non è stato
in alcun modo cercato. Dall'ultimo episodio (che per me è stato
anche il primo in assoluto) è trascorsa una settimana durante la
quale ho avuto sogni secondo modalità del tutto ordinarie. Stanotte
il fenomeno si è ripresentato, in modo sconcertante per me, neofita,
che nel sogno ho ricordato l'esperienza precedente e sono stato in
grado di fare dei confronti.
Ho rilevato, infatti, alcune differenze
percettive rispetto alla volta prima.
Questa volta il sogno era ambientato in
un complesso di abitazioni confinanti all'interno di un grande
cortile irto di case basse. Non c'era molta gente in circolazione e
io mi spostavo da una casa all'altra indisturbato, come se mi fossero
appartenute tutte, o come se fossero state tutte stanze di un'unica
enorme casa. E' facile ricondurre questa ambientazione al mio recente
trasloco e al ritorno nella casa che era appartenuta ai miei
genitori, oggettivamente più grande di quella in cui ho vissuto per
molti anni fino a poco più di un mese fa.
L'elemento rivelatore, stavolta, è
stata la presenza di mia madre, deceduta la scorsa Estate. Ovviamente
non era la prima volta che mi capitava di sognare un mio defunto, ma
in questo caso, stranamente, la presenza della persona scomparsa è
risultata rivelatrice della condizione onirica in cui mi trovavo. Mia
madre appariva anziana, malmessa e bisognosa di attenzioni come nella
realtà, ma non ancora nelle condizioni estreme dell'ultima fase
della sua vita. Era ancora in grado di camminare e parlare. Questo
anacronismo, inspiegabilmente, per la prima volta, mi ha fatto
acquistare consapevolezza dell'impossibilità del frangente, e anche
stavolta, come durante l'esperienze di una settimana prima, ho
cercato in tasca il mio totem, l'oggetto onirico di riferimento per
eseguire uno dei cosiddetti test di realtà.
La prima volta era stato abbastanza
semplice. Il mio piccolo gnomo gestalt, che messo in orizzontale
acquista la forma di un tucano, aveva mutato forma confermando
l'irrealtà della situazione. In questo nuovo sogno, invece, qualcosa
non ha funzionato. Il pupazzetto ha conservato le sue due forme. Per
quanto la sagoma del tucano fosse incerta, sfocata, difficile da
riconoscere, sembrava più vicino al suo aspetto oggettivo di quanto
non fosse stato la prima volta.
Ammetto di non essere un discepolo
modello della metodologia dei Sogni Lucidi. L'oggetto totem andrebbe
portato sempre con te, andrebbe studiato, manipolato e conosciuto in
ogni dettaglio. Cosa che in verità ho parecchio trascurato. Quindi
(cosa un po' buffa) nel sogno mi rigiravo tra le mani il mio totem
come un dislessico che fatica a leggere, senza riuscire a persuadermi
se cambiasse forma o no. Non riuscivo, insomma, a convincermi che mi
trovavo effettivamente in un sogno. E questo nonostante la presenza
impossibile di mia madre.
Allora ho fatto ricorso a un diverso
test di realtà. Mi sono osservato le mani. Nei sogni, di solito, si
fa fatica a contare, le dita possono non essere cinque, avere forme
strane, così come se ci si guarda in uno specchio non si vede il
proprio volto così per com'è. Questo test ha funzionato. Le mie
mani erano deformate, come se le stessi guardando attraverso un vetro
opaco, e la sinistra aveva un dito in meno.
Nel sogno mi sono rallegrato di questo
successo. Ero di nuovo consapevole di stare sognando, e nonostante
questo, non mi svegliavo. Ho quindi provato a fare quello che spesso
si fa per istinto nei sogni. Ho spiccato il volo. Ho galleggiato
nell'aria e ho attraversato il cortile sfrecciando come un gabbiano.
Non ho volato per tutto il sogno, ma ho continuato a viverne gli
sviluppi con la consapevolezza che non mi muovevo nella realtà.
L'aspetto più curioso, in questo secondo Sogno Lucido, è stato il
senso di responsabilità che provavo nei confronti di persone e
situazioni presenti nel mio sogno. Dovevo – come nella realtà, in
passato – aiutare mia sorella a occuparsi di nostra madre. Poi la
situazione cambiava, come sovente avviene nei sogni, e mi trovavo a
collaborare con qualcun'altro, un'amica con cui nell'ultimo anno mi
sono relazionato spesso partecipando alle attività di un centro
sociale. Mi occupavo della cucina, dovevo procurare dei piatti e mi
scoprivo a preoccuparmi perché quanto trovavo nella credenza non mi
sembrava adeguato. Avevo, insomma, consapevolezza di sognare, ma la
possibilità di scontentare il prossimo (mia bestia nera nella vita
durante la veglia) mi perseguitava anche in quelle lande oniriche.
Del resto, ero pur sempre io, e la coscienza della dimensione del
sogno non mi privava del mio carattere e del mio rapporto con la
realtà.
Devo ammettere che dubitavo molto che
l'esperienza si sarebbe ripetuta. Anche per via della mia incostanza
nella pratica che dovrebbe favorire i Sogni Lucidi. Per il futuro
proverò a studiare meglio il mio oggetto totem, a conoscerlo meglio.
Ho notato che ha un marchio di fabbrica, una sequenza di numeri e
lettere posta sul fianco sinistro dello gnomo. E del resto il
fallimento non è stato completo. L'indeterminatezza del suo aspetto
mi ha indotto a svolgere un diverso test di realtà, raggiungendo
comunque il risultato.
Mi chiedo se devo aspettarmi altri
episodi del genere.
Chissà! E' davvero una strana
esperienza.
Salve, bel sito, ho scritto degli articoli riguardo i sogni lucidi in particolare dalla loro origine nell'Iperuranio di Platone, che si sviluppa attraverso il Sephirot (l'albero della vita), sono articoli abbastanza complessi, e comprendo che qualcuno possa trovare difficoltà a leggerli, ma se sei interessato ti do il link: http://hokmaph-iperuranio.blogspot.it/2015/09/articoli-iperuranio-mondo-delle-idee.html
RispondiEliminaIo sono un onironauta della Domenica.. Ma l'argomento mi affascina. Quindi grazie. :)
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