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sabato 8 luglio 2017

Tornando a casa (dopo aver visto Spider-Man: Homecoming)


Allora... Tom Holland è sicuramente UN Peter Parker, e il suo UN Uomo Ragno (fatico ancora a chiamarlo Spider-Man) godibilissimo. Insensato sarebbe il confronto con le versioni precedenti. E questo a prescindere dal valore che si possa, voglia attribuire a ciascuno dei film in questione. Mi sembra inopportuno anche commentare come "questo è il vero Uomo Ragno" o "non è il vero Uomo Ragno". Anche questo da applicare a tutti i film del franchise. L'Uomo Ragno, come molti altri personaggi iconici, ha tanti aspetti e tante possibili letture. Le hanno avute personaggi come Robin Hood, Zorro, Sherlock Holmes. Non è diverso. Ogni lettura può scegliere di sottolineare un aspetto piuttosto che un altro. Pertanto è il caso di dire che si apprezza più l'uno o l'altro, non che uno sia "vero" a dispetto di altri "falsi". Non in questo caso almeno.
L'unico reale difetto di Spider-Man: Homecoming, di per sé un film simpatico e abbastanza riuscito, è la sua natura derivativa. Due versione ancora recenti alle spalle, e soprattutto la necessità, lo volontà progettuale di creare una nuova lettura del personaggio per inserirlo nell'universo condiviso del MCU. Ormai il protagonista può fare a meno di narrare la sua genesi, e anche di diversi comprimari importanti. La cosa rilevante è incastrarlo nel quadro generale. E questo forse è il tasto dolente (per alcuni, per me). E' un film divertente, ma che esiste in quanto tessera di un gioco del Domino che da sola non può stare in piedi. Non potrà mai essere il film definitivo sull'Uomo Ragno, in quanto non è fruibile senza aver visto le pellicole precedenti. Questo vale tanto per i fans che per (ancora peggio) lo spettatore occasionale. Accettiamo questa nuova logica televisiva traslata al cinema. Attualmente tiene commercialmente banco, e negarlo è inutile. Ormai è come seguire un serial TV su grande schermo, con vari spin off, e tempi molto più lunghi. Altro da aggiungere, nel bene o nel male, riguardo Spider-Man: Homecoming non è realmente necessario.

giovedì 22 dicembre 2016

Rocket Balloon Speciale Natale

Ascolta Rocket Balloon Ep 4: SPECIALE NATALE" su Spreaker.

In occasione delle feste natalize, ecco il primo speciale di Rocket Balloon dedicato al Natale, qui in versione podcast su Spreaker (dove è possibile recuperare l'intera serie della trasmissione). Si parla ovviamente di fumetti a tema Natalizio, ma anche di cinema (natalizio), di incarnazioni più o meno trasgressive di Babbo Natale e persino del recente trailer di Spider-Man: Homecoming, che riporterà l'Uomo Ragno al cinema con il volto del giovane attore Tom Holland. Il tutto servito da Runtimeradio.it e sempre condotto dal sottoscritto e dallo spumeggiante Peppe Saso. 
Buon ascolto e buone feste.

domenica 28 febbraio 2016

Uno sguardo ai Sogni Lucidi


Diario del capitano. Data bestiale 28 Febbraio 2016

Per la prima volta, stanotte, credo di avere sperimentato il fenomeno onirico definito come Sogno Lucido.

Mi trovavo nella mia nuova, grande stanza. L'ex soggiorno di casa dei miei che sto pian piano trasformando in un monolocale. Non era esattamente identica a com'è nella realtà, ma alcuni punti fermi dell'architettura e dell'arredamento mi facevano intendere con una certa chiarezza che mi trovavo là. A svelare il sogno è stato un salto innaturale, impossibile per me, obeso, ma non usuale per chiunque sia normodotato. Scavalcavo il divano che divide in due la stanza come se fossi stato un felino. Di norma, comprendere di stare sognano è sempre stato per me l'anticamera di un veloce risveglio. Stavolta, invece, non è stato così. 



Dal momento che di recente mi sono interessato alla teoria dei Sogni Lucidi, e tenendo presente i possibili test di realtà, ho fatto ricorso al mio oggetto totem. Un piccolo giocattolo di quelli allegati ai prodotti Kinder, che se messo in posizione verticale ha le fattezze di uno gnomo, se posto in posizione orizzontale, acquista l'aspetto di un uccello da lungo becco appuntito. Nel sogno mi rigiravo il giocattolo tra le mani, e gli aspetti familiari non erano quelli che ricordavo. L'uccello non aveva un becco affilato. Quello che in verticale avrebbe dovuto essere il berretto dello gnomo, posto in orizzontale assumeva una posizione diversa, più rincagnata, e ricordava la sagoma di un muso di pecora.



Insomma, è diventato chiaro che mi trovavo in un sogno, ma per la prima volta nella vita, non mi sono svegliato. Ho cominciato a pensare cosa potessi sperimentare di strano e divertente. Da nerd appassionato di fumetti, ho azzardato qualcosa che da ragazzo ho sempre sognato a occhi aperti di poter fare. Ho provato a scalare le pareti lisce come l'Uomo Ragno, e per quanto l'azione abbia richiesto alcune prove goffe, ho finito davvero con l'aderire ai muri della mia stanza e a passeggiare sul soffitto. E' andata avanti così per un tempo indefinibile, come una piacevole giostra, finché non è sopraggiunto il risveglio.

E' stata un'esperienza veramente strana. E affascinante. Devo ammettere che ero scettico sulla teoria dei Sogni Lucidi. Mi chiedo se succederà ancora. Sono molto curioso. E spero proprio di sì.

giovedì 24 luglio 2014

CineSpider-Man: Trova le differenze



Qualcuno mi spiega perché si continua a dire che il reboot Amazing Spider-Man è "più fedele al fumetto" della trilogia di Sam Raimi?

A me sembra che (come minimo) siano pari e patta.

1 - Nel terzo (tremendo!) film di Raimi, Gwen Stacy è un'ochetta che ha un ruolo molto secondario, mentre dovrebbe essere la prima fiamma di Peter Parker. In Amazing 2, il primo Goblin sembra essere Harry Osborn (non Norman), tra l'altro stravolto.


2 - Nel primo film di Raimi, l'incidente che trasforma Peter in Uomo Ragno è molto fedele alle dinamiche del fumetto, mentre in Amazing è del tutto reiventato (in modo anche farraginoso e - se possibile - ancora meno plausibile).


3 - Il trauma della morte dello zio Ben, nel film di Raimi, è aderente alla fonte fumettistica, mentre in Amazing è rivisitato alla cazzodicane e risulta abbandonato per strada, tanto che sembra influire molto poco sulla psicologia del protagonista.


4 - Nel film di Raimi, Peter sviluppa una ragnatela biologica, mentre in Amazing costruisce i famosi lanciaragnatela. In compenso sono del tutto assenti la fase del wrestling (fondamentale), il personaggio di Jonah Jameson (fondamentale), e di fatto la sua trasformazione caratteriale (fondamentale anche questo... C'è chi lo ha trovato figo, ma sicuramente fedele al fumetto non è). E il senso di ragno? C'è? Non c'è? Eh?! Beh, nel primo C'ERA e si vedeva. Nel reboot è solo caos (o rallenty).


5 - La storia (pasticciatissima) dei genitori spie di Peter Parker, nel fumetto, emerge moooolto avanti. Niente per cui stracciarsi le vesti, ma perché rompete i coglioni con Gwen che veniva prima di Mary Jane, allora?


Questo elenco potrebbe continuare in modo nerdosissimo. Eppure, in giro per la rete, si continua a parlare di aderenza al fumetto dello Spider-Man di Marc Webb. Magari criticandolo, ma salvandone sempre la presunta fedeltà alla matrice cartacea. Fedeltà che stento a trovare. Seriamente. Qui non parliamo di dar voti ai film, ma di guardare alle loro strutture con un minimo di criterio. Che il reboot abbia cercato di puntare su alcune "differenze" per prendere le distanze da un originale ancora troppo recente si può capire. Ma parlare di fedeltà, e ripeterlo come un mantra non lo farà diventare vero.

Si vede che i commenti di tutti questi giovincelli che definiscono "sopravvalutata" la trilogia (imperfetta quanto si vuole, d'accordo, ma comunque molte spanne al di sopra di queste produzioni confuse e sciatte dal punto di vista della sceneggiatura) mi irritano profondamente?

E per inciso... che spreco Andrew Garfield. Giovane attore bravo e duttile. Potenzialmente un buon Peter Parker sulla carta... ma affondato da una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti.

lunedì 28 aprile 2014

Amazing?

Questa non è una recensione. Anzi, non si parla neppure del film. Giusto due parole... sulle recensioni di altri.
Perché in quasi tutti i commenti su Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro ci si preoccupa di sottolineare che NON C'E' SCENA DOPO I TITOLI DI CODA? Qualcuno mi spiega l'importanza epocale dell'evento. Quale immane trasgressione? Il tono di chi riferisce la cosa tradisce sempre una qualche delusione. Cos'è, un gadget irrinunciabile? Comunque sentir dire che la trilogia di Sam Raimi è sopravvalutatissima mi fa sentire vecchio decrepito. Ho visto succedere la stessa cosa con la musica degli anni andati, ma la vicinanza tra i due prodotti (e la gratuità dell'affermazione) rende lo scivolone ancora più marchiano. Ragazzi, è un argomento di poco conto, d'accordo. Sono cinefumetti, i gusti sono gusti e blabla, ok. Ma un minimo sindacale di oggettività non costa niente. Pensate alla caratterizzazione dei villains dei film di Raimi, Octopus su tutti, e sull'equilibrio tra dialoghi e azione (parliamo dei primi due film, non del pastrocchio che fu il terzo). Quel che è nuovo non è sempre migliore. Pensateci.



mercoledì 27 febbraio 2013

Amazing Spider-Man 2: un nuovo look


Lo ha da poco reso pubblico il sito Superherohype. Il costume di Spider-Man, quello che nel film di Marc Webb ha fatto storcere il naso a molti fans («Sembra fatto con i supersantos!») cambierà design nel secondo episodio, intitolato Amazing Spider-Man 2, e ancora una volta interpretato da Andrew Garfield.
L'immagine pubblicata nelle ultime ore è nitida e ci riporta decisamente a un look più simile a quello che il personaggio sfoggiava nella trilogia di Sam Raimi.

giovedì 15 novembre 2012

The Amazing Spider-Man: riflessioni su un reboot controverso



Con il consueto ritardo (e sì, ci riesce difficile trovare il tempo per andare al cinema, quindi ci tocca aspettare le uscite in dvd), diciamo anche noi la nostra su The Amazing Spider-Man, il chiacchierato reboot cinematografico sull'amatissimo arrampicamuri di quartiere. Film che ha suscitato per lo più pareri diametralmente opposti, tra spettatori entusiasti e fans in crisi emetica acuta, lasciando poco spazio a opinioni intermedie. Del resto, è inutile nascondersi dietro un dito. Il pubblico dei cinefumetti, almeno quella vasta fetta che proviene dalla lettura (spesso decennale) degli albi, non è avvezzo a fare prigionieri quando si tenta di portare sullo schermo i suoi beniamini. L'amore per un personaggio, il suo mondo e le atmosfere che lo circondano, è vissuto con una sacralità quasi mai riconosciuta a certi classici della letteratura, altrettanto spesso massacrati dal cinema. Una passione che diventa ferocia quando la trasposizione filmica non è all'altezza delle aspettative. Il successo al botteghino di questo nuovo Spider-Man ha dato vita a un rinnovato franchise di cui già si prospetta il seguito, ma che dire riguardo la qualità del film, la sua interpretazioni delle icone fumettistiche che prova a rivisitare? Iniziamo dicendo questo: Twilight non c'entra una mazza. Il titolo Twilight (ovviamente per i suoi detrattori, di solito appassionati di altri generi fantastici) è ormai stato convenuto come una nuova parolaccia. Un dispregiativo che accompagna un irrimediabile pollice verso, intrecciando vari significati quali scialbo, scemo, fighetto, puerile e kitsch. E questo Amazing Spider-Man s'è beccato da più fronti l'infamante paragone: Twilight Spider-Man. Lasciamo un momento da parte questi giochi da semiotica nerd e vediamo di esaminare quali sono i reali meriti e demeriti della pellicola in questione.


La nostra reazione davanti al film di Mark Webb non è molto dissimile da quelle suscitateci da precedenti pellicole Marvel. Ammettiamolo: noi ci occupiamo di fumetti per vivere, li leggiamo, li vendiamo e li amiamo. Ma non ci siamo mai accostati a un cinefumetto con nessuna particolare aspettativa. Sarà l'età che avanza, non lo sappiamo. Ma restiamo di solito abbastanza distaccati, anche quando un titolo riesce a divertirci. Per questo ci può capitare di trovare eccessivo lo stracciarsi di vesti davanti ad alcuni titoli accusati di blasfemia, così come può sembrarci azzardato esaltarne altri come capolavori assoluti del cinema. Ma veniamo al dunque. Il nostro parere su The Amazing Spider-Man si potrebbe riassumere così: se il film di Mark Webb con Andrew Garfield fosse stato il primo lungometraggio dedicato all'Uomo Ragno, molto probabilmente gli entusiasmi e il gradimento (nostro e di altri) sarebbero aumentato di parecchie spanne. La confezione è dignitosa, il protagonista perfettamente in parte, il costume (un po' scuro rispetto alla controparte cartacea, ma per niente brutto come le prime foto di scena avevano lasciato presagire) funziona. La sceneggiatura (sebbene in alcuni tratti si affidi a una sospensione dell'incredulità adatta a un film per famiglie targato Disney) è discontinua, ma nel complesso abbastanza potabile. Gli effetti speciali (sorvoliamo sul 3D che non abbiamo visto né ci ha mai interessato) sono quelli attuali. Senza particolari sorprese e, soprattutto, non molto più evoluti da quelli esibiti dalla precedente trilogia. Da questo punto di vista, pertanto, non può esserci partita.


Peccato originale del claudicante (ma a nostro parere non spregevole) reboot, dunque, è la vicinanza temporale (troppa!) con il ben più riuscito Spider-Man di Sam Raimi (parliamo qui del primo film della serie), e l'inevitabile confronto con un predecessore che pur non esente da difetti centrava il bersaglio in modo molto più virtuoso. The Amazing Spider-Man, dunque, nasce già appesantito da un'eredità della quale non poteva non tener conto, e giustamente tenta un differente approccio narrativo al cosmo ragnesco per attenuare un confronto pericoloso. In parole povere, il progetto cinematografico (spinto da una logica che più commerciale non si può) si è mosso sin dal principio su un terreno minato, sforzandosi di essere diverso eppure simile nella sostanza a qualcosa di già compiuto e acclamato. Attinge a sottotrame emerse molto più avanti nella cronologia a fumetti (il mistero dei genitori di Peter Parker), recupera i caratteristici lanciaragnatele da polso (elemento iconico sul quale il film di Raimi aveva glissato), ricorre a un villain non apparso nella precedente versione, e presenta il primo vero amore del protagonista: Gwen Stacy, insieme al padre capitano di polizia (nel film ringiovanito per esigenze di copione).

Tutte le scelte fatte per allontanarsi dalla precedente lettura cinematografica, sebbene non svolte nel peggiore dei modi, non possono che suscitare straniamento nei fans più ortodossi del fumetto. Infatti quel che vediamo sullo schermo possiamo anche chiamarlo tecnicamente reboot, ma più sostanzialmente si tratta di una variazione sul tema, una cover arrangiata che si sforza di fare emergere sonorità alternative. E' una legge basica della cultura popolare. Non tutti apprezzeranno lo sforzo.
Andrew Garfield, bravo come sempre, è un Peter più complesso del solito, i cui aspetti ribelli e impudenti sono di gran lunga anticipati nell'economia del racconto. Si tratta sempre di Peter Parker, il secchione oggetto degli scherzi dei bulli della scuola. Ma il suo lato intellettuale e le capacità intraprendenti emergono sin dall'inizio del film in modo evidente, e questo sembra avere irritato una parte di lettori che non ha tardato ad affermare che «quello non è il Peter Parker che conosciamo».
In realtà questo non è esatto. Andrew Garfield è Peter Parker tanto quanto riusciva a esserlo Tobey Maguire (fisicamente, forse anche di più). Solo dà rilievo a caratteristiche differenti. Un Peter incompreso dai compagni di scuola, ma geniale e furbetto come pochi suoi coetanei, cosa che nel film si evince prima ancora che inventi dal nulla un adesivo rivoluzionario (l'intrusione alla Oscorp: scena poco verosimile, ma che regala una divertente rilettura dell'incidente che conferisce all'eroe i suoi poteri). 
A essere in buona parte sgasati risultano invece i personaggi chiave di Zio Ben e Zia May, due sagome che scimmiottano goffamente i due personaggi iconici tratteggiati in modo molto più diligente nel film di Raimi. Un peccato soprattutto per Sally Field, decisamente sprecata in un ruolo marginale e poco caratterizzato. L'assenza dell'esperienza da wrestler di Peter non si fa sentire troppo (ma un po' dispiace), così come quella dell'acido Jonah Jameson (che speriamo comunque di vedere in un capitolo successivo). La vera nota dolente sulla quale ci troviamo d'accordo con molte campane che hanno suonato a morto, è invece il personaggio dell'antagonista del film: Lizard. Non tanto per la realizzazione grafica, che non ci ha disturbato più di tanto, ma per il modo in cui il personaggio è raccontato e per l'estetica visiva adottata per rappresentare il mostruoso uomo-lucertola (veramente troppo simile a una sorta di Hulk con la coda prensile più che a un rettile umanoide). Dal canto suo, l'attore Rhys Ifans se la cava senza infamia e senza lode, e non riteniamo che il flop del villain sia da imputare interamente al suo casting. Si potrebbe continuare parlando dei tanti spunti narrativi lasciati incompiuti dal film, delle fisiologiche ingenuità, degli aspetti oggettivamente pasticciati, fino ad arrivare alla battuta finale del protagonista (un'ovvietà romantica del tutto innocua, che serve giusto a chiudere il film, ma che ha contribuito a far imbestialire chi voleva vedere sullo schermo il Peter Parker cartaceo e tutto d'un pezzo degli anni settanta). Ma vale veramente la pena andare con tanta acredine a caccia di pulci? Lo ripetiamo: sarà l'età, ma certi atteggiamenti estremi non fanno per noi. Non davanti a un film modesto ispirato a un fumetto di culto.


The Amazing Spider-Man, in definitiva, è una pellicola con un potenziale rimasto in larga parte inespresso, ma che non merita – secondo noi – di essere bocciato su tutta la linea. Forse troppo lungo (in un paio di momenti ci siamo sorpresi a chiederci «Ma quanto cavolo sta durando?!»), pieno di nei vistosi, ma nel complesso digeribile e persino promettente in vista di un sequel che non dovrà attardarsi sulla consueta genesi dell'eroe. Da collocare decisamente qualche gradino più in basso del lavoro firmato da Sam Raimi, quindi, ma senza lasciarsi prendere da furori talebani. Tutto sommato un Uomo Ragno discreto, del quale ci incuriosisce l'ulteriore evoluzione, a differenza di altri conclamati aborti cinematografici quali Ghost Rider e Elektra.
La macchina dei seguiti, intanto, è già entrata in movimento, e iniziano a fioccare i rumors sulla seconda pellicola di questo nuovo corso ragnesco. Attualmente sappiamo con discreta certezza che nel prossimo film vedremo apparire Mary Jane Watson, probabilmente nel ruolo (detenuto per anni dal suo omologo fumettistico) di fidanzata di riserva. La parte è stata affidata a Shailene Woodley, giovane attrice la cui lapidazione mediatica da parte dei talebanerd è già incominciata (beh, del resto la povera Emma Stone-Gwen Stacy era stata definita un "cesso di donna" sin dalle sue prime immagini apparse in rete). Si vocifera dell'arrivo del personaggio cardine di Harry Osborn, e di affidare il ruolo di villain a Electro, forse interpretato dall'attore afroamericano Jamie Foxx (anche qui il nerdume inizia a fare impietosi paragoni con il Fulmine Nero della DC Comics). Attendiamo di vedere come matureranno o marciranno questi semi. La sensazione ricevuta dallo schema narrativo generale è che questo spiderverso sia debitore all'idea base della serie televisila Smallville, dove ogni evento straordinario era collegato e quasi tutti i villain erano stati generati dal nefasto meterorite giunta sulla terra insieme alla navicella che trasportava il piccolo Superman. Qui (così almeno induce a supporre il primo film) è facile immaginare che tutto ruoterà intorno alle macchinazioni della Oscorp di Norman Osborn e ai suoi esperimenti sull'ibridazione uomo-animale che hanno generato Spider-Man come prima cavia umana casuale. Chissà!
Ma qualcosina (siamo nerd pure noi, in fondo) la paventiamo. Qualcosa come la possibile apparizione, a un certo punto, di un Goblin ispirato alla sua pessima versione Ultimate. Caratterizzazione che non abbiamo mai amato, e che peraltro rischierebbe di sovrapporre il look del personaggio a quello del Lizard cinematografico appena presentato con risultati deludenti. Ma questa, come che vada, sarà tutta un'altra storia, tutto un altro film.




martedì 17 aprile 2012

Amazing Spider-Man: i poster



Ormai manca poco. The Amazing Spider-Man, il reboot in 3D diretto da Marc Webb sul celebre tessiragnatele della Marvel, uscirà in nel nostro paese a Luglio. Ed ecco la Sony distribuire poster a pioggia, tra cui la versione italiana (che potete vedere qui sopra). L'attesa è tanta. Ormai sappiamo che questo nuovo Spider-Man cinematografico prenderà le distanze dalla già storica trilogia di Sam Raimi, e si presenterà come "la storia mai raccontata". In verità, porrà l'accento su una sottotrama nella vita di Peter Parker presentata nei fumetti molto dopo l'inizio della serie, e cioè il mistero sui genitori di Peter, il loro lavoro di agenti segreti e le reali motivazioni della loro scomparsa. Tra le novità che faranno discutere i più nerd tra noi, c'è una recente dichiarazione del regista Marc Webb sul già tanto chiacchierato costume di scena, quello che in molti hanno accostato a un Supersantos. «L'intenzione,» spiega Webb «è quella di rendere l'idea di un costume accomodato, fatto con materiali che qualunque ragazzo può recuperare in casa. Le lenti della maschera sono quelle dei suoi occhiali da sole, e gli stivali sono ricavati dalle sue scarpe da ginnastica.»
I poster sono discretamente suggestivi. Sicuramente, nei prossimi mesi ne sentiremo parlare ancora, prima di scoprire se questo nuovo Uomo Ragno in 3D saprà lasciare un segno, sul grande schermo come nella memoria, significativo almeno quanto il suo predecessore.

giovedì 23 febbraio 2012

AltroQuando Variant Spider-Man 576


E' qui. La Variant Cover di Spider-Man 576 disegnata da Humberto Ramos e caratterizzata dal banner della fumetteria AltroQuando è infine arrivata, reale, tangibile e disponibile. Ma a tiratura limitata (100 copie) e al prezzo di 5 euro. L'iniziativa lanciata dalla Panini Comics in concomitanza con il cinquantenario dell'Uomo Ragno, e già svolta con successo dalla Marvel americana, consiste nella proposta di una cover alternativa a quella ufficiale con uno spazio in bella vista dedicato al logo delle fumetterie che hanno aderito al progetto. Nella cover di Ramos, L'Uomo Ragno si scontra con Lizard proprio all'interno di una libreria dove è esposto un ampio striscione pubblicitario. Nella fattispecie... il nostro. I collezionisti irriducibili, allettati dalla serie completa delle Variant con i loghi di tutte le fumetterie coinvolte, potranno ordinare appositi pack che le comprendono tutte. Tenendo presente che i quantitativi sono limitati, e che non saranno più disponibili in futuro. Per quanto ci riguarda, un particolare ringraziamento va a Riccardo Rizzo, autore del banner di AltroQuando, oltre che di una serie di deliziosi segnalibri dedicati alla nostra fumetteria. E ora... correte ad accaparrarvi la vostra copia (unica e irripetibile come un altro quando) prima che sia troppo tardi. ;)

mercoledì 27 aprile 2011

Future Foundation: il futuro dei Fantastici Quattro


L'atteso episodio che dovrebbe raccontare la dipartita di un membro storico dei Fantastici Quattro, nel nostro paese non è ancora uscito. Riesce difficile pensare che, nell'era di Internet, dei forum e delle anticipazioni più o meno sussurrate, ci sia ancora qualcuno che ignora l'identità del morituro (per quanto nessuno creda possa trattarsi di una morte definitiva). Per correttezza, evitiamo spoiler, per quanto possano essere ormai scontati, e parliamo d'altro. Parliamo del futuro immediato della serie Fantastic Four dopo la scomparsa di un protagonista illustre. Negli Stati Uniti, è già avvenuto. L'improvviso lutto muta lo status quo del quartetto (meno uno), il titolo della testata, l'estetica generale e i comprimari. Sempre per evitare fastidiose anticipazioni, siamo costretti a limitarci nell'uso delle immagini, ma possiamo rivelare che (almeno per il momento) la testata Fantastic Four è stata sospesa, e che al suo posto ha iniziato a uscire la sua erede, intitolata FF - Future Foundation.

Il quartetto, diventato un trio, rinnoverà il suo statuto trasformandosi in una fondazione scientifica cui aderiranno altri eroi ben noti ai Marvel fans. Il primo tra questi? L'Uomo Ragno (evidentemente, la sua militanza nei Vendicatori non bastava), giunto a riempire il vuoto appena creatosi nel gruppo con un look che sarà comune a tutti gli altri elementi della squadra, rivoluzionando la classica uniforme azzurra con lo stemma del 4. A ideare le nuove divise è stato l'editor Tom Brevoort, mentre il disegnatore Marko Djurdjevic li ha realizzati graficamente aggiungendovi del suo, come la struttura a cellette romboidali che prende il posto dello stemma storico.
Dopo l'Uomo Ragno nero e l'Uomo Ragno d'oro, quindi, ci toccherà vedere in azione l'Uomo Ragno bianco, membro ufficiale della Fondazione Futuro, diretta evoluzione di quelli che sono stati i Fantastici Quattro.
In America, il primo numero di Future Foundation è uscito lo scorso Marzo 2011, e ha subito scalato la vetta delle classifiche superando le 100.000 copie vendute. Un vero record, il che dimostra che gli espedienti marvelliani, volti a eliminare ciclicamente un personaggio e a ridefinirne lo scenario, ha tuttora un discreto impatto commerciale.


mercoledì 13 aprile 2011

Spider-Man: Shattered Dimensions


Interessante questa videorecensione (in italiano, firmata da Spaziogames) di Spider-Man: Shattered Dimensions, gioco della Activision uscito nel 2010 per Xbox360, PC, PS3 e Wii. Interessante almeno per noi, videogiocatori della Domenica (non troppo raffinati, quindi), e fans impenitenti del ragnetto Marvel.
Qui si tratta di impersonare ben quattro versioni dell'Arrampicamuri di Quartiere. Quella classica, quella Ultimate con indosso il simbionte nero, la versione avveniristica del 2099 e persino quella Noir con la sua ambientazione in stile anni trenta. Ciascuna con delle peculiari abilità e caratteristiche di gioco. Noi ci stiamo divertendo, e vi offriamo questo video per condividere con voi il nostro innocente svago. Magari (anzi, sicuramente) riuscite a far spiaccicare l'eroe meno di quanto ci riusciamo noi ogni volta che ci sediamo davanti al computer.


venerdì 14 gennaio 2011

Spider-Man, il reboot cinematografico: un primo sguardo al look del protagonista


Si stanno attualmente svolgendo, a Los Angeles, le riprese di Spider-Man 3D, l'atteso riavvio della saga cinematografica dedicata al popolarissimo eroe Marvel, già protagonista della nota trilogia diretta da Sam Raimi. Oggi, la Sony (e il sito italiano BadTaste, che ringraziamo) ha divulgato la prima immagine ufficiale di Andrew Garfield nel costume del suo alter ego ragnesco. Il giovane attore, visto e apprezzato in Parnassus, sembra avere tutte le carte in regola per calarsi nei panni di Peter Parker senza invidiare nulla al suo predecessore Toby Maguire. Questo remake, così vicino cronologicamente al capostipite, suscita molti interrogativi. Uno degli elementi con cui il reboot di Mark Webb intende conquistare una personalità autonoma rispetto alle pellicole firmate da Raimi, è - pare - una maggiore aderenza alla fonte fumettistica. Oltre alla già confermata presenza del personaggio di Gwen Stacy,  primo amore dell'eroe, interpretata da Emma Stone, la foto divulgata dalla Sony sembra suggerire il ritorno intorno ai polsi di Peter dei classici bracciali spara-ragnatela tecnologici (si intravedono gli uggelli sporgere dall'interno dei polsi). Dettaglio eliminato da Sam Raimi a favore di una tela organica prodotta direttamente dal corpo del protagonista. E' davvero così? Sarà l'Uomo Ragno cinematografico che tutti sognamo? Quello di Sam Raimi non bastava proprio? In attesa di una risposta, restiamo sintonizzati.