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giovedì 23 agosto 2018

Fantastic Four: un nuovo numero #1


La prima famiglia Marvel ritorna dopo un periodo di letargo. Molte aspettative e un cast di autori collaudato. Siamo solo all'inizio, ma certe cose non cambiano mai. 
«Io ti osservo, Marvel! Io ti OSSERVO!»

sabato 11 novembre 2017

I Fantastici Quattro di Leo Ortolani (Tra la Marvel e Rat-Man... un legame geologico)


Un mito del fumetto americano. Un altro del fumetto italiano. La fine di Rat-Man ci fornisce lo spunto per parlare di Leo Ortolani e della sua poetica, tra umorismo ed echi marvelliani, omaggio e crescita artistica. E di riparlare di una delle sue prime prove d'autore: l'ultima avventura dei Fantastici Quattro, partendo là da dove Jack Kirby aveva abbandonato la sua creatura dopo gli screzi con Stan Lee. Molto più di un tributo da parte di un autore già molto avanti rispetto agli anni novanta in cui ha prodotto quest'opera.

Leggi i Fantastici Quattro di Leo Ortolani: http://www.rat-man.org/i-fantastici-quattro/

lunedì 20 aprile 2015

FANT4STIC: il nuovo trailer

Ok, potrebbe essere (e forse sarà) un film del tutto inutile. Magari proprio brutto. Stupido. Infedele al massimo alla controparte cartacea. E io tutta sta voglia di difendere qualcosa che non si è ancora visto, che conosciamo solo da annunci e trailer, non ce l'ho. So però che comincio a scazzarmi nel sentirlo vituperare a mitraglia. Mi sembra più infantile  di quanto un film (forse, probabilmente, inutile e mediocre) potrà riuscire a essere. E c'è anche qualcosa di talebano. Anzi, talebanerd. Io la vedo così. I Fantastici Quattro sono un fumetto le cui fondamenta iconiche sono profondamente avvinghiate agli anni sessanta. L'uomo non era ancora arrivato sulla luna e l'ingenuità regnava sovrana. Presumere di farli tali e quali non può fisiologicamente portare troppo lontano dagli esiti di Tim Stoy. L'idea di provare a trarne ispirazione per dire altro (forse come Ang Lee con il suo controverso Hulk) mi suscita un minimo sindacale di curiosità. Il film non s'intitola nemmeno Fantastic Four, ma gioca con la parola "Fantastic" integrando il 4 in modo che il riferimento ci sia e non ci sia. Sentire parlare della Torcia di colore mi ha stancato (ma è davvero una trasgressione così terribile?! Veramente non vi siete ancora dati pace?!). Sentire che la Cosa non ha gli occhioni blu come Lisa nella canzone di Mario Tessuto mi fa ridere fino alle lacrime. Ma non possiamo attendere di vedere che hanno combinato e discuterne con cognizione di causa? Nerd sì, ma... con juicio, perdinci!

giovedì 5 febbraio 2015

Le Quattro Fantastiche Mosche... di Josh Trank


Può avere senso discutere di un film non ancora uscito?

Ma sì, dai, che non si fa male a nessuno. Al limite si spreca un po' di tempo... si punzecchia qualcuno sui social network, oppure ci si esalta con aspettative alte o basse. E' Internet, bellezza! Ma non è stato sempre così, è storia recente. E con i cinefumetti sta andando anche peggio. Certo, il cinema attinge a letteratura e teatro sin dalle sue origini, ma vuoi mettere la nona arte? La storia del cinema è zeppa di adattamenti, ma i lettori di fumetti sanno sempre quello che vogliono. Ti aspettano al varco e non perdonano. Ogni film è preceduto da una lunga novena, e – confessiamolo – il rituale dell'attesa fa parte del piacere. Sono come gli esercizi spirituali che precedono la Pasqua cattolica. A quanti piace spulciare quelle notiziole, spesso imprecise se non del tutto false, che abbiamo imparato a chiamare rumors? Vuoi mettere il delizioso, quasi mistico, piacere che danno al nerd che è in noi quando annunciano che il film in lavorazione conterrà questo o quell'elemento? E sbirciare quelle prime immagini... i concept, i bozzetti, e i casting... Wow! Applaudire o restare senza saliva a forza di sputi contro l'attore/attrice di turno è uno sport tutto nuovo e decisamente in fase di espansione. Importa poco se tutto è pura teoria, tutto rimandato all'uscita effettiva della pellicola. Dopotutto che possiamo saperne, si chiacchiera di aria fritta. E alla resa dei conti, i giudizi sbagliati non sono neppure mancati. Ricordate il dissenso per la statura di Hug Jackman, troppo alto per incarnare Wolverine, quando vedemmo le prime immagini del casting relativo al primo X-Men di Bryan Singer? E della valanga di pomodori lanciati alla foto di Quicksilver interpretato da Ewan Peters, ne vogliamo parlare?



Stavolta però il discorso è diverso. Parliamo del nuovo film dedicato ai Fantastici Quattro per la regia di Josh Trank, regista che si è fatto notare per l'esperimento Chronicle, pellicola girata in POV che esplorava il mondo dei superpoteri senza attingere a nessuna fonte fumettistica cartacea. I Fantastici Quattro, al cinema, hanno avuto finora poca fortuna. Non impelaghiamoci sui titoli precedenti, e non per cieco disprezzo, ma perché ci porterebbero fuori strada. Parliamo di Trank e del suo film, del quale è da poco uscito il trailer, e delle aspettative che, contro ogni previsione, è riuscito a conquistare. Sì, perché fino a poche settimane fa, il film sulla prima famiglia Marvel diretto da Trank era tra le produzioni più ignorate, dileggiate, sottovalutate dal fandom. Il concetto di reboot (nel senso di nuovo punto di partenza senza legami con le pellicole precedenti) è sempre spinoso. Sicuramente l'annuncio che il personaggio chiave di Johnny Storm, la scoppiettante Torcia Umana, il membro più spettacolare del gruppo, non sarebbe stato un giovane guascone biondo, ma l'attore Michael B. Jordan, che essendo di colore si colloca molto distante dalla figura conservata per decenni nell'immaginario dei lettori di mezzo mondo, aveva gettato parecchia acqua sul fuoco. La ribattezzata Torcia Nera è stata la pietra dello scandalo che ha suscitato prima un'ondata di indignazione generale (e giù a premettere di non essere razzisti, ma...), poi la rimozione del film di Trank dall'agenda dei progetti più attesi, quasi non esistesse neppure più.


Le acque sono tornate a bollire quando è stato annunciato l'intero cast e sono state pubblicate le foto. Un vero tornado nelle menti dei marvel fans, funestate da un casting a base di attori giovanissimi e tutti clamorosamente fuori ruolo. Non hanno aiutato neppure il rumor riguardo una Sue Storm che probabilmente non amerà Reed Richards ma (forse) Ben Grimm (interpretato stranamente da Jamie Bell, l'ex bambino danzante di Billy Elliot) e l'origine totalmente riscritta del Dottor Destino, qui un giovane e arrogante blogger. Meno scalpore ha suscitato il riferimento alla Zona Negativa e al suo ruolo nell'acquisto dei poteri da parte del quartetto. Niente raggi cosmici, sorry. Del resto, “raggi cosmici” significa poco, visto che quando Fantastici Quattro iniziò le pubblicazioni i viaggi nello spazio erano appena iniziati e di cosa c'era effettivamente là fuori non si sapeva praticamente nulla. E poi c'è la versione Ultimate a fare da capro espiatorio. La serie era brutta, ma l'espediente della Zona come fonte delle origini non era proprio da scartare. Mettiamoci i volti giovani e poco empatici degli altri interpreti e la frittata è stata fatta. Fantastici Quattro di Josh Trank era il male, e nessuno lo aspettava proprio più, se non per vituperarlo ancora e pure svogliatamente.

Che cosa è cambiato, allora, nelle ultime settimane? Due cose, fondamentalmente.


Intanto, Josh Trank ha rotto il silenzio e ha parlato diffusamente della sua idea del film e di come intende rivisitare il quartetto. In un'intervista succosa ha affermato che per approcciare a questi quattro supereroi e alla loro nemesi si è ispirato al cinema “del corpo” di David Cronenberg. Il racconto avrà un tono cupo e molto spazio sarà dato alle mutazioni mostruose e shockanti che i protagonisti dovranno subire. «Alcune scene» ha affermato Trank, «vi ricorderanno film come Scanners e La Mosca

Il secondo evento è stata l'uscita del primo trailer. Un video di pochi minuti che per atmosfere ricorda recenti colossi della fantascienza d'autore (Interstellar, Gravity), una colonna sonora cui ha contribuito nientemeno che Philip Glass, ma soprattutto alcune scene, velocissime e seminali, che sembrerebbero confermare la lettura fantascientifica e cronenberghiana annunciata da Josh Trank.

I Fantastici Quattro come Scanners e La Mosca, quindi.

Sarà vero?


Certo, se a Trank riesce di mandare la palla in buca sarebbe uno sballo.
Resta il fatto che i Fantastici Quattro marvelliani ne uscirebbero snaturati. Ma sarebbe così grave?
L'idea base, il tono della serie (soprattutto all'inizio della gestione di Lee e Kirby) erano tra le più leggere, ingenue, e quindi tra le più difficili da traghettare nel linguaggio cinematografico senza scadere in un prodotto infantile, oppure senza tradirne gli aspetti iconici.

La sensazione che suscita questa campagna mediatica è strana. Come se ogni mossa pubblicitaria avesse giocato con gli umori del fandom a bella posta, quasi ci si stesse divertendo a provocarli.
Adesso è abbastanza chiaro che il film di Trank (a prescindere sia bello o brutto) si propone come un esperimento fuori dal coro. In una fase commerciale in cui l'aderenza alla fonte fumettistica si dimostra vincente, questo titolo sembra imboccare deliberatamente la strada opposta, e presentarsi come una rivisitazione che prenderà spunto dall'essenza dei personaggi, ma che si riserva di sviluppare atmosfere e contenuti tutti suoi.


Qualche parentela (ideale) con l'Hulk di Ang Lee? Anche quel film fu disprezzato da molti, né mancarono spettatori infuriati che affermarono che con Hulk la pellicola di Lee non aveva niente a che vedere.

Sorge il sospetto che persino la scelta di un attore afro per il ruolo tradizionalmente biondoocchioceruleoragazzobiancoammerigano di Johnny Storm abbia poco a che fare con il politically correct imperante. Si è scritto tanto, si è detto tanto, della scelta mediatica di un attore nero solo per ragioni politicamente inclusive. Si è parlato del rapporto fratello-sorella con Sue, del fatto che saranno fratelli adottivi (ed è Sue, la ragazza bianca, a essere stata adottata). Ci si è pure chiesti (legittimamente) perché non fare di loro due fratelli dalle madri diverse... e tutto potrebbe starci. Quello che irrita è la difesa fuori luogo (miope, e probabilmente involontaria) del concetto di famiglia naturale (ebbene sì). C'è persino chi ha detto che Johnny e Sue non possono essere fratelli adottivi, giacché una delle caratteristiche fondanti dei Fantastici Quattro è il loro essere famiglia, e che sarebbe un peccato rinunciare a questo legame fondamentale tra i personaggi.

Perdonate. Sorvolando sul fatto che essere stati adottati non rende meno famiglia... ricordiamoci di Ben Grimm. Nel quartetto ha sempre svolto il ruolo dello zio, un po' come se fosse il fratello di Reed. Ma non lo è. E' solo un vecchio, carissimo amico. Eppure nessuno si è mai sognato di dire che la Cosa non facesse parte della Prima Famiglia Marvel. E non credo si comincerà adesso.
E sì, i fumetti non saranno più una cosa per bambini, ma a volte certe cose vanno ricordate ugualmente.


Tornando alla Torcia Nera, esiste una minuscola possibilità che il politically correct sia solo un pretesto, e che in realtà si tratti di un gancio mediatico che si sta rivelando anche piuttosto efficace. Oltre a far tanto parlare, il Johnny Storm afro era solo l'apripista di un intero cast che a un lettore accanito non può che apparire disastroso. Sì, disastroso, se quello che ci si aspetta, che si desidera, è una trasposizione su schermo pedissequa e rassicurante del fumetto che abbiamo sempre letto.

Il trailer ci mostra (per pochissimi secondi) una Cosa esplodere da una massa rocciosa apparentemente informe. Una torcia infiammarsi da lontano per un istante e un braccio protendersi fuori scena (forse allungandosi) con grande fatica. Niente di tutto questo garantisce che alla fine della fiera vedremo un film riuscito, o realmente in linea con l'estetica fantascientifica e “corporale” di David Cronenberg. Ma se si voleva giocare sul contrasto, sulla variante di icone amatissime, penso che il progetto sia ormai scoperto.
E il titolo? La grafica del logo originale si presenta così: FANT4STIC. Come se il vero titolo fosse, insomma "Fantastico" e il numero "4" fosse in qualche modo suggerito, implicito, ammiccante.
I Fantastici Quattro di Josh Trank, comunque vada, non sembra proporsi come un cinefumetto convenzionale, ma come una fantasia arbitraria su un modello di cui resteranno soltanto alcune tracce essenziali. Questo ci induce ad attenderlo con curiosità, se non altro per scoprire cosa diavolo hanno combinato, e se magari tante deroghe al fumetto non possano produrre alla fine uno spettacolo cinematografico perlomeno interessante.


Giusto? Sbagliato? Chi lo sa? E ancora una volta abbiamo parlato e scritto di aria fritta. Quello di cui discorriamo veramente, noi nerd, quando ci avventuriamo in queste congetture, sono le nostre passioni, quello che ci piacerebbe vedere e quello che temiamo di trovarci davanti. Niente di più.
Il resto è solo attesa e speranza di riuscire ancora a stupirsi.


[Articolo di Filippo Messina]


mercoledì 27 aprile 2011

Future Foundation: il futuro dei Fantastici Quattro


L'atteso episodio che dovrebbe raccontare la dipartita di un membro storico dei Fantastici Quattro, nel nostro paese non è ancora uscito. Riesce difficile pensare che, nell'era di Internet, dei forum e delle anticipazioni più o meno sussurrate, ci sia ancora qualcuno che ignora l'identità del morituro (per quanto nessuno creda possa trattarsi di una morte definitiva). Per correttezza, evitiamo spoiler, per quanto possano essere ormai scontati, e parliamo d'altro. Parliamo del futuro immediato della serie Fantastic Four dopo la scomparsa di un protagonista illustre. Negli Stati Uniti, è già avvenuto. L'improvviso lutto muta lo status quo del quartetto (meno uno), il titolo della testata, l'estetica generale e i comprimari. Sempre per evitare fastidiose anticipazioni, siamo costretti a limitarci nell'uso delle immagini, ma possiamo rivelare che (almeno per il momento) la testata Fantastic Four è stata sospesa, e che al suo posto ha iniziato a uscire la sua erede, intitolata FF - Future Foundation.

Il quartetto, diventato un trio, rinnoverà il suo statuto trasformandosi in una fondazione scientifica cui aderiranno altri eroi ben noti ai Marvel fans. Il primo tra questi? L'Uomo Ragno (evidentemente, la sua militanza nei Vendicatori non bastava), giunto a riempire il vuoto appena creatosi nel gruppo con un look che sarà comune a tutti gli altri elementi della squadra, rivoluzionando la classica uniforme azzurra con lo stemma del 4. A ideare le nuove divise è stato l'editor Tom Brevoort, mentre il disegnatore Marko Djurdjevic li ha realizzati graficamente aggiungendovi del suo, come la struttura a cellette romboidali che prende il posto dello stemma storico.
Dopo l'Uomo Ragno nero e l'Uomo Ragno d'oro, quindi, ci toccherà vedere in azione l'Uomo Ragno bianco, membro ufficiale della Fondazione Futuro, diretta evoluzione di quelli che sono stati i Fantastici Quattro.
In America, il primo numero di Future Foundation è uscito lo scorso Marzo 2011, e ha subito scalato la vetta delle classifiche superando le 100.000 copie vendute. Un vero record, il che dimostra che gli espedienti marvelliani, volti a eliminare ciclicamente un personaggio e a ridefinirne lo scenario, ha tuttora un discreto impatto commerciale.