L'Eternauta, la serie Netflix, molto probabilmente dividerà il pubblico italiano. Personalmente, l'ho trovata un adattamento molto interessante. Anche coraggioso. E ce ne voleva!Coraggioso perché confrontarsi con un'opera della forza, narrativa e politica, di quella realizzata da Hector Oesterheld e Francisco Solano Lopez, è un'impresa da far tremare le vene ai polsi.
Coraggioso perché l'opera necessitava comunque di un forte adattamento. E' pur sempre un romanzo a fumetti uscito dagli anni 50 del secolo scorso, e per quanto tenga ottimamente botta, conserva al suo interno degli elementi che trasposti così come sono striderebbero.
Coraggioso perché azzarda nuovi parallelismi politici, tenendo conto della memoria storica argentina.
Coraggioso perché rinuncia (per adesso!) al gancio metanarrativo e scaraventa subito nel cuore del discorso. Coraggioso perché si prende il suo tempo, e adotta un ritmo lento, che a molti farà storcere il naso, ma che a mio parere è consono allo spirito della narrazione.
Coraggioso perché per una volta i protagonisti non sono giovanissimi. Anzi, sono quasi tutti agée. A partire dal protagonista, Ricardo Darìn, una star in patria, ma poco noto dalle nostre parti. Elemento che quasi sicuramente lo farà aborrire al pubblico della generazione Z.
Per rispondere alla domanda che mi sento porre: "E' all'altezza del fumetto"? Direi... no, e non intende esserlo. E' come sfogliare I promessi sposi mentre si guarda uno dei tanti adattamenti, cercare le cose che ci convincono meno e decidere in base a quelle.
Per me non ha senso. L'Eternauta di Oesterheld rimane là. Con il suo valore, la sua poesia, il suo fortissimo impatto culturale.
L'atteggiamento più corretto è spogliarsi da questo sentimento inquisitorio e lasciarsi trasportare dal racconto. Quindi... niente sarà mai all'altezza. Ma può essere interessante, piacevole, e a tratti anche commovente, osservare come una narrazione che ci è cara è stata trasposta secondo un nuovo linguaggio, un sentire contemporaneo.
Io ho apprezzato questa prima stagione. Imperfetta, ma a mio parere amabile. E sono stracontento che, al di là delle stroncature che leggo in Italia, sia già stata confermata per una seconda, che a quanto pare punterà più in alto della prima. E dopo quello che si intravede nel finale, sarebbe stato un peccato mortale non andare avanti.
Ci sono numerosi semi che possono germogliare in corso d'opera. Alcuni dei quali riguardano il cammino, la natura e il destino del protagonista. Le variazioni sono accettabili, gli inciampi prevedibili.
Nel complesso, promuovo El Eternauta di Netflix. Me ne frego se non è all'altezza del capolavoro da cui è tratto. E' una storia che mi piace sentirmi ancora raccontare. E la voce che me la sta raccontando, ha un tono tutto sommato carezzevole.
Poi lo so, io appartengo a un'altra generazione. Da ragazzino, mi emozionavo davanti a Il libro della giungla di Zoltan Korda del 1942 (molto precedente al classico Disney). Anche quello presentava tante varianti. Eppure Sabu era Mogwly e c'era il duello con Shere Khan. Quello delle trasposizioni in live action è un piacere infantile, che ha tutto il diritto di essere conservato.
Questo Eternauta, vista la sua natura, forse ha qualcosa in più. Pertanto, direi, dategli una possibilità. E se le leggi spietate dello streaming non lo buttano giù, vediamo cosa riesce a dire nella sua completezza.