Torniamo a parlare un momento di The
Walking Dead.
Tranquilli. Nessuno spoiler di nessun
genere. Solo una riflessione, dopo tredici anni di serie a fumetti e
sei stagioni della versione televisiva (di cui è appena iniziata la
settima).
Qui non faremo nessuna distinzione tra
l'originale cartaceo e la versione in live action, ma una
considerazione generale, emersa spontaneamente durante (questo sì)
la visione dei più recenti episodi della serie TV.
Con The Walking Dead, l'autore
Robert Kirkman ha portato nella serialità lo zombi romeriano. Lo
“zombi famelico” diciamo. Quello che non nasce da un sortilegio
Vudù, in qualità di automa di carne al servizio di uno stregone.
Bensì gli zombi del mito cinematografico moderno, quelli
antropofaghi (visto che, come è spiegato in Dawn of the Dead di
George A. Romero “non sono cannibali, i cannibali mangiano i
loro simili. Loro mangiano noi”).
Sfondiamo una porta già aperta se non
del tutto scardinata. I film di Romero, per quanto la saga si sia
protratta per più film, sono da considerare parabole politiche
concluse nello spazio di ogni singola pellicola. Insomma, non sono
gravate dal peso di una reale continuità. E anche se volessimo
essere fiscali e vedercela ugualmente, non importerebbe, perché ogni
film ha un suo meccanismo compiuto al suo interno. Non è così per
The Walking Dead (fumetto e serie TV) dove l'idea basica
concepita da Romero è adattata per viaggiare sui binari di un
prodotto seriale a lungo termine. Diciamo pure che, nella saga di
Kirkman, gli zombi, ben presto, si trasformano in un rumore di fondo,
una scenografia, un contesto. Non sono protagonisti, sono un pretesto
per seguire la storia di sopravvivenza di un pugno di esseri umani in
un mondo imbarbarito e senza più regole a causa dell'epidemia. Non a
caso (frase citata fino alla nausea) George Romero stesso ha definito
The Walking Dead una soap opera in cui ogni tanto appaiono gli
zombi.
Volendo, The Walking Dead, come
dinamiche, non è troppo distante dal classico “I
sopravvissuti”, storica serial della televisione britannica che raccontava
proprio le vicende di un gruppo di superstiti a un'epidemia globale
che aveva ridotto ai minimi termini la razza umana facendo collassare
ogni ordine sociale. In quel caso non c'erano vaganti affamati di
carne viva, i morti non si rialzavano. Chi era morto restava morto, e
il grosso guaio era solo l'inselvatichimento della razza umana
residua, divisa tra chi sceglieva una pacifica ricostruzione e chi
aveva intrapreso la strada della prevaricazione (vi ricorda nulla?).
Pensandoci bene, il punto debole
potrebbe essere un altro, e la serializzazione rivelarsi un autogoal
logico per la saga immaginata da Robert Kirkman.
Quanti anni sono passati (nel fumetto e
nella serie) dall'inizio dell'apocalisse zombesca? Anche a voler
condensare molto gli eventi, un po' di tempo è trascorso. E allora?
Da dove continuano ad arrivare queste mandrie infinite di vaganti?
C'è anche da chiedersi quanto sia verosimile che, presso le comunità
più organizzate di sopravvissuti non si sia riusciti a edificare
strutture difensive adeguate (puntualmente, i vaganti a un certo
punto buttano giù tutto e mangiano tutti senza troppa difficoltà,
solo con la pressione del numero). Perché non vengono pianificati
metodi di regolare bonifica del territorio, volti a eliminarli in
massa (in situazioni estreme anche usando esplosivi o il fuoco o
mille possibili trappole)? Ma soprattutto, perché non si estinguono?
Una volta compreso il meccanismo di trasformazione, i morti sono
colpiti al cervello affinché non si trasformino. Eppure, là fuori,
continuano a esistere folle di zombi che arrivano da ogni parte. Ok,
prendiamo per buono che la loro putrefazione è molto lenta, anzi
arriva a un certo punto e si arresta. Cosa che gli permette di non
sciogliersi in poltiglia dopo qualche settimana. Ma le mosche, gli
insetti, i vermi, non se li mangiano? La natura è piena di
creaturine rosicchiacadaveri contro le quali gli zombi non avrebbero
nessuna difesa. E non cominciamo a dire che ne arrivano sempre di
nuovi dal mare. Magari da oltre oceano, camminando sul fondo. Perché
le correnti e i gorghi renderebbero impossibile un tale esodo di
massa, e un fracco di pesci predatori ne farebbero polpette. Invece
no, esiste un'orda anonima di zombi che si trova lì, inesauribile,
solo perché funzionale alla storia. Ma razionalmente non potrebbero
restare così numerosi con il trascorrere del tempo. Dopo qualche
anno, specialmente. Il loro numero dovrebbe essere sensibilmente
diminuito, e non presentare più mandrie come quelle che vediamo di
frequente nella serie TV o nel fumetto.
La serializzazione del tema richiede
dunque una cospicua sospensione dell'incredulità. Così come la
richiede pensare che un cadavere putrefatto (spesso in stato
avanzato) abbia ancora denti abbastanza sani da mordere senza che gli
caschi la mascella, riducendo il tentato morso solo a uno shock da
schifo totale, un disgustoso massaggio gengivale.
Se applicare le regole della fisica ai
supereroi annienta le loro ragioni d'essere alla base, così
l'andamento naturale delle cose dovrebbe quantomeno ridurre
drasticamente il numero dei vaganti, minando alle fondamenta l'intera
saga.
Ovviamente, stiamo solo scherzando. E'
tutto un gioco, e dobbiamo accettarlo per quello che è.