mercoledì 26 ottobre 2016

The Walking Dead: Negan... e le dinamiche di una serie TV (No Spoiler)


I cosiddetti cliffhanger sono una tradizione consolidata nei serial televisivi. A proposito di The Walking Dead, quello che aveva lasciato in sospeso il pubblico nel finale della sesta stagione, era particolarmente macabro. L'episodio si concludeva con un'efferata uccisione fuori scena (o almeno parzialmente in scena), celando l'identità della vittima. In sostanza, quel che è stato dato in pasto al pubblico del serial è stato un prolungato gioco di totomorte (durato mesi). Chi è il personaggio del cast che ci ha lasciato (ci sta lasciando, ci lascerà) tra la fine della sesta e l'inizio della settima stagione? Si è arrivati al paradosso di contare gli alberi sullo sfondo e confrontare i fotogrammi nel tentativo di identificare la posizione della vittima.


Non un vero e proprio twist, quindi. Piuttosto un crescendo di suspance che (pensa un po') ha parecchi precedenti nell'ambito delle soap opera. Molti anni fa, in Guiding Light (in Italia, Sentieri) una volta avevamo visto una petroliera piena di personaggi amatissimi esplodere senza sapere chi fosse riuscito a mettersi in salvo e chi no. Eppure la regia aveva, con un montaggio allusivo, suggerito chiaramente che uno dei protagonisti non ce l'avrebbe fatta. L'episodio successivo mostrava l'arrivo in ospedale di qualcuno che restava celato al pubblico, ma che il medico di turno riceveva con un'espressione angosciata, dimostrando di conoscerlo bene. Il resto della puntata procedeva lentamente, mostrando poco per volta i personaggi superstiti tornare a chi li amava. Poco per volta, appunto. Fino alla rivelazione finale, per esclusione. Il colpo più basso. Qualcosa che per i fan della soap più longeva della storia della televisione (e della radio) fu un vero trauma.

L'inizio della settima stagione di The Walking Dead ricicla questa stessa dinamica. Adattata al format e ai suoi tempi, ovviamente. Non c'è nulla di male o di cui meravigliarsi. George Romero stesso ha definito The Walking Dead "una soap opera dove ogni tanto compaiono degli zombi". E' vero. Come è vero che esiste un pubblico a cui le soap opera piacciono (in modo del tutto legittimo) e che anche quelle possono essere di qualità scadente o discreta.

In The Walking Dead, però, si gioca sporco. E si trolla. Di brutto.


Il vero twist è questo. Giocare con le aspettative del pubblico. Influenzarle. Instillare un dubbio. Dare una certezza. O far credere di averla data. E poi sconvolgere tutto. In modo gattopardesco, direi. Ma adesso sto dicendo troppo, e mi sono ripromesso di non fare spoiler.

E' chiaro che The Walking Dead, con questa premiere, sta cercando di rilanciarsi e riconquistare parte del pubblico perso per noia negli ultimi tempi. Negan (interpretato da un Jeffrey Dean Morgan, il Comico del Watchmen cinematografico, perfettamente in parte) è un villain fuori dal tempo. Un boss mafioso che utilizza metodi medievali, e certe perversioni (soprattutto psicologiche) sono da ricondurre, a mio parere, al clima sanguinoso e crudele che ha fatto la fortuna di Game of Thrones.

E' questo il futuro dello show? Una cupezza che mira a minare ogni certezza dello spettatore, provocandolo con gesti di malvagità estrema presi in prestito da un'altra dimensione narrativa? Anche qui non ci sarebbe niente di male. L'intrattenimento, in questo primo episodio, c'è stato. Come ci saranno le inevitabili critiche. Rimane il fatto che The Walking Dead, la serie televisiva (il fumetto segue un cammino tutto suo... forse!) continua a fare discutere e a suscitare attese. Per la ABC, che produce lo show, questo non è sicuramente poco.

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