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martedì 5 novembre 2013

Il Condom Assassino (il film... e i nostri sottotitoli in italiano)

Non è facile trovarlo, ma la visione vale la fatica della ricerca. E' "Kondom des Grauens" ("Killer Condom" il titolo per l'edizione internazionale) tratto ovviamente da "Il Condom Assassino", divertente romanzo a fumetti di Ralf Konig, edito in Italia da Mare Nero. Il film è una produzione tedesca del 1996, diretto da Martin Walz e interpretato, tra gli altri, da Udo Samel (bravo attore dal curriculum di tutto rispetto, presente anche in "Palermo Shooting" di Wim Wenders) che incarna il personaggio dell'ispettore Luigi Mackeroni in modo semplicemente perfetto. Il film, che racconta la lotta di un rude poliziotto siculo-americano gay contro un misterioso e vorace preservativo carnivoro, fu distribuito sul mercato internazionale dalla famigerata Troma, che lo diffuse anche nel nostro paese direttamente in videocassetta con sottotitoli in inglese. Inutile dire che reperirlo non è facilissimo.
Oggi, dopo qualche giorno di fatica del sottoscritto, i sottotitoli italiani di questo bizzarro film hanno visto la luce. Finalmente ho potuto gustarlo, e posso dire che il giudizio è positivo. La pellicola è briosa, Udo Samel carismatico quanto sexy e tutto il cast affiatato. La curiosità più succulenta consiste nel fatto che il "mostro" e parte delle scenografie portano addirittura la firma illustre di H.R. Giger, artista noto anche per essere il "creatore" del mitico Alien.
La pellicola ripropone abbastanza fedelmente le situazioni e i personaggi visti nel fumetto di Konig, ma si prende nello stesso tempo delle significative libertà, approfondendo l'origine della creatura (cosa che nel fumetto rimane avvolta nel mistero) e impostando il racconto come un pamphlet contro l'omofobia, sia pure attraverso la lente della commedia grottesca. Sforzo apprezzabile anche oggi, visti i tempi di intransigenza cattolica e di moralismo d'accatto, che fanno risultare questo film degli anni 90 una pellicola incredibilmente attuale. L'ambiente gay e del sesso estremo è descritto con toni surreali e farseschi che infondono alle trasgressioni mostrate un tocco di divertita innocenza.
Una menzione particolare merita il protagonista, l'attore Udo Samel, volto noto del cinema tedesco. Bravo, intenso, ironico e affascinante. Leggete il fumetto, vedete il film, e non riuscirete più a immaginare un detective Mackeroni diverso. Il portale del cinema "MyMovies", nella biografia dedicata all'attore, a proposito di "Killer Condom" si esprime così: "...nel 1996 prende parte a uno dei film peggiori di tutta la storia del cinema: Killer Condom / storia di un preservativo assassino (sob!)". Il tono del commento, compreso quell'irritante "sob!" tra parentesi, tradisce un sottotesto decisamente snob per non dire omofobo (successivamente, viene detto che l'attore per "ripulire" la sua immagine torna a girare film d'autore). Ne emerge anche una discreta superficialità. E' evidente che chi scrive non ha idea di chi sia Ralf Konig, dell'importanza del suo ruolo nell'ambito della cultura fumettistica (non solo a tema gay) e dei contenuti sociali celati nell'opera. Viene sottovalutato il messaggio metaforico del racconto grottesco (la paura dell'Aids, la paura del sesso, il fanatismo puritano, l'odio irrazionale contro i diversi) per arenarsi in un atteggiamento intellettualoide che equipara "Killer Condom" a prodotti molto più modesti come "Il ritorno dei pomodori assassini". Triste.
"Kondom des Grauens" non sarà un capolavoro, ma è un film godibilissimo, che diverte e si fa ricordare.
Consigliato, in questo periodo zeppo di remake inutili e pomposi action movie statunitensi.




Altri sottotitoli ITA by Altroquando per film a tematica LGBT inediti in Italia:

- Cachorro
- Chuecatown
- Bearcity


giovedì 3 giugno 2010

Ralf Konig - Genio per Amore

Una vecchia teiera senza alcun valore viene inspiegabilmente affidata alla carovana dell'ebreo Isaac affinché la porti in dono a Carlo Magno insieme ai molti altri preziosi regali inviati dal califfo Harun al-Rashid all'imperatore carolingio. Giunto ad Aquisgrana, l'oggetto, ritenuto inutile e brutto, giace per secoli in un magazzino. Questo finché, nel XXI secolo, una mano ignara lo sfiora, liberando un antico sortilegio...

Le Mille e Una Notte, il cinema e tanti racconti di fantasia, ci hanno insegnato che il compito dei Geni in bottiglia (o lampada o teiera) è quello di esaudire ogni desiderio del loro padrone.  Il genio uscito dalla mente dissacrante di Ralf Konig non sfugge a questa regola, ma viene orientato dal suo irriverente autore in una direzione particolarmente concreta. Anzi, carnale, in cui il “tutto quello che desideri” va sussurrato e ha luogo in camera da letto. Il Genio della teiera è dunque l'incarnazione dell'ars amandi più antica e sublime, dispensata senza discriminazioni a donne e uomini, perché trovino nei piaceri della carne la suprema gioia cui la maggior parte dei mortali anela senza speranza. All'origine di tutto c'è la vendetta di un venditore di scarpe sodomita e la magia del suo amante Ifrit, un gigantesco Djinn in grado di compiere prodigi a suon di rutti...

Ralf Konig è un genio a sua volta.
L’ennesima prova la si può trovare proprio in questa saga che ha inizio nel volume Genio per Amore e si concluderà nel secondo tomo, intitolato Vita da Genio, entrambi pubblicati dalla Kappa Edizioni. Sin dalle prime tavole il lettore è rapito da una narrazione a scatole cinesi palesemente ammiccante alla struttura a incastro delle Mille e Una Notte. Ogni piccolo segmento fa da prologo a una trama successiva, mentre l'espediente del flashback elargisce sorprese  a profusione. Artista gay noto per saper ritrarre con arguzia i vizi e le virtù del mondo omosessuale così come le ipocrisie dell'ambiente etero, Konig ci presenta il suo personale Genio della lampada (Pardon! Teiera.) infondendogli un valore di contrappasso.  Il Genio, esperto conoscitore di ogni posizione del Kamasutra, in realtà era un tempo il bieco mullah Mufti Abdullah Abba Schachmatt (in italiano diventa Scak Homat). Secondo il principio oscurantista per cui “La vita è dura e crudele, quindi ogni giubilo è abominio”, il rigido mullah vive come un irriducibile sostenitore del burqa, della lapidazione e della totale sottomissione della donna, stringendo il proprio territorio in una morsa di austero terrore. L'incontro con un commerciante omosessuale e il suo magico compagno di vita daranno al suo destino una direzione affatto diversa. Trasformato nel corpo e nello spirito, diverrà l'amante perfetto. Un Adone ultraterreno ansioso di elargire conforto e lussuria a uomini e donne. A distanza di circa tredici secoli, l'antica teiera giunge nelle mani di Dörte, la coinquilina di Manfred, omone gay che sta vivendo una sgangherata relazione con un giovane feticista dedito a pratiche sadomaso. Dörte, dal canto suo, fatica a chiudere con un fatuo uomo d'affari sposato che la umilia in mille modi. Sembra proprio un lavoro per il Genio dell'Amore. Peccato che l'antico incantesimo, dopo tanti secoli, stia per giungere a termine. Il Genio muta aspetto e attitudini senza preavviso, e lo spietato, brutto mullah Mufti si prepara a tornare nella sua forma originaria, furente e pieno di rancore...

 Ralf Konig prende alla lettera la classica battuta con la quale si invita qualcuno a fare più sesso quando ci appare troppo acido e bacchettone. La miscela con il suo umorismo esplosivo, la corregge con la frizzante descrizione del mondo gay tedesco, e versa al lettore un cocktail effervescente che a ogni pagina schiuma situazioni irresistibili, allegro erotismo e dialoghi taglienti. Una commedia fantastica dai sottotesti sociali come sempre molto seri. Sono rari i fumetti in cui personaggi omosessuali e eterosessuali convivono in modo così
credibile e tridimensionale. La presenza del Genio e del suo alter ego mullah, diventa nel fumetto di Konig metafora di un bisogno d'amore universale, che si rifiuta di rimanere imbrigliato dalle convenzioni. Semplicemente esiste, e trova giustificazione nella presenza dell’essere umano. Ci sarà sempre, a dispetto del tempo, dei mutamenti sociali e delle apparenti differenze. Perché l'amore è magia, l'unico vero motore della vita umana, e non conoscerlo rende tristi, ignoranti e malvagi.
L'amore geniale di Ralf Konig è una forza dionisiaca che pervade tutto. La sua coincidenza o meno con la sessualità non è rilevante, giacché dona comunque immensa gioia e importanti attimi di comunione tra esseri viventi. Se giubilo, per qualcuno, è abominio, l'austerità estrema confina con il rifiuto della conoscenza, della comprensione del prossimo e in definitiva della vita stessa. La vera conseguenza sarebbe dunque un'arrogante isolamento, fiero dello spreco dell’esistenza propria e degli altri.
Scopriremo solo nel secondo volume quali ulteriori sviluppi aspettano il Genio dell'alcova e il suo nefasto io originale. Intanto, il primo tomo ci regala la consueta galleria di personaggi umanissimi targati Konig, qui tuffati nell'aroma insinuante delle notti d'oriente, sempre vibranti e ansiosi di divertire.
Naturalmente, il Genio, quello vero, di nome Ralf, piuttosto che in una teiera di rame dimora tra le pagine di un libro. E ancora una volta è sufficiente sfogliarlo per farlo emergere e lasciare che ci rubi il cuore.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.

 
[Articolo di Filippo Messina]