«Una sera d'Estate, dormivo
con la finestra aperta...»
«Sì...?»
«A un tratto sono stata
svegliata da un piccolo tonfo...»
«Cos'era?»
«Non l'ho visto subito. Mi
sono rizzata a sedere sul letto. Sentivo che c'era qualcosa che non
andava... Già il cuore mi batteva forte...»
«E allora?»
«Ho acceso la luce sul
comodino.. e l'ho VISTO! Anzi, ho visto prima l'ombra... grande sul
muro, come nei film dell'orrore. Sono subito saltata giù dal
letto urlando come una pazza. Ho svegliato tutta la casa... Un
piccione! Un PICCIONE SCHIFOSO!»
«Tutto... qui?»
«E ti sembra poco? UN
PICCIONE! Un piccione è un TOPO CON LE ALI!»
Questo dialogo non è inventato.
Magari un po' elaborato, ma si è svolto nella realtà,
ed è molto probabile che assomigli a tante altre conversazioni
svolte su e giù per l'Italia e non solo. Sì, perché
per molti (sarà pragmatismo, sarà realismo... non
saprei) il piccione è... un ratto volante. Più
sorcio lercio, creatura immonda e portatrice di pestilenza che un
inoffensivo volatile. Il piccione, insomma, è sporco, ma
sopratutto... sporca. In qualcuno suscita un raccapriccio simile al
pipistrello. O ai ragni. Fate voi.
E' probabile che sia uno dei primi
ragionamenti che hanno attraversato le menti pensanti della CyranoComics quando hanno deciso di mettere in cantiere quella follia
che è Pigeon Man.
Uscito dalla mente di Enrico Bante e
portato sulla carta da una ciurma di giovani, agguerritissimi
disegnatori, il nefando Uomo Piccione è un supereroe tutto
italiano, che veglia sulla città di Verona emulando le
attitudini tipiche del famigerato topo volante. In particolar modo
quella di inondarvi di guano caldo (fornito quotidianamente dai suoi
totem pennuti) finché non vi arrendete o semplicemente
svenite. Un mattacchione? Nossignori, un vero vigilante. Eroico,
irruente. Almeno nelle intenzioni e nei gadgets, progettati da un
geniale quanto obeso amico nerd. Lo sparaguano di Pigeon Man funziona
che è una meraviglia (per quanto a soffrirne gli effetti
nefasti siano specialmente i monumenti, veronesi e non) ed è
inevitabile tornare con la memoria a una canzone di Elio e le
Storie Tese di qualche annetto fa... quella in cui i malviventi
erano invitati a guardarsi dalla cazzuola del temibile Spalman.
Al di là delle rimembranze
musicali, Pigeon Man si rifà dichiaratamente sotto
molti aspetti al classico Batman, citando più volte il
fatidico incontro infantile del futuro eroe con uno sciame di
pipistrelli strepitanti (qui mutati nei sozzi uccellacci
metropolitani). Il piccione, una creatura alata che suscita
inquietudine, spesso anche schifo, ed è mooolto italiana. Un
parallelismo con l'icona a fumetti statunitense talmente aderente che
verrebbe da chiedersi come mai nessuno, dalle nostre parti, non ci
avesse pensato prima. Nella sostanza narrativa, invece, il discorso
si fa più articolato. E' scontato che Pigeon Man nasca
come una parodia supereroistica, come fumetto comico, e
l'accostamento al popolarissimo Rat-Man di Leo Ortolani è
quasi automatico. Paragone che tuttavia si esaurisce molto in fretta,
in quanto gli elementi comuni ai due personaggi sono del tutto
superficiali. Entrambi caricature dell'universo fumettistico dominato
dagli eroi in calzamaglia, tutti e due nipoti del mitico e ben più
torvo Uomo Pipistrello, ma creature di carta affatto diverse, e
veicoli per contenuti abbastanza distanti tra loro. Se il celebre
ratto creato da Leo Ortolani nasce, infatti, come specchio deformante
del cosmo Marvel (sebbene la sua sagoma ricalchi quella di Batman, un
personaggio della DC Comics) e tiene banco con la sua inarrivabile
idiozia e le sue letali freddure, Pigeon Man dimostra da
subito ben altri propositi.
Uno spunto, un fumetto, un moderno
archetipo, che Pigeon Man ci rammenta in fretta, potrebbe
essere il Kick-Ass di Mark Millar, dove vediamo (come in
Pigeon Man) un giovane nerd tentare la strada
dell'avventuriero mascherato con esiti tragicomici. Tuttavia, il
mondo in cui si muove Pigeon Man è surreale e grottesco di
suo, e l'arrivo di un vigilante sparaguano non lo peggiora più
di tanto. Suscita piuttosto sgomento, o caos, e presenta persino
degli scontri quasi epici. Insomma, nonostante tutto, a dispetto
dell'umorismo e del citazionismo sbrigliato, potremmo dire che Pigeon
Man si rivela un eroe quasi decente, in grado di conquistare la sua
personale schiera di avversari e ammiratori. Il tutto speziato da
un'ironia tutta italiana, a volte di grana un po' grossa, ma comunque
godibile e fornito di una cospicua dose di simpatia.
Pigeon Man, come già
altre produzioni della Cyrano Comics, è anche una palestra
dove giovani sceneggiatori e disegnatori italiani si scatenano,
fornendo interessanti prove personali praticamente per tutti i gusti.
Le avventure di Erminio Sfighelli, profumatore di fazzolettini di
giorno e puzzolente vigilante di notte, diventano così un
agile canovaccio del quale molti artisti possono fornire la propria
interpretazione. Dallo stile parodistico più classico che
prende per i fondelli gli eroi in costume, fino alla visione manga,
celebrata tanto nei manierismi grafici quanto nella codifica
narrativa e concettuale. Ogni personalità, insomma, è
totalmente sbrigliata, o almeno questa è la sensazione che si
ricava dalla lettura, quasi Pigeon Man sia stato creato come
un palinsesto, un mero pretesto affinché più stili
potessero danzare con lui (avvolti sempre da piccioni svolazzanti,
però) e offrire il meglio di ciascuno. La silhouette dell'eroe
è dunque variabile, che lo disegni il suo creatore (lo stesso
Bante, estroso anche con la matita) o l'onirico Nicola Bernardelli,
che ne traccia un profilo più sinistro che echeggia vagamente
il Phantom of the Paradise di Brian De Palma. Giulia Mazzotti
omaggia la scuola giapponese con un racconto retrospettivo che
attinge molto all'immaginario degli shōjo,
mentre Elisa Ferrari esibisce un tratto pulito e tondo in una gustosa
storiella parodistica di pose e cliché del fumetto
avventuroso. Il satirico ed espressivo Federico Gaspari, in tandem ai
testi con Enrico Martini, regala un altro flashback dedicato alla
prima giovinezza dell'eroe, che si dimostra una volta di più
un pretesto iconico affinché giovani autori emergenti possano
mostrare di che pasta sono fatti su un ring dove per una volta non si
sparge sangue, ma inchiostro. Senza dimenticare il guano.
Da
questo punto di vista, pur con qualche goliardia di troppo e alcune
ingenuità formali, Pigeon Man risulta un fumetto curioso e
sicuramente da sfogliare. Tutte le firme presentate dal volume,
ciascuna con la propria cifra stilistica, sono meritevoli di
attenzioni, e l'effetto di allegra baraonda generato dalla profonda
differenza di stili (tenuti però saldamente insieme dalla
riconoscibile icona piccione) è da considerare come un valore
aggiunto. Un fumetto che è come un intrigante saggio
scolastico (da scuola di fumetto, però) che potrebbe
permettere di spiccare il volo a quei piccioni che sapranno giocare
bene le loro prossime sparate di guano.
In
bocca al piccione, dunque, e buon proseguimento, affinché
Pigeon Man solchi (e sporchi) ancora i cieli di Verona.
PIGEON MAN di: Enrico Bante, Gabriele
Bagnoli, Enrico Martini, Giulia Mazzotti, Nicola Bernardelli, Luca
Falesiedi, Federico Gaspari, Elisa Ferrari, Cristian Polizzi, Mattia
Cressoni. Edizioni Cyrano Comics, Collana Comics Factory € 5,60
[Articolo di Filippo Messina]