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domenica 10 settembre 2017

IT's FANTASTIC! (ma non solo)



Posso raccontarvi una storia?

Allora... C’era una volta... Ma che storia! Non è una storia normale: questo è un fumetto! Anzi una storia su un fumetto. Meglio ancora, un fumetto che racconta la storia di come potrebbe nascere un fumetto. Che poi, è più che altro la storia di come potrebbe nascere un fumettista, e un fumettista è uno che fa fumetti. Ma un fumettista... è fumettista se fa fumetti... o solo se riesce a pubblicarli? E se li pubblica e basta, è un fumettista o diventa un fumettista solo se qualcuno legge i suoi fumetti e fa partire il passaparola?

Dunque questo è un fumetto che parla di fumetti e di autori di fumetti che non sono autori di fumetti però vorrebbero diventarlo. Ma è anche un fumetto che gioca con altri fumetti e altri media, con stili di fumetto differenti e racconta quindi una storia più grande, fatta di segni, di tipi umani che potremmo incontrare in un fumetto come in un cartone o in un anime... o nella realtà.

Confusi? Calma. Abbandoniamo il citazionismo e Pierino e il Lupo, e ci scusi il buon Prokofiev.
Il punto è che stiamo parlando davvero di un'operazione bizzarra e ibrida, metafumettistica e sotto certi aspetti ammicante al crossmediale. Uno scherzo della Cyrano Comics posto in essere da Enrico Martini alla sceneggiatura e da una ciurma di giovani illustratori (Gabriele Bagnoli, Elisa Ferrari, Michele Righetti e Aldo Tocci) che hanno dato vita a una vera e propria trilogia (It's Fantastic!, It's Problematic!, It's Karmatic!) per descrivere sogni, delusioni, incidenti, speranze e goffaggini di un aspirante autore di fumetti in un contesto a cavallo tra realtà e fantasia, fino a una conclusione spumeggiante che è meglio lasciare dietro le quinte per chi ancora non si è accostato alla lettura.

Se parlando dell'odissea di un fumettista e di contenuti “meta” è impossibile non pensare a Bakuman di Tsugumi Oba e Takeshi Obata, la trilogia che ha inizio con It's Fantastic! conquista una sua identità grazie a un ritmo agile e a una spensieratezza di fondo che colloca il racconto in una dimensione fiabesca, dai toni fracassoni ma tutto sommato ottimisti, dando vita a un piacevole incrocio di stili per quanto riguarda forma e contenuti.


La storia del giovane studente Jonny Faben, del suo amico Ted e dello strampalato clan familiare che lo supporta, rimanda dichiaratamente allo shonen e al cammino iniziatico fatto di inciampi, ruzzoloni e ripresa che i protagonisti affrontano in questo specifico genere giapponese. C'è una ciurma di “losers” solidali (figura amatissima nell'immaginario orientale) in grado, pur sbagliando, di realizzare l'impossibile. Ma c'è anche un ritmo che oltre i manga si rifà agli anime, con soluzioni grafiche surreali che figurerebbero bene in un prodotto animato (in molte scene, leggendo, si ha la sensazione di sentir partire un jingle musicale o il suono di un'onomatopea beffarda). La Cyrano Comics non è sicuramente nuova a operazioni del genere. Cioè la produzione di fumetti italianissimi, ambientati in un'Italia che sembra il Giappone (del resto le nuove generazioni hanno avuto circa trent'anni per iniziare a introiettare feticci, look e vezzi originari della cultura asiatica), e fare da banco di prova a giovani artisti (ognuno dei tre capitoli è illustrato da un disegnatore diverso) palesemente cresciuti a pane e manga.

La trilogia It's Fantastic!, It's Problematic!, It's Karmatic! è una simpatica sinfonia allegra, ben confezionata, che celebra e nello stesso tempo canzona bonariamente il mondo nerd e le dinamiche, spesso caotiche dell'establishment fumettistico. Ma presenta, a sorpresa, anche altri rimandi, coinvolgendo istituzioni e canali che interessano l'universo dei fumetti e dei suoi fruitori sotto ulteriori aspetti. Aspetti, ovviamente, editoriali, ma anche dal punto di vista degli eventi pubblici ormai mitizzati nella percezione di noi italiani e personaggi che in qualche modo da questo ambiente sono stati influenzati e a questo media devono la loro identità pubblica.


Insomma, il trittico della Cyrano è un godibile divertessemant, un esercizio di stile promettente e un riuscito omaggio a tutta la tradizione manga-anime che ci ha cresciuti. Una lettura che piacerà soprattutto ai lettori più giovani, che maggiormente potranno immedesimarsi in Jonny e i suoi compagni di strada, condividendone sogni e inciampi. Ma che fa ben sperare lettori più maturi, davanti a una prova di scrittura e di disegno che può (e a questo punto deve) maturare ancora, dimostrando che, aldilà dei prestiti culturali, una fucina di giovani talenti in Italia esiste, ed è viva e vitale.

lunedì 17 dicembre 2012

Pigeon Man



«Una sera d'Estate, dormivo con la finestra aperta...»
«Sì...?»
«A un tratto sono stata svegliata da un piccolo tonfo...»
«Cos'era?»
«Non l'ho visto subito. Mi sono rizzata a sedere sul letto. Sentivo che c'era qualcosa che non andava... Già il cuore mi batteva forte...»
«E allora?»
«Ho acceso la luce sul comodino.. e l'ho VISTO! Anzi, ho visto prima l'ombra... grande sul muro, come nei film dell'orrore. Sono subito saltata giù dal letto urlando come una pazza. Ho svegliato tutta la casa... Un piccione! Un PICCIONE SCHIFOSO!»
«Tutto... qui?»
«E ti sembra poco? UN PICCIONE! Un piccione è un TOPO CON LE ALI!»


Questo dialogo non è inventato. Magari un po' elaborato, ma si è svolto nella realtà, ed è molto probabile che assomigli a tante altre conversazioni svolte su e giù per l'Italia e non solo. Sì, perché per molti (sarà pragmatismo, sarà realismo... non saprei) il piccione è... un ratto volante. Più sorcio lercio, creatura immonda e portatrice di pestilenza che un inoffensivo volatile. Il piccione, insomma, è sporco, ma sopratutto... sporca. In qualcuno suscita un raccapriccio simile al pipistrello. O ai ragni. Fate voi.

E' probabile che sia uno dei primi ragionamenti che hanno attraversato le menti pensanti della CyranoComics quando hanno deciso di mettere in cantiere quella follia che è Pigeon Man.
Uscito dalla mente di Enrico Bante e portato sulla carta da una ciurma di giovani, agguerritissimi disegnatori, il nefando Uomo Piccione è un supereroe tutto italiano, che veglia sulla città di Verona emulando le attitudini tipiche del famigerato topo volante. In particolar modo quella di inondarvi di guano caldo (fornito quotidianamente dai suoi totem pennuti) finché non vi arrendete o semplicemente svenite. Un mattacchione? Nossignori, un vero vigilante. Eroico, irruente. Almeno nelle intenzioni e nei gadgets, progettati da un geniale quanto obeso amico nerd. Lo sparaguano di Pigeon Man funziona che è una meraviglia (per quanto a soffrirne gli effetti nefasti siano specialmente i monumenti, veronesi e non) ed è inevitabile tornare con la memoria a una canzone di Elio e le Storie Tese di qualche annetto fa... quella in cui i malviventi erano invitati a guardarsi dalla cazzuola del temibile Spalman.


Al di là delle rimembranze musicali, Pigeon Man si rifà dichiaratamente sotto molti aspetti al classico Batman, citando più volte il fatidico incontro infantile del futuro eroe con uno sciame di pipistrelli strepitanti (qui mutati nei sozzi uccellacci metropolitani). Il piccione, una creatura alata che suscita inquietudine, spesso anche schifo, ed è mooolto italiana. Un parallelismo con l'icona a fumetti statunitense talmente aderente che verrebbe da chiedersi come mai nessuno, dalle nostre parti, non ci avesse pensato prima. Nella sostanza narrativa, invece, il discorso si fa più articolato. E' scontato che Pigeon Man nasca come una parodia supereroistica, come fumetto comico, e l'accostamento al popolarissimo Rat-Man di Leo Ortolani è quasi automatico. Paragone che tuttavia si esaurisce molto in fretta, in quanto gli elementi comuni ai due personaggi sono del tutto superficiali. Entrambi caricature dell'universo fumettistico dominato dagli eroi in calzamaglia, tutti e due nipoti del mitico e ben più torvo Uomo Pipistrello, ma creature di carta affatto diverse, e veicoli per contenuti abbastanza distanti tra loro. Se il celebre ratto creato da Leo Ortolani nasce, infatti, come specchio deformante del cosmo Marvel (sebbene la sua sagoma ricalchi quella di Batman, un personaggio della DC Comics) e tiene banco con la sua inarrivabile idiozia e le sue letali freddure, Pigeon Man dimostra da subito ben altri propositi.


Uno spunto, un fumetto, un moderno archetipo, che Pigeon Man ci rammenta in fretta, potrebbe essere il Kick-Ass di Mark Millar, dove vediamo (come in Pigeon Man) un giovane nerd tentare la strada dell'avventuriero mascherato con esiti tragicomici. Tuttavia, il mondo in cui si muove Pigeon Man è surreale e grottesco di suo, e l'arrivo di un vigilante sparaguano non lo peggiora più di tanto. Suscita piuttosto sgomento, o caos, e presenta persino degli scontri quasi epici. Insomma, nonostante tutto, a dispetto dell'umorismo e del citazionismo sbrigliato, potremmo dire che Pigeon Man si rivela un eroe quasi decente, in grado di conquistare la sua personale schiera di avversari e ammiratori. Il tutto speziato da un'ironia tutta italiana, a volte di grana un po' grossa, ma comunque godibile e fornito di una cospicua dose di simpatia.

Pigeon Man, come già altre produzioni della Cyrano Comics, è anche una palestra dove giovani sceneggiatori e disegnatori italiani si scatenano, fornendo interessanti prove personali praticamente per tutti i gusti. Le avventure di Erminio Sfighelli, profumatore di fazzolettini di giorno e puzzolente vigilante di notte, diventano così un agile canovaccio del quale molti artisti possono fornire la propria interpretazione. Dallo stile parodistico più classico che prende per i fondelli gli eroi in costume, fino alla visione manga, celebrata tanto nei manierismi grafici quanto nella codifica narrativa e concettuale. Ogni personalità, insomma, è totalmente sbrigliata, o almeno questa è la sensazione che si ricava dalla lettura, quasi Pigeon Man sia stato creato come un palinsesto, un mero pretesto affinché più stili potessero danzare con lui (avvolti sempre da piccioni svolazzanti, però) e offrire il meglio di ciascuno. La silhouette dell'eroe è dunque variabile, che lo disegni il suo creatore (lo stesso Bante, estroso anche con la matita) o l'onirico Nicola Bernardelli, che ne traccia un profilo più sinistro che echeggia vagamente il Phantom of the Paradise di Brian De Palma. Giulia Mazzotti omaggia la scuola giapponese con un racconto retrospettivo che attinge molto all'immaginario degli shōjo, mentre Elisa Ferrari esibisce un tratto pulito e tondo in una gustosa storiella parodistica di pose e cliché del fumetto avventuroso. Il satirico ed espressivo Federico Gaspari, in tandem ai testi con Enrico Martini, regala un altro flashback dedicato alla prima giovinezza dell'eroe, che si dimostra una volta di più un pretesto iconico affinché giovani autori emergenti possano mostrare di che pasta sono fatti su un ring dove per una volta non si sparge sangue, ma inchiostro. Senza dimenticare il guano.



Da questo punto di vista, pur con qualche goliardia di troppo e alcune ingenuità formali, Pigeon Man risulta un fumetto curioso e sicuramente da sfogliare. Tutte le firme presentate dal volume, ciascuna con la propria cifra stilistica, sono meritevoli di attenzioni, e l'effetto di allegra baraonda generato dalla profonda differenza di stili (tenuti però saldamente insieme dalla riconoscibile icona piccione) è da considerare come un valore aggiunto. Un fumetto che è come un intrigante saggio scolastico (da scuola di fumetto, però) che potrebbe permettere di spiccare il volo a quei piccioni che sapranno giocare bene le loro prossime sparate di guano.
In bocca al piccione, dunque, e buon proseguimento, affinché Pigeon Man solchi (e sporchi) ancora i cieli di Verona.

PIGEON MAN di: Enrico Bante, Gabriele Bagnoli, Enrico Martini, Giulia Mazzotti, Nicola Bernardelli, Luca Falesiedi, Federico Gaspari, Elisa Ferrari, Cristian Polizzi, Mattia Cressoni. Edizioni Cyrano Comics, Collana Comics Factory  €  5,60




[Articolo di Filippo Messina]



martedì 4 settembre 2012

Avvistato Uomo Piccione a Verona



Prima o poi doveva succedere. Anzi, da qualche parte forse era già successo, ma stavolta si esagera davvero. Che qualche scoppiato indossasse una calzamaglia e iniziasse a giocare al supereroe causando più o meno trambusto, è qualcosa che in questi tempi cupi ci attendevamo un po’ tutti. Eppure la realtà supera sempre l’immaginazione, nei toni grotteschi se non altro, presentandoci uno spettacolo che difficilmente avremmo creduto di vedere.

E’ accaduto a Verona, città nota per le sue bellezze architettoniche e per essere stata teatro dell’immortale tragedia di Romeo e Giulietta. Oggi, con buona pace di Shakespeare e del Sanmicheli, sono i fumetti e le loro deliranti influenze sulla realtà quotidiana a fare storia. Nelle scorse settimane, infatti, sono stati in molti a notare le apparizioni di un misterioso Uomo Piccione (sì, avete capito bene). Una sagoma alata avvolta da un abito dal colore sfuggente. Una sorta di Cavaliere Grigio-Topo abbastanza incosciente da saltare da un tetto all’altro. Un Batman italiota un po’ trasandato e anche… poco pulito. E già, perché (non è ancora chiaro se lo usi come arma o semplicemente come firma) l’uomo del mistero sembra lasciarsi dietro inequivocabili tracce di guano. O meglio, una sostanza biancastra e maleodorante, probabilmente artificiale, che ricorda maledettamente il tipico guano dei volatili sia nel colore che nell’afrore e persino negli effetti corrosivi (ne hanno fatto le spese, pare, le carrozzerie delle auto di numerosi passanti). Un vero Kick-Ass (o se preferiamo un Rat-Man) in carne e ossa che ha deciso di infestare i tetti di Verona con una missione tuttora ignota. I veronesi interpellati non sanno bene se essere più divertiti o infastiditi dalle sortite dell’enigmatico figuro che qualcuno ha già battezzato Pigeon Man. Le forze dell’ordine minimizzano riducendo il tutto allo scherzo di un buontempone, ma gli avvistamenti continuano.

La Cyrano Comics, associazione culturale che di fumetti (e di conseguenza di eroi in costume) mastica più di un po’, non s’è lasciata sfuggire l’occasione, e si è prontamente improvvisata cronista di questi bizzarri eventi, realizzando le interviste ai passanti che potrete ascoltare nel video che segue. In attesa di scoprire qualcosa di più sul misterioso Uomo Piccione e sulle ragioni della sua crociata personale in quel di Verona, vi rimandiamo al sito che la Cyrano Comics ha dedicato a questo nuovo, insolito fenomeno metropolitano.