Posso
raccontarvi una storia?
Allora...
C’era una volta... Ma che storia! Non è una storia normale: questo
è un fumetto!
Anzi una storia su un fumetto. Meglio ancora, un fumetto che racconta
la storia di come potrebbe nascere un fumetto. Che poi, è più che
altro la storia di come potrebbe nascere un fumettista, e un
fumettista è uno che fa fumetti. Ma un fumettista... è fumettista
se fa fumetti... o solo se riesce a pubblicarli? E se li pubblica e
basta, è un fumettista o diventa un fumettista solo se qualcuno
legge i suoi fumetti e fa partire il passaparola?
Dunque questo è un fumetto che parla di fumetti e di autori di fumetti che
non sono autori di fumetti però vorrebbero diventarlo. Ma è anche
un fumetto che gioca con altri fumetti e altri media, con stili di
fumetto differenti e racconta quindi una storia più grande, fatta di
segni, di tipi umani che potremmo incontrare in un fumetto come in un
cartone o in un anime... o nella realtà.
Confusi? Calma.
Abbandoniamo il citazionismo e Pierino
e il Lupo,
e ci scusi il buon Prokofiev.
Il
punto è che stiamo parlando davvero di un'operazione bizzarra e
ibrida, metafumettistica e sotto certi aspetti ammicante al
crossmediale. Uno scherzo della Cyrano Comics posto in essere da
Enrico Martini alla sceneggiatura e da
una
ciurma di giovani illustratori (Gabriele Bagnoli, Elisa Ferrari,
Michele Righetti e Aldo Tocci) che hanno dato vita a una vera e
propria trilogia (It's
Fantastic!, It's Problematic!, It's Karmatic!)
per descrivere sogni, delusioni, incidenti, speranze e goffaggini di
un aspirante autore di fumetti in un contesto a cavallo tra realtà e
fantasia, fino a una conclusione spumeggiante che è meglio lasciare
dietro le quinte per chi ancora non si è accostato alla lettura.
Se
parlando dell'odissea di un fumettista e di contenuti “meta” è
impossibile non pensare a Bakuman
di Tsugumi
Oba e Takeshi Obata, la
trilogia che ha inizio con It's
Fantastic!
conquista
una sua identità grazie a un ritmo agile e a una spensieratezza di
fondo che colloca il racconto in una dimensione fiabesca, dai toni
fracassoni ma tutto sommato ottimisti, dando vita a un piacevole
incrocio di stili per quanto riguarda forma e contenuti.
La
storia del giovane studente Jonny Faben, del suo amico Ted e dello
strampalato clan familiare che lo supporta, rimanda dichiaratamente
allo shonen
e al cammino iniziatico fatto di inciampi, ruzzoloni e ripresa che i
protagonisti affrontano in questo specifico genere giapponese. C'è
una ciurma di “losers”
solidali (figura amatissima nell'immaginario orientale) in grado, pur
sbagliando, di realizzare l'impossibile. Ma c'è anche un ritmo che
oltre
i manga si
rifà
agli
anime, con soluzioni grafiche surreali che figurerebbero bene in un
prodotto animato (in molte scene, leggendo, si ha la sensazione di
sentir partire un jingle musicale o il
suono di
un'onomatopea
beffarda).
La
Cyrano Comics non è sicuramente nuova a operazioni del genere. Cioè
la produzione di fumetti italianissimi, ambientati in un'Italia
che sembra il Giappone (del resto le nuove generazioni hanno avuto
circa trent'anni per iniziare a introiettare feticci, look e vezzi
originari della cultura asiatica), e fare da banco di prova a giovani
artisti (ognuno dei tre capitoli è illustrato da un disegnatore
diverso) palesemente cresciuti a pane e manga.
La
trilogia It's Fantastic!, It's Problematic!, It's Karmatic!
è
una simpatica sinfonia allegra, ben confezionata, che celebra e nello
stesso tempo canzona bonariamente il mondo nerd e le dinamiche,
spesso caotiche
dell'establishment fumettistico. Ma
presenta, a sorpresa, anche altri rimandi, coinvolgendo istituzioni e
canali che interessano l'universo dei
fumetti e dei suoi fruitori
sotto ulteriori aspetti. Aspetti, ovviamente, editoriali, ma anche
dal punto di vista degli eventi pubblici
ormai
mitizzati nella percezione di noi italiani e personaggi che in
qualche modo da questo ambiente sono stati influenzati e a questo
media devono la loro identità pubblica.
Insomma,
il trittico della Cyrano è un godibile divertessemant, un esercizio
di stile promettente e un riuscito omaggio a tutta la tradizione
manga-anime che ci ha cresciuti. Una lettura che piacerà soprattutto
ai lettori più giovani, che maggiormente potranno immedesimarsi in
Jonny e i suoi compagni di strada, condividendone sogni e inciampi.
Ma che fa ben sperare lettori più maturi, davanti a una prova di
scrittura e di disegno che può (e a questo punto deve) maturare
ancora, dimostrando che, aldilà dei prestiti culturali, una fucina
di giovani talenti in Italia esiste, ed è viva e vitale.