lunedì 17 dicembre 2012

Pigeon Man



«Una sera d'Estate, dormivo con la finestra aperta...»
«Sì...?»
«A un tratto sono stata svegliata da un piccolo tonfo...»
«Cos'era?»
«Non l'ho visto subito. Mi sono rizzata a sedere sul letto. Sentivo che c'era qualcosa che non andava... Già il cuore mi batteva forte...»
«E allora?»
«Ho acceso la luce sul comodino.. e l'ho VISTO! Anzi, ho visto prima l'ombra... grande sul muro, come nei film dell'orrore. Sono subito saltata giù dal letto urlando come una pazza. Ho svegliato tutta la casa... Un piccione! Un PICCIONE SCHIFOSO!»
«Tutto... qui?»
«E ti sembra poco? UN PICCIONE! Un piccione è un TOPO CON LE ALI!»


Questo dialogo non è inventato. Magari un po' elaborato, ma si è svolto nella realtà, ed è molto probabile che assomigli a tante altre conversazioni svolte su e giù per l'Italia e non solo. Sì, perché per molti (sarà pragmatismo, sarà realismo... non saprei) il piccione è... un ratto volante. Più sorcio lercio, creatura immonda e portatrice di pestilenza che un inoffensivo volatile. Il piccione, insomma, è sporco, ma sopratutto... sporca. In qualcuno suscita un raccapriccio simile al pipistrello. O ai ragni. Fate voi.

E' probabile che sia uno dei primi ragionamenti che hanno attraversato le menti pensanti della CyranoComics quando hanno deciso di mettere in cantiere quella follia che è Pigeon Man.
Uscito dalla mente di Enrico Bante e portato sulla carta da una ciurma di giovani, agguerritissimi disegnatori, il nefando Uomo Piccione è un supereroe tutto italiano, che veglia sulla città di Verona emulando le attitudini tipiche del famigerato topo volante. In particolar modo quella di inondarvi di guano caldo (fornito quotidianamente dai suoi totem pennuti) finché non vi arrendete o semplicemente svenite. Un mattacchione? Nossignori, un vero vigilante. Eroico, irruente. Almeno nelle intenzioni e nei gadgets, progettati da un geniale quanto obeso amico nerd. Lo sparaguano di Pigeon Man funziona che è una meraviglia (per quanto a soffrirne gli effetti nefasti siano specialmente i monumenti, veronesi e non) ed è inevitabile tornare con la memoria a una canzone di Elio e le Storie Tese di qualche annetto fa... quella in cui i malviventi erano invitati a guardarsi dalla cazzuola del temibile Spalman.


Al di là delle rimembranze musicali, Pigeon Man si rifà dichiaratamente sotto molti aspetti al classico Batman, citando più volte il fatidico incontro infantile del futuro eroe con uno sciame di pipistrelli strepitanti (qui mutati nei sozzi uccellacci metropolitani). Il piccione, una creatura alata che suscita inquietudine, spesso anche schifo, ed è mooolto italiana. Un parallelismo con l'icona a fumetti statunitense talmente aderente che verrebbe da chiedersi come mai nessuno, dalle nostre parti, non ci avesse pensato prima. Nella sostanza narrativa, invece, il discorso si fa più articolato. E' scontato che Pigeon Man nasca come una parodia supereroistica, come fumetto comico, e l'accostamento al popolarissimo Rat-Man di Leo Ortolani è quasi automatico. Paragone che tuttavia si esaurisce molto in fretta, in quanto gli elementi comuni ai due personaggi sono del tutto superficiali. Entrambi caricature dell'universo fumettistico dominato dagli eroi in calzamaglia, tutti e due nipoti del mitico e ben più torvo Uomo Pipistrello, ma creature di carta affatto diverse, e veicoli per contenuti abbastanza distanti tra loro. Se il celebre ratto creato da Leo Ortolani nasce, infatti, come specchio deformante del cosmo Marvel (sebbene la sua sagoma ricalchi quella di Batman, un personaggio della DC Comics) e tiene banco con la sua inarrivabile idiozia e le sue letali freddure, Pigeon Man dimostra da subito ben altri propositi.


Uno spunto, un fumetto, un moderno archetipo, che Pigeon Man ci rammenta in fretta, potrebbe essere il Kick-Ass di Mark Millar, dove vediamo (come in Pigeon Man) un giovane nerd tentare la strada dell'avventuriero mascherato con esiti tragicomici. Tuttavia, il mondo in cui si muove Pigeon Man è surreale e grottesco di suo, e l'arrivo di un vigilante sparaguano non lo peggiora più di tanto. Suscita piuttosto sgomento, o caos, e presenta persino degli scontri quasi epici. Insomma, nonostante tutto, a dispetto dell'umorismo e del citazionismo sbrigliato, potremmo dire che Pigeon Man si rivela un eroe quasi decente, in grado di conquistare la sua personale schiera di avversari e ammiratori. Il tutto speziato da un'ironia tutta italiana, a volte di grana un po' grossa, ma comunque godibile e fornito di una cospicua dose di simpatia.

Pigeon Man, come già altre produzioni della Cyrano Comics, è anche una palestra dove giovani sceneggiatori e disegnatori italiani si scatenano, fornendo interessanti prove personali praticamente per tutti i gusti. Le avventure di Erminio Sfighelli, profumatore di fazzolettini di giorno e puzzolente vigilante di notte, diventano così un agile canovaccio del quale molti artisti possono fornire la propria interpretazione. Dallo stile parodistico più classico che prende per i fondelli gli eroi in costume, fino alla visione manga, celebrata tanto nei manierismi grafici quanto nella codifica narrativa e concettuale. Ogni personalità, insomma, è totalmente sbrigliata, o almeno questa è la sensazione che si ricava dalla lettura, quasi Pigeon Man sia stato creato come un palinsesto, un mero pretesto affinché più stili potessero danzare con lui (avvolti sempre da piccioni svolazzanti, però) e offrire il meglio di ciascuno. La silhouette dell'eroe è dunque variabile, che lo disegni il suo creatore (lo stesso Bante, estroso anche con la matita) o l'onirico Nicola Bernardelli, che ne traccia un profilo più sinistro che echeggia vagamente il Phantom of the Paradise di Brian De Palma. Giulia Mazzotti omaggia la scuola giapponese con un racconto retrospettivo che attinge molto all'immaginario degli shōjo, mentre Elisa Ferrari esibisce un tratto pulito e tondo in una gustosa storiella parodistica di pose e cliché del fumetto avventuroso. Il satirico ed espressivo Federico Gaspari, in tandem ai testi con Enrico Martini, regala un altro flashback dedicato alla prima giovinezza dell'eroe, che si dimostra una volta di più un pretesto iconico affinché giovani autori emergenti possano mostrare di che pasta sono fatti su un ring dove per una volta non si sparge sangue, ma inchiostro. Senza dimenticare il guano.



Da questo punto di vista, pur con qualche goliardia di troppo e alcune ingenuità formali, Pigeon Man risulta un fumetto curioso e sicuramente da sfogliare. Tutte le firme presentate dal volume, ciascuna con la propria cifra stilistica, sono meritevoli di attenzioni, e l'effetto di allegra baraonda generato dalla profonda differenza di stili (tenuti però saldamente insieme dalla riconoscibile icona piccione) è da considerare come un valore aggiunto. Un fumetto che è come un intrigante saggio scolastico (da scuola di fumetto, però) che potrebbe permettere di spiccare il volo a quei piccioni che sapranno giocare bene le loro prossime sparate di guano.
In bocca al piccione, dunque, e buon proseguimento, affinché Pigeon Man solchi (e sporchi) ancora i cieli di Verona.

PIGEON MAN di: Enrico Bante, Gabriele Bagnoli, Enrico Martini, Giulia Mazzotti, Nicola Bernardelli, Luca Falesiedi, Federico Gaspari, Elisa Ferrari, Cristian Polizzi, Mattia Cressoni. Edizioni Cyrano Comics, Collana Comics Factory  €  5,60




[Articolo di Filippo Messina]



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