Palermo. Linea 103. In viaggio. Via
Terrasanta.
Sono circa le sei del pomeriggio. Siedo
sul bus come al solito, pensando al lavoro che mi attende a casa... e
ai gatti, che passano tante ore da soli e non appena mi vedono non mi
danno neppure un istante di tregua. Poveretti! Non hanno torto,
dopotutto. La vettura fa sosta davanti alla chiesa della Madonna di
Fatima. Scorgo dal finestrino un gruppetto di donne Rom che attendono
presso la fermata. Salgono in vettura e restano in fondo al bus a
conversare tra loro.
Ho un problema. I Rom mi mettono a
disagio. Il disagio peggiore è che mi sento in colpa. Vorrei non
provare questo imbarazzo, questa opprimente sensazione di fastidio e diffidenza per altri esseri umani. Ragionare sul fatto che spesso siano
petulanti, e che mi chiedano denaro che non ho, che a volte rubino, non è sufficiente a
farmi stare meglio. Non mi piace sentirmi così. E' come se dentro di
me ci fosse una briciola di razzismo che non sono ancora riuscito a
eliminare. Ad ogni modo, questo gruppo di donne non mi arreca nessun
disturbo. Stanno semplicemente lì, per i fatti loro e viaggiano. Non
credo abbiano fatto il biglietto... ma è l'ultima cosa a cui
penso. A Palermo non lo fa quasi nessuno e sicuramente non è
l'inadempienza dei Rom, ormai non più nomadi, a fare la differenza.
Nel frattempo, il bus è arrivato in
via Dante. Una delle donne Rom si rivolge all'autista con la sua
cadenza straniera.
«Ci fai scendere, per favore... Visto
un'altra linea... Così noi prendiamo quella.»
L'autista dà la risposta consueta.
«Fuori fermata non si può. E' un
tratto pericoloso. Poi la responsabilità è mia.»
«Noi dobbiamo prendere altra
linea...»
«Ora! Tra poco... Alla fermata.»
Bastano pochi metri, in verità. Il bus
si approssima alla fermata. Proprio in quell'istante, sul marciapiede
avanza un quartetto di controllori. Il gruppo delle donne Rom
manifesta un leggero senso di urgenza.
«Facci scendere... Se no ci fai fare
multa!»
La risposta dell'autista non tarda.
«Seeeeeeeee! Siccome vuatri a pagate
a multa, veruuuuu?!!!»
La vettura si ferma. Le donne Rom
scendono. I controllori salgono. Nessun incidente. Sul bus sono
rimasto soltanto io. Abbonato. La breve scena si direbbe conclusa.
Invece l'autista ha ancora qualcosa da dire (dopo essersi scambiato
saluti, pacche e bacetti con i controllori).
«Siccome iddi pagano i multe! A
sintistivu? “Accussì ni fai fari a multa”! Picchì iddi i pagano
i multe!»
I controllori non hanno niente da
controllare. Sostano nella zona anteriore del bus parlottando tra
loro, ma l'autista sembra non avere pace. Evidentemente gli è stato
toccato un nervo scoperto.
«Picchì chisti pagani i multe!
Seeee! Io grapissi arrieri i forni crematori!»
Uno dei controllori, quello più
grasso, sente il bisogno di dare una risposta laconica.
«Sì, fanno schifo.»
Ma all'autista non basta. Deve per
forza ripeterlo.
«Io grapissi arrieri I FORNI
CREMATORI!»
Scendo dal bus con un pensiero che mi
mulina nel cervello.
Nel mondo ci sono cose e persone che
per qualche motivo mi suscitano imbarazzo.
Devo imparare a conviverci.
Devo imparare a conviverci.
Poi ne esistono altre... che mi
causano profondo disgusto e che odio con tutto me stesso.
Tutto sommato... non devo essere poi
così male.
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