mercoledì 20 maggio 2015

Linea 103: Il mio problema (e il problema degli altri)


Palermo. Linea 103. In viaggio. Via Terrasanta.

Sono circa le sei del pomeriggio. Siedo sul bus come al solito, pensando al lavoro che mi attende a casa... e ai gatti, che passano tante ore da soli e non appena mi vedono non mi danno neppure un istante di tregua. Poveretti! Non hanno torto, dopotutto. La vettura fa sosta davanti alla chiesa della Madonna di Fatima. Scorgo dal finestrino un gruppetto di donne Rom che attendono presso la fermata. Salgono in vettura e restano in fondo al bus a conversare tra loro.

Ho un problema. I Rom mi mettono a disagio. Il disagio peggiore è che mi sento in colpa. Vorrei non provare questo imbarazzo, questa opprimente sensazione di fastidio e diffidenza per altri esseri umani. Ragionare sul fatto che spesso siano petulanti, e che mi chiedano denaro che non ho, che a volte rubino, non è sufficiente a farmi stare meglio. Non mi piace sentirmi così. E' come se dentro di me ci fosse una briciola di razzismo che non sono ancora riuscito a eliminare. Ad ogni modo, questo gruppo di donne non mi arreca nessun disturbo. Stanno semplicemente lì, per i fatti loro e viaggiano. Non credo abbiano fatto il biglietto... ma è l'ultima cosa a cui penso. A Palermo non lo fa quasi nessuno e sicuramente non è l'inadempienza dei Rom, ormai non più nomadi, a fare la differenza.
Nel frattempo, il bus è arrivato in via Dante. Una delle donne Rom si rivolge all'autista con la sua cadenza straniera.


«Ci fai scendere, per favore... Visto un'altra linea... Così noi prendiamo quella.»

L'autista dà la risposta consueta.

«Fuori fermata non si può. E' un tratto pericoloso. Poi la responsabilità è mia.»
«Noi dobbiamo prendere altra linea...»
«Ora! Tra poco... Alla fermata.»

Bastano pochi metri, in verità. Il bus si approssima alla fermata. Proprio in quell'istante, sul marciapiede avanza un quartetto di controllori. Il gruppo delle donne Rom manifesta un leggero senso di urgenza.

«Facci scendere... Se no ci fai fare multa!»

La risposta dell'autista non tarda.

«Seeeeeeeee! Siccome vuatri a pagate a multa, veruuuuu?!!!»

La vettura si ferma. Le donne Rom scendono. I controllori salgono. Nessun incidente. Sul bus sono rimasto soltanto io. Abbonato. La breve scena si direbbe conclusa. Invece l'autista ha ancora qualcosa da dire (dopo essersi scambiato saluti, pacche e bacetti con i controllori).

«Siccome iddi pagano i multe! A sintistivu? “Accussì ni fai fari a multa”! Picchì iddi i pagano i multe!»

I controllori non hanno niente da controllare. Sostano nella zona anteriore del bus parlottando tra loro, ma l'autista sembra non avere pace. Evidentemente gli è stato toccato un nervo scoperto.

«Picchì chisti pagani i multe! Seeee! Io grapissi arrieri i forni crematori!»

Uno dei controllori, quello più grasso, sente il bisogno di dare una risposta laconica.

«Sì, fanno schifo.»
Ma all'autista non basta. Deve per forza ripeterlo.

«Io grapissi arrieri I FORNI CREMATORI!»

Scendo dal bus con un pensiero che mi mulina nel cervello.
Nel mondo ci sono cose e persone che per qualche motivo mi suscitano imbarazzo.
Devo imparare a conviverci.
Poi ne esistono altre... che mi causano profondo disgusto e che odio con tutto me stesso.

Tutto sommato... non devo essere poi così male.



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