lunedì 4 giugno 2012

Ricorsi storici - Il papa a Milano: sequestrato striscione


A volte la storia si ripete.
Sembra che le visite del pontefice nelle province della colonia cattolica (non possiamo che definire così il nostro paese, tuttora sottomesso politicamente in modo vergognoso al Vaticano) corrispondano sempre a una sospensione degli elementari diritti vigenti in democrazia.
Qualcuno si ricorderà della disavventura vissuta dalla nostra libreria un paio d'anni fa, giusto per la visita del papa a Palermo. La nostra fumetteria ospitava la mostra La papamobile del futuro, organizzata dal gruppo Scomunicazione. Parte dell'installazione comprendeva lo striscione I love Milingo, esposto all'interno della vetrina. Nella mattinata di domenica, digos e mobile fecero irruzione e sequestrarono il suddetto striscione, lasciadosi dietro la consueta scia di minacce.
Bene! E' successo di nuovo. Stavolta a Milano. Lo striscione sequestrato, con la motivazione che fosse "contrario alla sicurezza e alla morale" presentava una stilizzata descrizione di tutti i tipi di famiglia possibili, eterosessuali e omosessuali. Va da sé che per tradizione, la città di Milano come già Palermo nel 2010, non poteva permettersi voci fuori dal coro o contestazioni pacifiche. Del resto siamo in Italia, che cosa dovremmo aspettarci se non una pianificata genuflessione e omologazione globale cui nessun cittadino, di nessuna fede o ideologia, ha la libertà di sottrarsi? Naturalmente, i notiziari del giorno dopo hanno collocato la visita del pontefice tra i primi titoli di apertura, dando enfasi alla trita nenia oscurantista che secondo l'italico califfo (la metafora è storica) è soltanto quello tra uomo e donna.
Solidarietà, pertanto, ai cittadini milanesi coinvolti in questo ulteriore, disdicevole episodio. E massima visibilità a uno striscione (e soprattutto a delle voci) cui la venuta del successore di Pietro ha negato ancora una volta ogni diritto a esistere.
Amen!

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