giovedì 8 giugno 2017

American Gods... dalle pagine allo schermo


Mi sono accostato alla versione televisiva di "American Gods" con qualche perplessità. La prima era che difficilmente vengo coinvolto da un adattamento audiovisivo basato su un romanzo che ho letto, di cui conosco personaggi, interazioni e trama. Il fatto di essere uno spettatore quasi onniscente (sapendo cosa dovrà avvenire prima dei protagonisti) di norma non mi rende lo spettatore ideale di questi adattamenti. Li guardo sempre come se per me avessero le polveri bagnate. La seconda erano i consueti cambiamenti estetici nel passaggio dalla pagina al live action. La prosa di Neil Gaiman non è visiva come quella di Stephen King. Gaiman opera molto più con le suggestioni, lavora in sottrazione, lasciando parecchi eventi dietro le quinte, suggerendo al lettore di immaginare le cose, a volte riferite in modo didascalico. Ovviamente, in una serie TV, dove la narrazione avviene soprattutto per mezzo delle immagini, questo cambia drasticamente. E certe soluzioni, che per forza di cose anticipano anche la natura (nel romanzo più sfuggente) di alcuni personaggi, non mi aveva proprio entusiasmato. Procedendo, però, la serie carbura. E paradossalmente, lo fa proprio nel momento in cui inizia a distaccarsi dalla narrazione letteraria. Anticipando eventi successivi, dando un maggiore spazio a personaggi che nel romanzo compaiono per poche pagine, e inserendo sottotrame inedite e funzionali ai ritmi di una serie televisiva. Giusta la scelta di amplificare il personaggio di Laura, che nel romanzo svolge un ruolo fondamentale, ma è narrata come una presenza fantasmatica, molto meno materiale e presente di quella che ci viene mostrata nella serie. Insomma, uno di quei casi in cui le distanze dalla fonte fanno bene all'adattamento. Bryan Fuller alla sceneggiatura sta facendo un discreto lavoro. Certo, le parti storiche, di maggior respiro nel libro, risultano un po' sacrificate, ma si compensa con una buona resa visiva e l'inserimento di variazioni interessanti. Gillian Anderson, ormai lo sappiamo, non è soltanto l'agente Skully della nostra giovinezza. E dopo "American Gods" la sua popolarità è destinata ad aumentare ancora. Nel complesso, episodio dopo episodio, la serie si sta assestando su livelli abbastanza alti. Speriamo prosegua su questa strada, continuando a trasgredire e sorprendere.
E se vi state chiedendo chi è il mio preferito... Ma è ovvio.
E' Chernobog. Lo era anche nel romanzo.



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