Anzi, no, in principio
era Skypocalypse, una web serie naif, ideata quasi per gioco
da un gruppo di giovani youtubers fantasiosi. Nel giro di un paio
d'anni il gioco crebbe, si fece notare... si fece duro, insomma. E
quando il gioco si fa duro...
Beh! Si può anche
scegliere di mollare quando i morti viventi ti stanno mordendo il
culo, si sono ormai pappati praticamente tutto e tutti, e i kit di
sopravvivenza scarseggiano. Così Skypocalypse ha chiuso i
battenti, irrisolta come certi cult televisivi ormai storici,
affascinanti e incompleti, congelati nell'immaginario di chi si
ostina a ricordarli con passione.
O no?
La notizia della scorsa
Estate sulla chiusura della serie per cause di forza maggiore aveva
addolorato in tanti. L'esperimento, con tutti i suoi limiti
fisiologici, era appassionante, e stringeva il cuore vederlo arenarsi
e perdersi così. Del resto, ha commentato qualcuno, le web serie
sono morte... come Marx, come Dio e le grandi ideologie. Si è detto
e fatto di tutto, e ormai ci sono solo la noia, la depressione e il
piattume del quotidiano. E tu... che avevi paura dei mortacci
deambulanti e dei loro denti marci... ma vaffanzappa, e trovati un
lavoro serio! Poi l'annuncio. Il canale cambia nome. Si prepara il
lancio una nuova web serie.
Il titolo? Guarda caso:
Web series Are Dead.
Qui arriva la sorpresa...
Skypocalypse non è
veramente terminato. Web series Are Dead è il vero
seguito di Skypocalypse, la sua evoluzione naturale. Dalle
macerie di un progetto collassato, la crew di impavidi youtubers ha
estratto un cuore ancora debolmente pulsante. Con la collaborazione
di ulteriori compagni di malefatte (gli agguerriti Sghilimberto
Production) hanno praticato al muscolo atrofizzato un'iniezione di
adrenalina e sfacciataggine. Hanno rischiato, e sono stati a guardare
l'esito del loro esperimento alla Frankenstein. Pensa tu. Contro ogni
previsione, quella massa molle, quasi morta, è ripartita come un
assolo di batteria in acido, ancora più pimpante di Mia Wallace dopo
il trattamento in Pulp Fiction. Le tombe si sono scoperte, i
morti si sono levati di nuovo... e stavolta corrono, in una direzione
totalmente inattesa per di più. Ecco, dunque, Web series Are
Dead. Un titolo che nega se stesso. Negazione freudiana, che
afferma il suo esatto contrario. Uno spunto metawebbico
(...ma questa parola esiste?) che possa fare tesoro degli errori
passati e recuperare l'entusiasmo che sembrava esaurito per strada.
L'esito dell'episodio pilota è qualcosa di spumeggiante, che non
solo consola per la prematura cancellazione della serie precedente,
ma che riesce ad andare oltre promettendo una marea di divertimento.
E questo sicuramente non è poco.
La nuova partenza è
deliziosamente allegorica. Con la cancellazione della web serie, i
morti viventi hanno trionfato, e si sono mangiati l'intera esistenza
del vecchio cast. Sogni, ambizioni, entusiasmi. Oggi la desolazione
regna sovrana. Radar-Victor, morsicato nelle prime due (uniche e
sole) puntate della seconda stagione di Skypocalypse, è
effettivamente cambiato in zombi... ma in un modo diverso da come ce
lo saremmo potuto aspettare. Spento e kafkiano più che orrido e
romeriano. Gli altri non hanno avuto una sorte più fortunata. Il
fallimento dell'esperienza li ha provati, disillusi, e per loro la
vita si trascina da un anno in uno squallido automatismo. Questo fino
all'arrivo di una misteriosa lettera con sopra il marchio della web
serie ormai chiusa. Il messaggio di qualcuno che vorrebbe riunire la
vecchia ciurma per scopi ancora tutti da verificare...
Non c'è bisogno di
cadere in esagerati lecchinaggi con parole come... “geniale”. La
voglia di lodare, quando si fa stucchevole, rischia di banalizzare i
meriti piuttosto che premiarli. Diciamo solo che le menti dietro alla
sceneggiatura del pilota di Web series Are Dead (quelli che
ormai alcuni tra noi chiamano affettuosamente i Mattia Bis)
dimostrano che sarebbe bene non sottovalutarle mai. Le due web serie
(almeno in questo gancio iniziale) sono assolutamente interconnesse,
e giocando con fantasmi pirandelliani (e vagonate di citazionismo
nerd) riescono a colmare il vuoto nel cuore del loro pubblico,
regalando a sorpresa quello che è a tutti gli effetti un
imprevedibile sequel e nello stesso tempo una divertente
trasformazione. Senza soffermarci sulla maturazione tecnica (che non
ci compete, ma è comunque evidente) scopriamo con piacere che anche
la recitazione dell'intero cast sta subendo una piacevole evoluzione.
Mattia Pozzoli (Matioski) si sbarazza finalmente della
caratterizzazione sopra le righe di White Dragon, e presenta una
naturalezza imbronciata del tutto convincente. Mattia Ferrari
(Victorlaszlo88) si definisce sempre più come un potenziale
comico-serio di grande talento, e tutti gli altri non sono da meno. I
puristi arriccino il naso quanto vogliono, ma qui la creatività si
vede, si taglia con il coltello e scalda il cuore. E' facile
sorvolare sui dettagli più ingenui e lasciarsi contagiare
(...esatto!) dall'allegria della crew. I dialoghi funzionano senza
troppe cadute e la presenza in scena della maggior parte dei volti
conosciuti in Skypocalypse (Benzrog, DavePlissken e gli altri)
dà una piacevole sensazione di rimpatriata. Prevedibile, ma non per
questo meno godibile, il cameo di Karim Musa (Yotobi). La sua
sortita-uscita nell'episodio pilota è a sua volta un cliché ben
gestito. Addirittuta epico nei suoi richiami mitologici alla fine di
Orfeo sbranato dalle baccanti. Ma anche citazione (forse
involontaria, ma non importa) del Cristo soffocato dai bisognosi
affamati in Jesus Christ Superstar. Certo, a suggerire la
gustosa parentesi è stata palesemente una necessità pratica. La
probabile impossibilità di Yotobi a partecipare con continuità al
progetto. Ma va bene così, sono le regole (in perenne riscrittura)
della narrazione seriale. E ci rammenta anche il famoso webisode che
fa da ponte tra la seconda e la terza stagione del serial britannico
Misfits, dove ci veniva spiegato perché mai il personaggio di
Nathan, uno dei protagonisti principali, non fosse presente nel
seguito della serie. Lo spirito di Web series Are Dead è
pertanto il medesimo di Skypocalypse, giusto con un tocco di
surrealismo in più, e una goliardia maturata, ma fortunatamente
ancora lontana dall'esaurirsi. Lo dimostra un divertente siparietto
allegorico in cui Victorlaszlo88 sembra prendere consapevolezza di
essere ormai diventato un personaggio iconico nella comunità di
Youtube, e (a modo suo) apre la camicia come Clark Kent per mostrare
a tutti lo stemma di Superman. Un po' come dire... «Siamo tornati!
Siamo ancora in ballo e... balleremo!»
Sghilimberto Production,
collettivo di giovani cineasti rampanti, rappresentano sicuramente
una marcia in più di questa nuova avventura seriale sul tubo. Il
montaggio dell'episodio pilota sfoggia infatti una grande pulizia,
senza fronzoli, e proprio per questo diligente, non invasivo e al
servizio della storia che intende raccontare. Che cosa ci aspetta
dopo il flash iniziale? L'attesa, a questo punto, è tanta. Quel che
è facile immaginare è che si parlerà ancora dei meccanismi (a
volte demenziali) dietro le produzioni di web serie, del mezzo
Youtube e di dove vanno a finire i sogni di quanti oggi affidano alla
rete i propri entusiasmi. Il nocciolo narrativo deve ancora prendere
forma, ma la premessa fa ben sperare, e un «Bravi!» ci sta tutto.
Webseries Are Dead
(come già sua mamma Skypocalypse) sono i prodotti che
vorremmo vedere sul tubo più spesso. Esplosioni di creatività
spontanea, slegata da interessi commerciali e animata dalla pura
voglia di divertirsi e confrontarsi. Anche per questo, Youtube come
mezzo va difeso e tutelato da meccanismi perversi che potrebbero
annacquarlo e tendere a omologarlo al panorama sempre più piatto del
media televisivo. Difeso dai veri zombi, insomma, quelli da cui
scappavamo rifugiandoci su Skype, sforzandoci di inventare un modo
per superare i nostri limiti, e produrre contenuti che dessero un
senso alla giornata. Un applauso, quindi, all'intera crew di Sky...
Pardon! Web series Are Dead. E un augurio di spaccare tutto,
stavolta.
Le web serie sono morte?
Lunga vita alle web
serie.
[Articolo di Filippo Altroquando Messina]
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