lunedì 23 maggio 2011

Palermo Pride 2011: Un nuovo successo


Il Gay Pride 2011 di Palermo, appena il secondo che si svolge nella nostra controversa città, ha confermato il successo del suo esordio avvenuto lo scorso anno, e sembra avere addirittura raddoppiato, con una partecipazione di piazza che – secondo le prime stime – oscilla tra le dieci e le ventimila presenze. Come nel 2010, l’evento è stato organizzato da una federazione di realtà LGBT e associazioni politiche eterosolidali, preceduto da una settimana di incontri culturali che hanno annoverato lo spettacolo della compagnia di Emma Dante presso il laboratorio teatrale della Vicaria, la mostra fotografica di Letizia Battaglia presso lo Steri di Palermo e dello spagnolo David Trullo presso l’istituto Cervantes, più una nutrita serie di incontri e seminari. Temi di quest’anno è stata l’omogenitorialità, la lotta alla mafia e i diritti delle donne. Tredici i carri e tantissima la gente che ha sfilato da piazza Magione fino a piazza Castelnuovo senza farsi intimidire da un leggerissimo piovasco. Presente anche quest’anno Vladimir Luxuria nel suo ruolo di madrina del Pride. Un secondo appuntamento che conferma le potenzialità di eventi come questo, in grado di crescere e raccogliere gli animi in schiere sempre più cospicue, operando un lento ma crescente senso di liberazione.

Non sono mancate, purtroppo, zone d’ombra, che devono spingere a riflettere sia sulla metodologia organizzativa dell’evento sia sulla sua funzione di testimonianza costante, volta non a provocare ma a sdoganare le diversità nel quotidiano di ogni cittadino. Pessimo l’episodio di omofobia che ha visto protagoniste alcune volontarie di Arcigay all’arrivo in piazza Castelnuovo, dove si sarebbe tenuto il concerto finale. Le ragazze, intente a smontare materiale dal proprio carro, sono state pesantemente insultate, fatte oggetto di molestie e inseguite fin fuori della piazza senza che nessuno del servizio d’ordine o della Polizia intervenisse. Il gruppetto di aggressori, formato da elementi giovanissimi maschi e femmine, ha agito praticamente indisturbato, segno che qualcosa quest’anno non ha funzionato a dovere sul fronte della vigilanza. E’ probabile che nei prossimi giorni parta una denuncia e che l’episodio non si concluda qui. Sarebbe veramente grave, soprattutto a fronte del successo di partecipazione ottenuto, se l’organizzazione del Pride non alzasse la testa e tenesse conto anche di queste imperfezioni, non lasciando che un episodio così riprovevole sia dimenticato tra pochi giorni.
E’ il momento di festeggiare, certo, ma anche di vigilare e far sentire una forte risposta. Non è un caso se, come pare, gli elementi coinvolti non avevano più di diciotto anni. Sono nati e cresciuti in un periodo molto buio per l’Italia, che millanta crescita, ma dispensa soltanto ignoranza e volgarità. Forse i carri del Pride, e la loro gente, faranno ancora storcere il naso a qualcuno. Le transessuali e i loro abiti colorati saranno insultate come “u schifo ra tierra” e ogni creatura LGBT additata come lo zero assoluto del pianeta. Ma è illuminante pensare alla geniale imbecillità di questi soggetti, alla loro ottusa violenza premeditata, e all’aggressione svolta nel bel mezzo di un’affollata manifestazione dove tutti scattavano fotografie. Le foto delle loro facce, con molta probabilità rimaste incastrate tra i tanti scatti festosi di quella che era stata una bellissima giornata. Un’imprudenza che oltre a dimostrare la pochezza e la stupidità di chi compie gesti così vigliacchi, potrebbe forse costargli conseguenze legali. Immagini che si stanno attualmente cercando. Il ritratto di una società che ha bisogno di tirare la catena una volta per tutte, e ripulirsi dalle sue maleodoranti scorie razziste. Un lavoro che va svolto da tutti, e in cui il Pride gioca un ruolo rilevante.




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