Colpisce prevalentemente le donne (ma non esclusivamente, a onor del vero) ed è un'infermità i cui pesanti sintomi sono sofferti non da chi è colpito dal morbo, ma unicamente dal relativo compagno, marito, fidanzato, amante. Non si tratta esattamente di una malattia, non causa degenerazione fisica, e non porta certo alla morte (non ancora, almeno). Ma può causare stress e bruciori di stomaco a chi vive accanto al portatore (sano?) della sindrome, per non parlare di possibili tensioni all'interno della coppia.
L'ho chiamata Pussy Syndome, la Sindrome della Micia. E penso sia un nome che le si attaglia alla perfezione. Lavorando per anni in una libreria specializzata nella vendita di fumetti, ho potuto osservare il suo primo manifestarsi, la grande varietà di sintomi di cui la portatrice non si accorge nemmeno, e la sofferenza degli uomini che convinvono con la dama colpita dal morbo. Bizzarro accorgersi di come la Pussy Syndrome colpisca con la medesima ferocia donne di età differente, diversa cultura e provenienza sociale, suscitando vecchiaia precoce nei commiserevoli compagni di vita. E già! Perché per la Pussy Syndrome non esiste cura.
I sintomi principali consistono:
1 - In una crescente insofferenza per l'interesse che il compagno manifesta per i fumetti. Più mostra di amarli, più ne acquista, più desidera collezionarli, più si configura nella donna un'atteggiamento da rigida istitutrice puritana.
2 - In battute denigratorie nei confronti del prodotto amato e cercato dal compagno. Si va da commenti salaci a veri e propri insulti. Un esempio su tutti: il manga Berserk di Kentaro Miura definito "fesseria disegnata da schifo".
3 - In manifestazioni (anche silenziose, ma assai espressive) di odio selvaggio nei confronti del prodotto fumetto. Se avete mai visto un film dell'orrore in cui un vampiro reagisce con furore alla vista del crocifisso, potete farvene un'idea molto precisa.
4 - In fluviali lezioni sul risparmio e sul valore del denaro, che - misteriosamente - perdono importanza in relazione a sedute dal parrucchiere, ad acquisti di cosmetici, di scarpe, di abiti, e così via discorrendo.
Non è raro, infatti, che un cliente ci avverta che la consorte lo sta aspettando in auto e che per quel giorno non potrà acquistare che una minima parte dei fumetti prenotati. Pena una serata totalmente rovinata.
Forse, non sarebbe male condurre una piccola indagine sociologica per misurare l'austerità di tante severe consorti. Che nessuna compri mai un libro? O un cd musicale? Che nessuna vada al cinema? Si conceda un gelato, la lettura di una rivista, lo svago di un piccolo hobby?
E' il caso di precisare che la Pussy Syndrome non si manifesta solo in quei menage in cui lavora un solo coniuge. Al contrario, prospera e ammorba le coppie benestanti, dove entrambi portano a casa lauti stipendi. Insomma, la causa fondamentale dell'insorgere del morbo non è una ragionevole volontà di risparmiare. Le donzelle colpite dalla Sindrome ricordano piuttosto una "Grande Mamma", che non tollera vedere il proprio figlioletto "traviato" da "prodotti sciocchi e puerili". Poco conta che molto spesso le portatrici siano puntualmente vestite alla moda, perfettamente truccate e senza un capello fuori posto. Segno che, a ora di spendere per se stesse, non si fanno certo pregare e difficilmente soffrono la stessa ansia persecutoria da parte dei loro compagni. Può capitare ogni tanto che la Sindrome si diverta a cambiare genere, e che nella coppia sia l'uomo a trasformarsi in un Cerbero intollerante. Ma statisticamente, il sesso femminile rimane quello più esposto al contagio.
Il nome della Sindrome, a una lettura superficiale irriverente e maschilista, ha in realtà delle motivazioni profonde. Ho scelto il nome Pussy (cioè Micia) osservando un comportamento analogo nella mia gatta, esserino narcisista e discretamente possessivo.
Entrata in casa molto piccola e affamata di coccole, ha palesato immediatamente la sua cieca fede nel concetto di disparità. Come tutti i gatti, decide di coinvolgerti nei suoi giochi con assoluta autorità. Poco importa che tu stia pranzando, dormendo, cucinando o altro. Sei una palla per i suoi artigli, un cuscino per il suo riposo. Se invece sei tu, dopo aver sbrigato tutte le tue faccende, a volerla coccolare... Beh, la risposta potrebbe essere un fermo NO! La Diva non ha tempo, non vuole le mani addosso, e sta bene attento a non rompere se non vuoi farla incazzare.
Significativo è stato osservarne il comportamento proprio mentre tentavo di leggere un fumetto comodamente sprofondato nel divano. Mi ero totalmente scordato di lei. Ed è probabile che sia stato proprio questo a farla infuriare.
Immerso com'ero nella lettura, ho avuto un sobbalzo quando mi sono sentito artigliare un braccio. La gatta (nera e sinuosa) si è arrampicata su di me sbirciando le pagine della rivista aperta come se stesse tentando di capire "che cos'era quella sciocchezza che io trovavo tanto interessante". Ha persino tentato di sfogliarla per qualche secondo. Poi... la sentenza inappellabile.
Via questa roba dalla mia vista!
Continuare a leggere è stato impossibile e sul divano è scoppiata una vera e propria battaglia per il possesso della rivista a fumetti. Quando, dopo lunghi minuti di bombardamento felino, mi sono deciso a mettere via il primo numero di Brand New, mi sono reso conto che la Micia non desiderava appropriarsi del fumetto come nuovo giocattolo. Niente affatto. Desiderava soltanto che smettessi di leggere per dedicarmi a lei. E da allora non è più tornata sulla sua bellicosa decisione. Leggere fumetti in sua presenza è praticamente impossibile.
Il ragionamento semplice e selvaggio che ho colto nel suo comportamento si può esprimere con le parole: «Devi stare con me, non perdere tempo con queste scemenze».
Ed ecco delinearsi la Pussy Syndrome, la letale Sindrome della Micia, dalle gatte alle donne, per lo stress dei maschietti, colpevoli di coltivare un piccolo svago assolutamente innocente e legittimo.
Potrei aggiungere che la Sindrome non colpisce le micie capaci di comprendere il valore di una convivenza paritaria, e quelle mature al punto giusto da saper vedere nel fumetto uno svago assai meno puerile di un comportamento che è soltanto dispotico e arrogante.
Ma mi prenderei troppo sul serio. E tra moglie e marito... meglio non mettere... una rivista a fumetti.
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