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domenica 28 giugno 2015

Pride LGBT 2015 (e ricordiamo che...)


Ricordo che anni fa, una delle persone più intelligenti che abbia avuto l'onore di conoscere, parlando del Pride e delle implicazioni "carnevalesche", spesso usate dai detrattori (etero e omo) per sminuirne il significato e le funzioni, mi disse: «Quel che viene dimenticato facilmente dai benpensanti, è la connotazione festiva della manifestazione. Una sfilata per esigere diritti negati che sostituisce agli aspetti spesso seriosi e tristi di altri cortei politici, una componente colorata, in maschera, se vogliamo. E propone una richiesta di eguaglianza e di libertà con il sorriso sulle labbra e la voglia di giocare... di mettersi in gioco.»
Non fa una grinza. Ma anche quest'anno non mancheranno gli atteggiamenti bacchettoni (trasversali, ricordiamolo). Ricordiamo l'odiosa frase di circostanza che sentiamo ripetere tanto, troppo spesso "Ho tanti amici gay che mi danno ragione." Ricordiamo la sintesi (mutatis mutandis) che ne ha fatto Zerocalcare nel suo "La città del decoro": "Io ho tanti amici *** che per primi schifano quelli così. Che sono bravi! Se ne stanno nascosti nelle fogne, come le Tartarughe Ninja. Non si fanno vedere come questi". Ricordiamo la risposta canonizzata da dare a questo tipo di persone (quelli che hanno tanti amici gay): "Io invece non ho molti amici. Ma sono tutti persone intelligenti." Ricordiamo anche (se ce ne fosse bisogno) che il Pride celebra anche la ricorrenza dei moti di Stonewall, quando nel 1969 un gruppo di Drag Queen affrontò la polizia che era solita vessarle, dando inizio a quello che sarebbe diventato il movimento per i diritti LGBT internazionale. Rammentate questo quando avete la tentazione di dire che travestiti, drag e transessuali danneggiano la causa omosessuale con i loro eccessi. Sono soltanto quello che sono. E sono quelli e quelle come loro che hanno fatto in modo che la resistenza avesse inizio. Pertanto rispetto. E sia festa, sia carnevale, sia gioia, e sia Pride... per tutti.