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venerdì 3 febbraio 2017

Paperotten - Paperi, letture, pitture e musica al Montevergini di Palermo



10 FEBBRAIO ORE 17,30 - TEATRO MONTEVERGINI PALERMO

Assemblea Montevergini e Altroquando presentano:

PAPEROTTEN
Come sevizia Paperino?
Presentazione-Reading-Jam musicale della trilogia "Paperi" dei fratelli Rincione.


Paperi. Paperi marci. Brutti, sporchi e pennuti. Sono nati così... Paperi. Che cosa ci vogliamo fare? 

“Paperi” di Marco e Giulio Rincione è una trilogia (oggi raccolta in un volume edito da Shockdom, impreziosito da un prologo in prosa) che sta facendo discutere, ma soprattutto sta riscuotendo un successo di pubblico trasversale. Segno che il perturbante, la rappresentazione estrema di ciò che è sgradevole, malato, riesce tutt'oggi a comunicare a più livelli. I personaggi iconici di Walt Disney hanno accompagnato l'infanzia di più generazioni, piantando nello stesso tempo, profonde radici nell'animo dell'individuo che in età adulta continua a riconoscerli come totem immutabili di uno status quo rassicurante quanto ipocrita. Non è strano che la controcultura abbia attinto spesso all'iconografia disneyana per veicolare messaggi di forte critica alla società dei consumi, fino a giungere agli atroci pennuti dei fratelli Rincione. 

Tre capitoli a fumetti, tre passi sull'orlo melmoso di un abisso nichilista in fondo al quale non è garantita nessuna consolazione. Una lettura crudele e pessimista, dove la profanazione delle icone infantili lacera la maschera sul volto di un'industria spietata, e denuncia i segreti dietro gli usci di una città-stato la cui economia si fonda sull'intrattenimento e dove la classe dominante sono i Topi, simbolo di un profitto rapace abituato a prevaricare con il sorriso sulle labbra. Da dove provengono questi paperi lerci, perversi, sconfitti? E perché sembrano piacere tanto? Attraverso il fumetto di Marco e Giulio Rincione, ci proponiamo di discutere il senso artistico del perturbante nei vari media, e lo strumento dell'eccesso come veicolo di temi sociali, in grado di suscitare nel lettore-spettatore una risposta emotiva che possa durare oltre il tempo circoscritto dell'opera in questione.



Paperi, parole, pittura, musica, proiezioni e letture. Per confrontarsi con lo specchio di una fantasia deforme. Un riflesso rivelatore che forse preferiremmo non vedere, ma che siamo comunque tentati di sbirciare con la sensazione di commettere un piacevole peccato. Come sbirciare nella vita privata di Paperino, così irascibile, sfortunato, a suo modo cattivo... senza neppure immaginare quanto.
Magari stiamo per scoprirlo.

Letture a cura di Altroquando
Musiche di Giancarlo Caviglia


mercoledì 14 settembre 2016

Paperi - One$, la fine della trilogia di Marco e Giulio Rincione


 La trilogia è finita. E ora che la lettura si è conclusa, ci aspettano gli incubi. Cala il sipario, e cadono anche le maschere. Paperi, il trittico dei gemelli Marco e Giulio Rincione edito da Shockdom, scopre finalmente le sue carte con l'atto finale. One$... che potremmo leggere “ones” con davanti quel suffisso, “Paper”, che ci riconduce per assonanza al grande vecchio, terribile e avaro della dinastia pennuta di casa Disney. Ma anche “uan$”... Cioè “Uno”, seguito dal simbolo del dollaro. Come qualcos'altro, di diverso eppure collegato. Come la posizione sociale, come il primo passo verso la ricchezza (e la rovina), come un talismano...
Questa nota a margine (che in pochi leggeranno) non contiene spoiler rispetto al video dedicato all'ultimo capitolo della trilogia. Ma si riserva di sottolineare un aspetto appena accennato. Alla fine, Paperi acquista un significato completo e va oltre la mera rappresentazione del male di vivere, come c'era sembrato all'inizio. No, in One$ i trucchi sono svelati, e gli intenti satirici scoperti. Perché la satira è spessa amara. Ci si strozza bevendola, e più che un sorriso induce la tosse, un senso di soffocamento... Il simbolo dell'infanzia di tanti tra noi è legato al ricordo di un uomo geniale ma anche spregiudicato, e influenzato da orizzonti politici condannati dalla storia. Come abbiamo visto, nel mondo descritto dai fratelli Rincione, i Paperi sono tutti attori, tutti ingranaggi di una spensierata macchina dei sogni... in realtà condannati a vivere esistenze miserrime, sotto il controllo di una razza a forma di sorcio che muove le fila dei giochi. Persino quelli che sembrano più fortunati tra loro, i più conniventi e benestanti, non sono che pedine e possono essere gettati via e dimenticati come oggetti fungibili. La maschera della satira, qui, ha un doppio strato. E ci chiediamo se oltre agli evidenti riferimenti all'ambiguità della celeberrima icona della nostra infanzia, non ci stiano parlando di qualcosa di più vicino a noi. Forse della stessa industria del fumetto, dove autori e disegnatori devono sbracciarsi come pagliacci su palcoscenici illuminati. Dietro le quinte sfruttati, spremuti, umiliati, e alla fine cancellati. Proprio come i Paperi dell'allucinante e meraviglioso mondo dei fratelli Rincione.