Lo so. Da qualche parte, sui social,
avevo detto che non ne avrei più parlato. Ma sono un risaputo
brunello. Quindi...
Insomma, Rebirth, il crossover
che rilancerà il DC Universe e che vede come grande architetto lo
sceneggiatore Geoff Jhones, procede... lentamente sulle singole
serie, ma si fa sentire un po' di più su Flash (come si
poteva immaginare dal prologo) e Wonder Woman.
Se Green Arrow inizia a recuperare
qualcosa del suo rapporto sentimentale (azzerato dagli eventi di
Flashpoint e dai New 52) con Black Canary, il vecchio
Superman (quello che ha avuto un figlio da Lois Lane) inizia a fare i
conti con una realtà che non sembra seguire le regole che credeva di
aver riconosciuto. Dal canto suo, sulla sua serie personale, Batman
ha ben altre gatte da pelare, e la vicenda lasciata in sospeso al
termine del prologo è ancora in alto mare. O meglio, si collega
direttamente alla storyline di Flash, probabilmente una delle
sorprese più riuscite di questa ennesima (e sicuramente non ultima)
revisione di uno dei cosmi supereroistici più famosi al mondo.
Carmine di Giandomenico è in ottima forma, e ci regala un velocista
scarlatto carismatico, scattante e umanissimo. Il suo tratto non
realistico, libero, ma lontano da facili derive grottesche, si presta
molto a interpretare il mondo ipercinetico di Barry Allen, e mostra
un biglietto da visita che è una festa per gli occhi nella storia
sceneggiata da Joshua Williamson. Una trama densa di riferimenti
iconici che ripercorrono l'origine di Barry e i suoi principali
traumi. Quindi Wally ora è tornato. Un altro Wally seguirà il suo
destino, e il passato ritornerà a mordere (o accarezzare) le chiappe
di tutti i personaggi. E' sulle pagine di Flash che s'infittisce il
mistero della spilla smiley ritrovata da Batman nella Bat-Caverna (in
realtà è stata “sputata” dallo stesso fulmine in cui era
apparso per pochi istanti Wally West). Per il resto, dovremo
aspettare le prossime uscite.
Così per Wonder Woman (nuovamente affidata allo sceneggiatore Greg Rucka), che ci appare
in crisi. E sappiamo che questa non è una parola da prendere alla leggera in casa DC. Confusa,
spaesata, tormentata da ricordi che non comprende, e dalla frase che
continua a ripetersi ossessivamente, e cioè che “il passato
continua a cambiare”. Wonder Woman, forse più di altri personaggi
DC, ha subito modifiche retrospettive, e il rimaneggiamento dei New
52 non è stato esattamente da poco. La sua prima avventura sotto
l'ombrello di Rebirth è fortemente onirica, non può non
esserlo. Diana è una creatura mitologica la cui origine è stata più
volte riscritta. Bizzarro vederle fare qualcosa che forse non ha mai
fatto prima... o che almeno, io non le avevo mai visto fare: legare
se stessa con il suo lazo che induce a dire solo la verità. Le
risposte sono tante. Sono tutte vere. Ma qualcuna forse è più vera
delle altre. Chissà.
Insomma, a piccoli passi, inizia a
svilupparsi questo “raddrizzamento” della continuity. Pare che
molto riguarderà la memoria dei personaggi, che riacquisteranno
gradualmente i ricordi di cosa è successo prima degli eventi che
hanno modificato il corso della loro storia, ma senza riplasmare il
loro mondo come avvenuto alla fine di Flashpoint. Non per ora,
almeno. La direzione sembra questa. L'idea non è da buttare se
funzionale a ripristinare concetti cestinati con troppa leggerezza (e
tuttora rimpianti da molti lettori di vecchia data). Ma i risultati a
lungo termine restano ancora tutti da scoprire.