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mercoledì 8 maggio 2013

Ombre in un labirinto di carta

  

"Ho visto un'ombra laggiù sul muro,
ma non mi sembra di esser sicuro."  

In attesa dell'uscita in Italia (annunciata per Giugno), del nuovo The Shadow firmato da Garth Ennis e Aaron Campbell, ennesima “rivitalizzazione” dell'etichetta Dynamyte di un personaggio che ha fatto epoca, entriamo in fissa con una domanda che più nerd non si può: Quanti personaggi chiamati L'Ombra (sorvolando sulla lingua in cui questa parola è tradotta) sono apparsi nei fumetti?
Un po' come chiedersi quante canzoni esistono che hanno per titolo lo stesso nome di donna (provate a contare, per esempio... Giulia). Non parliamo qui di somiglianze sostanziali dei personaggi (altrimenti staremmo discutendo di cloni e convergenze, come nei casi di SwampThing/Man-Thing e Faust/Spawn), ma di un elenco non proprio corto di eroi e antieroi che sfoggiano lo stesso nome di battaglia, in effetti paradigmatico e duttile. Nessun intento cronologico, soltanto un'insana voglia nerd di giocare. Ci limitiamo, inoltre, a contare le Ombre apparse nei soli fumetti, che se ci mettiamo sulle tracce di personaggi presenti in altri media non la finiamo proprio più. Che dite, ci proviamo?

Partiamo proprio da The Shadow (forse storicamente il primo... forse), personaggio creato per la radio (e meno male che volevamo lasciare da parte altri media...) nel 1930 da Walter B. Gibson, cui dava voce (caratteristica la diabolica risata) il giovane Orson Welles. Il successo fu tale che il personaggio diventò presto protagonista di racconti su riviste pulp, romanzi (scritti da Gibson con lo pseudonimo di Maxwell Grant) e presto anche fumetti, in più versioni, nel corso dei decenni, per case editrici differenti. Il playboy Lamont Cranston, che di notte veste i panni del giustiziere Shadow, può essere considerato il capostipite di tutti i vigilanti oscuri che sarebbero sorti negli anni successivi, compreso il popolarissimo Batman. In Italia è noto soprattutto per il trascurabile film degli anni novanta interpretato da Alec Baldwin e intitolato da noi L'Uomo Ombra (niente a che vedere con la serie di film giallo-rosa con protagonisti William Powell e Mirna Loy. Quelli in originale si intitolavano: The Thin Man, cioè... lo Smilzo).

L'Ombra di Alberto Ongaro e Hugo Pratt. Siamo negli anni sessanta, Hugo Pratt ha già dato da tempo alle stampe l'Asso di Picche (sempre un giustiziere mascherato, su testi di Mauro Faustinelli e dello stesso Ongaro). Questa Ombra è un altro vigilante, scaltro e dotato di senso dell'umorismo, spalleggiato da una pantera e in grado di infondere il terrore nei suoi nemici. Nel look deve molto al Phantom di Lee Falk, da noi conosciuto anche come l'Uomo Mascherato... ma non dimentichiamo il suo appellativo tribale di Ombra che Cammina (dobbiamo annoverare anche lui nella lista, che ne dite?). I più maturi ricorderanno le prime apparizioni dell'Ombra di Pratt sul Corriere dei Piccoli.


Passiamo a L'Ombra di Alfredo Castelli. Purtroppo la rete è avara di informazioni e immagini riguardo questo personaggio, figlio del prolifico Castelli e disegnato dal grandissimo Ferdinando Tacconi. Lo rammenta bene chi era ragazzo negli anni settanta, quando il Corriere dei Ragazzi presentava al suo interno albi spillati staccabili come un inserto. Tra i molti titoli interessanti c'era per l'appunto quest'Ombra italiana. Il detective privato Grant Shade che a seguito di un incidente con dei prodotti chimici misteriosi si ritrovava invisibile, diventando presto il terrore dei criminali. Bizzarra caratteristica dell'Ombra di Castelli era il fatto che, per quanto si trattasse di un uomo invisibile, il suo corpo continuava a proiettare la propria silhouette con un effetto terrificante sui malfattori. La serie (molto divertente) ammiccava a più archetipi, primo su tutti lo Shadow degli anni trenta (la sagoma con impermeabile e cappello, la risata agghiacciante). Ma anche a l'Uomo Invisibile di H.G. Wells, del quale l'eroe assume a un certo punto il caratteristico look con il volto bendato, copricapo a larghe tese e occhiali scuri.


Torniamo a parlare di ombre anglofone... con Shade. Eroe che ha avuto nel tempo l'appellativo di Uomo Cangiante e di Uomo Psichedelico. Per essere pignoli, in inglese la parola shadow si riferisce alla sagoma umana disegnata da un'ombra, mentre shade intende un'ombra più generica e priva di forma precisa, come “stare all'ombra” o “celarsi nell'ombra”. Ciò non toglie che anche l'alieno Rac Shade, creato da Steve Ditko nel 1977 e poi rivisitato per l'etichetta Vertigo da Peter Milligan e Chris Bachalo all'inizio degli anni novanta, si chiamo sostanzialmente Ombra. Un'ombra malleabile, non umana, in grado di assumere molte forme. Venuto dal pianeta Meta, Shade possiede un abito (detto M-Vest) tecnologico che induce allucinazioni e manipola la realtà. La breve vita editoriale, dal sapore decisamente più supereroistico, cede il posto alla visione di Milligan, più psichedelica e introspettiva, che affronta molti temi sociali scottanti.



Si chiama Shade (tradotto, in Italia, semplicemente l'Ombra) anche il comprimario del supereroe DC Starman, attualmente protagonista di avventure tutte sue. Ladro gentiluomo come Arsène Lupin, immortale come Jason Blood (l'alter ego di the Demon) e dotato di poteri mistici (può plasmare le ombre a suo piacimento), l'Ombra si chiama in realtà Richard Swift, e debutta negli anni quaranta come villain. Nemico dei primi due Flash (Jay Garrick e Barry Allen) e dello Starman della Golden Age, il personaggio viene rivisitato più tardi come alleato e mentore di Ted Klein, il successore dello Starman classico, e fa attualmente parte del panorama magico della DC Comics.


Per concludere (probabilmente non in via definitiva, qualche altra ombra ci starà scappando di sicuro) e solo per sfizio, citiamo lo Shadow King, il Re Ombra, chiamato in Italia Re delle Ombre (in effetti suggestivo). Il potentissimo mutante telepatico privo di corpo e ormai vivente sul solo piano astrale, nemico degli X-Men e capace di corrompere l'animo di chiunque e prenderne il controllo. Ok, non è un'ombra... ne è il re. Ma giusto per scrupolo, lo inseriamo nella nostra piccola lista.

Chiudiamo qui il nostro censimento ombroso certi di essere lontani dall'aver compilato una lista esauriente. Ci sono di sicuro tante altre ombre là fuori, e non mancherà chi – più attento di noi – saprà catturarle.