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martedì 30 giugno 2015

Grazie a Paolo Piffarerio


Per salutare Paolo Piffarerio, classe 1924, scomparso stanotte, mi piace ricordare un capitolo d'infanzia. Quando, dodicenne, mi faceva lunghe (per me) passeggiate a piedi, e attraversavo Palermo per arrivare nella distante via Cavour (per qualunque cosa, secondo mia madre, fosse "lontana", in famiglia si usava l'espressione "dove c'è il Teatro Massimo". Come se rispetto al quartiere Notarbartolo, piazza Verdi fosse Timbuctù). Cosa c'era in via Cavour negli anni settanta? Per cominciare c'era quello che chiamavamo il Supercinema (non era un nomignolo dato dal volgo, ma un vero e proprio appellativo del cinema Excelsior... che aveva una sala grande per i tempi, anche se distante anni luce dai multisala di oggi), e davanti c'era (e ancora c'è) il chiosco libreria (che non mi pare sia mai stato un'edicola). Proprio in quel chiosco recuperai praticamente tutti i numeri della collana Eureka Pocket dell'editoriale Corno, e tra questi il mitico Maschera Nera, di Max Bunker, disegnato proprio da Piffarerio (che al tempo della prima edizione si firmava Paul Payne). Negli anni successivi, la Corno avrebbe tentato una ristampa in albi, ma il mio ricordo è legato soprattutto a quel volume antologico tascabile.


Ovviamente, Piffarerio ha disegnato di tutto e di più. Subentrato a Magnus su Alan Ford, aveva disegnato il romanzo storico Fouché, il western El Gringo (tutti firmati da Luciano Secchi-Bunker), e tanto, tanto altro. Ai ragazzi del tempo, lo stile di Piffarerio non piaceva gran che. C'è da dire anche che aver preso le redini di Alan Ford dopo l'abbandono di un mostro sacro caratteristico come Magnus fornì carburante ai suoi detrattori.
In realtà Piffarerio aveva uno stile molto classico e dettagliato. gli scenari western di El Gringo e Maschera Nera avevano una polverosità molto fisica. E la stessa cura si poteva riscontrare nelle illustrazioni in costume di Fouché. Un tratto probabilmente non popolarissimo (nel senso di quelli che non piace facilmente a tutti), ma assolutamente funzionale al racconto, agile e pertanto godibile.

Io lo ricorderò soprattutto per Maschera Nera. Quella via di mezzo tra Zorro e l'Asso di Picche di Ongaro e Pratt. Quella specie di Batman del West, che svolgeva un ruolo anche durante il massacro di Alamo (cui fu l'unico a sopravvivere) e incontrò personaggi come Davy Crockett.

Tutto qui. Solo un ricordo d'infanzia, per ricordare un grande vecchio del fumetto italiano.

Paolo Piffarerio. 1924-2015