martedì 10 dicembre 2019

Watchmen, meno uno...



Ormai manca un solo episodio al finale di "Watchmen", la serie televisiva. E dopo aver visto il penultimo capitolo, l'ottavo, ritengo si possa già dire che la scommessa (davvero audace) è vinta. Conosciamo tutti i precedenti di Damon Lindelof. Sappiamo cosa ha fatto, da dove viene e perché è noto. E questo episodio, intitolato "A God Walks into a bar", ce lo rammenta ulteriormente, svelando alcuni meccanismi narrativi cari allo sceneggiatore di "Lost". L'attesa per il gran finale adesso si fa intensa, ma il viaggio è già stato vertiginoso, e capace di rispondere alla maggior parte delle domande cruciali che erano state seminate dall'inizio. Non si sa ancora se l'esperienza di questo sequel televisivo di "Watchmen" (ma potremmo definirlo anche un omaggio, un atto d'amore all'opera di Alan Moore) avrà una seconda stagione. E' probabile che dipenda dalle somme che la produzione tirerà all'indomani della conclusione dello show. E a quanto vorrà rischiare. Quel che sappiamo già è che Lindelof non ci sarebbe. Ha già detto tutto. E siamo d'accordo con lui. Quel che ci aspettiamo, adesso, è un finale definito (non importa se aperto). "Watchmen - la serie TV" si è dimostrata una delle cose più belle e inaspettate viste quest'anno. Non so voi, ma io ero molto scettico. E sono davvero contento di avere cambiato idea. Una costruzione a orologeria. Una regia che sa cosa è meglio lasciare fuori del campo visivo e quando. L'uso delle musiche di Offenbach dai "Racconti di Hoffman" e un profondo rispetto del materiale originale. Un bel regalo per tutti quelli che hanno letto e amato il fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons.

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