Fine del viaggio.
Si spera definitivamente.
Sì, perché forzare un seguito a un lavoro così ben scritto potrebbe, con grande probabilità, dimostrarsi un vero delitto. Watchmen, la serie TV firmata da Damon Lindelof si è conclusa, svelando nel suo ultimo atto un'architettura narrativa in cui gli ingegneri hanno lavorato di fino. Un'epopea suggestiva come non se ne vedevano da tempo. Una bellissima sorpresa, e un superamento (verrebbe da dire) del concetto di cinecomics, dal momento che ci troviamo davanti non a una trasposizione, ma al seguito ideale di una celebrata opera a fumetti, che conquista un'identità del tutto autonoma rispetto alla versione cinematografica che ne era stata data qualche anno fa. Un risultato pazzesco che, come mi è già capitato di dire, non mi aspettavo.
Bravi tutti, ma bravo soprattutto Lindelof, che giustamente si tira preventivamente fuori da qualsiasi eventuale (e non necessaria) stiracchiatura. Affascinante riconoscere anche certi elementi dell'amatissimo LOST, qui recuperati dal suo autore in modo diverso, ma altrettanto efficace. La scrittura. La scrittura è tutto. Senza la scrittura non si va da nessuna parte. Watchmen, la serie TV, esiste grazie a questo, signori miei. Un esempio di ottima scrittura portata su schermo in modo egregio.
E ora, se non l'avete ancora fatto, godetevi il gran finale. Sipario.
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