Swamp Thing. Episodio pilota della serie TV prodotta dalla piattaforma streming DC universe, la terza dopo “Titans” e “Doom Patrol”. I primi due titoli, ognuno con sue caratteristiche peculiari, si possono definire esperimenti riusciti. E questo, nuovo, ambiziosissimo lancio?
Tutto inizia come un'eco vengence. I contenuti “suggested for matured” non tardano a mostrarsi. Se già “Titans” non lesinava in violenza e atmosfere sinistre, qui siamo davanti a un horror fatto e finito. Le prime sequenze ci dicono subito che... qui ci sono i mostri e c'è da aver paura. Anzi, una fifa blu. Meglio. Verde.
Un'oscurità suggestiva avvolge il
mondo acquoso della palude, sciacquii, vegetazione fitta e zanzare ci
circondano, ed è chiaro da prima ancora dei titoli di testa che da
quelle parti c'è qualcosa che proprio non va.
In “Swamp Thing” c'è lo zampino di
James Wan, qui in veste di produttore esecutivo, e la differenza
dalle altre due serie DC si sente forte e chiara. Se “Titans” era
un racconto supereroistico nero (più che dark) e “Doom Patrol”
una sarabanda psichedelica di personaggi e situazioni folli, “Swamp
Thing” si propone di restare fedele all'etichetta editoriale
“Vertigo” (la linea “adulta” che ha rilanciato il personaggio
a metà degli anni 80 affidandolo alla firma di Alan Moore). La
fantascienza si mescola all'esoterismo, e se le promesse saranno
mantenute nelle prossime puntate, dovremmo vederne delle belle. La
presenza del personaggio di Avery Sunderland suggerisce subito ai
vecchi lettori quale direzione lo show intende prendere, così come
l'introduzione di un character inedito, interpretato dalla sempre
apprezzabile Virginia Madsen, promette interessanti variazioni.
L'origin story ha il pregio di non
andare di fretta, ma di seminare indizi e semi (è il caso di dirlo)
per tutto ciò che seguirà. Il passato misterioso di Abby, la
presenza di Matt Cable, e soprattutto Madame Xanadu, che
nell'episodio pilota ha appena il tempo di sortire, ma che annuncia
stranezze assortite, sono elementi che conferiscono a questa partenza
un carburazione lenta ma regolare, lasciando intravedere i sentieri
che si intendono percorrere.
Le modifiche (diciamolo, necessarie)
alla fonte originaria del fumetto ideato da Len Wein e Bernie
Wrightson scorrono senza offendere la memoria storica di nessuno, e
iniziano a gettare delle basi pratiche per potersi subito innestare
sul ciclo tenebroso narrato da Moore. Aggiungiamo una componente gore
inattesa, una scena raccapricciante che a molti ricorderà “The
Thing” di John Carpenter e un tema musicale, per una volta,
orecchiabile e immediatamente riconoscibile, e abbiamo un episodio
pilota che conferma le promesse del già trailer interessante.
Una bella partenza, insomma.
Certo, le danze sono appena iniziate.
Quel dato avvenimento si prende (giustamente) il suo tempo a
manifestarsi (il film di Wes Craven del 1982 soffriva del budget
ridotto e di una narrazione fin troppo condensata), ma la miccia è
accesa e non resta che aspettare l'esplosione.
Quella narrativa. Quell'altra esplosione lì...
Ma no, scopritelo da soli.
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