NUOVOMONDO
Nuova apertura del sipario, nuovi
applausi, un nuovo mondo e una nuova Santa Rosalia. Ulteriore
capitolo, in questa Estate 2018, per la tradizione palermitana che
ormai da molti anni impegna mastro Vincenzo Vizzari e la sua bottega
Cittacotte in via Vittorio Emanuele 120, in occasione della festa
patronale del Festino. Una santa patrona sempre trasfigurata secondo
sensibilità artistiche mutevoli, che attingono al surrealismo come
alla cultura pop e alla tendenza che oggi potremmo definire mash-up,
l'ibridazione di icone di origine eterogenea.
Un “Nuovomondo” che potremmo
considerare un augurio, un auspicio. Ma anche una sfida ai tempi bui
che viviamo, e che apre a una luce di speranza dopo le prove degli
anni passati, dove la Santuzza appariva schiacciata sotto il peso di
una Palermo in pieno degrado, soffocata dai rifiuti e dal caos, ma
anche scintilla che si appellava al senso di solidarietà dei
palermitani per la tragedia dei migranti, esortante a ritrovare una
perduta (oggi anche schernita) umanità.
Nuovomondo, si discosta dalle prove
degli anni precedenti. Ma senza fare passi indietro. Scegliendo
stavolta colori pastello alle tinte forti (in senso sia plastico che
emotivo) delle trascorse rappresentazioni. Affidandosi a un registro
più intimista e classico e proponendo un ponte concettuale tra
passato e un auspicabile futuro. Il fondale, con Monte Pellegrino
separato dalla santa dal mare, non va sottovalutato. Suggerisce un
viaggio, un percorso, e il superamento di un limite. Quel mare,
stavolta calmo, ma anche deserto in modo inquietante, pare collegarsi
sottotraccia all'opera precedente, intitolata “Per Terra e per
Mare...”. Quasi a dire che l'apparente quiete nasconde in realtà
una profonda tristezza. Rammarico per quello che dovrebbe essere e
non è. Lo leggiamo negli occhi chiari di Rosalia, stavolta ritratta
con il volto di Franca Florio, figura storica ed emblematica della
memoria siciliana. Moglie dell'armatore Florio, donna di cultura
(quella cultura che oggi è spesso spregiata a favore delle pulsioni
meno ponderate). Amante dell'arte e adorata per il suo fascino e la
sua intelligenza da artisti come Gabriele D'Annunzio, Ruggero
Leoncavallo, Giacomo Puccini. Protagonista, in questo 2018, con il
ritorno in patria del celebre ritratto realizzato dal pittore
Giovanni Boldini, opera che l'artista modificò più volte tra il
1901 e il 1924.
Il ritorno del quadro a Palermo,
esposto la scorsa Primavera a Villa Zito, la storia della lunga
genesi del dipinto con le sue svariate trasformazioni, il noto amore
di Franca Florio per la bellezza, la natura e le arti, la sua
relazione con il mare e l'imprenditoria a questo legata, nelle mani
dell'artista Vincenzo Vizzari realizzano un simbolo complesso che
cuce letteralmente i fasti perduti della Belle Epoque palermitana con
una speranza di cambiamento e di pace. Coronato da un manto floreale
fatto di pomelie, gelsomini e rose. Fiori molto diversi tra loro,
eppure perfettamente integrati come cornice di un esempio di bellezza
intelligente (o bellezza dell'intelligenza, se vogliamo). Le farfalle
sono da sempre simbolo di rinascita, e non potevano mancare nella
rappresentazione di un nuovo mondo ideale. Magari posate su una mano
accogliente, che si protende per proteggere una città-pianeta
tuttora compressa, chiusa, a suo modo blindata e soffocata pur nella
sua potenziale bellezza. Protetta, da un gesto morbido che la sfiora
senza però toccarla. Una simbologia ambigua, che unita allo sguardo
malinconico e sostanzialmente rivolto atrove della santa patrona,
sembra esprimere anche un lamento. Lamento per una bellezza ancora
prigioniera, non del tutto redenta, che si presenta gloriosa ma
metallica, bellicosa e spietata come una palla di cannone. Forse
incandescente, magari sul punto di esplodere, che Rosalia non osa
toccare, meditando sul nuovo mondo che verrà. Chiedendosi chi mai
saprà riconoscere la vera bellezza, e realmente oserà liberarla,
andando oltre la fierezza ottusa di un fortino ancora chiuso in se
stesso.
Auspichiamo, tra tanti possibili
cambiamenti in un mondo che più che nuovo arranca nei suoi errori
passati, che l'arte di Vincenzo Vizzari possa infine toccare le corde
delle sensibilità giuste e guadagni, oltre a ispirare sempre
riflessione, uno spazio dove le sue opere possano essere ammirate e
studiate come meritano.
Viva Palermo e Viva Santa Rosalia.
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