martedì 22 agosto 2017

DC Comics - L'orologio dell'apocalisse rintocca (ancora l'ombra di Watchmen)

 


E alla fine ci stiamo arrivando. Doomsday Clock, il cui primo numero uscirà in America il prossimo Novembre, segnerà l'apice del Rinascimento (o Restaurazione?) in casa DC Comics. Evento che sarà segnato dall'interazione, annunciata da tempo, tra gli eroi della Distinta Concorrenza con l'universo di Watchmen. Per usare le parole dello sceneggiatore Geoff Johns, non si tratterà di un crossover, ma di una storia a sé stante che ridefinirà il cosmo DC. Il nocciolo della questione dovrebbe essere il confronto (anche simbolico) tra Superman e Dottor Manhattan. In sostanza, l'alieno che ha imparato a essere più umano degli umani e l'umano nativo che ha progressivamente perso la propria umanità diventando sempre più alieno e distante. Siamo in presenza di uno di quegli eventi fumettistici destinati a fare discutere. I semi piantati da Johns sembrano interessanti. E neppure scontati come può sembrare. C'è un tempo per ogni cosa. Watchmen rappresentò non tanto l'ingresso dei supereroi nell'età adulta, quanto un punto di arrivo. Il brusco risveglio da un sogno nell'incubo di una realtà dove non esistevano veri eroi e dove poteva non esserci un lieto fine. Da quel momento, i punti cardine del mercato sono andati cambiando. E l'opera di Alan Moore ha suscitato una lunga serie di varianti, omaggi, e presunte evoluzioni di un discorso che l'autore inglese considerava già concluso quando aveva messo la parola fine al suo lavoro.
Ormai da anni, il genere supereroistico soffre il peso di una pietanza mal digerita. Un trend scaturito da un'opera (Watchmen) che non aveva mai voluto essere una ricetta per sfornare altri piatti, ma solo un punto di vista, storico e culturale. Per quanto i prodotti derivati interessanti non siano mancati, l'elemento del dark coatto ha finito col diventare a sua volta macchietta, spesso affossando le tematiche che si proponeva di elevare. Quel che Geoff Johns sembra prepararsi a fare è portare in scena una sorta di cortocircuito estetico dal quale ripartire con le successive narrazioni. Non sappiamo ancora in che misura funzionerà, ma il progetto di sicuro incuriosisce. La maturità, del resto, non s'identifica necessariamente con la truculenza, con l'amarezza e una visione pessimista del futuro (per quanto i tempi che corrono non ci incoraggino esattamente nel senso opposto). Se Geoff Johns riuscirà nella sua opera di livellamento, operando scelte narrative intelligenti, potremmo trovarci davanti a un'opera metafumettistica particolare come non la vedevamo dai tempi della prima Crisis. Una lettura antropologica dei corsi e ricorsi storici applicati a un genere fumettistico. Ne sentiremo tante, nei prossimi mesi. Prima, durante e dopo l'uscita di questa ennesima miniserie. 
Chissà!






Nessun commento:

Posta un commento