L'eterna riscrittura della genesi dei personaggi a fumetti (soprattutto supereroi) non è certo una novità. E' una sorta di regola non scritta del prodotto seriale. Compiuto un determinato giro di boa, trascorso un congruo numero di anni, è necessario che al pubblico più giovane sia presentata una versione aggiornata dei loro beniamini, o perlomeno un racconto svecchiato e al passo con i tempi della loro entrata in scena. Non stiamo parlando qui di reboot, quella “ripartenza da zero” per svilupparsi in direzioni più o meno inedite di cui è protagonista attualmente la DC Comics con l'operazione New 52. Ma del semplice ripensamento degli elementi fondanti della leggenda di personaggi noti, quelle che anni di letture a fumetti ci hanno insegnato a chiamare “origini”. I lettori più maturi sono sicuramente abituati a identificare questa ciclica rinarrazione con figure iconiche come Batman e Superman, le cui radici hanno ricevuto innumerevoli upgrade, con l'aggiunta di nuovi dettagli, dinamiche e così via. L'universo Marvel, più giovane anagraficamente, può tuttavia vantare un numero di revisioni che inizia a essere altrettanto consistente. Almeno per quanto riguarda i suoi personaggi cardine. E il cinema, con la sua recente scoperta di questa macchina macinasoldi ha bisogno di nuove origini che non facciano sentire i giovani spettatori troppo disorientati tra lo schermo e le pagine di un comic book.
Ecco dunque partire Marvel Season One, collana pensata esattamente per questo. Rinarrare la “prima stagione”delle icone supereroistiche contemporanee presentandole a un pubblico che possa essere il più vasto possibile. Primo ad arrivare in Italia è stato Marvel Season One – Fantastici Quattro, seguito da Spider-Man, cui si aggiungeranno presto anche le revisioni di Hulk, degli X-Men e di altri ancora.
Dopo la Rinascita degli Eroi, che negli anni novanta presentò una drastica reinterpretazione del cosmo Marvel secondo quelli che erano i canoni estetici della prima Image, la versione Ultimate (non troppo amata e oggi conclusa), ecco l'origine della prima famiglia Marvel raccontata ai lettori del nuovo millennio a opera di Roberto Aguirre-Sacasa e David Marquez. Una lettura scorrevole come un bicchiere d'acqua frizzante, e altrettanto nutriente. Intendiamoci, il lavoro svolto da Marquez e Aguirre-Sacasa è impeccabile dal punto di vista formale. A suo modo il riassunto funziona, e alcuni spunti, come le nuove motivazioni del viaggio nello spazio del quartetto è discretamente credibile. Interessante l'idea di inserire sin da subito il personaggio di Alyssa Moy (in realtà comparsa sulla serie solo nel 1998), geniale collaboratrice e prima fiamma di Reed Richards, con un ruolo da osservatore critico delle vicende del quartetto. La compressione degli eventi riesce a non risultare troppo forzata, e il tono da commedia conferisce leggerezza al tutto. Viene di pensare al bistrattato film di Tim Story del 2005, quando fu scritto, forse con eccessiva supponenza, che “la buttava sul ridere”. Beh, chi pensa che il tono ironico, da commedia, per l'appunto, sia sempre stato nel DNA della serie classica del quartetto, troverà Marvel Season One – Fantastici Quattro molto simile, per spirito, al film di qualche anno fa. Riconoscerà l'eco di alcune scene chiave, e la generale spensieratezza di fondo.
L'operazione di sintesi e ulteriore popolarizzazione del racconto, probabilmente voluta per semplici ragioni commerciali, ci fa pensare che il prodotto sia destinato a un pubblico giovanissimo, e che alcuni elementi siano stati edulcorati con la precisa intenzione di fare breccia anche nel mondo infantile. Peccato che il ritmo sia alquanto schizofrenico, non riuscendo a decidere in modo preciso quale strada intraprendere. Alcune situazioni appaiono fin troppo addolcite, certi elementi potenzialmente drammatici taciuti o subito accantonati, per lasciare posto a un clima da film disneyano destinato a tutta la famiglia riunita.Vedere l'Uomo Talpa crollare sotto il peso del ridicolo una volta che la mannaia semplificatoria lo ha privato di ogni carisma da vero villain, potrebbe irritare un poco i fans storici. Così come l'inutile sacrificio di Ben Grimm a metà dell'avventura, o l'inedita, spietata ferocia con cui è caratterizzato Sub-Mariner.
Del resto, siamo di fronte a un titolo concepito come compendio, prodotto accessorio alla serie principale e al merchandising che vi ruota intorno. Divulgativo dell'essenze di base della saga del quartetto, e non certo un graphic novel che vanta una qualche ricerca di profondità. Sicuramente, per i letori più acerbi Marvel Season One: Fantastici Quattro funziona abbastanza. Accompagna i protagonisti per la prima volta sulla scena, e li abbandona senza troppi scrupoli, affidati all'immaginario di una nuova generazione di lettori che li elaborerà a modo proprio. Compito diligente, appena gradevole e dimenticabile. Staremo a vedere che cosa riserveranno le nuove Prime Stagioni dell'Uomo Ragno e soci sulle prossime uscite della collana.
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